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Autore: agata74    06/06/2013    5 recensioni
Ana ha lasciato Christian. In questa storia ne ho immaginato la separazione in modo un pò diverso, a partire dal punto di vista cronologico.....ma non solo!
- "Era sul punto di incontrare il leone sul suo territorio di caccia e lo stava per fare su tacchi a spillo e in abito da sera."
- "Se solo avesse allungato la mano lo avrebbe ripreso. Sarebbe stato facile. Era scritto in quegli occhi grigi, che le stavano offrendo, ancora una volta, una muta resa. Ancora una volta, continuò a combatterlo. Ancora una volta vinse. Ancora una volta, lui non si sarebbe arreso."
- "La guardava con lo stesso desiderio che prova l'assetato, come se lei fosse stata acqua nel deserto, in cui, ormai, lui arrancava in cerca di ristoro. Lei era la sua acqua, la sua salvezza, senza di lei sarebbe morto."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nessuna roccia pesa sul cuore se non quella portata dalla tua assenza
La terra si apre sotto i piedi che sempre sulla tua strada mi conducono. Maledetti!
Nella terra pianterò il tuo seme, da esso germoglierà un rovo.    
 


Quando Christian voltò lo sguardo verso Ana gli fu subito chiaro che lei sapeva chi fosse la donna che lo aveva salutato e baciato, perciò non gli restò altra strada che fare buon viso a cattivo gioco.《Signori vi presento mrs Lincoln, una mia socia in affari》
La sua voce rimarcò non poco la parola socia e, nel farlo, i suoi occhi puntarono ancora più decisi in quelli di Ana, come a volerle dire molto altro. Ma ad Ana non interessava sapere altro.
Al momento lei desiderava solo alzarsi da quella sedia, che sembrava ardere come fuoco vivo sotto il suo sedere.
Aveva pensato che l'aspetto più difficile di quella serata sarebbe stato affrontare Christian, ma Ana venne ancora una volta presa in contropiede, come le succedeva, sempre più spesso, da quando aveva lasciato entrare nella sua vita l'uomo che ora la guardava come se lei potesse morderlo.
 
La nuova arrivata, da sotto un caschetto platino, perfettamente simmetrico rispetto al suo bellissimo viso, rivolse un educato cenno di saluto agli ospiti di quel tavolo, che risposero in modo altrettanto educato, ma puntò la sua attenzione proprio su Ana. "Ma guarda un pò che coincidenza" pensò lei, senza però distogliere lo sguardo da quegli occhi che, in modo piuttosto evidente, la stavano fissando. "Bene, bene" Pensò ironicamente ancora Ana, "Vediamo chi si stanca per prima, socia in affari dei miei stivali!".
Fu Kate, intuendo un nuovo mutamento nell'umore, già nero, dell'amica, che fissava la nuova arrivata come se con gli occhi potesse colpirla in pieno viso con un gancio destro, a rompere quel silenzio imbarazzante 《Di cosa si occupa mrs Lincoln? Se posso permettermi!》 chiese con quel piglio sicuro che usava sempre quando rivolgeva le sue domande.
Nessuno poteva evitare di provare una certa difficoltà di fronte a quel tono, che, per contro, spingeva a rispondere senza esitare. "Manipolatrice" Quasi ridacchiò Ana, nel vedere che, suo malgrado, quella donna fu costretta a spostare lo sguardo dal suo viso per rivolgere l'attenzione a Kate, che attendeva una risposta.
《Gestisco una catena di saloni di bellezza, di cui sono proprietaria in società con mr Grey.》 Le rispose con mal celato sussiego e chiedendole dopo un istante《 Lei è?》 Kate replicò con tono non meno altero《Miss Kavanagh, del Seattle Times. Non sapevo che mr Grey avesse interessi nel campo della cura della bellezza...》 poi come se nulla fosse, con la modalità "domande a raffica" inserita, Kate continuò, stavolta con vero interesse professionale e non solo per impedire a quella donna di fissare la sua amica.
《Quanti sono i saloni di bellezza di cui siete proprietari?》 Chiese, senza specificare il destinatario della domanda, ma guardando nella direzione di Christian.
 
