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Autore: Jane_    23/12/2007    10 recensioni
Un piccolo regalo per tutti i fan della good ship. È Natale, anche per Ron e Hermione.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Christmas roses
il regalo più bello che mi potessi fare



“Shhhh.”
“Ron, ma dove…”
Mi aveva bendata non appena materializzati e da ormai dieci minuti camminavo alla cieca appena innanzi a lui, senza lasciargli mai la mano, con la paura di urtare qualche passante. Aveva così insistito perché ci alzassimo da tavola prima di chiunque altro, interrompendo il cenone della Vigilia di Natale per fare una passeggiata.
Nevicava, ma non avevo saputo resistere. Sin da bambina, adoravo camminare per le vie illuminate mentre la neve scendeva soffice, mischiandosi alle luci colorate, producendo colori che mi facevano brillare gli occhi. E poi, si trattava di fare tutto questo insieme a lui, fra le sue braccia. Sapeva l’effetto che riusciva a farmi. Anche a costo del cenone di Molly.
“Te l’ho detto amore, la condizione era non fare domande. E tu hai accettato.”
“Non mi pare che fra le tue condizioni di fare una passeggiatina romantica mentre aspettavi il dolce hai accennato al fatto di bendarmi! Ti prego, mi sento a disagio a camminare così, chissà che cosa dice la gente, potrei urtare chiunque!”
“Ci sarei io in tutto il mio splendore, pronto ad augurar loro un felice Natale.”
Faccio per lanciargli la mia borsetta. Non posso vederlo, ma sono sicura che il suo viso si è istintivamente contratto in un sorriso divertito. Un motivo in più per odiare questa benda.
Gli stringo più forte la mano, mentre lo sento accarezzare i miei capelli.
“Ti prometto che non accadrà niente di tutto ciò, amore. Ci sono io qui con te. Ti fidi?”
Ho completa fiducia in te, Ron. Ti seguirei anche in capo al mondo, ma tu promettimi che sarai sempre qui, accanto a me.
“Promettimi che non mi lascerai mai sola.”
Mi fermo e appoggio la mia testa sul suo petto. Lui mi stringe da dietro, di rimando; nel calore del suo abbraccio mi sciolgo, accoccolandomi ancora di più vicino a lui.
Continua a nevicare. Potrei rimanere così per sempre.
“Non ti lascerò mai sola, Hermione. Non potrei. Non vorrei.”
Me lo sussurra piano contro i miei capelli, facendomi rabbrividire. Lo sente e mi stringe ancora di più, quasi per paura che possa prendere freddo, forse male interpretando i motivi del mio tremare.
“Mi dispiace che tu abbia freddo, ma in sella ad una scopa sarebbe stato ancora peggio, senza contare poi il tuo poco amore per questo mezzo; e smaterializzarsi per un tratto più lungo di quello che abbiamo già fatto sarebbe stato troppo poco romantico, la notte di Natale.”
Mi giro di scatto, tastandogli il viso che non posso vedere, cercando le sue labbra. E lo bacio.
Lo sento sorridere contro le mie labbra prima di ricambiare e lo sbuffo d’aria che produce mi manda in estasi.
“Ti amo, Ron,” gli sussurro a fior di labbra tra un bacio e l’altro. “Anche se questi tacchi cominciano a farmi male. Quando termineremo la nostra escursione?!”
“Siamo quasi arrivati, ma d’accordo. Mia principessa, se le sue scarpette cominciano a farle male, sono ai suoi ordini.”
Rido, speranzosa che di lì a poco mi sarei ritrovata alla Tana e non più bendata; invece mi sento sollevare in aria. Anche contro le mie proteste, continua a portarmi in braccio e non posso fare a meno di continuare a ridere e di stringermi ancora più a lui. Sento il cigolio di un cancello che si apre, poco dopo appoggio i miei piedi nuovamente a terra. Lui mi slaccia dolcemente la benda, sostituendola invece con le sue mani. Quando le scosta, permettendomi di riaprire gli occhi, mi trovo davanti a una porta di quercia lievemente intarsiata, con il grazioso pomello dorato che mi invita ad aprirla.
Il giardinetto attorno a noi è delimitato da un basso cancelletto metallico, semiaperto. Dev’essere quello il cui rumore ho sentito poco prima.
