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Autore: Mich_6424    06/06/2013    1 recensioni
“ Le stelle del cielo. Solo quelle mi restavano. Così lontane, ma sempre state così vicine al mio cuore e ai miei pensieri.
La mia vita ormai aveva preso una strana svolta ed era cambiata radicalmente. Tutto per colpa sua. Quel fottutissimo errore. Quell'intenso errore. Che rifarei mille volte.
La mia vita era perfetta o per meglio dire normale, prima di incontrare quella cosa ripugnante che ho tanto odiato ma che vorrei accanto a me in questo momento. È ufficiale mi sento sola per volerlo accanto a me ma non importa. In fondo me la sono cavata bene. Come al solito. Come sempre. Come quella volta in cui la mia vita prese una direzione che l'avrebbe cambiata per sempre. Compreso il mio destino.”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1° Capitolo - 1 tappa : La prima battaglia

 

 

 

Era l'estate dei suoi 13 anni e Anastasia era considerata troppo piccola, secondo la sua cara mammina, per attuare una mossa difensiva contro quei barbari, meschini ed egoisti dei “Men”.

Che strano il mondo vero? La natura ha creato maschi e femmine per l'unico scopo di portare avanti la progredita specie che siamo, gli umani. Invece sono diventati più stupidi di una mosca. Almeno loro non fa tante storie quando è ora di accoppiarsi. L'umanità invece non riusciva neanche a fare bene quello ormai, ed ogni volta la cosa sfocia in un atto dove era l'odio e la meccanicità del gesto a regnare, a differenza della passione o sensazioni indescrivibili, che rendono il sesso più sopportabile di quello che si pensi.

La principessina all'ora ne sapeva poco di questo perché nella foresta di confine, e come nel resto del nostro mondo l'argomento era tabù tranne che per la sua cara nonnina: Ambriel, ex-regina delle “Women” in pensione, perché troppo vecchia per continuare a regnare, ma che tutto sommato, grazie all'esperienza acquisita, era diventata grande priora delle arti e della demografia delle donne. Insomma una contabile che per il resto dei suoi giorni avrebbe dovuto contare le entrate e le uscite, in tutti i sensi, che avvengono fra il loro mondo e l'altro,quello degli uomini.

Lei raccontava spesso alla nipotina strane storie sul suo passato burrascoso, pieno di difficoltà, ma soprattutto di tresche amorose. Oltretutto la adorava, e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa come quella mattina.

Era stata proprio lei ad aiutare Anastasia ad intrufolarsi nel carro della sua audace maestra delle arti, Sibilla che si dirigeva verso la battaglia. Ormai Anastasia l'aveva già battuta parecchie volte sia corpo a corpo, con doppia lama, la sua specialità, e addirittura con l'arco teso a difficoltà 3, ossia teso come un arco usato comunemente da soldati maschi che raggiungono l'età dei 16 anni. Quando si dice l'allievo supera il maestro...

La considerava e continua a considerarla una grande donna, primo perché è sempre stata più alta di lei di circa 10 cm, secondo molto più importante,perché riuscì ad insegnare le arti del combattimento a lei, la donna più testarda che abbia mai calpestato suolo terrestre.

Per Anastasia, duellare era da sempre la sua vita. Riusciva solo a fare quello, almeno secondo il suo parere. Uccidere uomini senza sosta per difendere l'orgoglio femminile, il suo orgoglio, e tutte le donne che a differenza sua non riuscirebbero a difendersi dagli attacchi dei predoni che hanno come loro unico scopo e pensiero fisso nella vita: sesso, sesso e ancora sesso; per soddisfare voglie o per avere un erede maschio, cosa molto importante per i Men, influenzati dal fatto che ormai il rapporto di nascita è 1 a 10, ossia 1 nato per ogni 10 nate.

 

 

Quel giorno, durante l'attraversata della foresta, si sentiva un profumo strano, che ad Anastasia ricordava tanto i dolcetti di zucca che mangiava a palazzo quando era piccola e inconsapevole del mondo a cui apparteneva... Una fragranza acre e intensa, quasi zuccherosa, misto all'odore di terra umida, calpestata e smossa da qualcosa, forse da piedi umani. Più andava avanti e si avvicinava al campo d battaglia, più l'odore acre si definiva e trasse la sua conclusione: sangue fresco. Odore che avrebbe sentito più spesso da quell'ora in avanti.

Arrivarono nella piana di Helms, chiamata così dopo che “The King Helms II” vi arrivò come primo uomo a calpestarla. Più in la era impossibile che un uomo riuscisse ad avventurarsi tornando a casa vincitore.

