Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ary_gg    06/06/2013    2 recensioni
Allison è la figlia dei protagonisti di Through. Ovviamente le due storie sono separate e possono essere lette indipendentemente. Allison vedrà molti rapporti cambiare nel nuovo arco della sua vita, farà molte esperienze che prima non aveva mai pensato di fare e probabilmente le apriranno gli occhi. Con lei Rebekah la sua migliore amica da sempre. Lucas che lei definisce migliore amico e una nuova conoscenza Daniel. Probabilmente i triangoli sono spesso utilizzati, ma d'altronde sono anche i più interessanti. Spero che ci darete un'occhiata. Ari.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                       

 

 

 

CAPITOLO VENTITRESIMO

Allison si guardò allo specchio. Aveva indossato un vestito rosso aderente, la gonna non arrivava nemmeno al ginocchio. Ci abbinò un paio di decolté nere e dopo aver sistemato il trucco scese di sotto.

“Mamma, hai bisogno di aiuto?”
“No tesoro, è tutto sotto controllo, ma puoi finire di sistemare la tavola se vuoi. Oh, sei bellissima”
Allison sorrise radiosa.
“Grazie”
La ragazza andò nella sala da pranzo e finì di sistemare le ultime cose, dopodiché la tavola fu perfettamente in ordine. Dopo poco Rebekah e i suoi arrivarono per la cena, Allison si precipitò alla porta, non voleva che, nel caso in cui fosse Daniel, si trovasse di fronte uno sconosciuto anche alla porta.
“Oh siete voi”
“Wow che accoglienza”
Disse sarcastica Rebekah entrando tranquillamente in casa e lasciando il cappotto nelle mani dell’amica.
“Scusate”
“Tranquilla, non c’è bisogno che fingi di essere dispiaciuta, sappiamo che c’è un membro in più quest’anno!”
Anche Jason ironizzò e Allison alzò gli occhi al cielo.
“Jason, comportati bene”
Lo rimproverò la moglie, Ali sorrise e porse la guancia alla donna che la stava salutando.
“Grazie zia!”
Esclamò la ragazza depositando i cappotti sull’appendiabiti. Dopo un po’ anche Cassie e Carol arrivarono a casa Thomas sorprendentemente accompagnate da Paul. Carol stava davvero cercando di perdonarlo per aver passato mesi prima di correre da lei e da sua figlia a New York, ma le cose sembravano andare per il verso giusto finalmente. Mancavano solo Daniel e Dave, Allison sperò che non si incontrassero davanti alla porta, quello si che sarebbe stato davvero imbarazzante. La ragazza si avvicinò alla finestra sbirciando all’esterno.
“Allora, sei proprio certo di non voler strapazzare un po’ questo ragazzo?”
Disse Jason porgendo un bicchiere di scotch a Jake che lo prese scuotendo la testa.
“Ho promesso a mia figlia di comportarmi bene, non me la farebbe passare liscia stavolta”
“Oh andiamo, e io che volevo divertirmi un po’!”
“Ringrazia che il fidanzato di tua figlia sia inglese, altrimenti potevamo divertirci il doppio”
“Che simpatico che sei”
Disse Jason facendo una smorfia. Nel frattempo Allison vide dalla finestra che Daniel era arrivato, così si diresse verso la porta e l’aprì di scatto.
“Ehi!”
Esclamò radiosa e sorridente verso il ragazzo che invece era spiazzato.
“Cos’è eri appostata?”
Disse sarcastico sorridendole appena visibilmente teso.
“Mi hai privato di cinque minuti di contemplazione sullo scappare o meno”
Allison lo guardò male e lo tirò all’interno.
“Non essere sciocco”
La ragazza si avvicinò dandogli un bacio veloce sulle labbra.
“Andiamo dai”
Allison e Daniel si diressero verso la sala da pranzo, nel frattempo la ragazza cercò di dargli qualche dritta e tranquillizzarlo.
“Allora, ci sono i genitori di Rebekah che chiamo zio e zia nonostante non lo siano davvero, Steve è a Londra purtroppo per te, ma questo lo sai già, ci sono Carol e Paul e la figlia Cassie, che è venuta con me in ospedale quando mi hai tolto i punti, mio zio Dave ancora non è arrivato.”
“Non credo che queste informazioni mi saranno molto utili”
“Sto solo provando a non farti pensare di andartene, anche perché è troppo tardi”
Gli sussurrò lei entrando nella sala da pranzo. Nel momento in cui i due furono sotto la visuale di tutti, calò il silenzio. Il tentativo della ragazza di far sentire il ragazzo meno a disagio possibile era andato completamente in frantumi.
