Guinnes
Di
matrimoni, ex fidanzati e altre calamità
Mucche ad Ennis
Dean
Thomas detestava tre cose: i matrimoni, le ex ragazze ed essere
disturbato
durante un tranquillo fine settimana nella casa dei genitori a Ennis.
Disgraziatamente
quello non era il suo giorno fortunato.
Il
gufo era planato sulla sua colazione subito dopo che Dean aveva
spalmato con
marmellata di fragole l’ultima fetta biscottata; Mortimer
– così aveva scoperto
poi chiamarsi – aveva inclinato la testolina marrone a
sinistra, fissandolo con
i grandi occhi gialli finché il padrone di casa non aveva
sfilato dalla sua
zampa la lettera sommersa dalla marmellata.
Ciao,
Dean!
Sono
Harry Potter, il salvatore del
mondo magico, ricordi? Quello che ti ha portato via Ginny! In
realtà date le
circostanze sarebbe meglio definirmi “quello di cui Ginny
è stata sempre
innamorata, anche quando stava con te”, ma non badiamo a
certe piccolezze.
Sai, ho
deciso di sposare la tua ex
ragazza e lei mi ha parlato di quanto fosse bella l’Irlanda
nei tuoi racconti!
Le avevi anche fatto vedere delle foto, non è vero? Beh, il
grande Harry Potter
– che sarei io, meglio precisarlo visto che ora non puoi
vedere la mia famosa
cicatrice – ha deciso di farle un regalo speciale: una
cerimonia nuziale nella
città in cui abita la tua famiglia. Non è
un’idea geniale? E nel giorno di San
Patrizio, per di più! Ah, ovviamente sei invitato anche tu,
non voglio perdermi
lo spettacolo della tua espressione affranta mentre Ginny mi raggiunge
all’altare.
Harry
James Potter, il salvatore del
mondo magico, il Prescelto,
Colui-che-deve-essere-nominato-il-più-possibile
PS: il
mio nuovo gufo reale si chiama
Mortimer, spero che abbia completamente distrutto la tua colazione.
Dean
non ricordava le esatte parole della lettera, ma poteva giurare che
fossero
molto simili. O era stato il misto di rabbia, indignazione e forte
desiderio
per quella marmellata di fragole andata persa a mutare lievemente la
realtà.
Sì, doveva trattarsi di quello: a pensarci bene Dean era
piuttosto certo che
fossero stati nominati i signori Weasley e delle “tradizioni
di famiglia”
infrante a causa dei matrimoni che si susseguivano l’un
l’altro.
Bill
e Fleur, Percy e Audrey, George e Angelina. Presto sarebbe toccata
anche a Ron
e Hermione, se uno di loro si fosse deciso ad abbassare le armi e ad
accettare
il giorno delle nozze proposto dall’altro. Stando alle parole
di Harry,
l’ultimo matrimonio aveva indebolito parecchio le casse
già modeste della
famiglia Weasley, ma proporre di tenere la cerimonia a Grimmauld Place
sarebbe
stato di cattivo gusto; così “il
Prescelto” aveva pensato di organizzare le
nozze nella magica Irlanda di cui Ginny parlava tanto – e che
non aveva ancora
potuto visitare. A chi altro avrebbe potuto chiedere consiglio su
chiese e
catering, se non al suo amico irlandese?
Per
fortuna Dean aveva il nome di un albergo a portata di mano: non avrebbe
potuto
sopportare la presenza della coppia felice anche nelle mura domestiche!
Così
quella sera di luglio, mentre la pioggia cadeva sull’asfalto
di Ennis, Dean
stava ordinando la seconda pinta di birra seduto accanto a un allegro
Seamus
Finnigan, che pareva non avere alcuna intenzione di intavolare
argomenti
diversi da quello del suo fidanzamento con Calì Patil. Gli
altri posti del
tavolo in fondo al pub erano occupati da Harry, Ron, Neville e
un’altra dozzina
di invitati – rigorosamente maschili – ma Dean e
Seamus avrebbero potuto
perfino discutere di quanto dovesse essere bella Ginny nuda senza che
uno dei
presenti potesse sentirli: le loro voci erano sommerse dal
chiacchiericcio
degli avventori del locale, dalle ordinazioni gridate al bancone e
dalla musica
di un gruppo irlandese al centro della sala.