Le donne si prepararono nel lato est come era solito, assieme alla regina Demetra, accompagnata dalla primogenita Amelia che da poco aveva compiuto 16 anni.

Intanto il carro dove era nascosta la nostra principessina, scelta dalla madre qualche mese prima per difendere la piana da intrusioni nemiche, pian piano si dirigeva all'accampamento dell'élite. Aveva scelto Vera come capo esecutivo.

Vera era una amica d'infanzia di Anastasia a palazzo, sua e di sua sorella visto che Amelia e Vera avevano la stessa età, ma tra la principessina e lei il legame era molto più forte che fra lei e Amelia. Forse perché sua sorella era un po'... Molto viziata e da piccola risultava antipatica a molte, o forse perché Vera era vissuta fino all'età d 4 anni con la madre e suo padre nel loro mondo, quindi a volte risultava un po' mascolina, ma era proprio questo che la rendeva speciale, diversa da ogni altra bambina o ragazzina che Anastasia avesse mai potuto incontrare nella sua vita. Anche allora Vera era una donna molto intuitiva e scaltra, che sapeva fin dove una donna può spingersi per riuscire nei suoi interessi, sia nobili o vendicativi che fossero. In fondo anche lei è una guerriera e anche brava.

Quel giorno però qualcosa non andava. Vera era stranamente agitata, cosa che non le si addiceva, e arrivata la regina cominciò a guardarla con il suo famoso sguardo che vole dire, “vuoi vedere che siamo fottute?!”,lo stesso che aveva sfoggiato al ritorno di Amelia dopo un breve soggiorno dai Men 2 mesi prima, mentre lei cercava in qualche modo di nasconderle l'evidente gravidanza. Ma a Demetra non sfuggiva mai nulla. Per questo era la regina. Distesa ed elegante: non lasciava trasparire nessuna emozione, insomma una persona alquanto regale e carismatica. Amelia voleva diventare come lei, in fondo erano e sono tuttora 2 copie sputate: occhi verdi come le fronde della foresta di confine, slanciate, lineamenti pressoché identici, a differenza della fronte e la fisionomia degli occhi, dove la principessa aveva una forma molto più dolce e poco marcata che sicuramente aveva preso dal padre; non potevano mancare i lunghi capelli neri fino alla vita, spesso raccolti in una lunga treccia che partiva dalla testa e lo sguardo un po' severo che solo le donne di sangue blu riescono ad avere, compresa Anastasia, sua nonna e la più piccola delle principesse: la terzogenita, Kitty.

All'epoca la piccola aveva solo 8 anni ed era ancora pura e spensierata, carattere che, dopo quell'episodio, Anastasia avrebbe cominciato ad invidiare assieme alla sua innata fiducia per tutti e per il prossimo. Lei al contrario non si fidava di nessuno, e preferiva aspettare prima di dare confidenze.

La regina in quella occasione indossava un corpetto rosso sangue che faceva notare ancora di più la sua dote, ereditaria anche quella, che ogni principessa prima o poi avrebbe avuto appunto in dotazione. I pizzi neri erano intonati con i nastrini che aveva usato per acconciarsi qualche treccina qua e la, invece della solita imponente trecciona, appoggiava su una spalla e si lasciava cadere dolcemente sul decoltè arrivando all'ombelico. La minigonna era d'obbligo, con parastinchi per evitare ferite indesiderate alle gambe, le “gemelle furiose” come piaceva chiamarle, la coppia d spadini che da generazioni le regine si portano appresso in ogni battaglia che avevano l'immancabile rubino nell'impugnatura, pietra preferita oltretutto di Demetra, e il suo arco teso a difficoltà 5, la massima per un guerriero standard, ma la minima per riuscire a diventare master.

-”Sua Maestà Demetra IV, ho brutte notizie per voi.” disse Vera mordendosi il labbro senza volerlo.

-”Dimmi pure cara... Ascolterò tutto ciò che avrai da dirmi.”rispose la regina fin con troppa calma.

-”Ho voluto convocarvi mia Signora,voi e vostra figlia che rappresentate la famiglia reale, per informarvi d una voce che è giunta alle mie orecchie e mi preoccupa profondamente...”

-“Su Vera! Di che si tratta? Non vedi che ci stai facendo morire di preoccupazione? ” rispose bruscamente Amelia con un po' troppa superbia e poca regalità, mostrandosi particolarmente irritata.

Sicuramente era colpa del fatto che per quella convoca aveva lasciato nel verde palazzo, la residenza estiva della casata reale delle donne del deserto, sua figlia Ambriel, nata da qualche giorno appena, chiamata così in onore della nonna.

