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Autore: Stella_Del_Mattino    07/06/2013    3 recensioni
- Mirtilla porta gli occhiali! Mirtilla è una quattr’occhi! Mirtilla porta gli occhiali! - .
Mirtilla era stufa delle prese di giro di Olive. Tutti se la prendevano solo con la povera Mirtilla. La vita è ingiusta. Ma anche la morte lo è : arriva sempre quando meno te lo aspetti, come in un bagno.
Questa one shot partecipa al contest "Poi salutò la morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vida da pari a pari " di Alweis sul forum.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirtilla Malcontenta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Mirtilla porta gli occhiali! Mirtilla è una quattr’occhi! Mirtilla porta gli occhiali! - .

Un nuovo singulto scosse la ragazzina pallida che ormai da ore occupava il gabinetto centrale del bagno del secondo piano. Le parole sibilline di Olive Hornby risuonavano ancora nella sua testa.
- I miei occhiali sono così brutti? E allora le sue codine color fieno? Quelle non sono ridicole? Sì, lo sono, però nessuno glielo fa notare! Tutti se la prendono solo con la povera Mirtilla … - piagnucolò la giovane Corvonero, rivolta ad un ascoltatore inesistente.
Mirtilla tirò su con il naso e si asciugò le lacrime con la manica della divisa.
- La vita è ingiusta - mugolò tra sé. Era stufa di tutte quelle prese di giro e soprattutto era stufa di Olive. Non voleva più essere “Mirtilla la Quattr’occhi”.
- Credi di essere migliore di me, ma non lo sei! - mormorò con rabbia, immaginando di avere davanti la sua rivale, mentre le lacrime riprendevano a scendere copiosamente sulle sue guancie. - Un giorno me la pagherai, Olive.
Improvvisamente udì un rumore fuori dal gabinetto. Era un suono strascicato, come quello prodotto dai passi di chi non sa fare le risvolte, perciò cammina con i pantaloni sotto le scarpe. Doveva essere un ragazzo, forse qualcuno che si era ricordato di lei.
- Troppo tardi - soffiò Mirtilla a denti stretti. - Mi hanno lasciata qui da sola per ore, non sarà certo un ragazzo mandato da qualche professore a cambiare la situazione.
Inspirò profondamente, poi si voltò e appoggiò una mano sulla maniglia della porta del gabinetto.
Forza Mirtilla, adesso apri e lo mandi via. Anzi no, appena lo vedi gli urli:  - Vattene via, brutto maleducato! -, così se ne andrà  da solo. Sì, è la cosa migliore da fare.  
Mirtilla strinse più forte le dita intorno alla maniglia, ma esitò ancora per qualche attimo.
Conterò fino a tre. Anzi no, meglio fino a cinque.
Uno … Udì di nuovo il suono strascicato.
Due … Ad esso si aggiunse un sibilo, forse una risata mal repressa. Chiunque ci fosse nel bagno, probabilmente stava ancora ridendo di lei.
Mirtilla contrasse la mascella, stizzita.
Tre … Il rumore si stava avvicinando.
Quattro … Era sempre più vicino.
Cinque …Era proprio davanti alla porta del suo gabinetto.
Mirtilla abbassò la maniglia e tirò con forza la porta verso di sé, spalancandola. Subito due occhi gialli, innaturalmente grandi e spaventosi, la fissarono. La ragazza non ebbe il tempo di fare niente, perché immediatamente perse la percezione della realtà ed ogni sensazione fu sostituita da un freddo pungente, quasi doloroso, che si impadronì delle sue membra. Persino le lacrime, che ancora le bagnavano il viso, diventarono di ghiaccio.  Il suo corpo non rispondeva più alla sua volontà, non sentiva più il battito accelerato del cuore e nemmeno il fastidioso bruciore degli occhi, causato dal pianto prolungato. Non sentiva più niente : era morta.
Mirtilla non riusciva a crederci, non voleva crederci : non poteva essere morta, non era giusto. Era troppo giovane per morire, non era il suo momento, eppure era morta ugualmente ed era tutta colpa di Olive Hornby.  Non poteva andarsene senza avergliela fatta pagare.
Improvvisamente riuscì a vedere il proprio corpo : era disteso sul pavimento del bagno, rigido e mortalmente pallido, come un blocco di marmo. I capelli neri giacevano sparsi ai lati della testa, bagnati dall’acqua proveniente da una perdita del gabinetto, mentre gli occhi fissavano un punto indefinito, ma ormai non vedevano più niente : le pupille erano spente e gli iridi lattiginosi.
Adesso aveva un nuovo “corpo”, se così lo si poteva chiamare : era evanescente ed emanava una pallida luce azzurrina, ma per il resto era identico a quello che giaceva a terra ed aveva persino la divisa dei Corvonero.
Era destinata a rimanere adolescente, non avrebbe mai potuto crescere, avere un marito, dei figli, un lavoro  e per questo doveva “ringraziare” Olive, ma non gliel’avrebbe fatta passare liscia, l’avrebbe tormentata fino a portarla alla follia, se necessario. Le avrebbe restituito una ad una tutte le prese di giro subite.
Olive Hornby le aveva fatto perdere la vita, adesso Mirtilla si sarebbe assicurata di rovinare ogni suo attimo di felicità.
  
Note dell'autore:  Olive non è una mia invenzione, bensì il vero nome della ragazza che prendendo in giro Mirtilla ha indirettamente causato la sua morte e poi Mirtilla per vendetta ha rovinato il suo matrimonio (mi sono documentata su Wikipedia, alla voce “Fantasmi” in Harry Potter).  Questa è un po’ la mia interpretazione della morte di Mirtilla, visto che, a differenza di altri personaggi, come Silente, o Lily, o Piton, dei quali si sa esattamente come è avvenuta la morte, di Mirtilla si sa solo il fatto dei grandi occhi gialli del Basilisco che la hanno uccisa, come spiega lei stessa ad Harry in “Harry Potter e la Camera dei Segreti”, quindi ho provato a immedesimarmi in lei per ricostruire il tutto nel modo migliore, fino a quando decide di rimanere sulla Terra come fantasma, spero di esserci riuscita. 

Recensite in tanti!!!! :)

  
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