“Beh? Rimarrete lì per tutta la serata?”
Disse poi Jake cercando di rompere il ghiaccio, così anche Rebekah contribuì nell’intento andando a salutare Daniel. Con calma Allison passò a fare le presentazioni, Daniel era particolarmente confuso. Le cose diventarono nuovamente imbarazzanti non appena Dave si palesò nella stanza.
“Scusate il ritardo”
Nel momento in cui gli sguardi di Daniel e Dave si incontrarono iniziò ad aleggiare un po’ di tensione nell’aria, un po’ dovuta all’imbarazzo, un po’ all’essere consapevoli che, paradossalmente, avevano condiviso qualcosa senza nemmeno saperlo. Dave restò un momento immobile perso nei suoi pensieri, poi si riscosse e sorrise alla sorella che gli era andata incontro.
“Qualcosa non va?”
Gli sussurrò preoccupata a voce bassa mentre lo abbracciava in segno di saluto.
“No, tutto bene”
Le sorrise tranquillo e incoraggiante. Intanto Allison cercava di tranquillizzare Daniel, cosa che si stava prospettando più difficile di quanto si aspettasse.
“Ricordami com’è che mi hai convinto a venire qui?”
“Mm..non vuoi che te lo ricordi, non qui e non adesso”
Disse lei sorridendogli lasciva, lui la guardò un po’ male, ma poi accennò un sorriso.
“Ali vuoi far accomodare a tavola il nostro ospite e no?”
Disse Serena avvicinandosi ai due e sorridendo, poi richiamò l’attenzione di Jason e Jake che continuavano a borbottare in un angolo.
“Voi due vi muovete? Giuro che vi lascio senza cena!”
“Ehi, quanta ospitalità! Anche io sono un’ospite”
Borbottò Jason di proposito, Serena lo guardò male così come sua moglie.
“Ti conosco da più di vent’anni direi che posso permettermi di non trattarti con i guanti”
“Mi meraviglio che ancora non ti sia abituato al caratterino di Serena!”
Esclamò Carol mentre beveva un po’ di vino rosso dal bicchiere.
“Ehi tu da che parte stai!”
La rimproverò la donna mentre il resto della tavola rise divertito dalla scena.
“Daniel magari vuoi un po’ di vino no?”
Disse Jason mentre posava la bottiglia sul tavolo dopo essersi versato un po’ di liquido rosso nel bicchiere.
“No, grazie..”
“Jason”
Mentre Daniel rispondeva, Jake lo rimproverò.
“Cosa?”
Disse con aria innocente.
“Ha l’età appropriata, non sto mica tentando tuo figlio!”
“Be se volete io potrei”
Disse sarcastico Josh che si beccò un’occhiata fulminante da parte di suo padre.
“Giù le mani da quella bottiglia ragazzino”
“Non è quello, è che se dovessero aver bisogno di me in ospedale non sarei utile con dell’alcol in circolo”
Allison si voltò verso di lui corrucciando la fronte.
“Perché dovrebbero aver bisogno di te?”
Disse con tono acido e un po’ scocciato.
“Perché non si sa mai”
“Daniel..”
Jake alzò un sopracciglio osservandoli e dopo aver ingoiato il boccone che stava masticando li interruppe.
“Non è un po’ presto per fare la coppia sposata voi?”
I due lo guardarono, Ali arrossì un po’ e tornò ad occuparsi del suo piatto.
“Oh di certo non è la prima volta che bisticciano, non essere noioso”
Disse scherzando Jason
“Sta tranquillo è in grado di farsi perdonare cercando in lungo e in largo Ali per la città”
“Papà!”
Rebekah sgridò suo padre, mentre Denise gli diede un colpo sotto il tavolo.
“Ahi! Ehi che ho fatto adesso!”
“Non dovevi dirlo!”
Lo aggredì Rebekah, Daniel sospirò appoggiando la schiena sulla sedia.
“Ma..”
“Che sta succedendo?”
Chiese all’amica Allison confusa più che mai così come un po’ tutti lì.
“Niente, gli dovevo un favore e..”
“Gli hai detto tu della serata di beneficienza?”
“Beh si, dovevo pur farmi perdonare per averlo aggredito”
“Aggredito?”
Daniel cercò di inserirsi nel discorso senza gran successo.
“Quando è successo il casino con Lucas..insomma, non mi fidavo lo sai, ti vedevo soffrire, sei passata dal ragazzo perfetto ad uno che sembrava..”
