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Autore: Shan    06/06/2013    5 recensioni
Se mai doveste capitare nello stesso locale di Remus John Lupin, notereste che prende sempre il solito drink. Il motivo? Ma i ricordi, sempre e solo i ricordi..
Ve lo dico con il cuore: è fluff. Puro fluff. A vostro rischio e pericolo! ;)
Avvertimento: è una storia slash, ergo "maschio con maschio". Non vi piace, lasciate perdere. Non accetterò insulti a tal punto ;)
-Questa storia ha partecipato al contest "They just want to have fun: a (drunk) Harry Potter contest" indetto da SunliteGirl e Bani Chan sul forum di Efp-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Le fiamme danzanti del camino erano uno spettacolo incredibile.
Molto interessanti, davvero. Aggraziate, placide e di un colore tremendamente rilassante.
Avevano persino il potere di attutire l’immenso caos della Sala Comune Grifondoro in quella fredda serata del 27 marzo.
Certo, costava fatica estraniarsi dal rumore spaccatimpani che i suoi compagni di Casa spacciavano per musica e, ancora dipiù, dai frenetici e convulsi movimenti che avevano l’ardire di definire balli, ma, in fondo, per il festeggiato, poteva fare questo e altro.

« Ehi, Moony! »

Una voce familiare lo riscosse dalla contemplazione del camino e Remus si girò lentamente.

« Ehi, Prongs » rispose quietamente, un lieve sorriso sul volto.

Osservò James Potter mentre gli si sedeva a fianco, di fronte al fuoco, i capelli che schizzavano in ogni direzione e il viso fortemente arrossato, se per il caldo, per l’eccitazione o per motivi più contingenti come l’alcool, Remus non lo sapeva. Probabilmente tutti e tre.

« Moony, sempre il solito, eh? » grugnì il ragazzo, un sorrisetto ebete sul volto.

Remus aumentò immediatamente la percentuale della motivazione “alcool” e sorrise accondiscendente al ragazzo.

James decise di lasciar perdere e gli batté gioviale una mano sulla spalla :« Comunque, anche se tu sei il solito depresso, è una gran bella festa, no? »

« Certo » annuì lui, continuando a fissare il camino.

« Certo, certo » ripeté James, in tono vacuo, battendosi pensieroso l’indice sul mento.

Poi ridacchiò improvvisamente, indicando, con il pollice alle sue spalle, due ragazze che ballavano il limbo con dei manici di scopa sospesi ad un metro da terra, tra gli urli e i fischi d’incoraggiamento di buona parte della Sala Comune.

« Sai, sarà pure un idiota, ma in quanto ad organizzare feste, Pad è imbattibile »

Le labbra di Remus si incresparono in un sorriso alla vista del suddetto organizzatore che, in piedi su un tavolino, agitava una bottiglia con un brillante liquido verde- spargendone buona parte del contenuto per terra- e intonava a gran voce “ L’Ode di Elrich il Terribile”, tra i cori e le risate generali.

« Immagino che la tua maggiore età andasse festeggiata in maniera appropriata, James » sussurrò Remus, sempre con un sorriso sul volto.

« Diciassette, Moony! Merlino, mi sento vecchio » sospirò tragicamente James « E se penso che in tutto questo tempo la Evans non è ancora uscita con me, mi viene quasi da disperarmi! »

« Beh, dai, le chiedi di uscire solo da tre anni. Non sono poi tanti, rispetto al totale » lo consolò Remus, trattenendo una risatina.

« Oh, ma i più intensi! » declamò in tono sognante, guardandosi intorno, come per cercare qualcuno, per poi assumere un’espressione di contrariata delusione.

« Comunque » continuò, riscuotendosi subito e ammonendolo con il dito indice « al tuo compleanno faremo di peggio. E’ giunto il momento che festeggi un compleanno appropriatamente »

Remus sbuffò.

« Vedremo » disse « Io di certo non me la farò organizzare da lui, James »

« Certo! » ghignò lui « infatti la organizzeremo io e lui insieme! Oh, aspetta solo, verrà una meraviglia! »

Remus alzò un sopracciglio, scettico, ma non si curò di rispondergli con troppa convinzione, visto che il ragazzo aveva di nuovo perso interesse nella conversazione e scandagliava con aria impaziente la Sala Comune.
Remus sospirò e gli indicò il buco del ritratto.

« E’ là, James. Anche se ti consiglierei di non andare a seccarla. Non sembra di buon umore »

L’attenzione di James venne calamitata dalla scocciata ragazza che aveva appena attraversato il buco del ritratto e che osservava con un astio dolorosamente evidente lo striscione “Buon Compleanno Super-Capitano Potter!”.