La casa, su due piani e con un dolce profilo di altri tempi, è di un azzurro delicato ed elegante.
Non l’ho mai vista prima.
“Ma cos-”
“Buon Natale, Hermione.” Estrae dalla tasca una piccola scatolina rossa, invitandomi ad aprirla con un bacio. Sento i suoi occhi puntati su di me, in attesa di vedere la mia reazione.
Intuendo l’importanza del contenuto di quella scatolina, mi affretto a sciogliere il nastro che la tiene chiusa; emozionata, confusa, innamorata.
Il piccolo cofanetto si apre da solo nelle mie mani, rivelando quello che racchiude.
Una piccola chiave.
La stringo in mano, confusa più che mai, permettendo al suo luccichio dorato di giocare con i bianchi bagliori della neve.
“È così bella,” gli dico sorridendo. “Ma Ron, perché dovrei aprire questa porta?”
Lui sorride sereno, divertito di fronte al mio sguardo spaesato, invitandomi ad aprire la porta davanti a noi con la piccola chiave che tengo in mano.
“Per passare la serata con l’uomo più affascinante del mondo! Questa casa sarà nostra per il resto della notte, se vorrai. Tutto ciò che voglio, questo Natale, è stare con te.” “E diciamo che il proprietario era felice all’idea che due innamorati passassero insieme la notte di Natale,” ma non riesce a continuare la frase senza prima arrossire in zona orecchie. “Sempre che tu sia d’accordo con lui, principessa.”
“Vuoi dirmi che hai corrotto il proprietario di questa stupenda casa perché la lasciasse a te la Vigilia di Natale?!” dico con finto tono di rimprovero, ridendo. “Tutto per te, amore. Allora, entriamo?”
“Sì, Ron. Tutto ciò che voglio, questo Natale, è stare con te.”
Giro in fretta la chiave nella toppa. Appena entrati, mi impedisce ancora per un attimo di vedere, posandomi una mano sugli occhi, mentre con l’altra accende le luci con un colpo di bacchetta.
Ci troviamo in una grande sala dai caldi pavimenti in legno. Finestre molto ampie danno la vista su un bel giardino; le pareti che non sono occupate dai vetri sono interamente coperte da grandi librerie in legno. Molti scaffali sono vuoti.
In fondo, delle porte danno sulle altre stanze e una massiccia scala in legno porta al piano superiore. Al centro della sala c’è un grande albero di Natale, decorato e illuminato. Non riesco a descrivere la sensazione di familiarità che mi pervade: è come se non fosse affatto la prima volta che vedo tutto ciò, sembra che ogni scaffale sia stato costruito apposta per me.
Mossa da una forza interiore, mi sposto a vedere le altre camere, con la mano di Ron che non mi lascia mai. Il senso di calma che quel luogo diffonde non mi abbandona, ma lo stesso vale per la confusione: come il salone d’ingresso, tutte le stanze sono praticamente vuote. Com’è possibile che ci viva qualcuno qui? E a che scopo passare la notte in una casa vuota, per quanto affascinante? Ci sarebbe una sola spiegazione.
Saliamo al piano superiore, dove molte stanze, anch’esse vuote, potrebbero facilmente essere adibite a deliziose camere per i bambini, o per gli ospiti. Giunti a quella che deduco essere la camera da letto, dalle brillanti pareti color pesca, rimango incantata dalla vista che dà sul giardino; la neve colora tutto di un luminoso bianco.
Rimango un po’ a guardare i cristalli di neve che continuano a imbiancare il cielo, stretta accanto a Ron, pensando che è davvero il Natale più bello che potessi desiderare. La magia della neve e dell’uomo che amo.
“Grazie, Ron,” gli dico in un sussurro. “È il regalo più bello che mi potessi fare. Vorrei stare qui, con te e la neve, per sempre.”
“E preparati a ricrederti, amore.”
Gli brillano gli occhi. Come a compiere finalmente un’azione che si ripropone da tempo, mi trascina velocemente al piano di sotto, fino a trovarci in giardino. “Da qui la neve si vede meglio.”
Ha ragione, riesco ad ammirare da vicino la bellezza del giardino, in ogni piccolo particolare.