“BEKY!”
Allison sgranò gli occhi bloccando il suo fiume di parole, la ragazza rimase un po’ a bocca aperta rendendosi conto che stava andando a ruota libera davanti a troppe persone che non dovevano sapere certi dettagli.
“Cassie, Josh, mamma e Carol sanno che state insieme”
Disse Allison per sviare l’attenzione da lei senza contare che però suo padre rischiò di strozzarsi con il vino.
“Ali!”
Questa volta fu Serena a rimproverarla, mentre Cassie diventò rossa.
“Oh bè lo sapevo grazie tante, ora lo sanno anche tutti gli altri”
Sbuffò la ragazza, mentre suo padre la guardava e poi guardò Josh.
“Ehi, ehi cos’è questa storia?”
Jason si guardò intorno, c’era una gran confusione, si grattò la testa sconcertato.
“Ok ok basta, scusate ho combinato un casino, ma io davvero volevo solo offrire un po’ di vino a quel povero ragazzo dato che era teso come una corda di violino, non c’era bisogno di scatenare questo putiferio”
Dopo un attimo di silenzio Daniel sospirò.
“Credo che la prossima volta sarà meglio che io mi limiti ad accettare”
Disse sperando di smorzare la situazione e inaspettatamente ci riuscì strappando un sorriso a quasi tutti i commensali. Da lì in poi la cena si distese ulteriormente, il peggio sembrava essere passato.
“Daniel?”
Dave si avvicinò al ragazzo in piedi che si era concesso un momento per sé, mentre guardava dalla finestra qualche fiocco di neve scendere lentamente sulle strade bagnate. Daniel si distrasse e guardò il ragazzo davanti a sé. Non sapeva cosa dire, non si erano rivolti la parola, c’era molto imbarazzo e non c’erano parole per dire tutto quello che c’era da dire.
“Non so bene cosa dire”
“Dave non devi dire nulla”
“Non ti avrei riconosciuto se Allison non me lo avesse detto. Insomma tu..tu e Tom non vi siete mai somigliati molto e bè noi non ci siamo visti molto dopo che hai cominciato il liceo”
“Era ora che mi staccassi da mio fratello..e probabilmente mi è andata bene”
Dave sospirò abbassando lo sguardo e riflettendo un po’ su tutta la situazione.
“Mi dispiace per tutto quello che è successo, davvero. Non deve essere stato facile per te, dover mandare avanti tutto da solo..eppure hai davvero raggiunto grandi obiettivi. Tuo fratello sarebbe fiero di te, lo è sempre stato, anche se tu hai smesso di esserlo di lui..per ovvi motivi.”
Daniel fu colpito da quelle parole e non seppe davvero cosa dire. Il silenzio fu interrotto da Allison che si era avvicinata a loro.
“Ehi”
Dave le sorrise.
“Ehi, io vado a prendere un altro pezzo di torta”
Dave si allontanò lasciando i due da soli. La ragazza porse a Daniel uno dei due bicchieri di champagne che aveva in mano.
“Puoi assaggiare almeno questo?”
Il ragazzo accennò un sorriso sedendosi sui posti a sedere sotto la finestra dopo aver preso il bicchiere.
“In realtà avrei potuto bere anche il vino, ma volevo un alibi per scappare in caso le cose fossero andate male”
Allison lo guardò con un misto di sorpresa e divertimento dopo essersi seduta accanto a lui.
“Sei terribile”
Disse poi ridendo.
“Bè se hai accettato lo champagne significa che è andata bene”
“Diciamo di si..hai una bella famiglia, capisco perché tu ne sei così legata”
Allison gli sorrise sincera per quell’affermazione, poi Daniel sospirò e bevve un po’ di liquido alcolico dal bicchiere.
“Charlotte è venuta in ospedale qualche giorno fa”
La ragazza fu spiazzata dalla rivelazione, dopo quello che era successo non pensava l’avrebbe più rivista.
“E?”
“Niente..si era procurata un taglio sul ginocchio..”
“Dan..”
“Ali non lo so ok? Sono confuso. Non sono pronto per questo e non voglio illuderla. Ha solo quindici anni. Non ha bisogno di qualcuno come me nella sua vita. E io non ce la faccio a..”
Il ragazzo non continuò la frase e sospirò.
“Ad affrontare tuo padre? Dan devi solo conoscere Charlotte..”
