Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _sun_flower_    05/06/2013    1 recensioni
Faith, 17 anni è una pazza assassina, almeno così tutti le vogliono far credere. Da quando è nata vede strane cose fluttuanti che la terrorizzano.
I suoi genitori la ignorano finche, un giorno la mandano in un istituto correzionale. Professori severi, milioni di compiti, telecamere ovunque e festini a base di pasticche sono tutto ciò che si trova alla Cross. Ma ci sono anche Camille e Clèmentine, le strane gemelle francesi, , Skylar,Audrey l'unica persona "normale" dell'istituto, Andy e Noah i suoi nuovi amici,e due ragazzi così diversi William e Daniel. Il suo cuore, anche se non lo sa,appartiene a uno dei due dalle vite che non si ricorda ancora d'aver vissuto, ma sono dannati per sempre, costretti ad amarsi senza poter stare insieme. Ma qualcosa, dopo secoli infiniti, è cambiato
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Faith restò nella sua camera tutta la mattinata e una parte del pomeriggio. Aveva pianto finché le lacrime non avevano bagnato il cuscino, ma non si sentiva meglio, forse aveva bisogno di prendere un po’ d’aria. Si mise quella specie di divisa che comprendeva una giacca blu scura, una gonna dello stesso colore e una magliettina bianca e si diresse titubante verso l’uscita del dormitorio. L’aria era calda, non c’era un filo di vento e neanche un’anima nel cortile deserto. Cominciò a camminare cercando di reprimere le lacrime. Si sentiva sola, abbandonata, lontano dalla civiltà, da persone in grado di capirla, le mancavano già i suoi genitori, la vocina squillante di Bonnie, la risata terrificante del suo vecchio professore d’inglese e i suoi ottimi consigli, gli occhi neri del suo ex professore di arte per il quale si era preso una cotta e il sorriso dolce del ragazzo morto pochi mesi prima, probabilmente per causa sua, ma questo non lo voleva ricordare. Come ricordandosi di qualcosa d’importante fece dietrofront e corse fino alla sua stanza, rovesciò la sacca e trovò sette piccoli album, pieni di foto. Li prese e uscì nuovamente senza sapere dove andare. Girò a caso per il cortile non trovando un posto che le piacesse, perciò si diresse dietro l’edificio a destra. Rimase abbastanza stupita da quello che vi si trovava dietro, un’enorme cancellata di ferro battuto risalente al 1800 separava il resto da un piccolo camposanto. I cimiteri non le erano mai piaciuti granché, con le loro lapidi scure, piene di tristezza, le statue raffiguranti bambini in braccio ad angeli e i nomi dei morti. Aveva sempre provato un terribile sconforto guardando le incisioni sul marmo, provava a immaginare che cosa fossero stati prima di finire tre metri sotto terra, la loro famiglia, s’inventava la loro vita, alcuni nomi le rimanevano impressi per settimane e non riusciva mai a trovare una valida ragione per la quale un giorno bisognasse finire dall’altra parte. Spostò il pesante cancello ed entrò. C’era un grosso salice, quasi nel centro del cimitero, i suoi rami toccavano terra e creavano una barriera perfetta dagli occhi degli sconosciuti, lì Faith avrebbe potuto ricordare in pace. S’incamminò silenziosa stringendo forte gli album che teneva in mano. Bruciavano sotto la pelle, non vedeva l’ora di aprirli e cominciare a ricordare i momenti migliori della sua vita. Spostò delicatamente i rami provocando un fruscio ed entrò sotto quella specie di cupola, ma non era sola. Due ragazzi si stavano baciando e si ritrovarono imbarazzati di fronte a lei. Spalancò gli occhi e divenne rossa come un pomodoro. Non sapeva cosa inventarsi era terribilmente imbarazzata.
-          Hem … scusate, non … non volevo interrompere, pensavo che non ci fosse nessuno e … - i due ragazzi la guardarono sorridenti. Uno aveva gli occhi chiari, l’altro color nocciola, erano seduti e si tenevano la mano. Avrebbe voluto andarsene ma era troppo attratta da quella coppia così serena. Le stavano sorridendo sinceramente avevano portato un po’ di tranquillità nella sua mente.
-          Calma tesoro. Tanto qui lo sanno tutti, solo i professori non vogliono che ci baciamo in pubblico, il che mi sembra notevolmente stupido. Le coppiette etero possono farlo mentre noi due no. Che stupido regolamento che dà la scuola.
-          Comunque non ci siamo presentati. Io sono Noah e lui è il mio bellissimo ragazzo Andy. Mi sembri un po’ scioccata, cioè lo so, vedere due maschi baciarsi fa a molte persone quest’effetto. – lei non era scioccata era assolutamente stupita dalla naturalezza di quei due. Si sedette accanto a loro senza spostare lo sguardo. Erano così naturali nei loro movimenti e anche decisamente carini. Noah aveva i capelli scuri, quasi neri, i lineamenti erano dolci e come tutti portava la giacca e i pantaloni, Andy aveva i capelli più chiari, castano scuro il naso leggermente aquilino e la mascella pronunciata. Entrambi avevano un fisico muscoloso poco nascosto dalle divise.
-          Io … non sono scioccata, cioè mi sembrate stupendi! Siete veramente bellissimi, da quanto state insieme? – Faith, per la prima volta dopo tanto tempo era stata spontanea, aveva detto esattamente quello che pensava, né più né meno. I due si guardarono stupiti cercando di capire se la ragazza li stesse prendendo in giro o fosse sincera, il suo sorriso entusiasta li convinse che quella fosse la verità.
