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Autore: Aine Walsh    06/06/2013    3 recensioni
[IN REVISIONE]
È da poco più di due anni che non ci vediamo e so di non essermi comportato nel migliore dei modi nei suoi confronti, ma nonostante ciò lei non ha esitato a corrermi incontro alla prima chiamata. Non mi trovo affatto in una bella situazione, insomma.
* * *
NdA, spiegazioni e altre avvertenze all'interno.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. Terza parte
 

31/12/2015

 
Apro la porta e faccio un piccolo inchino. «Dopo di lei».
«Uh, che galanteria. Si vede che hai molto da farti perdonare».
«Oggi non me ne lasci passare una, eh?».
Alza le spalle e so che sorride, anche se non riesco a vederla.
«Non l’hai mai fatto, non vedo perché dovresti iniziare oggi». Poggio le chiavi sul bancone e lascio partire i messaggi della segreteria telefonica.  «Anche qui non è cambiato molto, quindi la camera degli ospiti e sempre lì dove sai tu. Se nel frattempo non l’hai dimenticato…».
«Ti credi ancora un ragazzo divertente».
«Faccio del mio meglio» replico, ma Heaven è già per le scale e dubito che mi senta. Mi sfilo il giubbotto ascoltando la voce registrata di mamma che mi dice che lei e papà arriveranno a Londra nel pomeriggio. Guardo l’orologio: sono le sei passate e mi sembra strano che non siano ancora qui.
Per un attimo penso che potrei darmi da fare per preparare qualcosa che possa anche lontanamente ricordare un bel cenone da ultimo dell’anno, così apro il frigo con le migliori intenzioni del mondo. Lo richiudo quasi subito.
«C’è qualcosa che posso fare?».
«A meno che tu non riesca a far apparire qualcosa di commestibile no, non c’è niente che puoi fare».
Heaven mi fissa ad occhi sbarrati. «Stai dicendo che…?».
«È colpa mia, ho dimenticato di fare la spesa». Mi imbarazza da morire ammetterlo, ma non viene in mente nessun’altra scusa ed è meglio optare per la verità.
«Ah. Hai dimenticato di fare la spesa. Affidabile».
«Ero su di giri e l’ho completamente rimosso dalla mente. Non vedevo l’ora di venirti a prendere, dovresti esserne felice».
Scuote velocemente la testa prima di voltarmi le spalle per dare un’occhiata dentro la dispensa, probabilmente imbarazzata. «Oh sì, felicissima. Dopo anni vengo invitata a trascorrere il Capodanno insieme ad una persona che non vedo da anni e quando arrivo scopro che mi finirà anche a digiuno. Hai ragione, sono proprio contenta».
No, non è imbarazzata: è stizzita. Ed io sto iniziando a rendermi conto solo adesso di aver combinato un gran casino.
«Va bene, sono un coglione, – tento di sorridere mentre mi avvicino – però sono un coglione che sa preparare una discreta pizza e che ricorda di aver visto la farina da qualche parte, ieri».
Heaven tira un profondo sospiro, poi toglie l’elastico dal polso e lega i capelli in una lunga coda. «E da quand’è che sapresti cucinare?».
«Da quando abbiamo scoperto che era l’unica cosa che riusciva a calmare Wylda, specie quando Sam doveva allontanarsi per lavoro». Cerco un po’ e alla fine riesco a trovare il sacchetto con la farina. «Non è molta, – osservo soppesandola – ma dovrebbe bastare per tutti».
«Adesso Wylda ha cinque anni, giusto?» domanda con voce pensierosa, guardandomi ma non vedendomi del tutto.
«Sì».
«E Romy ne ha tre».
«Quattro fra pochi giorni».
«Le vedi spesso?».
Poso la ciotola sul ripiano e rifletto sulla risposta. «Non spesso quanto vorrei, ma non posso lamentarmi. Di recente il mio avvocato è riuscito a farmi ottenere qualche permesso extra e non escludiamo che la situazione possa migliorare nel corso del prossimo anno».
