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Autore: MedusaNoir    06/06/2013    3 recensioni
Durante un tranquillo fine settimana nella casa dei genitori a Ennis, Irlanda, Dean Thomas riceve una lettera poco gradita: Harry e Ginny convoleranno a nozze e hanno scelto proprio l'Irlanda come inizio della loro vita insieme.
Dean, tuttavia, non sarà l'unico invitato che preferirebbe essere da un'altra parte. Percy e Audrey si sono sposati, ormai, e Fera non li ha più visti dopo il matrimonio; che dire invece di Med, trascinata lì da Oliver Baston e consapevole di rivedere, dopo anni, il suo vecchio grande amore Bill con i suoi pargoletti biondi e francesi?
Per fortuna che ci sono l'Irlanda, la Guinnes e una barista con la passione per le mucche!
Il primo capitolo si è classificato terzo al "Paddy's Day - Festeggiamo San Patrizio!" contest di ferao.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Guinnes

Di matrimoni, ex fidanzati e altre calamità




Mucche ad Ennis




Dean Thomas detestava tre cose: i matrimoni, le ex ragazze ed essere disturbato durante un tranquillo fine settimana nella casa dei genitori a Ennis. Disgraziatamente quello non era il suo giorno fortunato.

Il gufo era planato sulla sua colazione subito dopo che Dean aveva spalmato con marmellata di fragole l’ultima fetta biscottata; Mortimer – così aveva scoperto poi chiamarsi – aveva inclinato la testolina marrone a sinistra, fissandolo con i grandi occhi gialli finché il padrone di casa non aveva sfilato dalla sua zampa la lettera sommersa dalla marmellata.

 

 

Ciao, Dean!

Sono Harry Potter, il salvatore del mondo magico, ricordi? Quello che ti ha portato via Ginny! In realtà date le circostanze sarebbe meglio definirmi “quello di cui Ginny è stata sempre innamorata, anche quando stava con te”, ma non badiamo a certe piccolezze.

Sai, ho deciso di sposare la tua ex ragazza e lei mi ha parlato di quanto fosse bella l’Irlanda nei tuoi racconti! Le avevi anche fatto vedere delle foto, non è vero? Beh, il grande Harry Potter – che sarei io, meglio precisarlo visto che ora non puoi vedere la mia famosa cicatrice – ha deciso di farle un regalo speciale: una cerimonia nuziale nella città in cui abita la tua famiglia. Non è un’idea geniale? E nel giorno di San Patrizio, per di più! Ah, ovviamente sei invitato anche tu, non voglio perdermi lo spettacolo della tua espressione affranta mentre Ginny mi raggiunge all’altare.

 

Harry James Potter, il salvatore del mondo magico, il Prescelto, Colui-che-deve-essere-nominato-il-più-possibile

 

PS: il mio nuovo gufo reale si chiama Mortimer, spero che abbia completamente distrutto la tua colazione.

 

 

Dean non ricordava le esatte parole della lettera, ma poteva giurare che fossero molto simili. O era stato il misto di rabbia, indignazione e forte desiderio per quella marmellata di fragole andata persa a mutare lievemente la realtà. Sì, doveva trattarsi di quello: a pensarci bene Dean era piuttosto certo che fossero stati nominati i signori Weasley e delle “tradizioni di famiglia” infrante a causa dei matrimoni che si susseguivano l’un l’altro.

Bill e Fleur, Percy e Audrey, George e Angelina. Presto sarebbe toccata anche a Ron e Hermione, se uno di loro si fosse deciso ad abbassare le armi e ad accettare il giorno delle nozze proposto dall’altro. Stando alle parole di Harry, l’ultimo matrimonio aveva indebolito parecchio le casse già modeste della famiglia Weasley, ma proporre di tenere la cerimonia a Grimmauld Place sarebbe stato di cattivo gusto; così “il Prescelto” aveva pensato di organizzare le nozze nella magica Irlanda di cui Ginny parlava tanto – e che non aveva ancora potuto visitare. A chi altro avrebbe potuto chiedere consiglio su chiese e catering, se non al suo amico irlandese?

Per fortuna Dean aveva il nome di un albergo a portata di mano: non avrebbe potuto sopportare la presenza della coppia felice anche nelle mura domestiche!