《Ne possediamo tre, miss Kavanagh, tutti qui a Seattle. Tra l'altro proprio per questa occasione ho messo all'asta due trattamenti completi nel più grande dei nostri saloni, l'Esclava》 Fu mrs Lincoln a rispondere, anche se la domanda sembrava essere stata rivolta al suo socio. Christian era però chiaramente troppo concentrato sulle reazioni di Ana per preoccuparsi dell'interesse che una giornalista poteva avere, in quel momento, per i suoi affari. Non gliene fregava niente di farle sapere quanti cavolo di saloni possedesse! Voleva solo che Ana lo guardasse di nuovo, invece di tenere gli occhi fissi sulle mani incrociate sopra al tavolo. "Maledizione, Ana, guardami!" pensò con impeto, come se lei potesse percepire i suoi pensieri, tanto più questi fossero stati intensi...
 
Era quasi certo di aver capito quali fossero quelli di lei in quel momento: lui ed Elena insieme. Poteva quasi sentirne il tormento nel profondo del suo animo, mentre immaginava ciò che lui le aveva raccontato di loro due insieme...
" Mio dio, cosa le ho fatto e cosa le sto facendo ancora!"
 
Ana cominciò a perdere il senso della discussione. Per quello che ne sapeva quella donna poteva anche avere elencato tutti gli elementi della tavola periodica, piuttosto che i trattamenti eseguiti nei suoi saloni di bellezza. "Esclava? Ma, dai! Mio Dio non è possibile, il salone si chiama Schiava? Che ironici figli di puttana. Voleva che io fossi la sua schiava sessuale, come prima lui stesso lo era stato per quella donna, che gli ha poi ricambiato la cortesia. Ma, Santo cielo, che ci faccio qui! Vaffanculo Christian! Tu e questa stronza, andate all'inferno!" Quello sfogo segreto e scurrile, lontano dal suo modo di essere pacato e tranquillo, le servì per stemperare, almeno un pò, la tensione che pesava sul cuore, come se sopra vi avessero posato un macigno. Fu proprio sull'onda di quel pensiero che alzò gli occhi su Christian. Ana lo sentiva, la stava ancora fissando. Lei ricambiò solo per un attimo quello sguardo pieno di cosa? Rammarico? Non gliene importava, non in quel momento. Poi si rivolse al ragazzo che le sedeva vicino e che, con molta discrezione, stava tenendo d'occhio ciò che le succedeva.《 Ethan, ti va di fare un giro? Non ho avuto modo di visitare la piscina, so che ce n'è una.》
 
Poi aggiunse《Vero Christian?》Nel porgli la domanda quasi non lo guardò, distogliendo lo sguardo da Ethan solo per un frazione di secondo. Christian sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Lei gli parlava senza guardarlo, lo sapeva che questo lo avrebbe fatto arrabbiare, ma evidentemente non gliene importava niente...
Intanto anche mrs Lincoln aveva chiesto qualcosa a Christian, che si voltò e guardarla, rispondendole con un rapido e quasi rabbioso《Certo Elena, ci vediamo dopo.》 Poi tornò a rivolgersi ad Ana, con una tempesta nel cuore e negli occhi. 《Sì, Anastasia c'è una piscina in giardino, è proprio dietro la struttura che ospita l'orchestra.》
 《Bene, grazie ho proprio voglia di vederla!》 Disse lei, sempre con il viso rivolto solo per tre quarti verso Christian. Anche la sua postura la diceva lunga sul suo atteggiamento...
《Se permetti Ana vorrei accompagnarti io.》 Le disse Christian, infondendo nel tono della sua richiesta desiderio e una sorta di gentile fermezza. Voleva stare solo con lei ne aveva bisogno, non poteva lasciare che si allontanasse con Ethan.
 