-”Amelia piantala con queste scenate da bambina...” replicò la regina, -“Scusala Vera continua pure con calma... Cosa affermerebbe esattamente questa “voce di corridoio?”

-”Le nostre e vostre paure mia Signora... La famiglia reale mia Signora... È in visita all'accampamento ne...”

-”Cosa?! Ne siete proprio sicura?!”risposero in coro esterrefatte madre e figlia, che Anastasia, ancora nascosta nel carro, non aveva mai visto così preoccupata propria madre in tutta la sua vita, tanto che la sua espressione da sempre immutabile era diventata proprio come quella di Vera preoccupata e agitata allo stesso tempo.

Sibilla aveva sentito tutto dalla sua carrozza, ma voleva accertarsi di persona d ciò che aveva origliato così mentre scese per gli scalini posti a lato di essa , vide dei capelli spuntare da sotto la carrozza. Quelli di Anastasia ovviamente che si era nascosta senza dirle niente, in uno scompartimento segreto che la sua maestrina usava per nasconderci cose che non voleva che le altre donne vedessero, insomma le sue cose segrete.

-”Che ci fai li marmocchia??? vuoi crescere troppo in fretta tu...” disse Sibilla, cinicamente.

-”Intanto sono riuscita a batterti per benino ieri, gatta morta.” la incalzò la signorina facendole la linguaccia a testa in giù da sotto la carrozza.

-”Visto che fai tanto la coraggiosa ragazzina...”

-” Wow m hai già promosso ragazzina...” la interruppe mentre stava tentando d uscire da la sotto.

- “Senti piccola tu non dovresti essere qui e tu lo sai... Quindi non fare tanto la spiritosa... Se lo viene a sapere tua madre poi... Prima uccide me perché crede che t abbia aiuta a disobbedirle e dopo ti disereda come “bambina che vuole fare sempre come cazzo le pare.”

-” Mmm... ma io sono pronta a combattere!!!”

-”Non si è mai troppo pronti per queste cose cara... E comunque sono d'accordo con tua madre... Aspettare un altro po' t farà bene...”.

Attraversarono l'accampamento e Sibilla da buona maestra, portò la sua allieva in un luogo isolato, sopra un albero abbastanza basso, visto che Anastasia soffriva di vertigini. Da la si vedeva tutta la piana e, cosa più importante, la regina non avrebbe mai potuto scoprire la presenza della figlia.

-”Ma sono arrivata fino a qui tanto vale farmi combattere no?” le disse infine Anastasia con il suo sguardo da coniglietto ferito.

-”No. Però voglio farti vedere perché non voglio, sia io che tua madre, farti scendere così presto sul campo d battaglia.”.

Ad un tratto si levò un rumore che sembrava essere il corno dei nemici che li accompagnava all'attacco. Anastasia si girò verso Sibilla, che estrasse i suoi due spadini, con un'impugnatura d'argento lavorata finemente da lei stessa. Altro grande passatempo passatempo di Sibilla la forgiatura e la lavorazione dei metalli, sia per spade che per utensili d uso comune.

Il sole che passava dalle fronde mise per qualche secondo in risalto la sua carnagione chiara, troppo chiara per una donna, che anche lei aveva dovuto aver preso per forza dal padre, come i capelli biondissimi, anche se lei spesso diceva alla piccola Anastasia che anche sua madre era bionda ma comunque era impossibile che i capelli della madre fossero stati così chiari come i suoi. Sibilla ha gli occhi scuri molto espressivi, ma in quella occasione invece d essere marroni scuri diventarono di un colore ambrato, insomma la donna che Anastasia aveva sempre avuto davanti, come un fiore giallo in primavera, era sbocciata pronta a dare il meglio d sé in quella stagione che tanto aveva aspettato, per far vedere a tutti finalmente che forte donna era diventata.

La battaglia iniziò. Da la sopra Anastasia riusciva a distinguere bene ogni persona e per la prima volta vide degli uomini in carne e ossa. Erano uguali spiccicati alle donne. Lei che credeva d trovarsi chissà chi o cosa davanti, constatò che invece erano uguali alle donne. “La nostra parte più maligna e stronza, ecco cosa sono.” pensava la piccola visto che quando gli uomini attaccavano non lo facevano per difendersi ma per catturare più donne possibili come i leoni affamati che cacciano le gazzelle lungo le sponde verdeggianti del Rhos. Per un momento rimase esterrefatta davanti alla loro potenza e da come si imponevano nella fazione femminile, la quale si difendeva seminando sangue non potendo fare altro per difendersi.

