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Autore: MrCrazyGuy    05/06/2013    0 recensioni
Fondamentalmente nessuna trama, una splendida giornata al fiume tra padre e figlio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA GIORNATA AL FIUME

La giornata era calda, perfetta per andare al fiume, Andrea e suo padre erano stati molto fortunati, era tanto tempo che i due non facevano un'uscita insieme, Andrea era felicissimo.
Dopo essere arrivati i due poggiarono tutto il materiale a terra, il viaggio era stato lungo e si sdraiarono, guardando in alto, il sole risplendeva nei loro visi e i loro sorrisi rischiarivano il cielo, tutto era pronto, quel giorno sarebbe stato fantastico.
-Papà, mi fai fare l'aeroplano?- Esordì il figlio, i campi inondavano di un verde l'intera zona, fare l'aeroplano era tutto ciò che Andrea desiderasse in quel momento: volare sopra un mare di bellissimi fili d'erba:
-Ma prima devo riuscire a prenderlo l'aeroplano! Coraggio, corri quanto vuoi, presto sarai mio!- Rispose il padre con un vocione che cercava vagamente di assomigliare a quello di un mostro, Andrea si alzò velocemente da terra e iniziò a correre, scoppiando in risate gioiose, lui era fortisssimo a questo gioco, il padre non poteva riuscire a catturarlo.
Andrea correva e sentiva che nemmeno il vento stava al suo passo, era più veloce di un ghepardo, i ghepardi erano spaventosi, le loro grosse bocce avrebbero potuto prenderlo e portarlo in qualche posto segreto, una tana costruita dai ghepardi, ci sarebbe stato il ghepardo Re, la gheparda Regina e tutti gli altri ghepardi, ma questi non avrebbero mai parlato tra loro, nè giocato, perché loro erano cattivi, invece gli altri bambini e suo padre giocavano, perché erano buoni.
Andrea sentì il padre prenderlo e cadergli sopra, d'un tratto scoppiò in risa fortissime, era a terra e il padre gli faceva il solletico mentre lui cercava di liberarsi, desiderò che quel momento non finisse mai.
-Ah, ti ho preso! Adesso ti faccio volare io!- Il padre prese Andrea e lo caricò sulle spalle, quindi iniziò a correre per gli immensi cieli verdi, Andrea allargava le braccia e urlava, in quel momento era il Re e poteva fare tutte le cose che voleva, avrebbe giocato per sempre, nessuno gli avrebbe detto di smetterla.
Andrea pensò di volare sopra un drago, a lui piacevano i draghi, gli altri bambini e la sua maestra dicevano che non esistevano, ma Andrea ne aveva visti tanti di draghi e non credeva a loro, inoltre i draghi erano buoni, non come quelli di cui raccontava la maestra ogni tanto e nemmeno come i ghepardi, i draghi aiutavano Andrea, lo facevano volare e lo portavano in posti bellissimi.
I peggior nemici dei draghi erano le aquile, le aquile erano cattive, il loro sguardo metteva paura ad Andrea, quando ad un tratto un'aquila si trovò a combattere contro il drago, Andrea urlò, attaccò e insieme al drago e a suo padre sconfisse l'aquila, padre e figlio si buttarono sul suolo stanchi e felici, era un giorno bellissimo e non sarebbe finito mai.
Papà disse ad Andrea di guardare il fiume:
-È bellissimo! un giorno imparerò a nuotare e diventerò un campione, percorrerò tutti i fiumi e i mari del mondo!- Rispose egli con gioia in ogni parola che diceva:
-Papà quanti sono i fiumi nel mondo?-
-Tantissimi figliolo!-
-Ma tanti quanti?- Andrea era curioso, voleva sapere tantissime cose: chi abitava in cielo, chi nel mare, cosa pensavano gli animali, cosa le piante, era tutto così misterioso, Andrea avrebbe scoperto tutto un giorno:
-Non lo so, sono troppi...- Rispose il padre sorridendo.
Andrea a scuola sentiva sempre la sua maestra raccontargli di storie bellissimi sull'acqua, dove c'era Nettuno, il Dio del mare, le sirene, i marinai, i pirati, come avrebbe voluto essere uno di quegli avventurieri, sarebbe stato fantastico, ma Andrea sapeva che un giorno sarebbe diventato uno di loro e avrebbe viaggiato così tanto da raggiungere Nettuno e lì sarebbe stato onorato, sarebbe stato un eroe.
Gli altri bambini parlavano di cose strane come numeri e addizioni, questi dicevano che erano noiosissimi, ma Andrea avrebbe voluto sempre sapere di cosa si trattavano, però la maestra diceva che erano troppo complicati per lui.
-Papà facciamo la lotta?-
-La lotta vuoi fare? Ma mi batti sempre!-
-Non è vero! ho imparato tantissime nuove mosse, ti prego voglio fartele vedere!-
-Oh, ma così mi riempi di paura! Dai alzati, vediamo cosa sai fare!- Andrea era euforico, quante cose aveva da far vedere a suo padre, pugni, calci, prese, era fortissimo, però non voleva fare male al suo papà e non usò tutta la sua forza, tutta la sua forza non la usava mai, sapeva che era sbagliato.
Quando ebbero finito caddero di nuovo a terra, papà era felicissimo e anche il figlio:
-Quando tornerò a casa racconterò tutto alla mamma!- La mamma non c'era a casa, ma sarebbe stata fiera del figlio, come lo fu sempre, per Andrea la mamma c'era sempre, era lì vicino a lui e lo abbracciava, lo amava, Andrea sentiva che la mamma gli voleva bene più di ogni altra cosa.
Al papà per un attimo venne agli occhi l'immagine malinconica della mamma persa, ma presto, abbracciando il figlio, sentì anche lui che la mamma era lì vicino e c'era sempre, i tre stettero abbracciati per molto tempo, quel momento era meraviglioso, Andrea aveva scelto un nuovo giorno preferito.
  
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