“Le due cose sono connesse..è inevitabile”
Allison non se la sentì di dire nulla, era una sua scelta ed era una cosa che riguardava tutta la sua vita e il suo passato. Sapeva quanto aveva sofferto ed era comprensibile che non si sentisse pronto per una cosa del genere, così si limitò semplicemente ad allungare una mano e intrecciare le sue dita con quelle di lui in segno di sostegno, conforto, supporto, amore..lei.

Era ormai in quell’auto da quasi un’ora. Era ancora lì davanti a quella casa fissando da lontano la porta in fondo al vialetto contornato da aiuole sempreverdi che donavano un equilibrio perfetto alla costruzione. Non era di certo il centro della città, ma era una bel quartiere borghese e tranquillo dove di sicuro si viveva bene e in tranquillità. Daniel rigirò il telefono tra le mani. Era spento. Non voleva accenderlo, sapeva che Allison lo avrebbe cercato non vedendolo in ospedale, ma aveva bisogno di fare quella cosa da solo, senza dare spiegazioni a nessuno..beh sempre se si fosse deciso ad uscire da lì.
Il ragazzo uscì finalmente dall’auto e avanzò lungo il vialetto fino a giungere davanti alla porta. Dopo aver preso un lungo sospirò, bussò alla porta e fece un passo indietro attendendo che qualcuno aprisse.
Lilian era presa dalle faccende domestiche, oramai le festività erano passate ed era sola in casa. Quella mattina avrebbe disfatto l’albero di natale da riporre in cantina. Quel Natale era stato strano. Charlie era così triste e desolata, odiava vederla così, ma non voleva che soffrisse inutilmente. Si era rivolta ad un altro medico per farle vedere la ferita e farle togliere i punti, sulla cartella clinica aveva visto la firma di quel giovane medico che tanto le ricordava qualcuno. Solo dopo aver letto nome e cognome si rese conto che assomigliava all’uomo che amava e con cui aveva costruito una famiglia anche se con non poche difficoltà.
Aveva quindi deciso di non farla tornare più lì e di sorvegliarla per tutte le vacanze. Ovviamente Eric non aveva idea di quello che stava accadendo, pensava che fosse triste per qualcosa che riguardava una comune adolescente che si trasferisce in una nuova città, e che magari fosse arrabbiata con la madre per qualche strano divieto che le aveva imposto.
Mentre era alle prese con gli addobbi da rimettere negli scatoloni, sentì bussare alla porta. Districandosi fra il caos del salone si diresse all’entrata e aprì. Quando si ritrovò Daniel davanti diventò bianca come un lenzuolo e si agitò non poco.
“Salve”
Daniel si limitò a salutare educatamente.
“Cosa ci fai qui?”
Ok decisamente Daniel sperava in una reazione migliore.
“Eric non è qui e nemmeno Charlotte. Ti pregherei di non cercare più mia figlia”
Nel momento in cui sentì il nome di suo padre qualcosa si strinse all’altezza dello stomaco procurandogli fastidio.
“Bè diciamo che è stata lei a cercare me, ma dettagli. Vorrei solo parlare con lei un momento. Sono venuto apposta ora, immaginavo che né Charlotte né..insomma che ci sarebbe stata solo lei in casa”
La donna fu spiazzata da quelle parole, così si spostò lasciando intendere al ragazzo che poteva entrare in casa.
“Scusa per il caos, stavo sistemando”
Disse allentando il tono che aveva usato fino ad ora.
“Accomodati”
Disse indicandogli il divano. Lei si sedette su quello di fronte. Daniel non sapeva davvero da dove iniziare.
“Mi dispiace di essere piombato qui all’improvviso”
“Temevo sarebbe successo”
Daniel sospirò.
“Non voglio minare l’equilibrio della sua famiglia davvero. Non sono qui per cercare Charlotte o..”
Era più forte di lui. La parola padre era qualcosa che non faceva più parte del suo vocabolario, non in riferimento a lui per lo meno.
“Tuo padre”
“Non  credo sia il termine più appropriato, non per me”
Lili capì dal suo tono e da quella frase che il ragazzo provava molto astio nei confronti si Eric e non poteva biasimarlo.
“Siete sposati?”
La donna si sentiva a disagio, parecchio, ma doveva delle spiegazioni a quel ragazzo. O forse no. Non era compito suo.
“Non credo che sia compito mio Daniel, dovresti parlare con lui.”
“La prego, non posso. Non voglio.”
“Ma vuoi comunque sapere”
“Credo che quattordici anni di tormento siano abbastanza non crede?”
La donna cercò di raccogliere i suoi pensieri e sospirò.