Per qualche istante vide anche la madre e a seguito Amelia che non le si staccava un minuto d dosso. “Se la cavavano piuttosto bene,” pensava “cioè mia madre se la cavava piuttosto bene anche se è la mia mammina non si può definire una donna di guerra.”.

E difatti non lo era soprattutto vedendo i risultati: 3 catture, cioè 3 figlie nell'arco di 8 anni, durante una guerra standard di posizione, ossia una guerra attuata dagli uomini contro le donne per risanare la specie. Tutte scuse, secondo Anastasia, in realtà volevano cambiare aria negli harem. Lei la pensava così. E dopo essersi stufati di combattere prometono di impegnarsi a dichiarare la pace, anche se di fatto è solo una situazione di stallo passeggera. E Anastasia lo sapeva, prima o poi la guerra sarebbe ricominciata ancora. Come un ciclo ricorrente. Ma soprattutto solo alla guerra puntavano ad arrivare, mai che si parlasse di una coalizione fra donne e uomini. No, solo perché gli uomini sono da sempre troppo orgogliosi di ammettere che anche le donne sono importanti come loro, alla pari. Invece si credono superiori solo perché fisicamente sono più forti, cosa che le donne rimediano con l'intelligenza e l'astuzia. Anche se a volte, come pochi uomini hanno l'intelligenza, anche poche donne possiedono la forza e riescono per esempio a tenere testa a 20 uomini arrapati che cercano di catturarti. Ed Anastasia sarebbe diventata una di quelle, ma a quei tempi era ancora una ragazzina che aveva molto da imparare. Moltissimo.

A quei pensieri come d'istinto le venne da posare lo sguardo su Sibilla. Era una donna a dir poco fantastica e Anastasia in quel momento desiderava essere al suo fianco mentre difendeva il suo orgoglio e non solo, anche la sua verginità. Ebbene si. A circa 25 anni d età Sibilla era riuscita a mantenere integra la sua purezza. Un sogno per ogni donna,che Anastasia voleva imitare e che equivaleva a non essere mai stata molestata da un uomo anzi al contrario il più delle volte voleva dire che ne avevi fatti fuori parecchi, ma soprattutto il non essere mai venuta in contatto con il loro mondo. Il loro triste e sofferente mondo. Ci sarà un motivo perché alle bambine insegnano fin da piccole a difendersi dagli uomini o no? Perché ogni donna che sia tornata indietro, alla fine porta con se un ricordo traumatico d come è stata costretta a fare cose che non voleva. Almeno il più delle volte gli resta una figlia, ma a volte neanche quello perché i maschi se li tengono loro. Ma c pensate? Separare un figlio dalla propria madre, quella che lo ha portato nel ventre per nove mesi e lo ha allattato per altrettanti. Per cosa? Lasciarlo a quell'uomo che l'aveva strappata alla sua vita per scopi personali e del tutto lontani dai suoi desideri? La vita era ingiusta ma era questa e la nostra principessa come tutte le altre, come Sibilla, dovevo adattarsi. Per questo appena la vide in leggera difficoltà non ci pensò due volte prima d correre sul campo di battaglia per aiutarla, a dare il suo contributo, ed aiutare così tutte le donne che in quel momento erano in difficoltà.

Quando arrivò praticamente nel cuore della piana dove era in corso la battaglia Anastasia si accorse di un curioso particolare, ossia che gli uomini li presenti erano molto più vecchi di lei, e anche di Vera e sua sorella, ma di parecchi anni. Certi si incuriosirono vedendo una ragazzina tanto piccola in mezzo a quella mischia di giganti e si avvicinarono cominciando a bisbigliare in quella strana lingua che loro usavano per comunicare fra loro così da non farsi capire dalle donne. A loro volta anche le donne avevano una lingua tutta loro, ma a differenza degli uomini che se la facevano insegnare dalle donne catturate, nessuno poteva insegnare alle donne libere la lingua dei Men.

Comunque non le importava questo al momento, ma riuscire a trovare la sua maestra che ormai aveva perso di vista.

-”Look, that pretty little girl that we have here today.” comiciarono ad avvicinarsi i due uomini ma Anastasia non riusciva a capire cosa dicevano, anche se guardando le loro faccie compiaciute e maliziose allo stesso tempo, si capiva immediatamente a cosa stavano pensando. Ahimè per loro gli era capitata la ragazzina sbagliata da importunare, così appena furono abbastanza vicini cominciò il martirio che sarebbe durato da li in avanti, e sarebbe stato rivolto a tutti gli uomini che avrebbero tentato d toccarla, la principessa sanguinaria, il “fantasma”,come scherzosamente l'avrebero soprannominata.