Così quella sera di luglio, mentre la pioggia cadeva sull’asfalto di Ennis, Dean stava ordinando la seconda pinta di birra seduto accanto a un allegro Seamus Finnigan, che pareva non avere alcuna intenzione di intavolare argomenti diversi da quello del suo fidanzamento con Calì Patil. Gli altri posti del tavolo in fondo al pub erano occupati da Harry, Ron, Neville e un’altra dozzina di invitati – rigorosamente maschili – ma Dean e Seamus avrebbero potuto perfino discutere di quanto dovesse essere bella Ginny nuda senza che uno dei presenti potesse sentirli: le loro voci erano sommerse dal chiacchiericcio degli avventori del locale, dalle ordinazioni gridate al bancone e dalla musica di un gruppo irlandese al centro della sala.

– Spero che la pioggia cessi presto, – disse Seamus, osservando dalla finestra più vicina lo scrosciare dell’acqua. Dean non ebbe il tempo di esultare per l’improvviso cambio di discorso, perché Seamus continuò immediatamente: – Calì si è cucita un vestito bellissimo, sarebbe un peccato se si rovinasse subito. Già, – proseguì, dandosi un colpetto orgoglioso sul petto, – se lo è cucito da sola. È veramente brava, io…

– La conosco, Seamus, – lo interruppe Dean, annoiato e di cattivo umore. – Ricordi quando l’hai vista per la prima volta? Nella Sala Grande, durante lo Smistamento di entrambi! – Si alzò dalla panca, passandosi una mano tra i ricci capelli neri. – Ho bisogno di un’altra birra. Tu vuoi qualcosa?

– Ti ringrazio, ma Calì è contro l’abuso di alcol, ritiene che…

“Bravo, Seamus, prima tua madre e ora Calì: sarai mai capace di decidere da solo?”

Non aveva voglia di ascoltare le lodi di Calì né di stringere la mano a Harry una seconda volta per congratularsi con lui; al massimo, pensò, avrebbe potuto fare una battuta sulla prima notte di nozze per vedere Ron avvampare per la rabbia e la consapevolezza di non avere voce in capitolo, ma non aveva senso gettare nell’abisso del cattivo umore un’altra persona. Aveva smesso di amare Ginny da anni, si era preso una cotta per Luna e dopo la breve esperienza con Lavanda aveva messo da parte le storie d’amore, eppure continuava ad avvertire un pugno nello stomaco. Forse la causa non era circoscritta al matrimonio di Ginny, ma alla presenza, per il giorno seguente, quasi esclusiva di coppie o alla plausibile immagine di Lavanda immersa, in quello stesso momento, in uno spogliarello durante la festa di addio al nubilato. Ma perché Harry aveva voluto invitare tutta Hogwarts?! C’erano i suoi compagni Grifondoro, quelli di Ginny, i fratelli Weasley e diversi Tassorosso e Corvonero – tra cui Luna, ricordarlo gli causò un’ulteriore fitta.

– Una pinta di Guinnes, – ordinò alla ragazza al bancone, sedendosi sullo sgabello e augurandosi che Seamus o altri non lo interrompessero mentre si gustava, finalmente solo, la sua birra.

– È la terza che prendi stasera.

Alzò un sopracciglio, sorpreso e lievemente irritato: la barista, intenta a spillargli la birra richiesta, gli rivolgeva un sorriso divertito che in qualche modo a Dean ricordò quello di sua sorella Martha quando voleva farlo tornare di buonumore.

“E questa che vuole adesso?”

Osservandola bene, gli sembrò anche di averla già vista, ma non ricordava dove.

“L’impicciona” gli passò la Guinnes e si aggiustò distrattamente il caschetto rosso. – Offre la casa. Solo questa, intendo, se dovessi pagare per tutti i tuoi amici il mio capo mi licenzierebbe! – Scoppiò a ridere per la sua stessa battuta e, mentre si chiedeva cosa ci fosse di tanto divertente, Dean si ritrovò a sollevare le estremità delle labbra.

– Sarebbe il grande Harry Potter a impedirti di pagare per lui, – ribatté, sorseggiando la sua birra. – Non rischierebbe per nulla al mondo l’occasione di mostrarsi in grado di nutrire tutti o…

– È una mucca?

– … o apparire diverso dai comuni… Una mucca?

La barista appoggiò le braccia sul bancone, fissandolo con serietà. – Le mucche sono le sole in grado di nutrire tutti.

– Non è vero, lo sono anche le galline e i conigli e…

– Una persona potrebbe non mangiare carne, ma non rinuncerebbe mai al latte.

– I vegani lo fanno.

– I vegani non esistono.