Lo sguardo che Ana gli rivolse avrebbe fatto arretrare chiunque non fosse stato Christian Grey, era decisamente fuoco quello che si espanse sulle onde luminose tra i loro occhi. Avrebbe voluto incenerirlo. "Ma come può essere così..."
Ana non riuscì a farsi venire in mente un aggettivo abbastanza offensivo per definirlo. Trovò comunque l'autocontrollo necessario per rispondere a quella richiesta《Grazie Christian, ma credo che tu abbia altro a cui pensare stasera! Sono certa che Ethan sarà felice di accompagnarmi. Vero Ethan?》Il suo amico le sorrise, rivolgendole un cenno di assenso.
 
Guardando quella donna che gli stava di fronte Christian non poteva credere che fosse la stessa, che non molto tempo prima era entrata, in modo a dir poco inconsueto, nel suo ufficio, sconvolgendo la sua intera esistenza, oltre che la sua giornata... Quella che aveva di fronte era una donna scostante, provocatoria e, certamente, più consapevole rispetto alla giovane incontrata in precedenza. "L'Anastasia ante e post Christian" Pensò con rammarico. "Sono stato io ad innescare il suo cambiamento. Come vorrei che fosse reversibile. Mio Dio, fa che io possa riavere la mia dolce Ana" Christian si ritrovò a rivolgere quella che sembrava proprio essere una preghiera ad un Dio al quale non si era mai rivolto prima...
 
Quando Ana si mosse per alzarsi Ethan la aiutò con gentilezza e le porse la mano. Poi si rivolse a Christian, che non si era spostato di un millimetro, mentre continuava a fissare Ana《Mr Grey se vuole scusarci, vorremmo passare.》 Disse Ethan in modo educato, ma fermo.
《Certo mr Kavanagh, prego. A più tardi Anastasia.》 Detto ciò si scostò un pò per lasciare loro il passaggio e guardò fisso negli occhi Ethan, come a volergli dire che lo stava tenendo d'occhio. Dopo un attimo voltò loro le spalle e, con la stessa eleganza con cui si era avvicinato, si allontanò da loro. Nessuno si sarebbe accorto di quanta frustrazione lo stesse avvelenando in quel momento. No, non lo avrebbe permesso...
 
Un tremore diffuso e profondo si impossessò di Ana nell'istante in cui Christian si cominciò ad allontanare, ma non lasciò che quella sensazione di vuoto trovasse un nome, continuò a camminare al fianco di Ethan. 《Ana, come va?》 Le chiese l'amico con tono tranquillo《E ti prego, risparmiami la scena della dura, perché, sinceramente, non attacca mia cara. Non stasera! Lo vedo che stai soffrendo Ana.》  "Per la verità lo vedrebbe anche un cieco che stai ancora da schifo per quel bastardo, che è riuscito a piantare rovi nel tuo cuore, laddove avrebbero dovuto fiorire splendide rose…" Pensò Ethan che, però, tenne per sè lo sfogo. Ana non aveva bisogno di sopportare anche la sua rabbia... Per quella sera le bastavano i demoni che si portava dentro a causa di Christian Grey.
Lei si limitò a scrollare le spalle, rivolgendo all'amico un sorriso che, neanche lontanamente, riusciva ad accendere i suoi meravigliosi occhi.《Davvero vuoi andare a vedere quella piscina? O era solo un modo educato per cambiare aria?》 Le chiese ancora Ethan, cercando di spronarla a dirgli qualcosa.
《Oh Ethan, non c'è bisogno che ti dica niente, lo so che hai capito! E so cosa cerchi di fare ogni volta che mi vedi così.》 Ana si poggiò una mano al centro del petto, come a volergli indicare da dove proveniva esattamente ciò che sentiva.
《Ci sto provando, con tutta me stessa, Ethan! Forse un giorno riuscirò anche a stargli vicino senza morire dalla voglia di abbracciarlo, ma per adesso non riesco a fare altro se non impedire che lui lo sappia.》 Detto ciò,  Ana guardò Ethan e piano gli poggiò il capo sulla spalla, come fosse stata stanca dopo un lungo tragitto...
Senza aggiungere altro lui la strinse a sè, continuando ad accompagnarla, non solo verso quella piscina, ma verso qualcosa, che Ana stessa gli avrebbe indicato nel momento in cui anche lei avesse capito cosa fosse. Lui era al suo fianco e non l'avrebbe lasciata fino a quando non l'avesse saputa finalmente felice.
 