Estrasse dunque gli spadini semplici che aveva in dotazione e con un colpo ben assestato a uno tagliò l'aorta che uscente dal cuore, si trova pressapoco far le scapole e il collo, mentre all'altro il collo non gliel'aveva proprio lasciato, testa compresa. E fù un bagno d sangue. Aveva ucciso 2 persone e già era diventata rossa come quelle persone che non sono abituate all'esposizione al sole e si ustionano. Aveva lo stesso colore, era rossa dappertutto.

Fù una brutta sensazione all'inizio che la portò a pensare “ma perchè l'ho fatto???”, anche se per poco e ne dedusse che meno ci pensava meglio era e che in fondo il suo era stato un atto di difesa, o almeno sperava. Così continuò a farsi strada e ogni uomo che la guardava con quel sorrisetto da maniaco e le si avvicinava, aveva vita breve e il bello è che fino a quel momento non aveva neanche un graffio. Forse riusciva a uccidere tutti senza farsi male perchè in fondo nessuno credeva che una ragazzina della sua età riuscisse a difendersi così bene ma soprattutto che fosse in grado d uccidere un uomo. Ad un tratto indovinate chi vide in mezzo alla mischia? La sua cara amica Vera che stava facendo strage e cioè come minimo uccideva 10 uomini al minuto. Quando vide Anastasia restò li a fissarla incredula, ma poi rasegnata le sorrise sicuramente pensando :” È proprio una testa di cazzo quella ragazzina! Chissà cosa avrà in mente sta volta???”.

Così le si avvicinò è un pò preoccupata e comunque le chiese come per cortesia, sapendo che comunque Anastasia era una con la pellaccia dura : -”Stai bene cara?” sorrise con un velo di stanchezza -“Vedo che tutto sommato te la stai cavando...”

-” Si dai tutto bene... e tu? Sembri stanchetta...”.

-” Stai tranquilla amore che sono messa meglio di te...” disse accennando un sorrisetto maligno

-” Staremo a vedere cara... A parte questo hai visto Sibi...” e non riuscì a finire la frase che ad un tratto un ragazzino si avvicinò.

-” Ancora quel principino bastardo!!! Ahh... giuro che questa volta lo mando all'altro mondo quell'insolente...”. Vera era completamente infuriata verso quel tizio che si stava avvicinando con cautela fra la folla che secondo la principessa aveva già inquadrato Vera e la stava inseguendo.

-” Cara è meglio se ti vai a nascondere perchè il cluo della battaglia comincia solo ora e poi non voglio che tu mi veda in questo stato... cioè incazzata nera... e comunque credo che Sibilla sia in grado di cavarsela e non ti conviene cercarla perchè finiresti solo per esserle d'intralcio...”.

-” Ma come potrei esserle d'intralcio...”.

-” SI È IMBATTUTA NEL RE E NON SÒ SE SIA ANCORA LIBERA O NOOOO!!!!”.

Era completamente fuori di testa e si vedeva che era andata in panico... Sicuramente perchè non voleva riferirle quella notizia... in fondo la conosceva bene e sapeva che Anastasia sarebbe andata ad aiutare la sua maestra in un momento di difficoltà come quello.... ma non voleva che rischiasse la vita per una donna ormai già adulta... ma il suo vero timore era un'altro... quel ragazzino che si stava avvicinando la turbava parecchio...

-” Ciao carina...” disse con quello strano accento che hanno Men, visto che parlano in una lingua molto fonetica rispetto a quella delle donne, -” Diventi ogni giorno più bella Vera...” e quando pronunciò il suo nome, non ce ne fù più per nessuno.

I suoi occhi stavano per fuoriuscire dalle orbite e sembravano che lanciassero qua e la fuoco e fulmini, come se fosse una dea in preda all'ira.

Intimò Anastasia di andarsene di nuovo ma non la stava ascoltando nè guardando. In realtà guardava lui, e come intensamente studiava Vera, come se ormai la conoscesse da una vita e sembrava quasi che riuscisse a vedere attraverso i suoi vestiti da tanto intensamente la fissava. Era come incantato dalla sua bellezza. Poi d'un tratto il suo sorrisetto compiaciuto si spense e divenne serio e pensoso. E posò lo sguardo su di me.

-”E tu chi sei piccola? Non ti ho mai visto prima...” mi disse girando la testa come un cagnolino confuso.