– Co…? – Dean si stava sentendo uno stupido per essersi fatto coinvolgere in una conversazione del genere: come poteva dare spago a un’irlandese fuori di testa che lo fissava con gli occhi verdi ridotti a fessure? Le lentiggini dovevano esserle arrivate fino al cervello.

– I vegani non esistono, – ripeté lei. – Sono solo una leggenda, come i vampiri o le streghe.

Contro ogni aspettativa, Dean scoppiò a ridere. – Allora puoi starne certa, non esistono di sicuro!

Sorseggiò ancora la sua birra, chiedendosi se fosse meglio tornare dai suoi amici o continuare a discutere con quella strana barista; in fondo si stava divertendo.

 – Tu ne hai mai vista una? – gli chiese la ragazza, passando lo straccio sul bancone: non c’era molto traffico nel locale, Dean ora riusciva distintamente a sentire George Weasley rimembrare i bei tempi a Hogwarts, ai danni di un certo Marcus Flint.

– Una strega? – Rivelare o no a quella sconosciuta interlocutrice l’esistenza della magia? – Beh…

– Una mucca, Dean, – lo interruppe lei, sospirando.

Dean inarcò le sopracciglia. – Certo che l’ho vista! Ne ho viste un sacco, a dirla tutta; quand’ero piccolo i miei vicini avevano un allevamento…

– Dean.

La guardò: stava trattenendo una risata, era evidente. Ma perché mai?

– Che c’è?

– Devo riempirti di nuovo il boccale? Sei già a metà.

– No, grazie, non serve…

La barista sorrise sardonica. – Parlami dei tuoi vicini, Dean. Stavi dicendo che avevano un allevamento.

 – Un allevamento enorme! Si sono trasferiti quando avevo otto anni, non li ho più visti. La loro figlia andava matta per le mucche, non faceva che correrci intorno e mi coinvolgeva se… – Si interruppe.

– Che c’è? – La barista sembrava davvero sorpresa del suo improvviso silenzio, ma Dean capì che fingeva.

– Mi hai chiamato per nome.

– Certo, ti conosco.

– Ma… Per la barba di Merlino, come fai a conoscermi?!

– L’hai detto tu adesso. Cavolo, Dean Thomas, non pensavo che fossi già ubriaco!

– Io non ho detto proprio niente. Stavo parlando di allevamenti, di mucche e di… – Sgranò gli occhi, incredulo. – Tibby O’Connor?

– Sì, il suo nome era quello.

– No, intendevo dire: tu sei Tibby?!

– Ah, sì, sono io. Ciao!

Gli sorrise, destabilizzandolo ulteriormente. Dean indietreggiò, rischiando di cadere dallo sgabello di legno, sbatté le palpebre più volte, avvicinò il proprio volto a quello che gli sorrideva canzonatorio di fronte a lui e tentò di fare ordine nella propria testa.

– Tu sei Tibby?

– Pensavo che lo avessimo già appurato.

– La mia vicina? Quella a cui ho dato il mio primo bacio?

– Uh, che romantico!

“E non è stata quella l’unica ‘prima volta’ con te.”

Era stato proprio per l’emozione del suo primo bacio che Dean aveva compiuto la sua prima magia, sollevandosi da terra. E Tibby era scappata via spaventata.

– Te… te lo ricordi?

Tibby gli ammiccò. – Pensi di non aver fatto una bella figura all’epoca? Sta’ tranquillo, nemmeno io ero così esperta, ero una bambina!

– Non è questo, è… Non ricordi cos’altro è successo?

– Al tempo credetti che ti fossi messo a volare! – ridacchiò. – E sono scappata via. Mi dispiace, te la sei presa?

“E io che pensavo di averla traumatizzata a vita: questa qui crede alla magia quanto ai vegani!”

– No, certo che no. Ma che fine hanno fatto le tue treccine?

– Credi che potessi andare alle superiori con quei capelli? Ho preferito accorciarli.

– Ti stanno bene.

– Grazie! Ora che abbiamo fatto il primo passo, che ne dici di baciarmi così posso controllare se sei migliorato?

Dean sputò la birra che stava bevendo, ma Tibby rideva.

– Ehi, stavo scherzando. – Pulì un boccale, lo ripose e cominciò a spillare la birra per un altro cliente.

– Che ci fai qui? Non sapevo fossi tornata da queste parti.

– Mi mancava casa. Sto mettendo da parte i soldi per riacquistare il mio terreno, sai? E tu come mai sei qui?

– Per un matrimonio. – Lo assalì un’idea folle, ma tanto valeva provare. – È domani, ti va di  venire?

