Always be together

We'll always be together,

Don't you worry.

I'll always be by your side, 

Don't you worry.

[Little Mix]

Cammino lentamente verso la spiaggia dove so che lo troverò. 

Quando i piedi affondano nella sabbia mi guardo intorno col fiato leggermente corto. E nella luce rossa del tramonto lo vedo. 

L'acqua del mare gli arriva alle ginocchia e nella mano sinistra stringe il suo tridente, come sempre. Mi sembra impossibile che sia cambiato così tanto. Quei Giochi terribili hanno modellato un nuovo Finnick. 

Non ho bisogno di chiamarlo. So che si accorgerà di me a momenti. 

E infatti gira la testa, e scorgo un sorriso sul suo viso rosso nel tramonto. 

Ma è un sorriso diverso da quello che mi rivolgeva prima. È un sorriso di un bambino cresciuto troppo in fretta. 

Sono felice di vederlo qui, ancora con me, ma allo stesso tempo terrorizzata per le conseguenze che questo può aver comportato. 

Finnick ha ucciso ventitré persone, per tornare a casa. Ventitré. 

Esce dall'acqua e si avvia verso di me, ai piedi bagnati gli si appiccica la sabbia asciutta e poco distante il tridente affonda ad ogni passo nel terreno granuloso della spiaggia, come una terza gamba. 

Tento un sorriso, ma non sono sicura mi sia riuscito un granché. 

Infatti Finnick si ferma. Improvvisamente consapevole, si volta a guardare quel che tiene in mano. 

Apre le dita, e il tridente cade con un tonfo sordo tra la sabbia. Volge uno sguardo disperato verso di me. 

«Cosa ho fatto, Annie?» 

Mi accorgo che le mani gli tremano, nonostante tenti di stringerle a pugno. 

Senza quasi accorgermene annullo la distanza che ci separa e corro tra le sue braccia, stringendolo forte per le spalle. 

Lui rimane per un bel po' rigido e fermo, come se si fosse dimenticato come si abbraccia la gente. Come se si fosse dimenticato che ancora qualcuno lo fa. Che lui può ancora farlo. 

Per un attimo ho paura che quei Giochi lo abbiano rotto del tutto, come un marchingegno arrugginito. Che l'abbiano svuotato e che adesso non rimanga che un guscio abbandonato.

Poi poi Finnick fa passare le braccia intorno al mio corpo e vi si aggrappa come se fosse un miraggio. Mi stringe convulsamente. Gli metto una mano nei capelli e gli accarezzo la nuca. 

«Shh.» è l'unica cosa che sono capace di dire. Lo sussurro nel vento appiccicoso di salsedine: lo stesso vento di poco più di un mese fa. Non posso fare a meno di pensare a quanto sia cambiata la mia vita. Quella di Finnick. Tutto. È cambiato tutto. 

Mi accorgo che le sue spalle sono scosse da singhiozzi silenziosi. 

«Finnick...» sussurro senza smettere di accarezzargli la testa, come si fa coi bambini quando si svegliano da un incubo. «Finnick...»

Lui non parla più. Piange e basta.

Ed io mi limito a qualche sussurro e qualche patetico tentativo di consolazione. 

Consolazione? Perché mai ne avrebbe bisogno? Cosa, chi, può cancellare le cose tremende che ha fatto? Niente. Nessuno. 

Nemmeno io. 

Il sole è calato e la notte sta già ricoprendo la spiaggia col suo manto nero quando lo afferro per le spalle e lo scosto dal mio abbraccio. 

«Finnick.» dico con decisione. «Finnick.» 

Ha le guance ancora umide di lacrime salate ma non piange più. I capelli sono tutti spettinati là dove ho infilato le dita. 

Mi guarda con aria abbattuta e speranzosa, come non l'ho mai visto fare.

Sembra tutto tremendamente sbagliato. 

«Finnick. Devi reagire.» 

Lui sbatte le palpebre, impassibile. Gli prendo la testa tra le mani. «Fare così non cancellerà quello che hai fatto. Nè riporterà in vita quei ragazzi. Sta a te reagire, Finnick.» 

Cerco le sue mani, e le stringo nelle mie. «Ti aiuterò. Io ti aiuterò, te lo prometto. Ma sta a te perdonarti e andare oltre. Perdonarti per quello che hai dovuto fare, accettare il fatto che non c'era altra scelta.»

Lui deglutisce debolmente. «Lo faremo insieme, Finnick. Insieme ce la faremo. Ti aiuterò. Sarò sempre accanto a te. Lo giuro, Finnick. Lo giuro.»

Nei suoi occhi sfavilla la luce riflessa della prima falce di luna, che brilla ancora debole nel cielo. 

Mi sembra di vederlo affogare, nel mare dei suoi incubi. Affoga, piano e lentamente, inerme tra la spuma delle onde. 

Io gli ho lanciato una salvagente. Adesso sta a lui decidere se aggrapparcisi.

E io farò di tutto purché lui lo afferri. E non lo lasci mai andare.

Angolo dell'Autrice:

Ta-dan! E con questa penso di aver finito le riserve di Finnick/Annie, e pure le possibili idee. 

Ho scritto tutto il descrivibile. Ma mai dire mai: sono una coppia troppo fenomenale e farò di tutto per non smettere di intasare il fandom. 

Comunque: si dice sempre che sia stato Finnick a fare uscire dalla sua pazzia Annie: quindi io mi sono chiesta: (ho messo un sacco di due punti in queste ultime frasi...) ma se non fosse solo così? Cioè, Finnick è riuscito a tornare integro dai giochi, come è possibile senza nessun trauma psicologico? Insomma è diventato un assassino a quattordici anni. Embé, io non l'avrei presa tanto bene. 

Le mie spiegazioni sono sempre così chiare, ragazzi! Ahahahah. 

Basta, meglio che mi ritiri. 

Grazie mille a tutti in anticipo. :) 

Spero vi sia piaciuta. Un bacione :3

Ali