« Ah, che meraviglia! » trillò sognante, congiungendo le mani fra loro con  fare poco rassicurante.

« James.. » cominciò Remus ma non riuscì ad aggiungere altro perché il suddetto, ignorandolo bellamente, si era già alzato, gli occhi che gli brillavano, senza staccare per un attimo lo sguardo da Lily Evans, in quel momento impegnatissima a sequestrare una bottiglia di un qualcosa di sicuramente alcoolico a dei ragazzini che, chiaramente, non avevano neanche l’età per poter entrare nella squadra di Quidditch.

« Beh, Moony, affari importanti mi attendono. Magari riesco a strapparle un bacio di compleanno. Ti lascio in buone mani! »

E detto questo, batté le mani fra loro e si diresse a balzelloni- per quanto l’alcool in circolo glielo potesse consentire- verso la sua preda.

Bene, pensò Remus, guardandolo sbattere contro un tavolino e una poltroncina, magari la Evans gli fa passare la sbornia a suon di fatture.

Ebbe il tempo di formulare questo solo pensiero che, il proprietario delle “buone mani” alle quali era stato affidato, prese possesso del posto lasciato libero da James, allungandosi e posando le gambe sul bracciolo della poltroncina.

« Gran bella festa, Moony! » grugnì, soddisfatto, buttando indietro le lunghe ciocche nere che gli erano finite sul viso.

Remus sorrise e annuì, di nuovo.

« Sì, Pad. Lo dicevamo con James, sei un ottimo organizzatore »

Sirius si illuminò e si aprì in un largo sorriso.

« Gli è piaciuta, eh?» chiese, cominciando a guardarsi intorno « E dov’è, comunque? Non lo vedo più… Ah. Okay. Eccolo » fece una smorfia contrariata come l’ebbe individuato e poi ridacchiò « Le prende anche il giorno del suo compleanno, povero ragazzo »

« Io l’ho avvisato » protestò Remus, senza riuscire a trattenere un sorrisetto.

« Oh, Moony, ma tu lo avvisi sempre. E quando mai ti ha ascoltato? »  sospirò con aria tragica Sirius , scuotendo il capo, fintamente affranto.

«No, infatti. Non mi ascoltate mai, voi due » sorrise Remus, reggendogli il gioco e fingendosi dispiaciuto.

« Ti annoieresti da morire se lo facessimo, ammettilo » osservò lui in tono giocoso.

« Sì, probabile » concesse e Sirius proruppe in una delle sue risate roche, simili ad un latrato.

Remus sorrise stupidamente.
Non poteva proprio impedirselo. Qualcosa si muoveva dentro di lui, un calore, l’esultante soddisfazione di essere lui la causa di quella risata e non riusciva a non esserne felice.
Sirius finì di ridacchiare e cominciò a soppesarlo, quasi con sguardo sospettoso.

« Signor Prefetto-Perfetto, immagino non abbia bevuto niente » spiò, alzandosi lentamente.

Remus fece spallucce. Non era sua abitudine bere alle feste, lo sapevano bene. Anzi, a dirla tutta, non era neanche sua abitudine andarci alle feste, per quello che importava.
Sirius alzò esageratamente gli occhi al cielo e con un secco « Muoviti » lo prese per un braccio e lo trascinò via.
Lo sballottò da una parte all’altra, senza neanche dargli il tempo di protestare, e lo piantonò davanti ad un tavolino pieno di bottiglie colorate.

« Davvero, non ho proprio voglia e- »

« Zitto, Moony » intimò lui, posandogli un dito sulle labbra, leggero « Ora, scegli un po’. Posso farti un Whomping Willow, anche se è un po’ da ragazza, un Dragon Blood- te lo consiglio che è davvero una bomba- e, oh, sì, questo! L’Avada Kedavra è il migliore! Troppo buono, e poi ho un trucchetto per miscelarlo bene e-»

« No » lo interruppe Remus, occhieggiando una delle bottiglie dal colore più discreto.

« Dammi un gin tonic »

Tanto tempo prima, prima di Hogwarts, prima del lupo, era solito accompagnare il padre nel locale del vecchio Joe. Un gin tonic, chiedeva John Lupin. Sempre quello.
Remus lo aveva sempre considerato “il succo di zucca” degli adulti.
Non sapeva che sapore avesse, non lo aveva mai provato.
Non era adulto, lui. Non era pronto.
Una strana sensazione di rivalsa gli si spanse nel petto e ripeté, risoluto.

« Dammi un gin tonic »

« Un gin tonic? » obbiettò Sirius, incredulo.

« Sì » rispose semplicemente.

