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Autore: Julietaemint    06/06/2013    2 recensioni
Il suo respiro si fermò per un secondo, i suoi occhi si sgranarono. Aprì la bocca, rimasero ad osservarsi per dieci interminabili secondi.
Quando s’incontrarono, i loro sguardi s’incrociarono così intensamente da scontrarsi violentemente e allo stesso tempo sfiorarsi dolcemente; quale attrazione nasceva tra i due ogni volta che accadeva.', ecco cosa venne in mente a Jong, immediatamente.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Taemin
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dopo essere stati da Taemin, Jonghyun e Kibum si erano diretti nell’unico posto dove erano sicuri di poter star tranquilli, la casa di Jong.
Volevano star da soli, erano le ultime giornate, le ultime ore. Pochissime, prima che Jong dovesse dirigersi a lavoro.
Entrarono in casa, si chiusero la porta dietro le spalle. Jonghyun posò le chiavi sul tavolino, entrò nella cucina.
Kibummie fece un passo, le sue gambe non ressero. Scivolò con la schiena al muro, il suo viso fu travolto da un’espressione di dolore. Non riusciva ad accettarlo. Per quante volte fosse già successo, non riusciva a digerirlo, questo trasferimento. Non poteva lasciare il suo cuore, trascinando in un’altra città un corpo vuoto.
Portò le mani al viso, per asciugare le lacrime. Non riusciva a respirare – ogni suo gemito era interrotto da un sospiro, una lacrima.
Jong lo avvertì, corse subito a vedere cosa fosse successo. Stette ad osservarlo, per un momento, dalla porta. Poi si diresse immediatamente vicino a lui. Gli si sedette affianco, piegando delicatamente le ginocchia.
Senza pronunciar parola, lo strinse a sé. Kibummie poggiò la sua testa sul petto dell’altro.
Avvertiva il suo battito, il suo calore. Si sentiva protetto.
Un’altra lacrima percorse il suo viso, seguita da una moltitudine di sue simili, quando nella mente di Key tornò il pensiero di dover abbandonare tutto.
Jong cercava di tranquillizzare l’altro. Lo accarezzava dolcemente, gli sfiorava i capelli con quel suo fare sensuale, giocava con le sue ciocchette bionde, che gli si aggrovigliavano ordinatamente fra le dita.
Rimasero lì per ore, finquando Jong non dovette dirigersi a lavoro.

<< E’ ora di andare, vero? >> accennò Kibum, sussurrando.

 Jonghyun annuì. Prese il borsone e si diressero insieme alla porta.
Prima di uscire da quella casa, Jonghyun afferrò dolcemente il viso di Key con una mano.

<< Cerca di riposare, stanotte. Domani ti attende una lunga giornata. >> gli sussurrò. Poi lo baciò, sfiorando le sue labbra.
 
Kibum chiuse gli occhi.
Fu una giornata di lavoro impossibile per Jong. Il suo capo lo guardava con aria interrogativa, non riusciva ad avvitare nemmeno un bullone. Le sue mani sembravano morte, come dimostrava il pallore del suo viso.
 
Kibum tornò a casa. Fra una lacrima e l’altra riuscì a combinare le valige piene di abiti, lasciando degli outfit di ricambio per il giorno seguente e per quello della partenza. Il resto sarebbe stato prelevato in seguito.
Non c’era modo di andare contro questa storia, nessuno.
Portare Jong con se avrebbe significato strapparlo dalla sua vita, dal suo lavoro, non poteva.
 
Fu una notte insonne per entrambi.
 
La mattina seguente Kibummie e Taemin dovettero recarsi forzatamente a scuola, per confermare la lettera di dimissioni dall’istituto recapitata dai genitori al preside.
Taemin non riuscì a pronunciar parola con nessuno.
 
Al termine della scuola, tornarono nelle rispettive case per terminare i preparativi.
Quelle valige facevano quasi ribrezzo a Taemin, come componenti di un incubo talmente realistico da cui sembra impossibile uscire, come in questo caso era.
Il pomeriggio precedente, prima che Minho se ne andasse, si accordarono sul salutarsi la mattina, prima di partire. A Minho non importava più niente della scuola, quantomeno del resto.
 