-” Lasciala fuori è ancora troppo piccola... ha solo 13 anni...”.

Gran culo direte visto che fino alla maggiore età cioè i 14 anni una ragazzina non poteva essere toccata da un uomo...

-” Allora perchè è quì la signorina? O dovrei dire marmocchia... questo non è posto per bambine...”. Che sfacciato. Il bello però è che tutti li lo pensavano. E alla principessina la cosa irritava. Chi erano loro per giudicare le sue azioni?

Fatto sta' che quelli come lui le facevano una tale rabbia che si allontanò dai due e li lasciò in pace “i due piccioncini” se così si potevano definire a quei tempi.

-” Ho capito la cerco da sola Sibilla...” urlò Anastasia mentre se ne andava.

-” Ma sei impazzita??? Ti ho detto di andartene...” provò a fermarla Vera guardandola per una frazione di secondo per poi tornare a guardare il suo rivale.

-”Darling non ti distrarre per una ragazzina... concentrati su di me... in fondo sono io il tuo avversario...” e dopo quella affermazione che le fece venire la nausea, se non il voltastomaco, Anastasia se la filò in una ricerca solitaria della maestra, lasciando alle spalle una ragazzina in preda al panico e al nervosismo, e un ragazzino, oserei dire invaghito... di quella ragazzina.

Dopo lungo vagabondare riuscìa trovarla, Sibilla e ormai sapeva che era in guai seri. Stava combattendo ormai da un pò, vista la stanchezza nei suoi occhi e il suo corpo che ansimava in cerca d ossigeno. Ma La cosa più strana è che si era soffermata su un uomo che non era neancora riuscita a fare fuori, eppure lei d solito, ricordando le performance precedenti, ci metteva un attimo a mandarne all'altro mondo un paio alla volta.

Allora Vera aveva ragione : si era imbattuta nel re. Era prorio tosto, anche Anastasia se n'era accorta e comunque si vedeva: era enorme, spalle larghe e muscolose che finivano stringendosi, diversamente da noi donne che abbiamo la vita stretta e i fianchi larghi, gambe pressochè perfette con i muscoli e le nervature tutte al loro posto, e anche la tartaruga ben marcata, con un accenno d pancia, quindi non completamente piatta, che stava a delineare un fisico ormai in decadenza, di un uomo che aveva come minimi 30 anni, praticamente agli sgoccioli della vita.

Basti pensare che in media una donna vive fino ai 45 anni, mentre un uomo 10 anni di meno. Una bella rivincita per le donne.

Pensando al suo corpo in fondo assomigliava a tutti gli altri uomini ma la sua faccia e la sua espressione denotava un profondo odio ma anche un'innata superbia verso le donne, come se lui fosse l'uomo più potente lì in mezzo. Si faceva notare insomma si pavoneggiava con quel gonnellino e parastinchi dorati, ed indossava una vera e propria armatura a differenza degli altri.

Forse non aveva tutti i torti a voler mettersi in mostra, in fondo era proprio lui il King in carica a quei tempi, e la nostra principessaera ancora una ragazzina , ma questo non le impedì di farsi avanti lo stesso. Avranno pensato tutti “ma è proprio pazza quella ragazzina!” cosa che ormai passava per la testa a tutti in quel tardo pomeriggio. A lei sinceramente non importava la stazza o il fatto che un uomo fosse più esperto nel combattimento, voleva solo aiutare Sibilla e riscattarsi di tutti i favori che le aveva fatto, cominciando dall'averla portata fin lì.

-”Sibilla, stai bene?” disse avvicinandosi a lei con prudenza, senza però mai distogliere lo sguardo da quel energumeno.

-”Che cosa ci fai quì ? Non t avevo detto d restartene nascosta? E quel sangue?! Non avrai mica...”

-” Sono venuta ad aiutarti.”le disse Anastasia, con un sorriso rassicurante, ma lei al contrario invece di ricambiarlo la fulminò con lo sguardo.

-”Avrei dovuto prevederlo dopotutto... e avrei dovuto incatenarti da qualche parte così non t saresti mossa!”. Era davvero arrabbiata, anche se alla fine si rassegnò dicendole:

-”Va bene se vuoi combattere, combatti, però resta nelle retrovie siamo intesi?”

-”Ok grazie! Non appena ti avrò aiutata.”

-”No! Cioè non preoccuparti per me cara me la caverò benissimo da sola, ora vai.”.