–
Spero che la pioggia cessi presto, – disse Seamus, osservando
dalla finestra
più vicina lo scrosciare dell’acqua. Dean non ebbe
il tempo di esultare per
l’improvviso cambio di discorso, perché Seamus
continuò immediatamente: – Calì
si è cucita un vestito bellissimo, sarebbe un peccato se si
rovinasse subito. Già,
– proseguì, dandosi un colpetto orgoglioso sul
petto, – se lo è cucito da
sola. È veramente brava, io…
–
La conosco, Seamus, – lo interruppe Dean, annoiato e di
cattivo umore. –
Ricordi quando l’hai vista per la prima volta? Nella Sala
Grande, durante lo
Smistamento di entrambi!
– Si alzò
dalla panca, passandosi una mano tra i ricci capelli neri. –
Ho bisogno di
un’altra birra. Tu vuoi qualcosa?
–
Ti ringrazio, ma Calì è contro l’abuso
di alcol, ritiene che…
“Bravo,
Seamus, prima tua madre e ora Calì: sarai mai capace di
decidere da solo?”
Non
aveva voglia di ascoltare le lodi di Calì né di
stringere la mano a Harry una
seconda volta per congratularsi con lui; al massimo, pensò,
avrebbe potuto fare
una battuta sulla prima notte di nozze per vedere Ron avvampare per la
rabbia e
la consapevolezza di non avere voce in capitolo, ma non aveva senso
gettare
nell’abisso del cattivo umore un’altra persona.
Aveva smesso di amare Ginny da
anni, si era preso una cotta per Luna e dopo la breve esperienza con
Lavanda
aveva messo da parte le storie d’amore, eppure continuava ad
avvertire un pugno
nello stomaco. Forse la causa non era circoscritta al matrimonio di
Ginny, ma
alla presenza, per il giorno seguente, quasi esclusiva di coppie o alla
plausibile immagine di Lavanda immersa, in quello stesso momento, in
uno
spogliarello durante la festa di addio al nubilato. Ma
perché Harry aveva
voluto invitare tutta Hogwarts?! C’erano i suoi compagni
Grifondoro, quelli di
Ginny, i fratelli Weasley e diversi Tassorosso e Corvonero –
tra cui Luna,
ricordarlo gli causò un’ulteriore fitta.
–
Una pinta di Guinnes, – ordinò alla ragazza al
bancone, sedendosi sullo
sgabello e augurandosi che Seamus o altri non lo interrompessero mentre
si
gustava, finalmente solo, la sua birra.
–
È la terza che prendi stasera.
Alzò
un sopracciglio, sorpreso e lievemente irritato: la barista, intenta a
spillargli la birra richiesta, gli rivolgeva un sorriso divertito che
in
qualche modo a Dean ricordò quello di sua sorella Martha
quando voleva farlo
tornare di buonumore.
“E
questa che vuole adesso?”
Osservandola
bene, gli sembrò anche di averla già vista, ma
non ricordava dove.
“L’impicciona”
gli passò la Guinnes e si aggiustò distrattamente
il caschetto rosso. – Offre
la casa. Solo questa, intendo, se dovessi pagare per tutti i tuoi amici
il mio
capo mi licenzierebbe! – Scoppiò a ridere per la
sua stessa battuta e, mentre si
chiedeva cosa ci fosse di tanto divertente, Dean si ritrovò
a sollevare le
estremità delle labbra.
–
Sarebbe il grande Harry Potter a
impedirti di pagare per lui, – ribatté,
sorseggiando la sua birra. – Non
rischierebbe per nulla al mondo l’occasione di mostrarsi in
grado di nutrire tutti o…
–
È una mucca?
–
… o apparire diverso dai comuni… Una mucca?
La
barista appoggiò le braccia sul bancone, fissandolo con
serietà. – Le mucche
sono le sole in grado di nutrire tutti.
–
Non è vero, lo sono anche le galline e i conigli
e…
–
Una persona potrebbe non mangiare carne, ma non rinuncerebbe mai al
latte.
–
I vegani lo fanno.
–
I vegani non esistono.
–
Co…? – Dean si stava sentendo uno stupido per
essersi fatto coinvolgere in una
conversazione del genere: come poteva dare spago a
un’irlandese fuori di testa
che lo fissava con gli occhi
verdi ridotti a fessure? Le lentiggini dovevano esserle arrivate fino
al
cervello.
–
I vegani non esistono, – ripeté lei. –
Sono solo una leggenda, come i vampiri o
le streghe.