Cala il silenzio, iniziamo a cucinare senza scambiarci una parola per un paio di minuti. Mi sento stranamente a disagio e continuo a lanciare occhiate brevi a Heaven per provare a capire cosa stia pensando, senza però riuscire ad arrivare ad alcuna conclusione.
«Non mi hai mai detto perché avete divorziato».
«Non me l’hai mai chiesto».
«È stata una scelta consenziente?».
«No… almeno non subito».
«Ti ha lasciato lei?».
Mi decido ad alzare il capo per guardarla, sperando invano che lei faccia altrettanto. «No».
«Okay» mormora quasi distrattamente, concentrata com’è (forse anche più del dovuto) nel tagliare la mozzarella.
Voglio darle delle spiegazioni, se non posso discuterne con lei non ne discuterò con nessun altro. Poggio una mano sulla sua e la fermo. «Non l’ho tradita».
«Non l’ho detto».
«L’hai pensato».
«No».
Si limita a dare risposte secche e lapidarie, ma non importa. Conoscendola, potrebbe non voler ascoltare la storia della fine del mio matrimonio perché non vuole che io possa soffrirne un’altra volta.
«Non l’ho tradita né fisicamente né in un nessun altro modo, è solamente finita. Da parte mia non c’era più niente, le volevo bene e non era affatto giusto nei suoi confronti e in quello delle nostre figlie».
«Tutto qui» dice prima che io possa aggiungere altro.
«Tutto qui? Non vuoi…?».
«Non ti ho chiesto io di cominciare».
Non mi piace quel tono acido che ha appena assunto, non mi piace per niente.
«Beh, hai detto di non aver mai saputo il motivo del mio divorzio e mi era sembrato che…».
«Ti era sembrato cosa? Perché dovrei essere interessata?».
«Se magari mi facessi completare almeno una frase, forse te lo spiegherei!» sbotto, non accorgendomi neanche di aver iniziato a urlare.
«Ruota tutto intorno a te, sei sempre stato così! Ci sei tu e solo tu, con i tuoi problemi e i tuoi casini! Anch’io sono incasinata, va bene? Non ho idea del perché sia qui, mi sono pentita di essere venuta non appena ho messo piede in quello schifo di stazione!».
«La porta è sempre aperta, se non vuoi restare non ti trattengo mica!».
Questo era il momento adatto per essere interrotto, dovevo essere fermato. Ma proprio questa volta Heaven ha deciso di farmi finire. Le parole sono appena scivolate fuori dalle mie labbra istintivamente, quasi come se a pronunciarle fosse stato qualcun altro.
Vedere i suoi occhi riempirsi subito di lacrime mi strazia.
«Fai bene. Ti ringrazio».
«Heaven no, aspetta».
Indietreggia. «Sai che c’è? C’è che da quando abbiamo rotto non abbiamo mai avuto alcun tipo di confronto. C’è stata una sfuriata pazzesca, ci siamo lasciati e poi abbiamo preteso di poter ricucire un rapporto che non c’è più, evitando accuratamente tutte quelle cose che ci stavano… scomode».
Ha ragione.
La porta si richiude cigolando e lei sparisce fuori, inghiottita dalla neve.

Our hopes and expectations, black holes and revelations...

Ma dire che faccio schifo è riduttivo, riduttivo forte ç_ç *Si prostra, chiede perdono, si fustiga, fa tutta una serie di mea culpa*
Mi dispiace veramente tanto, credetemi, ma ho avuto scarse idee, poco tempo e il classico "blocco" che mi faceva cancellare ogni benedetto rigo scritto.
E poi l'illuminazione è giunta la scorsa notte... e ci ho dato dentro. Considerate perciò che il capitolo è sempre stato scritto intorno alle due, ecco perchè non ha senso ._.
Va bene, okay, faccio una comunicazione di servizio e vado via: ricordate quando avevo detto che complessivamente avrei pubblicato 6 capitoli? Ecco, sono appena diventati 7 xD
E non so quando posterò i due che mancano alla fine, quindi... stay tuned!

E pregate per questa povera anima tormentata che fra 13 giorni inizierà gli esami, se vi va ç_ç
Baci,


A.


  
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