“No. I tuoi non hanno mai divorziato Daniel. Tecnicamente non dovremmo nemmeno condividere i nostri averi..non ho mai insistito a riguardo”
“Come..com’è possibile. Lui era un disastro. Dopo aver perso il lavoro è cambiato totalmente e..era praticamente sempre ubriaco finchè un giorno non ha deciso di prendere e lasciare sua moglie e i suoi figli in un mare di guai”
Lili si sistemò i capelli dietro le orecchie e prese un po’ di coraggio per spiegarli come erano andate le cose.
“Nemmeno io ero esattamente un granchè all’epoca. Ci siamo conosciuti in uno dei bar che frequentavamo entrambi..anche troppo direi. Eravamo entrambi completamente alla deriva. E io ero anche più giovane di lui avevo vent’anni..quando i miei scoprirono che ero incinta irruppero nel mio appartamento, dal quale stavo per essere sfrattata tra l’altro, e mi portarono in un centro di riabilitazione. Dopo un anno che ero lì ero diventata una dipendente del centro, aiutavo ragazzi, ragazze, uomini e donne e mi prendevo cura di mia figlia. Charlie aveva tre mesi, era passato un anno da quando avevamo per forza di cose posto fine alla nostra relazione clandestina, quando..”
Lili si bloccò, non sapeva se era il caso di andare avanti, non sapeva quanto Daniel era disposto ad ascoltare.
“Quando?”
La incalzò lui, voleva solo avere il quadro chiaro, solo quello, non chiedeva altro.
“Lo vidi per strada, ubriaco e..gli ho chiesto se si ricordava di me e perché continuava a farsi del male. Lui è scoppiato in lacrime dicendomi che era andato via di casa, che non voleva più restare lì e procurarvi dolore inutilmente. Voleva solo liberarvi di un peso. Così l’ho portato in quel centro pagandogli la riabilitazione finchè non ha trovato un lavoro stabile e ha potuto fare da solo.”
“Charlotte?”
“Ha saputo di lei poco dopo la sua entrata in clinica. Io praticamente vivevo lì con lei anche se in una struttura distaccata da quella dei pazienti. Col tempo ci siamo innamorati davvero e abbiamo costruito una famiglia..non è stato facile per nessuno Daniel davvero”
Il ragazzo abbassò lo sguardo serio e cupo. Non sapeva se quella storia gli procurava più rabbia, tristezza, delusione, rassegnazione.
“Senza offesa, ma una famiglia ce l’aveva e non ha avuto nemmeno la decenza di provare a vedere che fine avessimo fatto dopo che ci aveva lasciato”
Lili lo guardò dispiaciuta. Sapeva che aveva ragione, ma sapeva anche che non avrebbe mai potuto fare a meno di lui, di quello che avevano costruito. Nonostante avesse sempre saputo della loro esistenza, per egoismo non aveva mai spronato Eric a cercare i suoi figli.
“Mi dispiace Daniel. Ma io non me la sono mai sentita di spronare Eric a cercarvi e non me la sento di dirgli che Charlie ha scoperto tutto. Se vorrai lo farai tu”
Disse la donna con gli occhi lucidi.
“Puoi pensare che io sia egoista, probabilmente è vero, ma ho bisogno della mia famiglia, di lui. Charlie è una ragazzina difficile. Non a livello comportamentale e scolastico, ma è presa totalmente dal suo mondo. Le foto, i disegni, l’arte, il cinema sono i suoi migliori amici. Di reale non ha nessuno se non noi. Ci siamo trasferiti qui da solo sei mesi, siamo stati a Chicago per anni. Anche lì non ha mai avuto molti amici. Quando ha scoperto di te e di tuo fratello ha cominciato a fare mille domande ed è cambiata completamente anche con me. Si è chiusa più di prima. Perciò Daniel ti prego, non incasinare anche questo.”
Il ragazzo aveva ancora lo sguardo basso, non ce la faceva a guardarla, quelle richieste erano assurde, ma allo stesso tempo plausibili per una madre.
“Non ho nessuna voglia di rivederlo mi creda”
Disse riferendosi a suo padre, poi si alzò.
“Mi dispiace molto per Charlotte, sarebbe stato meglio se non avesse saputo nulla di tutto ciò. Io non la cercherò di certo, purtroppo per lei è una ragazzina sveglia, dovrà tenerla davvero d’occhio”
Il ragazzo si diresse verso la porta e Lili lo seguì frettolosamente.
“Daniel..”
“La ringrazio per avermi detto la verità. Addio”
Il ragazzo uscì dalla casa della donna lasciandola lì con mille pensieri, mille dubbi e mille sensi di colpa.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ary_gg