Il ragazzo roteò gli occhi, esasperato, borbottando a mezza voce, mentre versava un quarto di gin nel bicchiere: « Di tutti i cocktail immensamente più fighi che ti potevo fare, tu vuoi un gin tonic. Parola mia, Moony! »

Remus osservò affascinato mentre Sirius finiva di mescolare il liquido con la cannuccia e, quando glielo porse, se lo portò alle labbra tentativamente, quasi con riverenza, sotto lo sguardo scettico dell’altro ragazzo.
Ne bevve un sorso e fece una smorfia.
Amaro.
Ne bevve un altro ancora, più consistente questa volta.
Meglio.

« Beh, Moony? Ti piace? » indagò l’altro, un sorrisetto sottile ad increspargli il volto.

Remus annuì e, con un altro paio di sorsate, svuotò il bicchiere e glielo porse.

Sirius lo guardò divertito e chiese, suadente: « Altro? »

Il ragazzo annuì e fece spallucce.
Il secondo bicchiere durò meno del primo e il terzo quasi non si accorse di averlo finito. Il quarto e il quinto invece gli sembrarono quasi acqua.

Buono, però.

Al settimo, Remus cominciò a notare un sacco di cose diverse di cui non si era mai accorto.

Le poltroncine davanti al camino, quelle dove si sedevano sempre lui e James, avevano il retro più rosso della parte anteriore, sicuramente scolorita dall’usura e dalla luce del fuoco.
C’era un piccolo ritratto nella parete destra. Era davvero piccolo e insignificante, per questo non l’aveva mai notato. Raffigurava un pomposo cavaliere, con un elmo che gli nascondeva il viso e una lunga piuma di struzzo rossa in cima. Remus lo trovò sinceramente antipatico.
Oh, e poi, aveva ragione James. I capelli di Lily Evans sembravano davvero una fiamma e le danzavano sinuosi sulle spalle. Si trovò, per un attimo, incantato a seguirne il movimento.
Ah, inoltre c’era un tappeto, sotto i tavolini. E quello quando l’avevano messo?

« Moony, levati di dosso quell’aria ebete. Vieni, andiamo a prendere una boccata d’aria »

Si sentì afferrare per un braccio e si lasciò trascinare via, troppo occupato a ragionare sul perché si dicesse boccata d’aria. Perché non sorso? O respiro? O forse nasata d’aria? Aveva molto più senso, in fondo. Si respirava dal naso, no?

Improvvisamente l’aria fredda gli punzecchiò il viso e si trovò a toccarsi stupidamente le guance.

« Accidenti, Moony! Non ti starai prendendo la sbronza triste, vero? No, perché non ho proprio voglia di deprimermi! »

Remus si voltò verso il suono e rimase di stucco.

Da quando gli occhi di Sirius erano così brillanti?

Era la luna, sì. La luna rifletteva i suoi pallidi raggi sui suoi occhi grigi, ed era solo per questo motivo che sembravano perle d’argento.
E i capelli ugualmente. Neri e lisci come ebano, luccicavano dolcemente nella notte, trasformandosi quasi in fili argentati.
Erano molto belli, sì. Davvero molto.

Ma, in effetti, Remus lo stava notando proprio in quel momento, tutto Sirius era particolarmente bello alla luce della luna.
Pensò di farglielo sapere, nonostante ci fosse qualcosa dentro di lui che si ribellava all’idea di aprire bocca.
La ignorò per un attimo e osservò:

« Sei bello, Sirius »

Il ragazzo fu sorpreso e poi ridacchiò, piano: « Non lo reggi proprio l’alcool, eh, Moony?»

Remus annuì, più per inerzia che per una reale intenzione di voler dimostrare assenso e Sirius rise ancora, di nuovo quella sua risata scura, simile ad un latrato.
Lo superò per andare a sedersi sul bordo del cornicione e Remus realizzò dov’erano.

Sul tetto, vicino alla torre Ovest.

Si avvicinò a lui e vi si abbandonò pesantemente a fianco, guadagnandosi un’occhiata saputa e un’altra risatina.
Rimasero per un po’ in silenzio, con il naso per aria a guardare le stelle finché Sirius non alzò il braccio per indicare un punto nel cielo.

« Guarda, Moony. Quella è Sirio*, la stella del mio nome »

Remus seguì con lo sguardo il braccio teso di Sirius fino ad individuare il puntino luminoso che gli dava il nome.
Era luminosissima, la stella più brillante.

Come lui.

« E’ bellissima » sussurrò, incapace di trattenersi.

« Si, lo è » rispose lui con un filo di voce, prima di osservare, guardandolo di sottecchi « Ma c’è qualcosa di ancora più bello »

« Cosa? » chiese Remus, senza staccare gli occhi dalla stella.