Era evidente, stava nascondendo qualcosa e non voleva che per nessun motivo la principessina si immischiasse in quella faccenda. Ma sapeva tutto ormai e sinceramentre non le importava se quello fosse un guerriero semplice o “il re degli uomini”. Stupidamente, come mio solito, non la ascoltò e partì alla carica verso di lui.

L'avesse mai fatto.

La fermò una prima volta, eravano spada a spada, e la fissò stupito girando la testa come quel ragazzino innamorato di Vera quando la vide e a guardali bene erano identici. Poi si ricordo della frase detta da Vera... “... quel principino bastardo...”.

Ovvio... quello era suo padre...

Per un momento lui si soffermò a guardarla in quella posizione e non riusciva a capire perchè una ragazzina che poteva benissimo essere sua figlia l'avesse attaccato.

Così la scansò indietro, con il minimo sforzo, che però fece cadere a terra la piccola, sporcandola di sabbia mista al sangue di cui si era sporcata.

-”Hey piccola non ti sembro un pò grandino per giocare insieme a te?” disse con un sorrisetto compiaciuto, come se la sua presenza lo divertisse alquanto.

-”Allora che c'è marmocchia ti è passata la voglia d fare l'eroina?” continuò sempre con quel sorrisetto stampato sulla faccia.

Anastasia però non si fece prendere dall'ira, che stava salendo e cominciò a studiarlo girandogli attorno e lui seguiva il suo sguardo divertito forse perchè a differenza sua, lei faceva sul serio. In verità stava solo aspettando il momento in cui si sarebbe distratto un attimo, anche solo un secondo, per infilzarlo e mangiarsi il suo cuore pulsante.

Restarono ad asservarsi per più di un minuto e finalmente stanco di aspettare fù lui a distrarsi da una freccia che lo sfiorò appena.

Era il momento. La piccola si scagliò su di lui e gli passò sotto le gambe in scivolata infilzando i suoi bei parastinchi d'oro e scaraventandoli chissà dove. Si riazalzò in fretta, ma lui riuscì in qualche modo a prevedere la sua mossa e la bloccò con una possente spada, in ferro con impugnatura d'oro e con decorazioni simili a serpenti attorcigliati al manico tutto in argento e oro bianco. Cominciarono a duellare, cercando di colpire entrambi i punti deboli dell'altro. Lui si limitava a difendersi e a contrattaccare ogni tanto, mentre Anastasia tutta concentrata cercava di colpirlo nei punti vitali e scoperti dell'armatura, come il collo. Questo atteggiamento rilassato che aveva lui nei confronti suoi e dello scontro la innervosivano parecchio perchè in fondo non si stava impegnando al massimo come lei. Pensava solo a fissarla e a guardare la sua espressione affaticata. Che strani gli uomini, molto sadici visto che era leggermente divertito guardando la principessina che cercava di difendersii con sforzi sovraumani oltre al limite. Difatti dopo un paio di minuti, cominciò a sentire le forze defluire dal corpo, e per questo decise di attuare uno dei suoi assi nella manica. Provò con un attacco dall'alto.

Per prima cosa distrarre l'avversario zigzagando qua e la mentre si duella animatamente. Seconda cosa schivare un colpo quando ci si sente pronti ed annichilirsi, diventando praticamente tutt'uno col terreno.

Terza cosa prendere un grande slancio aiutandosi con ogni singolo muscolo delle gambe, dal tricipite ai muscoli che muovo le dita dei piedi ed infine attaccare l'avveensario centrando il petto mentre si è a mezz'aria.

Un piano perfetto direte, ma non questa volta. Il possente re della fazione nemica riuscì a schivarla, un pò scosso visto la tecnica ben strutturata che aveva ideato, difendondosi appena in tempo bloccando i suoi due spadini con la spada, così da riuscire con un fendente a scaraventare di nuovo il suo corpo senza difficoltà.

Anastasia si rialzò e lo vide avvicinarsi a con aria minacciosa e confusa visto che non si aspettava un contrattacco così studiato, tenendo sempre conto che era solo una ragazzina e per di più sotto la maggiore età e quindi non poteva essere usata come “animale da riproduzione”.

Difatti mancavano solo pochi mesi al suo 14 compleanno, ossia il compimento della maggiore età.

Le sembrava ieri quando aveva 9 anni e si nascondevo fra i baobab della savana a sud- est del castello reale, rifiutandosi di partecipare a stupide riunioni sulla salvaguardia della sicurezza delle donne, che a quell'età la annoiavano a morte. Ed ogni volta era una guerra per convincerla a scendere:

-“perchè fai così Anastasia? Ormai sei grande dovresti capire che per tua madre...”