Dopo aver terminato i preparativi, Taemin si stese sul letto. Era distrutto, gli occhi continuavano a bruciare. Anche le lacrime si rifiutavano di uscire, come a ribellarsi per quella situazione.
Erano le uniche a potersi ribellare, Taemin non ne aveva la facoltà. E anche se l’avesse avuta, non l’avrebbe mai fatto.
Steso sul letto, si sentì mancare il respiro. Guardò l’orologio, le otto in punto. Di colpo gli venne un impulso. Si alzò, afferrò il giubbino.
 
Omma, vado a fare un giro. E’ l’ultima sera, probabilmente resto a dormire fuori. Non preoccuparti, ti prego. Ci vediamo domattina, un bacio enorme!’ scrisse di fretta.
 
Aprì la porta e si diresse alla fermata del pullman. Quei minuti sembravano non passare mai, l’attesa era insopportabile. Il pullman arrivò. Sapeva dove era diretto, pur non essendoci mai stato.
Era un quartiere conosciuto, distava soltanto un isolato e mezzo da casa sua.
Gliene aveva parlato, di casa sua. Taemin era curioso di scoprire se la sua immaginazione corrispondesse a quell’abitazione.
 
Dlin dloon

<< Un momento. >> si sentì sussurrare da dietro quella porta. L’unica barriera che in quel momento li divideva. Finalmente si aprì.
 
<< Taemin. >> dall’altra parte, Minho era incredulo.
 
Taemin sorrise. Si sentì di colpo accelerare il battito cardiaco, i suoi boxer sembrarono improvvisamente stretti. Minho era avvolto in un soffice accappatoio di spugna azzurro, sostenuto alla vita da un solo laccio dello stesso materiale.

<< Scu-scusami. Aspetto che ti vesta, posso aspettare benissimo qui, non ho alcun problema! >> esclamò Taemin, frettolosamente. Si sentì le guance bruciare.

<< Sono io che non posso aspettare. >> disse Minho.
Taemin si sentì avvolgere da un abbraccio caldissimo. L’accappatoio di Minho gli scivolò sulla spalla. Taemin sentì la sua pelle umida sotto le sue braccia, strette intorno al collo dell’altro.

<< Non potevo restare ancora a casa. Non potevo davvero. >>
 
Seguì un bacio. Uno di quei baci pieni di passione, liberatori.
Entrarono in casa, fra un respiro e l’altro, senza mai staccarsi.

<< Aspetta, solo un secondo. >> sussurrò Minho.
Aprì la camera da letto e fece entrare Taemin. Involontariamente, come se i loro corpi lo chiedessero con tutti loro stessi, si distesero. Incominciarono ad amoreggiare, accarezzandosi.
Taemin infilò le mani sotto l’accappatoio di Minho, ad altezza del petto. Le goccioline creavano una specie di trama su quegli addominali così possenti. Vi appoggiò il viso, incominciò a baciarli.
Si accorse che Minho stava trattenendo un qualche impulso. Taemin sfilò velocemente l’accappatoio di Minho,
Si spogliarono entrambi, fecero l’amore per tutta la notte.
 
Non furono i soli. Kibum si era fatto trovare a casa di Jong, quella sera, prima che tornasse dal lavoro. Non avrebbe potuto passare un’altra notte senza di lui, non l’ultima.
Quel letto accoglieva solo loro, era diventato il loro nido. Jongyun incominciò a sfiorare gli addominali di Kibum con un solo dito, provocandogli brividi. Percorreva ogni singola linea di quei leggerissimi incavi. Fece lo stesso con la sua lingua.
 
Era quasi mattina. Minho sfiorava la candida pelle di Taemin, disteso quasi sopra di lui.

<< Dimmi che non finirà. >> disse.
 
Taemin si sentì rabbrividire.


Kibum passò una mano fra il ciuffo candido di Jong.

<< Non può andare così. Giurami che è un brutto sogno. >> disse Jonghyun, socchiudendo gli occhi.
 
Era giunto il momento di pensare a quello che sarebbe successo il giorno seguente.
  
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