Contro
ogni aspettativa, Dean scoppiò a ridere. – Allora
puoi starne certa, non
esistono di sicuro!
Sorseggiò
ancora la sua birra, chiedendosi se fosse meglio tornare dai suoi amici
o
continuare a discutere con quella strana barista; in fondo si stava
divertendo.
–
Tu ne hai mai vista una? – gli chiese la
ragazza, passando lo straccio sul bancone: non c’era molto
traffico nel locale,
Dean ora riusciva distintamente a sentire George Weasley rimembrare i
bei tempi
a Hogwarts, ai danni di un certo Marcus Flint.
–
Una strega? – Rivelare o no a quella sconosciuta
interlocutrice l’esistenza
della magia? – Beh…
–
Una mucca, Dean, – lo interruppe lei, sospirando.
Dean
inarcò le sopracciglia. – Certo che l’ho
vista! Ne ho viste un sacco, a dirla
tutta; quand’ero piccolo i miei vicini avevano un
allevamento…
–
Dean.
La
guardò: stava trattenendo una risata, era evidente. Ma
perché mai?
–
Che c’è?
–
Devo riempirti di nuovo il boccale? Sei già a
metà.
–
No, grazie, non serve…
La
barista sorrise sardonica. – Parlami dei tuoi vicini, Dean.
Stavi dicendo che
avevano un allevamento.
–
Un allevamento enorme! Si sono
trasferiti quando avevo otto anni, non li ho più visti.
La loro figlia andava matta per le mucche, non faceva che correrci
intorno e mi
coinvolgeva se… – Si interruppe.
–
Che c’è? – La barista sembrava davvero
sorpresa del suo improvviso silenzio, ma
Dean capì che fingeva.
–
Mi hai chiamato per nome.
–
Certo, ti conosco.
–
Ma… Per la barba di Merlino, come fai a conoscermi?!
–
L’hai detto tu adesso. Cavolo, Dean Thomas, non pensavo che
fossi già ubriaco!
–
Io non ho detto proprio niente. Stavo parlando di allevamenti, di
mucche e di…
– Sgranò gli occhi, incredulo. – Tibby
O’Connor?
–
Sì, il suo nome era quello.
–
No, intendevo dire: tu sei Tibby?!
–
Ah, sì, sono io. Ciao!
Gli
sorrise, destabilizzandolo ulteriormente. Dean indietreggiò,
rischiando di
cadere dallo sgabello di legno, sbatté le palpebre
più volte, avvicinò il
proprio volto a quello che gli sorrideva canzonatorio di fronte a lui e
tentò
di fare ordine nella propria testa.
–
Tu sei Tibby?
–
Pensavo che lo avessimo già appurato.
–
La mia vicina? Quella a cui ho dato il mio primo bacio?
–
Uh, che romantico!
“E
non è stata quella l’unica ‘prima
volta’ con te.”
Era
stato proprio per l’emozione del suo primo bacio che Dean
aveva compiuto la sua
prima magia, sollevandosi da terra. E Tibby era scappata via spaventata.
–
Te… te lo ricordi?
Tibby
gli ammiccò. – Pensi di non aver fatto una bella
figura all’epoca? Sta’
tranquillo, nemmeno io ero così esperta, ero una bambina!
–
Non è questo, è… Non ricordi
cos’altro è successo?
–
Al tempo credetti che ti fossi messo a volare! –
ridacchiò. – E sono scappata
via. Mi dispiace, te la sei presa?
“E
io che pensavo di averla traumatizzata a vita: questa qui crede alla
magia
quanto ai vegani!”
–
No, certo che no. Ma che fine hanno fatto le tue treccine?
–
Credi che potessi andare alle superiori con quei capelli? Ho preferito
accorciarli.
–
Ti stanno bene.
–
Grazie! Ora che abbiamo fatto il primo passo, che ne dici di baciarmi
così
posso controllare se sei migliorato?
Dean
sputò la birra che stava bevendo, ma Tibby rideva.
–
Ehi, stavo scherzando. – Pulì un boccale, lo
ripose e cominciò a spillare la
birra per un altro cliente.
–
Che ci fai qui? Non sapevo fossi tornata da queste parti.
–
Mi mancava casa. Sto mettendo da parte i soldi per riacquistare il mio
terreno,
sai? E tu come mai sei qui?
–
Per un matrimonio. – Lo assalì un’idea
folle, ma tanto valeva provare. – È
domani, ti va di venire?
