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Autore: compulsive_thinker    05/06/2013    1 recensioni
Umyen era un Elfo piuttosto giovane e nei suoi appena centocinquant’anni di vita non aveva mai visto nulla di così perfetto come quella creatura. Edorel. Si alzò in piedi con un movimento aggraziato, attento a non far dondolare troppo la bambina, e si rivolse di nuovo alla regina:
“La proteggerò a costo della mia vita, ma chiedo di sapere la verità. Chi è?”

Edorel ha trascorso buona parte dei suoi quasi cinquemila anni di vita viaggiando continuamente, protetta dal fedele Umyen, ignorando il segreto delle sue origini. La sua decisione d'intraprendere il viaggio della Compagnia segnerà il suo destino e quello dell'intera Terra di Mezzo.
“Mi dispiace per quello che ha detto Umyen, non credo lo pensasse davvero.”
“Non m’interessa. Mi basta che tu sappia quanto ti sono riconoscente per avermi salvato la vita.”
“Non è stato solo merito mio.”
“Sì, invece. Ma non riuscirò mai a spiegartelo.”
Fece per tornare dagli altri, ma Edorel gli prese la mano e disse:
“Credo di capire. Avrei dato qualsiasi cosa per salvarti.”
“Avrei sopportato qualsiasi cosa per vederti di nuovo.”
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA:
Ciao!
Scusatemi (di nuovo) per il ritardo, ma tra ultime lezioni e primi esami sono presissima... Aggiornerò un po' qui e un po' là per le prossime settimane!
Annuncio sulla ff: mancano pochi capitoli alla conclusione, che avverrà entro la fine di questo mese! Ci sarà un seguito (su cui sto già lavorando di cervellino! xD) che non pubblicherò prima di agosto o giù di lì, posterò un avviso alla fine di questa ff per tutti i lettori interessati a continuare a seguirmi! :) Vi lascio al capitolo...
Buona lettura!
C.


Capitolo 16
 
La luna era solo una piccola falce nel cielo, accerchiata dalle stelle che desideravano brillare più di lei, almeno quella notte. Un leggero vento agitava i tendaggi della sala del trono. In piedi al davanzale di una delle alte finestre stava Umyen, osservando le braci del fuoco sotto di lui spegnersi lentamente. I membri della Compagnia dormivano profondamente, avvolti nelle loro pesanti coperte. Anche Edorel riposava, piuttosto serena nonostante la visione nello specchio, ignorando la ragione della sua venuta. Un fruscìo alle sue spalle annunciò l’arrivo del suo Signore.
“Non ho potuto fare molto, Umyen. La ragazza lascerà Lòrien insieme agli altri, partiranno tra qualche giorno.”
“Perché? È follia consentirle di correre tra le braccia di Sauron.”
“Lo penso anch’io. Ma dobbiamo fidarci di Galadriel, se dice di lasciarla andare.”
“Perdonatemi, ma sapete meglio di me quanto Dama Galadriel sia affezionata a Edorel. È cieca a qualsiasi cosa la riguardi!”
“Non spetta a noi giudicare. Quando saranno partiti, potrai scegliere se tornare a Imladris o rimanere qui. Il tuo esilio è finito.”
Dalle labbra di Umyen uscì un sospiro involontario e le gambe gli tremarono al punto che dovette appoggiarsi alla colonna dietro di sé. Aveva atteso millenni per potersi ricongiungere alla sua razza e ora ne aveva ricevuto finalmente il permesso. Chinò il capo in cenno di saluto e, dopo che Celeborn l’ebbe lasciato solo, si voltò nuovamente a guardare le stelle.
Rimanere a Lòrien, con la sua gente, fino al giorno in cui gli sarebbe stato accordato il permesso di imbarcarsi per il Valinor, dove trascorrere il resto dell’eternità nelle dimore dei suoi avi. Non aveva desiderato altro che questo, per tutta la sua vita, ma solo in quel momento realizzava appieno cosa avrebbe comportato: rinunciare a lei, per sempre. Edorel era stata felice di vederlo, ma Umyen aveva visto nei suoi occhi qualcosa che mai si sarebbe aspettato, che rendeva ancora più difficile accettare di vederla portare a termine la sua missione. 
Un debole fruscìo attirò la sua attenzione: una piccola figura si stava dirigendo verso gli alberi, camminando tranquillamente. Riconobbe Edorel e sorrise involontariamente, quando notò che qualcuno la seguiva a grandi passi. Si sporse leggermente, per osservare meglio e rimase in ascolto delle loro parole.
 