Un pugnale penetrò nella carne di Christian nel momento in cui Ana si strinse all'amico, che con grande gentilezza la teneva vicina. Sentì un dolore così pungente che lo spinse ad accarezzarsi, come aveva visto fare a lei, il centro del petto. Lei era sempre più lontana ed era tra le braccia di un altro. Christian se ne rendeva sempre più conto, la stava perdendo o, forse, l'aveva già persa... Solo che non riusciva a rassegnarsi, non poteva. Era qualcosa superiore alle sue capacità, non poteva farcela come chi ha perso un arto, ma lo sente ancora parte del proprio corpo, percependone la presenza fantasma. Ana era il fantasma della sua esistenza oltre che del suo corpo. La sentiva in ogni parte di sé. La sentiva nel proprio letto, ne percepiva l'odore, poteva udirne i sospiri di piacere mentre la vedeva ancora godere sotto il proprio corpo. Ma era evanescente come un fantasma.
 
《Ma insomma, Christian, ho l'impressione che tu voglia evitarmi!》 Quando Christian si voltò per rispondere a quel tentativo di richiamarne l'attenzione, i suoi occhi erano metallo fuso dall'ira.
《Cosa vuoi Elena? La tua non è un'impressione, ti sto davvero evitando! Ti avevo chiesto di stare alla larga da quel tavolo e da lei, ma come al solito non dai retta a nessuno. Sai quanto le cose siano difficili per me in questo momento, ma ancora non ti importa. Vero? Cazzo, Elena! Come devo dirtelo di non crearmi problemi con Ana? Forse non sono stato abbastanza chiaro?》 Le parole gli uscirono così rabbiose che per la prima volta, da quando la conosceva, vide quella donna esitare un istante prima di assumere la sua consueta espressione ferma e decisa, di chi non ha nulla da chiedere o da dare al resto del mondo...
《Sei stato molto chiaro, Christian, non temere. Lo sei sempre! Tuttavia speravo di scoprire che non ti lasci ancora manipolare da quella ragazzina. Invece ti trovo qui a guardarla mentre si stringe ad un altro. Non posso credere che sia tu a comportarti come uno smidollato senza polso. Un adolescente senza spina dorsale, ecco cosa mi sembri.》 Elena gli rispose, come era nel suo stile, senza battere ciglio, senza alcun timore. Pronunciò quelle parole con un tono che dava loro la parvenza di essere quelle di un consigliere, anziché le accuse di un detrattore.
Per Christian, in effetti, molto spesso, lei aveva assunto anche la veste di consigliere, soprattutto durante la loro relazione e nei primi tempi dopo che essa si era conclusa. Negli ultimi anni era solo una buona amica e socia in affari, tuttavia da quando nella sua vita era entrata Ana le cose erano cambiate. Alcune osservazioni che Ana aveva fatto sulla relazione che lui aveva avuto con Elena gli tornavano spesso alla mente "Pensa a come ti sentiresti se si fosse trattato di tuo figlio", cambiando poco per volta la prospettiva da cui aveva sempre guardato a quella parte della propria vita.
《Pensa pure ciò che vuoi Elena, non potrebbe fregarmene di meno in questo momento. Sta’ alla larga da lei! E, se come conduco la mia vita ti dà tanto fastidio, fa’ un favore ad entrambi e stai lontana anche da me! Adesso torna pure alla festa, non ho altro da dirti nè ho voglia di ascoltarti se anche avessi qualcosa da aggiungere. Il tuo pensiero lo hai chiaramente esposto.》
Detto ciò le voltò le spalle, tornando a quel terribile spettacolo di Ana tra le braccia di Ethan...
 Christian si rallegrò del fatto che Elena avesse recepito il messaggio, non avrebbe retto al suo invadente modo di fare ancora per molto. Mentre lui da un inferno fatto di dubbi e paura osservava la bellissima Ana e immaginava il modo di prenderne a calci l'amico, la voce dell'Anfitrione della serata si diffuse per il giardino, attirando l'attenzione di tutti. Il padre di Christian stava invitando tutte le giovani donne ad avvicinarsi al palco, insistendo sul fatto che il motivo dell'adunata sarebbe andato a vantaggio del buon esito della serata, perciò nessuna delle fanciulle presenti poteva esimersi. Tutti risero davanti alle doti persuasive di mr Grey, ma nessuna ragazza rimase lontana dal palco. Ana ed Ethan tornarono al tavolo, poi lei e Kate si avviarono verso il centro del giardino, dove era stato sistemato il palco. Ethan le osservava muoversi tra gli altri ospiti. Sorrise nel notare quanti sguardi maschili furono indotti a trascurare chi avevano al loro fianco per rivolgersi a quelle meravigliose donne, che gli erano così care, l'una sorella, l'altra in modo diverso anche...
 
