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Autore: Moony16    07/06/2013    0 recensioni
Quella fu la prima volta che lo vidi. E mentre mi giro nelle coperte del nostro letto matrimoniale ripenso a quel giorno con un pizzico di nostalgia
***
Ti prego James non farmi fare cattive figure!» lui sbuffò
«ma non sarei me stesso! E poi cosa è il calcio?»
«non importa, che ti costa essere un po’ meno malandrino per un paio d’ore?»
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«mamma! Mamma oggi mi sposo!» non erano neanche le sei del mattino, e il matrimonio si sarebbe tenuto alle nove e mezza a villa Potter, la casa dei miei suoceri, dove io e mia madre alloggiavamo da già cinque giorni per aiutare nei preparativi. Io ero già sveglissima e correvo su e giù per la stanza, alla ricerca di qualcosa da fare. Mia madre aprì gli occhi un po’ stordita.
«Lily, tesoro, ma che ore sono?»
«le sei meno dieci. Lo so che è un po’ presto, ma dopotutto è sempre il mio matrimonio!!» mia madre grugnì e si alzò rassegnata.
«tesoro, Alice verrà solo alle sette, che hai intenzione di fare in questa ora?» disse mia madre con tono accondiscendete
«intanto facciamo colazione?» annuì, e poi prese i vestiti e si diresse verso il nostro bagno. Certo che quella villa era immensa!
Io seguii il suo esempio e mi vestii con un paio di Jeans e una maglietta a maniche corte, visto che c’era un po’ di caldo.
Andammo in cucina, dove non c’era nessuno a parte un elfo domestico, che si curò si prepararci una buonissima colazione. Risalimmo in camera che erano le sei e mezza e io inizia a tirare fuori tutto quello che bisognava per prepararmi: trucchi, elastici, prodotti per capelli, ecc … dopo circa dieci minuti che tiravo fuori tutta quella roba mi buttai sul letto, in attesa di avere qualcosa da fare. Mia madre mi aveva guardata divertita per tutto il tempo, mentre disponevo con ordine maniacale tutto sulla scrivania ormai ingombra, e adesso aveva qualcosa in mano.
«Lily, volevo darti una cosa … avrei dovuto darla a Petunia, ma non era una cosa che le si addiceva» io la guardai incuriosita, così lei aprì la scatolina e mi mostrò un piccolo diadema con motivi floreali. Io lo guardavo allibita
«ma è quello del tuo matrimonio!!» mia madre annuì
«e quello della nonna, e della bis-nonna, e della  bis-bis-nonna … ormai è una tradizione, ed è partita proprio dalla donna che ti ha donato i poteri magici: ho scoperto da poco che la mia bis-nonna era una strega, e questo diadema apparteneva alla sua famiglia. Adesso è tuo» disse con un sorriso. Io lo presi a disagio
«è bellissimo, grazie!» mia madre rise
«non ringraziarmi, dalla magia viene, e alla magia ritorna! Non è qualcosa per … com’è che ci chiamate? Babbani? Ecco, non è una cosa per noi» disse con un sorriso
«promettimi che lo darai a tua figlia» io annuì, poi riposi il diadema nella scatolina e lo poggiai nella scrivania emozionata, per poi abbracciare mia madre.
Alle sette arrivò Alice, piuttosto allegra anche per i suoi standard, che iniziò subito a prepararmi.
Alla fine dell’operazione ero bellissima: i capelli rossi acconciati in modo da far risaltare il diadema, un trucco leggero e delicato, che evidenziava i miei lineamenti dolci, e una collana che richiamava il regalo di mia madre. Alla fine misi il vestito, che aveva un piccolo strascico con la fine ricamata, che poi saliva dolcemente  fino ai fianchi, dove si univa con il corpetto sempre ricamato, con una scollatura elegante e delle spalline sottili. Avevo dei guanti lunghi fino al gomito, sempre bianchi, e un paio di decolté del medesimo colore, semplicissime. Alle nove ero pronta, e avevo mezz’ora libera, in cui tutte le mie vecchie compagne di scuola vennero in camera mia per farmi gli auguri e per abbracciarmi. Alle nove e mezza mi diressi verso il tendone che era stato montato per l’occasione. Mi ritrovai fin troppo presto davanti a all’entrata del padiglione, che era strapieno di gente, e tutti guardavano me, James in primis, che fra l’altro avevo una faccia da pesce lesso. Accanto a lui c’era Sirius, il nostro testimone. Mary mi faceva da damigella e Alice da testimone. Feci un bel respiro e iniziai a camminare
Una passo
E se mi lascia all’altare?
Un passo
Non lo farà
Un passo
E se inciampo nello strascico?
Un passo
Fai attenzione a non cadere con questi maledetti tacchi
Un passo
E se ci attaccano i mangiamorte?
Un passo
Questo luogo è protetto
Un passo
Ma c’è anche tutta l’ordine della fenice
Un passo
Oddio mi guardano tutti
Un passo
Spero che James non svenga
Un passo
Sto arrivando!
Un passo
Perché James non chiude quella bocca?
Un passo
Ecco, ce l’ho fatta!
Ero accanto a James, che mi guardava meravigliato. Notai ancora una volta quanto fosse bello e anche che quell’espressione raggiante, che metteva su in certi momenti, lo rendevano quasi tenero. Quasi.
«signore e signori, siamo qui riuniti oggi per celebrare l’unione di James Potter e Lilian Evans …» cominciò con voce tonante l’uomo del ministero incaricato di celebrare il mio matrimonio. Continuò a parlare ma io non lo ascoltavo. Ero persa nei miei pensieri, pensavo a come sarebbe stato vivere così lontana da mia madre, con la sola compagnia di James. Mi chiedevo come avrei dovuto far fronte a tutti quei bruschi cambiamenti, a quello che sarebbe successo di lì a poche ore, e non potevo che sentirmi piccola, perché James aveva di sicuro molta più esperienza. Sussultai quando sentì James dire
«si lo voglio» e mi rilassai a quelle parole, che lo avevano fatto mio per sempre.
«e vuoi tu, Lilian Evans, prendere James Potter come tuo marito, e amarlo e rispettarlo per tutti i giorni della vostra vita, nel bene e nel male, in salute e nella malattia, finché morte non vi separi?» presi un bel respiro e sorrisi a James
«si, lo voglio»
«ebbene io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa» notai con la coda dell’occhio che mia madre piangeva, seguita dalla madre di James, prima che James posasse le sue labbra sulle mie, in un bacio dolce più del miele, ma piccolo e delicato, quasi timoroso. Tutti applaudivano, e io ero così felice che temevo di scoppiare. Prima che tutti gli altri si iniziassero a congratularsi con me, James mi sussurrò all’orecchio:
«auguri signora Potter» io risi
«per te resterò sempre Evans, capito Potter?» e lo baciai. Lui rise e si staccò, poi iniziammo a dedicarci ai nostri parenti e amici che, chi in lacrime e chi raggiante, erano desiderosi di attenzioni.
 
Sorrisi fra le lenzuola. Decisamente quello era il giorno migliore della mia vita, e niente avrebbe mai potuto rovinarlo. Il sonno mi prese prepotente, e io mi abbandonai fra le braccia di Morfeo sfinita da quella giornata, con ancora l’ombra di un sorriso sulle labbra.
  
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