“Perché sei sparita, prima?”
“Volevo schiarirmi le idee.”
Edorel era ormai abituata all’improvvisa comparsa di Aragorn, quando meno lo aspettava, ma il tono con cui le si era rivolto non lasciava sperare nulla di buono.
“Dimmi la verità. Ho visto Celeborn e Umyen uscire poco dopo di te. Sono tornati a palazzo, ma senza Galadriel. Come mai?”
“Come mai sembra che tu stia spiando tutti quanti?”
“Non spio affatto, mi limito a osservare: troppe cose strane sembrano succedere. Rispondi alla mia domanda.”
“Quanto dice e fa la Signora di Lòrien è misterioso per me quanto per te.”
“Hai guardato nel suo specchio?”
Quella domanda colse Edorel alla sprovvista: come faceva Aragorn a conoscere lo specchio? Certo, data la sua intima conoscenza del mondo elfico, probabilmente ne era stato informato a Granburrone. Prima che se ne rendesse conto, il desiderio di ripicca aveva risposto in sua vece:
“Non è affar tuo.”
“Perché Umyen è qui?”
“Pensi che io lo sappia?”
“Dovrei credere che tu sia l’unica a ignorare del tutto cosa stia succedendo? Troppe circostanze sembrano indissolubilmente legate a te, sin da quando eravamo ancora a Imladris. Non puoi non sapere.”
“Invece ti dico che è così, lo è sempre stato. Non avevo idea che Umyen conoscesse Galadriel, né che provenissero entrambi da Eregion, nemmeno conosco quel luogo!”
Un mugolio sommesso proveniente dai giacigli dei compagni, la indusse ad abbassare il tono di voce. Non voleva che tutti venissero a conoscenza degli sciocchi dubbi di Aragorn.
“Ogni giorno che passa, qualcosa in cui ho creduto per una vita va in frantumi davanti a me. Non puoi immaginare come mi sento, tanto più che non ho alcuna idea di cosa stia succedendo.”
“Non ti credo, Edorel.”
“Come puoi non credermi? Ti ho sempre detto soltanto la verità.”
L’uomo non rispose, si voltò semplicemente tornando a stendersi sul suo giaciglio, incrociando le braccia dietro la testa senza degnarla di uno sguardo né di una risposta.
Edorel trattenne il pianto e corse via, alla ricerca di un angolo riparato dove non essere costretta a mostrarsi forte e distaccata.
Umyen aveva sentito ogni parola e si precipitò alla ricerca della ragazza. La trovò seduta di fronte alla statua, che guardava fisso negli occhi come a volersi far rivelare il segreto che nascondeva.
Edorel sentì arrivare qualcuno e fece per correre via, ma quando vide di chi si trattava cercò di fingere un debole sorriso prima di cadere nuovamente preda dei singhiozzi. L’Elfo le si avvicinò e si sedette accanto a lei, senza dire o fare nulla, conscio di non averne bisogno. Edorel trasse un profondo respiro e chiese:
“Perché sei qui?”
“Elrond era preoccupato per voi, mi sono offerto di raggiungervi.”
“Tornerai a Imladris, dunque?”
“Non lo so. Celeborn mi ha concesso di rimanere qui, ma…”
“Rimani, Umyen! Questo è il luogo a cui appartieni, me ne sono resa conto appena ti ho visto qui.”
“Credo che preferirei partire. Con te. Viaggeremo ancora, sarà tutto come prima. An ui.[1]
“Niente è più come prima, lo sai. E non dipende solo da me, né solo da questo viaggio. Perché mi hai baciata, alla vigilia della partenza?”
“Volevo che rimanessi, che ti rendessi conto di quello che avresti perso.”
“Ma tu ci sei ancora, sei qui.”
“Potrebbe essere per l’ultima volta! Pensa a cosa succederebbe, se…”
“Smettila, ti prego!”
Edorel si alzò di scatto, sperando di poter voltare altrettanto facilmente le spalle alle sue parole. L’Elfo le si avvicinò e le cinse la vita con le braccia, allungando la testa sulla sua spalla. La ragazza osservò i loro capelli ondeggiare pigramente nel vento, brillanti per i riflessi del sole nascente come rame e ossidiana.