Carrik cominciò a spiegare che il ricavato della prossima asta sarebbe di certo stato molto alto, ne era sicuro e mentre lo diceva si soffermava, sorridendo furbescamente, sulle ragazze che gli stavano di fronte ai piedi del palco. Un grosso applauso, tutto maschile, si levò dagli ospiti quando il padrone di casa spiegò cosa sarebbe stato messo all'asta《Mie care signorine, metterete all'asta, spontaneamente e con grande zelo sono certo, il vostro primo ballo della serata. Sono sicuro che le offerte saranno proporzionate alla vostra avvenenza. Sarà un'asta senza precedenti, vista la bellezza che ho di fronte!》 Così dicendo, tra gli applausi e le risate, invitò le ragazze a salire sul palco.

Fu in quel momento che Ana e Kate si voltarono, ridendo per la situazione, in cerca di Ethan. Ana smise subito di sorridere quando, invece dello sguardo sempre sereno dell'amico, incontrò quello cupo e infuocato di Christian, che era proprio accanto a Ethan. Si stavano parlando.
Poco prima, mentre rifletteva su quanto affetto provasse per Ana e per la propria sorellina, Ethan era stato raggiunto da Christian, che si era fermato al suo fianco senza dire nulla, limitandosi a guardare ciò che lui stava già osservando...
Dopo qualche minuto di silenzio carico di tensione, fu Christian che per primo rivolse la parola ad Ethan《So che le vuoi bene e sei preoccupato per lei. Non voglio farla soffrire, non più... Se potessi cambiare ciò che è successo lo farei mille volte. Ciò che invece posso e voglio fare è dimostrarle cosa provo per lei e quanto sia diventata importante nella mia vita. Non permetterò a nessuno di impedirmelo... neanche a lei!》 Detto questo cominciò ad allontanarsi, ma la replica di Ethan lo bloccò.
《Non ho mai saputo cosa tu le abbia fatto. Non ha mai raccontato i particolari del vostro rapporto, nè il motivo per cui sia finito. Non ha detto mai una parola che aiutasse me o mia sorella a capire il perchè di tanta sofferenza. Si è limitata a dire che tra voi non poteva funzionare》Disse Ethan con tono di voce perentorio. Rivolse, poi a quell'uomo lo sguardo, che aveva tenuto fisso davanti a sè《Tu non andavi bene per lei e, forse ancora di più, lei non andava bene per te. Questo è stato il massimo che si è spinta a raccontare. Personalmente credo si tratti di una sciocchezza. Ana che non va bene per te o per chiunque altro? Ma in quale universo parallelo? Il problema non è lei! Ma questa come ho detto è la mia opinione. Kate ha provato in tutti i modi a farle raccontare il motivo della sua angoscia, quella che di notte la sveglia facendola tremare in preda al panico, in modo che potessimo aiutarla, ma lei si è tenuta tutto dentro e lo fa ancora. Vorrei cancellare dai suoi occhi la tristezza che impedisce loro di brillare come prima, ma non posso. Ciò che invece posso e voglio fare》 disse ripetendo le parole usate poco prima da Christian《È dirti che non so se tu meriti di avere una seconda possibilità con lei. Quello che le hai fatto l'ha devastata. Non ha lasciato solo te, lei ha lasciato se stessa. È rimasta solo il simulacro della magnifica donna che era. Non so come aiutarla! So che Ana merita di essere felice e, se dovrà esserlo con te, io la sosterrò, ma se così non dovesse essere, non provare mai più a parlarmi come se tu tenessi a lei più di me o di mia sorella.》 Detto ciò fu Ethan ad allontanarsi senza esitare.
 
