Mi spiace per il ritardo, ma sono rimasta delusa quando ho letto ''0 recensioni'' nell'ultimo capitolo. Non vi posso costringere a recensire come voi non potete costringermi ad aggiornare. Tanto di questa fic non frega a nessuno, quindi eccola: è corta e non sono soddisfata per niente di ciò.
Quindi a seconda delle recensioni, deciderò se continuare.
Buona lettura, alla prossima, chissà...




- Per punizione anche tu parteciperai a questo viaggio interculturale, ti piace come idea? – mi chiede infastidita Lucy.
Mi aveva avvisato: dopo la cena, per aver rovinato la sua bella dimostrazione di avere una famiglia ‘’perfetta’’, mi avrebbe messo in punizione. Che messa in scena patetica…
Eppure lei non sa che io voglio andare. E non deve saperlo, sennò si comporterà diversamente, quindi meglio recitare la parte del ‘’povero ragazzino afflitto e furioso’’.
- No, Lucy… un viaggio con quella sottospecie di santarellina? Tutto ma non questo! – esclamo con fare teatrale.
- Bene, allora aggiungerò anche il tuo nome nella lista dei partecipanti, domani. – ghigna, lasciando il salotto, si ferma d’un tratto prima di andarsene. – Adesso meglio dormire, ho un gran sonno.
Lascio che quella vipera mi lasci solo, poi controllo che la figlia stia bene. Alla vista di quella carne… sembrava così afflitta, sconvolta… Forse davvero ci tiene al bene degli animali, non ritiene tutto questo una sciocchezza.
Dawn è stesa sul divano, dorme ed è così dolce, sembra una tenera bambina con il suo gracile corpo… ma cosa sto dicendo? Mantieni un minimo di dignità, Scott. Ricordati che lei ti ha snobbato, ti ha scaricato, rifiutato, odiato… Da quando ti comporti come un bravo ragazzo?
Dawn lo saprà molto presto, ma non può obiettare, sennò la madre si chiederà il perché e verremo scoperti. Anche se adesso non stiamo più insieme, davanti alla punizione di Lucy, deve stare muta.
Mi avvicino silenziosamente, guardandomi in giro mi accerto che nessuno sia presente nel salone. Mi fa troppa tenerezza, non posso lasciarla qui, fa freddo, non ha nemmeno una coperta addosso (anche se lei sta meglio senza indumenti…). La prendo in braccio con dolcezza, le sposto i capelli da un lato e salgo la rampa di scale che porta alla sua (purtroppo non la mia) camera da letto.
Da quando quel fragile angelo è entrato nella mia vita, sono cambiato. Non riesco a fare a meno di guardarla, è perfetta, i lineamenti delicati e lo sguardo pieno di decisione. Devo riconquistarla, io… ci tengo alla mia Raggio di Luna. Le altre non significano nulla per me.
Arrivato nella sua camera, la ripongo come se fosse una piuma delicata sul letto, mi siedo un po’ per contemplarla ancora, poi tento di alzarmi. Mi sento tirare, è lei che mi sta attraendo a sé. Mi stringe forte in un abbraccio, siamo così vicini che i nostri corpi si completano, riesco a udire i battiti del suo cuoricino.
Oh Dawn, quanto sei bella. La mia salvezza sei tu, ammetto a me stesso.
- Scott… Scott… dove sei? – farfuglia in modo incomprensibile.
Sta sognando, parla febbrilmente, sta delirando, non è sveglia, ma se ha pronunciato il mio nome, significa che almeno un po’ mi pensa quando non è sveglia e la sua mente ragiona da sola, senza essere condizionata dai rimpianti e dalle emozioni.
- Sono qui, sono qui e non me ne andrò. – la rassicura invano, baciandole la fronte.
Le accarezzo il viso, forse un angelo come lei merita molto più di uno come me, un fallito, un donnaiolo, un egoista. Dovrei lasciarla in pace, dimenticarla, Dawn ha bisogno di un amico, qualcuno che la comprenda, non di un fidanzato geloso e impulsivo. Eccomi, sono un mostro, posso fare lo stronzo con tutti, ma con lei no, non dopo tutto quello che abbiamo passato. Mi posso aggrappare solo alla speranza che un giorno sia felice, ma è impossibile, visto che io sono la causa del suo dolore. E se fuggo via da lei, diventeremo entrambi tristi.
Ma cosa sto facendo? Non dovrei trovarmi qui, ma in un letto di una qualsiasi sgualdrina della scuola, eppure io sono dove desidero stare, con la persona a me più cara. La mia salvatrice. Non riesco nemmeno a immaginare qualcuno che sfiori le sue labbra, qualcuno che non sia io, ma l’amore prima o poi svanisce, lei un giorno mi guarderà con occhi diversi, mentre il mio cuore batterà ancora per quell’angelo.
Come posso temere che gli altri ragazzi la facciano soffrire, se il primo che merita tutto l’odio che si cela nella sua anima, sono proprio io? Il ragazzo che farebbe di tutto per un suo sorriso? ‘’Cambiare aria’’, ecco cosa vuole, allontanarsi da me pensa sia la scelta più saggia, ma amare è giusto. Scappare no.
- Dawn. - pronuncio a fior di labbra il suo dolce nome.
- Hmm… - sta ancora riposando.
Devo dirglielo, tanto non mi sentirà, lei già sa quello che provo, ma io no… o almeno adesso sì. Forza Scott, coraggio., m’incito, questo non cambierà nulla, ma una voce nella mia testa mi dice che significa molto di più di quello credo.
- Dawn… Dawn… io… - esito, accarezzandole le gote pallide mentre dorme rilassata. – Ti amo.