“Non voglio pensare a quello che potrebbe succedere domani, Umyen.”
“Lo so, ma devi farlo. Ho rinunciato a tutto per proteggerti, vorrei solo che il mio sacrificio non fosse vano.”
“Chi ti ha chiesto un simile sacrificio?”
“Ho deciso di compierlo quando ho preso in braccio una bambina di pochi mesi, che già si guardava intorno curiosa e sorrideva a un mondo che non aveva nulla da offrirle. Tranne me.”
Edorel si voltò verso di lui, sempre stretta dalle sue braccia, per guardarlo negli occhi, velati dai ricordi che vi stavano scorrendo davanti.
“La mia regina mi ha chiesto di portarti via, io l’ho fatto. Ma ho anche giurato a me stesso che non ti avrei mai abbandonata, che almeno io non ti avrei mai voltato le spalle!”
“E hai mantenuto la tua promessa, Umyen! Seguire la Compagnia è stata una mia decisione, non una tua mancanza.”
“Lo so, ma non m’importa. Per me potrebbe essere distrutta l’intera Terra di Mezzo, se solo tu fossi al sicuro con me.”
Per un istante, Edorel desiderò poter tornare indietro a quando tutto le appariva semplice e ogni sua certezza era riposta nella stupenda creatura che le stava davanti. Ma non poteva abbandonare la Compagnia.
“Hanno bisogno di me!”
“Se mai esagerassi nell’usare il tuo potere, nessuno potrebbe salvarti.”
“Gandalf è morto per noi. Ci sono sacrifici che bisogna essere disposti a fare.”
Umyen la guardò con ammirazione. Non l’aveva mai vista così coraggiosa e determinata, si sentiva immensamente fiero di lei anche se una sottile angoscia gli impediva di esserlo appieno: non sopportava l’idea di perderla.
“Dimmi che starai attenta.”
“Lo farò. E gli altri veglieranno su di me come io su di loro, ci proteggeremo a vicenda.”
“Non sopporto che sia qualcun altro a doverti proteggere.”
“Li hai conosciuti, come puoi dubitare che sapranno proteggermi? Legolas, Gimli, Boromir, persino gli Hobbit farebbero di tutto per me, come io per loro.”
“Che mi dici di Aragorn? So che Mithrandir si fidava di lui, ma non mi piace.”
“Come puoi dire una cosa del genere? Sta facendo di tutto per Frodo, per la Compagnia e…”
Edorel esitò un istante, quanto bastava a far crescere in Umyen il dubbio che lo tormentava da quando la aveva rivista.
“Dunque è per lui che stavi piangendo.”
“Non capisco di cosa tu stia parlando!”
“Provi qualcosa per lui?”
“Affatto. Mi ha accusata di mentirgli e sai quanto questo mi faccia soffrire, perciò piangevo.”
“C’è davvero solo questo? Edorel, porta il gioiello di Arwen Undòmiel, il suo cuore le appartiene. Non c’è posto per te.”
La ragazza abbassò la testa. Sapeva che Umyen aveva ragione: qualsiasi sentimento provasse per Aragorn non era ricambiato né lo sarebbe stato mai, era solo un’illusione. Guardò l’Elfo e fece la sua scelta. Qualsiasi cosa fosse successa, avrebbe portato a termine la missione e sarebbe tornata da lui, affidandogli il compito di custodire il proprio cuore e guarirlo dalle ferite causate da un Ramingo incontrato per uno scherzo del Fato. Edorel si sporse appena verso Umyen e lo baciò: suggellava così un patto con se stessa, la promessa di un ritorno.
“Io mi fido di te, Edorel. Sii prudente.”
Non ci fu bisogno di altre parole. Umyen non chiese giuramenti solenni o spiegazioni, forse perché non aveva visto, o aveva preferito non vedere, le ragioni di quella promessa, accontentandosi semplicemente di averla ricevuta.

 


[1]Per sempre
  
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