Ana non riusciva a smettere di guardare verso Ethan e Christian."Cosa sta succedendo tra quei due?" pensò preoccupata. Li osservò parlarsi e non potè fare a meno di notare come le espressioni cambiassero sui loro volti. Ethan, prima sorpreso, mentre ascoltava, le sembrò farsi serio e deciso, quasi arrabbiato, mentre a sua volta parlava a Christian, il quale, per contro, mostrava un'espressione sempre più contrita, man mano che ascoltava le parole dell'altro.
Per Ana fu come essere colpita da un maglio. Aveva visto Christian arrabbiato, allegro, disperato, ma il dolore che vide farsi largo sul suo viso la sconvolse. Era come se le parole di Ethan lo avessero scosso, più di quanto lo stesso Christian non avrebbe mai immaginato possibile...
Per la prima volta dopo tanto tempo Ana sentì la necessità di cancellare il dolore dal viso di quel bellissimo uomo...
 
Tempo dopo si sarebbe chiesta, più volte, come aveva fatto a trovarsi di fronte a lui, senza averlo deciso...
《Christian, cos'è successo tra te ed Ethan? 》 Si sentì dire Ana, sorprendendosi ancora...
Quando lui abbassò lo sguardo su di lei sembrava stentasse a metterla a fuoco, non poteva credere ai suoi occhi. Ana, la sua meravigliosa Ana, gli era vicina, come non lo era più stata da tanto tempo. Poteva sentirne il profumo,  percepiva il calore che il suo corpo riusciva ad emanare.
I suoi occhi... poteva, finalmente, rivedere quelle molteplici sfumature di azzurro, che li rendevano così unici e speciali.
Christian fece appello alla forza rimastagli per vincere la voglia di stringerla a sè mentre cercava le parole giuste, che servissero ad entrambi...
《Anastasia, non è successo niente, abbiamo solo scambiato qualche parola. Forse era tempo...
Tempo che io vedessi le cose... attraverso gli occhi di qualcuno che sa chi sei e che ti vuole bene per questo...》
Ana non riusciva a ritrovare il giusto ritmo di respirazione, tanto era agitata nel sentire le parole dette, con voce stentata e incerta, da Christian. Lui non aveva mai mostrato incertezza in niente.
《Vai, Anastasia, mio padre sta invitando le altre ragazze a salire sul palco, l'asta sta per cominciare. Mi aggiudicherò il tempo del tuo primo ballo. I successivi non saranno destinati al migliore offerente e tu potrai concederli ad altri...》
Detto ciò Christian le regalò uno dei suoi timidi sorrisi, che lei tanto amava. Ana lo guardò per qualche istante e poi si allontanò, ancora...




Grazie per aver letto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.
Un grazie sempre molto grande a Frency, che continua ad accompagnarmi...
  
  
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