– Me lo chiedi così, all’improvviso? Cavolo, Dean, non ho il tempo di scegliere il vestito! Almeno hai invitato qualcuno che conosco? Fammi fare uno squillo a mia madre, sarà felicissima di saperlo…

– È il matrimonio di Harry Potter, – la interruppe Dean.

– Ah, la mucca.

– La mucca, – concordò, ridendo. – Ti va di accompagnarmi?

Tibby lo soppesò con lo sguardo per qualche secondo prima di rispondere. Fu chiamata da un tavolo, prese le ordinazioni e tornò.

– Ci sto.

Dean sorrise: la serata non stava andando poi così malaccio. E, chissà, forse il giorno seguente avrebbe potuto informare Tibby dell’esistenza di maghi e vegani.



Buon pomeriggio!
Avrei dovuto inviare un'intera raccolta a Fera per il suo contest, ma a causa del poco tempo rimasto e dell'assenza di ispirazione le ho spedito solo questo primo capitolo. Non che sia stata una perdita dal punto di vista della trama: ogni capitolo è  a se stante e tratta di diversi personaggi. Dovrebbe essere una raccolta di soli tre capitoli, ma potrei scriverne anche un quarto in cui racchiudere tutti i personaggi di cui ho narrato (Fera pretende altre storie del Deanverse!).
Mi piace scrivere di Dean e non ho idea del perché. Vi sembra di aver già sentito parlare di Tibby? Già, perché è un personaggio (OC) di un'altra storia su Dean Thomas, Girlfriends.
Spero che la storia vi sia piaciuta, mi sono divertita un sacco a scriverla ♥
Di seguito posto la valutazione di Fera <

Medusa


Terza classificata: Guinnes – Di matrimoni, ex fidanzate e altre calamità, MedusaNoir

 

Grammatica, ortografia e sintassi: 30/30

Impeccabile. Uffa.

 

Stile, lessico e costruzione della storia: 9,75/10

La storia risente abbastanza del fatto di essere nata come parte di una raccolta: tutta la vicenda si svolge rapidamente, e il finale tronco lascia i lettori con l’acquolina in bocca. A proposito del finale, esso è molto tronco, come se davvero dovesse incominciare un nuovo paragrafo da un momento all’altro.

Tutto ciò, però, me l’hai spiegato diffusamente nelle note, quindi non vi ho dato troppo peso.

Per il resto posso dire solo WOW. La prima parte, quella della lettera, è esilarante e scritta meravigliosamente; la parte ambientata nel pub, invece, è perfettamente adeguata a rendere l’atmosfera del locale. Non so come tu ci sia riuscita, ma mi sembrava proprio di essere lì!

Il lessico è molto vario e usato benissimo; sei riuscita a dare una voce a ciascun personaggio (sì, persino a Harry Potter!) e a farla “sentire” davvero al lettore. Perfetto!

 

IC e caratterizzazione: 9,75/10

Il tuo Dean è qualcosa di favoloso. Lo adoro. Non solo è in linea con la saga, ma hai saputo dargli una personalità tutta sua col minimo sforzo! La sua “voce” è ben presente in tutto il testo, sia direttamente che indirettamente.

Anche Tibby è ben presentata, nonostante la brevità della storia non abbia consentito una caratterizzazione a tutto tondo. Mi è venuta una gran voglia di conoscerla, quindi scrivi un maledetto seguito a questa storia o ti toglierò il saluto.

… chi è stato? Chi ha parlato?

 

Complimenti!

 

Originalità: 9/10

Il punteggio dell’originalità risente un po’ del fatto che tu abbia scelto un addio al celibato come sfondo per la storia. Un uomo solo mentre tutti gli altri sono accoppiati che conosce una ragazza, nella quale ri-conosce una vecchia amica d’infanzia… non è il massimo dell’originalità.

Ho però apprezzato moltissimo la maniera in cui hai presentato la vicenda, l’introduzione di Tibby e, santo cielo, il dialogo tra lei e Dean. Geniale.

Anche da questo punto di vista, quindi, hai fatto un buon lavoro, nonostante tu sia partita da una situazione non completamente “nuova”. Brava!

 

Gradimento personale: 4,75/5

Come ti ho già detto, il finale è decisamente troppo tronco, ma il resto della storia è esilarante e i personaggi sono assolutamente splendidi. Pretendo un seguito, perché voglio sapere come e se si evolverà la storia con Tibby! Bravissima!

 

Totale: 63,25/65


   
 
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