Tremavo. Il freddo dell'asfalto continuava a farmi fremere per i brividi. Ero a conoscenza del fatto che i brividi che provavo non erano solo freddo . Erano paura. Non potevo urlare.. non ci riuscivo. La voce non mi era amica in quel momento . Non avevo più sentito il suono dolce e melodioso delle parole accarezzare la mia bocca. Le labbra scontrarsi o la lingua schioccare sotto il palato per dire qualche parola d'amore o di odio nei confronti di qualcuno . Sempre e solo silenzio da quel momento . Un modo per affrontare tutto quel dolore che ero costretta a sopportare. Era davvero arrivata la fine e lo sapevo. Li avevano uccisi senza pietà, ma la preda ero io. Papà lo sapeva fin dall'inizio. “ sei speciale come pochi al mondo. È per questo che ti vogliono disperatamente”. Non avevo mai capito il motivo per cui loro mi volessero così tanto da uccidere chiunque mi proteggesse o tentasse di nascondermi. Eppure ora ero sola. Senza protezione. In attesa che compissero la loro mossa e mi trascinassero in chissà quale piano malvagio o in chissà quale dimensione di dolore che io non avevo , stranamente , ancora esplorato. Le lacrime scendevano sulle mie guancie facendomi rabbrividire di più, quando il vento gelido si infrangeva sul mio viso bianco come la porcellana. Mi guardavo intorno impaurita, alla ricerca di qualche segnale che mi desse quel barlume di speranza capace di farmi rialzare e correre via . Oppure alla ricerca di quel segnale che mi desse prova certa della mia ormai prossima fine . Era tutto così scuro in quella stradina stretta. Accasciata contro il muro e coperta in parte dal cassonetto, non riuscivo a vedere cosa si celasse all'inizio della strada. L'odore di bruciato si poteva ancora percepire nell'aria. In fondo la mia casa stava bruciando a pochi chilometri di distanza, con dentro i cadaveri di tutta la mia famiglia. Mia madre, mio padre, mio fratello, mia sorella minore e maggiore , perfino il mio cane. Tutti accomunati dalla stessa tragica fine, causata principalmente dal loro disperato tentativo di proteggere me. Ma da cosa?. Da cosa tentavano di proteggermi?. Forse da qualcosa di terribile per cui era meglio essere morta che doverlo subire. L'unica cosa che sapevo era che se mi fossi mossa avrei urlato. Il dolore per la perdita delle persone che amavo, i loro corpi pieni di sangue, gli occhi della mia sorellina spalancati dalla vista della morte e rimasti impassibili di fronte ad essa, non rendendomi più partecipe della luce dei suoi occhi. Tutto mi avrebbe colpita se avessi mosso un solo muscolo. Per non parlare poi del fatto che mi avrebbero trovata . Mi avrebbero trovata e poi tutti gli sforzi compiuti dalla mia famiglia sarebbero stati vani. Il rumore di gomme stridenti arrivò alle mie orecchie facendomi rabbrividire.

• VI HO DETTO DI CERCARLA!. NON PUO' ESSERE ANDATA LONTANO...- urlò una voce grossa che riconobbi subito. Tentai in tutti i modi di reprimere il tremolio del mio corpo e la voglia enorme di urlare. Un gemito di terrore mi tradì. Improvvisamente tutto si fece più silenzioso. Il silenzio regnava del vicolo . Pensai di essere salva, ma non osai respirare a fondo. Feci bene, ma non sarebbe cambiato molto. Un ghigno divertito spuntò sulla bocca dell'uomo di fronte a me. Urlai con tutta la voce che avevo in corpo, racchiudendomi la testa tra le mani. Rise sguaiatamente.

• Piaciuto lo spettacolo di prima zoccola?. Sono convinto che a Rupert farà piacere sapere che ti ho finalmente trovata. - disse allungando la mano verso la mia coscia scoperta . Mi dimenai disperata, cercavo invano qualcosa a cui poggiarmi e tenere la presa, ma non c'era. Mi caricò su una spalla e urlai più forte nel tentativo inutile di richiamare l'attenzione di qualcuno. Tenni gli occhi spalancati dalla paura e poi sentì due colpi secchi . Strizzai gli occhi per non vedere e urlai quando l'uomo che mi teneva crollò a terra , facendomi sbattere violentemente la testa. Gemetti portandomi una mano dietro il punto colpito. Mi resi conto di perdere sangue dalla mano sporca di fronte al mio viso. Cercai di tirarmi su con i gomiti, ma la testa mi pulsava e mi ricaddi senza risultati al suolo . Lacrime solitarie scendevano sul mio viso sporco di nero, di bruciato. Non avevo mai pensato a come sarei morta, diciamo che mi ero sempre concentrata sul mio mondo che sul mondo reale. Tutto il mio mondo era racchiuso nei libri e nella natura. Non c'erano cose più importanti per me. A me bastava un prato e un libro per essere felice. Nulla di più. Se proprio dovevo immaginarmi la mia morte me la sarei aspettata su un dondolo, mentre tenevo in mano la mia copia vecchia di “Romeo e Giulietta” e il sole tramontava sereno e tranquillo oltre le colline arancioni. Strano da pensare no?. Stavo per morire eppure non vedevo l'ora che arrivasse. Volevo che mi portasse via. Non aveva più senso continuare. Quando sentii le forze venirmi meno e gli occhi chiudersi lentamente, mi accorsi di un'ombra sopra di me.

• L'ho trovata. Aiutami Jade, dobbiamo portarla via.- disse la voce dello sconosciuto. Non mi era mai capitato di fare dei pensieri belli su una voce, ma questa era proprio bellissima, sensuale, dolce, penetrante e profonda allo stesso tempo.

  L'ultima cosa che vidi furono due occhi color pece che mi fissavano intensamente. La cosa che mi colpì di più fu il modo in cui mi guardarono. Non c'era cattiveria o lussuria, brama di possedermi per qualunque scopo, ma c'era.... preoccupazione.

TA DAAAAAAAAAAAAAAAAM!!!
Ecco cosa stava combinando la vostra cara lettrice... allora per iniziare cosa ne pensate?. Questa è la mia nuova fan fiction eeeee... se mi dite che non ci sono problemi vorrei mettere rating rosso, ma voglio sapere se crea problemi a qualcuno. Comunque no problem. A me piace tanto tanto.. non preoccupatevi , continuerò Spark Fly al più presto promesso .. ho quasi finito il capitolo, ma ora ditemi cosa pensate di questa novità e se la seguirete . 
Vi amo amori miei. 
Roby <3<3<3