–
Me lo chiedi così, all’improvviso? Cavolo, Dean,
non ho il tempo di scegliere
il vestito! Almeno hai invitato qualcuno che conosco? Fammi fare uno
squillo a
mia madre, sarà felicissima di saperlo…
–
È il matrimonio di Harry Potter, – la interruppe
Dean.
–
Ah, la mucca.
–
La mucca, – concordò, ridendo. – Ti va
di accompagnarmi?
Tibby
lo soppesò con lo sguardo per qualche secondo prima di
rispondere. Fu chiamata
da un tavolo, prese le ordinazioni e tornò.
–
Ci sto.
Dean
sorrise: la serata non stava andando poi così malaccio. E,
chissà, forse il
giorno seguente avrebbe potuto informare Tibby dell’esistenza
di maghi e
vegani.
Buon pomeriggio!
Avrei dovuto inviare un'intera raccolta a Fera per il suo contest, ma a causa del poco tempo rimasto e dell'assenza di ispirazione le ho spedito solo questo primo capitolo. Non che sia stata una perdita dal punto di vista della trama: ogni capitolo è a se stante e tratta di diversi personaggi. Dovrebbe essere una raccolta di soli tre capitoli, ma potrei scriverne anche un quarto in cui racchiudere tutti i personaggi di cui ho narrato (Fera pretende altre storie del Deanverse!).
Mi piace scrivere di Dean e non ho idea del perché. Vi sembra di aver già sentito parlare di Tibby? Già, perché è un personaggio (OC) di un'altra storia su Dean Thomas, Girlfriends.
Spero che la storia vi sia piaciuta, mi sono divertita un sacco a scriverla ♥
Di seguito posto la valutazione di Fera <
Medusa
Terza classificata: Guinnes – Di matrimoni, ex fidanzate e altre calamità, MedusaNoir
Grammatica, ortografia e sintassi: 30/30
Impeccabile. Uffa.
Stile, lessico e costruzione della storia: 9,75/10
La storia risente abbastanza del fatto di essere nata come parte di una raccolta: tutta la vicenda si svolge rapidamente, e il finale tronco lascia i lettori con l’acquolina in bocca. A proposito del finale, esso è molto tronco, come se davvero dovesse incominciare un nuovo paragrafo da un momento all’altro.
Tutto ciò, però, me l’hai spiegato diffusamente nelle note, quindi non vi ho dato troppo peso.
Per il resto posso dire solo WOW. La prima parte, quella della lettera, è esilarante e scritta meravigliosamente; la parte ambientata nel pub, invece, è perfettamente adeguata a rendere l’atmosfera del locale. Non so come tu ci sia riuscita, ma mi sembrava proprio di essere lì!
Il lessico è molto vario e usato benissimo; sei riuscita a dare una voce a ciascun personaggio (sì, persino a Harry Potter!) e a farla “sentire” davvero al lettore. Perfetto!
IC e caratterizzazione: 9,75/10
Il tuo Dean è qualcosa di favoloso. Lo adoro. Non solo è in linea con la saga, ma hai saputo dargli una personalità tutta sua col minimo sforzo! La sua “voce” è ben presente in tutto il testo, sia direttamente che indirettamente.
Anche Tibby è ben presentata, nonostante la brevità della storia non abbia consentito una caratterizzazione a tutto tondo. Mi è venuta una gran voglia di conoscerla, quindi scrivi un maledetto seguito a questa storia o ti toglierò il saluto.
… chi è stato? Chi ha parlato?
Complimenti!
Originalità: 9/10
Il punteggio dell’originalità risente un po’ del fatto che tu abbia scelto un addio al celibato come sfondo per la storia. Un uomo solo mentre tutti gli altri sono accoppiati che conosce una ragazza, nella quale ri-conosce una vecchia amica d’infanzia… non è il massimo dell’originalità.
Ho però apprezzato moltissimo la maniera in cui hai presentato la vicenda, l’introduzione di Tibby e, santo cielo, il dialogo tra lei e Dean. Geniale.
Anche da questo punto di vista, quindi, hai fatto un buon lavoro, nonostante tu sia partita da una situazione non completamente “nuova”. Brava!
Gradimento personale: 4,75/5
Come ti ho già detto, il finale è decisamente troppo tronco, ma il resto della storia è esilarante e i personaggi sono assolutamente splendidi. Pretendo un seguito, perché voglio sapere come e se si evolverà la storia con Tibby! Bravissima!
Totale: 63,25/65