-          Beh, da quasi un anno ormai. Andy è la persona migliore cha abbia mai conosciuto, mi ha salvato, senza di lui a quest’ora sarei insieme alle persone sepolte qui intorno.
-          Non dire cavolate su. Se non ci fossi stato, saresti sopravvissuto lo stesso.
-          Scherzi vero?
-          Ahaha! Certo Amore! – si guardarono dolcemente e si baciarono. Faith non aveva mai visto tanto amore in un gesto. Erano così veri, non si vergognavano erano perfetti in quel momento. E il modo in cui Andy aveva pronunciato la parola Amore, con l’A maiuscola o almeno così le era parso. Era la cosa migliore che avesse mai visto e non riusciva a staccare lo sguardo, quei due erano innamorati sul serio.
-          Beh, come ci sei finita qui?
-          Io? – Faith aveva ancora nella testa ‘immagine del loro bacio e si sentiva parte di qualcosa di grande, così grande che la stava riempiendo tutta.
-          Ti senti bene? – le chiese Noah
-          Certo, solo che voi siete perfetti. Mi avete incantato, non avevo mai visto due ragazzi baciarsi, non avevo mai capito quanto fosse vero l’amore tra uomo e uomo. Mi sento parte di qualcosa di grosso, di qualcosa di bellissimo. – i due la guardarono stupiti, erano consapevoli che quella ragazza stesse dicendo la verità era quello che loro provavano. Entrambi la abbracciarono e lei si lasciò cullare da quella pace che emanavano, si lasciò proteggere dalle quattro braccia che la circondavano e pianse di felicità. Se ne accorsero e le porsero un fazzoletto, poi ricominciarono a parlare.
-          Ecco, veramente non c’è un valido motivo, solo che i miei, la polizia, insomma è complicato, non voglio parlarne. Diciamo semplicemente che i miei mi hanno mandata qui perché hanno quasi paura di me.
-          Mi spiace. Se non vuoi parlare, non ti faremo pressione, sappi che ci saremo quando avrai voglia di confidarti.
-          OK grazie. E voi come ci siete finiti qui? - chiese
-          Parlo prima io, Cucciolo – disse Noah – beh, c’era un ragazzo, tempo fa, che mi piaceva sul serio. Mi sembrava la cosa migliore che si potesse avere, pensavo di piacergli, ogni tanto ci scrivevamo, era simpatico, gentile ma allora nessuno sapeva che ero gay. Soltanto che lui cominciò a intuirlo, iniziò a sfottermi con i suoi amici, mi mandava messaggi minacciosi, mi faceva stupidi scherzi, pian piano anche gli altri cominciarono a seguirlo e ogni giorno ero chiamato per nome, giudicato, la gente sparlava di me, si divertiva a prendermi in giro. Quando passavo nel corridoio alcuni ragazzi urlavano “ Gay” “ muori stupido frocio!” e altre cose del genere. Provai a suicidarmi due volte, alla fine i miei mi mandarono qui.
-          Oddio è ... terribile- Faith stava per mettersi a piangere, era sempre stata empatica, e riusciva a percepire il dolore che aveva provato Noah. Dopo una breve pausa lui, ricominciò a parlare.
-          Quando sono arrivato qua, ho passato alcuni mesi terribili, poi è arrivato lui, ha provato ad avvicinarsi, mi consolava, mi parlava ma avevo paura che facesse come quel ragazzo. Un giorno però, durante la lezione di motoria mi ha preso in disparte e mi ha baciato. Da allora niente è stato più come prima.
-          Che, bello. È veramente dolce questa storia. Tu Andy, come mai sei qui?
-          Vedi non è così semplice. Nella mia scuola già lo sapevano che ero gay, non me ne vergognavo, anzi andavi fiero della mia scelta. A nessuno dava fastidio a parte al solito gruppetto di deficienti poi, però un anno, il professore di fisica andò in pensione, era il mio prof preferito, riusciva a capirmi e non aveva pregiudizi. Non che provassi qualcosa di simile all’amore per lui, era un po’ come un amico per me. Comunque ne arrivò un altro, un omofobo terrificante. Non mi parlava, amava umiliarmi di fronte alla classe, mi chiamava “ Il suo Piccolo Frocio”. Non ne potevo più, dopo un anno di angherie così un pomeriggio, quando lui stava uscendo da scuola o colpii con un asse di legno. Riportò alcune ferite insignificanti alla testa ma mi portò in tribunale, il giudice disse che ero un soggetto “pericoloso” e che avevo bisogno di un costante controllo. I miei perciò decisero di mandarmi qui. Non avrei fatto del male a nessun altro comunque. I miei avevano altri quattro figli da accudire e non sono arrabbiato con loro per la scelta che hanno fatto. Se non fosse stato per loro, non avrei incontrato questo schianto. – sorrise e si voltò verso il suo fidanzato.
-          Ora è meglio che andiamo o faremo tardi alla lezione di Motoria. Si nuota oggi?
-          Sì.
-          In questo posto c’è una palestra? – non aveva visto niente oltre ai tre edifici che circondavano quella specie di giardino.
-          Dietro l’edificio centrale c’è una fantastica piscina, poi una palestra coperta e una attrezzata. Si fanno cinque ore di motoria la settimana. Ci tengono alla forma fisica qui.
-          Ah … - non sapeva cosa dire, quel posto si stava rivelando molto più strano del previsto. Si alzarono e si diressero insieme verso la piscina. Faith era felice, non si sentiva così da tanto tempo.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _sun_flower_