« La luna » rispose semplicemente « la luna è più bella di tutte le stelle »

Remus sbuffò, contrariato.

« Non è vero » negò, e poi aggiunse, con una smorfia sul viso « Non mi piace la luna »

« No, Moony, certo che no » ritorse tristemente Sirius, tornando ad osservare la volta stellata.

Il silenzio si allargò fra loro. Non un silenzio spiacevole, solo pensieroso.

Remus si ritrovò ad abbandonare il cielo per fissare lo sguardo sul profilo del ragazzo di fianco a lui. Rimase quasi trafitto dall’intensità dell’effetto della luce lunare sui contorni dritti e precisi del suo volto.

Sai, mi fai bruciare gli occhi.*

Era bello, Sirius Black. Fulgido come la stella di cui portava il nome.

Non riuscì a resistere e allungò una mano per sfiorargli uno zigomo.

Il ragazzo si voltò, indugiando leggermente sul suo tocco con il capo.

« Sirius? » sospirò esitante.

Il ragazzo lo invitò ad andare avanti con un cenno in avanti del mento e un sorriso.

« Non andrai via, vero? Resterai qui? » biascicò piano, incapace di staccare gli occhi da quell’argento fuso.

Sirius aggrottò le sopracciglia, stringendo la mano ancora posata sul suo viso.

« Resterai con me? » aggiunse Remus e lui portò l’altra mano verso di lui, scostandogli una ciocca di capelli paglierini dagli occhi, con tenerezza.

« Con te, Moony? Sempre »

La forza e il calore di quello sguardo sciolsero qualcosa dentro di lui, qualcosa di sepolto da tanto, qualcosa di ignorato da tanto.
Gli si inumidirono gli occhi e distolse lo sguardo.

Puoi vedere attraverso le lacrime?*

« Ehi, Moony, no. Che fai? Perché piangi? » sussurrò il ragazzo concitato, accarezzandogli con delicatezza il viso.

« Niente, niente » rispose in tono flebile, scuotendo il capo.

Sirius gli accarezzò le palpebre, catturando le lacrime fra le sue dita, sfiorandolo con cura e adorazione.

« Remus.. »

Alzò la testa di scatto. Il suono del suo nome non era mai stato così dolce e pauroso.

Non avrebbe saputo dire chi si avvicinò per primo, né chi iniziò il bacio. Non avrebbe saputo dire quando cominciarono a scendere verso il collo, né chi dei due fece un incantesimo di riscaldamento quando la mancanza progressiva di vestiti lo rese necessario.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo passò.

Avrei aspettato un milione di anni.*

Non avrebbe saputo  dire molte cose.

Ti amerò fino alla fine del tempo.*

Sapeva solo quello.

« Ti amo, Remus. Ti amerò fino alla fine del tempo »

Solo quello.

 

 

 

 

                                                                            “I will love you ‘till the end of time

                                                                              I would wait a million years

                                                                              Promise you’ll remember that you’re mine

                                                                              Baby, can you see through the tears?”

 

                                                                                                  [Lana Del Rey- Blue Jeans ]

NdA

Ebbene, nuovo giro, nuova corsa! Che non c'entra poi un granché, ma comunque.

Allora, come si sarà capito dal banner, questa storia ha partecipato al contest "They just want to have fun: a (drunk) Harry Potter contest" indetto da SunliteGirl e Bani Chan sul forum di Efp.

Lo so, lo so, mi sono fatta prendere dal fluff. Me ne rendo conto. E' che mi venuta così... doveva essere il momento xD  Però alle giudiciE è piaciuta, e tanto mi basta :P

Due note veloci ( che poi dovrebbero corrispondere agli asterischi):

1. Sulla stella Sirio. Ho utilizzato il nome italianizzato per esigenze di “copione”, suonava meglio, ecco. Inoltre, credo che Sirio sia la stella più luminosa ma che per noi, visibile a occhio nudo dalla terra, quella più luminosa sia comunque la stella polare, senza contare il Sole, ovviamente. Ma non sono sicura, quindi, nel caso è una licenza poetica ;)

2. Le frasi in corsivo con l’asterisco sono tratte dalla canzone “Blue Jeans” di Lana Del Rey in traduzione, con un’unica eccezione: “You know you made my eyes burn”, che mi sono presa la libertà di tradurla come “Sai, mi fai bruciare gli occhi” per il semplice fatto che la traduzione esatta mi suonava un po’ male.

Che altro? Se avete commenti, critiche, suggerimenti, sono sempre ben accetti!

P.S. Ulteriore ringraziamento alle giudiciE  che mi hanno dato un pacchetto che mi è piaciuto da morire :P

  
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