Che per mia madre sono grande solo quando vuole lei!!!”.

E aveva ragione perchè ome ogni madre che protegge i figli, le parlava di solo quello che voleva farle sapere, ma a quell'età comunque non capiva quanto fosse bello ignorare quel mondo mescino e incivile a cui appartine. In fondo la stava solo proteggendo perchè sapeva che l'avrebbe rimpianta la spensieratezza e l'infantilità che fra pochi mesi non avrebbe mai più riavuto.

-”Ma chi sei ragazzina? Tu sei troppo brava per essere la figlia di una donna comune... Cos'è tua madre una guerriera?” disse quest'ultima cosa ammiccando un sorriso,

-”Devo ammetterlo sei proprio brava... Mi hai dato parecchio filo da torcere... Eppure il tuo sguardo non mi è nuovo...”- . Sicuramente era riuscito a riconoscere il suo sguardo, quello di una regina.

Si mise d nuovo a scrutarla ma questa volta il suo sguardo cambiò,

-” Aspetta un attimo... Ma quegli occhi...”-

e il sorrisetto appena accennato si trasforò in una risata soddisfatta

-” Tu sei figlia di Derek... L'unica che sia riuscita ad ereditare i suoi occhioni azzurri!!!”- Non riusciva a capire di cosa stava parlando. Aveva messo in ballo i suoi occhi, di un colore assai particolare, un azzurro trasparente, come quelli dei cani che vivono nelle montagne ad ovest e che spesso hanno gli occhi di due colori distinti. Poi nominò anche un uomo che doveva avere gli occhi del suo stesso colore.

Derek...

-”Tu conosci mio padre?!”.

Finalmente tutto era chiaro. Derek era il nome del padre di Anastasia che sicuramente aveva combattuto insieme a lui,

-”Allora sai parlare... ebbene si piccola lo conosco... oserei dire come le mie tasche...”.

-”Ma com'è possibile che tu conosca mio padre? Con tutti gli uomini che ci sono a sto mondo... non è che forse hai sbagliato persona vista la tua veneranda età...”

-”Molto spiritosa ragazzina... cos'è tua madre non ti ha mai raccontato che tuo padre è un potente guerriero, braccio destro del re???”.

No , era mai possibile che... il re e suo padre fossero buoni amici? Ma soprattutto che sua madre non le avesse raccontato niente riguardo questo? Era molto confusa.

Di solito sua madre le parlava sempre di suo padre in privato per non offendere le sorelle, visto che secondo la regina, fù “uno degli uomini più gentili che avesse mai conociuto” che però, sempre secondo lei, sotto quel sorriso sincero e pieno di affetto nascondeva un segreto, che lo faceva soffrire...Ma torniamo a noi.

-”Lo sai sei tutta tua padre... cioè quando combatti è ovvio... perchè se dovessimo guardare le doti di tua madre ti avrei già ucciso mentre ti eri avvicinata per aiutare la biondona...”.

Praticamente le rindeva in faccia, anche se non sapeva perchè nel suo sguardo c'era una punta di soddisfazione, come se fosse contento lui per suo padre, di come era cresciuta sana e forte o forse perchè da sua figlia se lo aspettava che sarebbe diventata brava come il padre.

A parte questo la irritava da morire tutto quel strafottere sua madre e in generale le donne, come se i difetti li avesse ereditati dai geni femmini e i pregi da quelli maschili.

-” Cos'è non lo sapevi che sono il King, baby?” appena parlò le venne l'input di alzarsi per dargli una lezione, in fondo non poteva continuare a credersi superiore a lei senza passarla liscia,

-”Ecco perchè mi attaccavi con tanta sicurezza... Beh carina hai fatto male i conti e non mi importa se sei una principessa o no... per me resti sempre una donna e ti tratterò proprio come fanno le donne che cercano di ostacolarmi o peggio, farmi fuori...”.

-” In realtà lo so chi sei... e se devo dirtela tutta la cosa non mi turba molto...”

La sua espressione divertita si trasformò in puro disprezzo. In pratica l'aveva appena insultato di brutto, paragonandolo evidentemente a un uomo comune... e in fondo lui non lo era...

-” Ti credi più brava di me ragazzina?!” disse con un ghigno di diprezzo, alzando un angolo del labbro superiore e aggrottando le ciglia.

-” SEI TU CHE TI CREDI MIGLIORE DI ME VECCHIACCIO!!!”. Era incazzata nera e anche lui sembrava seguire il suo stato d'animo... e fù da lì che la sua prima battaglia cominciò a farsi particolarmente interessante.... //m//

 


 

  
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