Mi fermo davanti a un bellissimo arbusto di rose di Natale.
“Ron, questa casa è bellissima, ma perché ci troviamo proprio qui questa notte?”
“Potrai stare qui per questa notte, la prossima e la prossima ancora, se vorrai. Signorina Granger, questa è casa sua, nostra. Se lo vuoi.”
Non riesco più a connettere il cervello con le restanti parti del corpo. Dopo un tempo che sembra infinito, riesco a pronunciare quelle che all’inizio sono solo sillabe tremolanti.“Tu… tu hai comprato questa casa? Per noi?” Devo essere in paradiso, o almeno in qualche mondo parallelo.
“Io… sì,” semplicemente.
“Voglio svegliarmi ogni mattina, Hermione, avendo accanto la donna che amo. So che siamo ancora giovani, ma credo di essere cresciuto per la Tana; e non fraintendermi, il tuo letto è comodo,” lo interrompo tirandogli un pugno, fintamente scandalizzata, “ma voglio stare insieme a te ogni giorno, soltanto con te. È da qualche tempo che Harry mi aiuta nelle ricerche; e questa casa sembrava aspettare solo me.”
“Harry sapeva?” dico, colpita che qualcun’altro abbia condiviso questa gioia prima ancora di me stessa.
“Il bambino sopravvissuto sa che doveva mantenere il segreto, se voleva continuare a vivere in buona salute.” Ridiamo entrambi, pensando al povero Harry che ha dovuto improvvisarsi persino agente immobiliare.
“Volevo davvero che fosse una sorpresa. Ne è entusiasta anche lui, è a nemmeno un isolato da casa sua e di Ginny. E abbiamo pensato che il giardino era perfetto per giocare a Quidditch, io e zio Harry potremo insegnare qui le tattiche ai nostri bambini.”
Ha detto con tanta tenerezza l’ultima frase, non senza arrossire, che non posso trattenermi dal pensare che sono la donna più fortunata la mondo. Fermo il suo discorso e lo bacio con tutto l’amore che ho in corpo, sperando di riuscire a trasmettergli tutto quello che provo.
“Ti amo, Ron, ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. E voglio vivere con te, qui.”
All’improvviso si inginocchia di fronte a me, noncurante della neve fresca; ed ha uno sguardo che non gli ho mai visto prima.
Tira fuori dal cappotto un’altra scatolina rossa identica alla prima e con le stesse parole mi prende per mano, consegnandomela fra queste.
“Buon Natale, amore.”
La apro subito e il mio cuore manca un battito. Davanti a me c’è un bellissimo anello, al cui centro brilla un candido diamante. Incapace di pronunciare alcunché, lascio che me lo metta al dito.
“Hermione, vuoi rendermi l’uomo più felice del mondo?” Oh, Ron.
“So che siamo ancora giovanissimi, ma io non voglio e non posso aspettare un minuto in più senza di te. Mi sono innamorato di quella ragazzina dal primo giorno che l’ho vista sul treno, ormai dodici anni fa. È vero, c’è voluta metà della mia vita prima che me ne rendessi conto e non me ne vanto, ma ora voglio che tutti sappiano che è mia. Hermione, non ti prometto che non ci sarà nessun dolore nella nostra vita, ma vale la pena di provare ad essere felici. E io posso esserlo solo con te, se mi accetterai per quello che sono. Voglio una bimba con i tuoi occhi, anzi, voglio una miriade di bambini a scorrazzare in questa casa, qualunque colore degli occhi avranno, amore.”
“Sposami, Hermione.”
Per un momento mi sento troppo stordita per riuscire a parlare: ho davanti a me l’uomo che amo - da quando la sua espressione non era altro che quella di un buffo ragazzino – e che adesso ha negli occhi uno sguardo che non gli ho mai visto, pronto a darsi a me completamente.
Vorrei urlargli il mio sì con tutto il fiato che ho in corpo, ma la sua bellissima sorpresa in questo momento non mi concede altro che lacrime di felicità.
“Sempre questo tono di sorpresa,” mi sussurra con un sorriso, cercando di calmarmi, ma so che è in attesa della mia risposta. Per quanto questa gli sia palese, ha ancora una punta d’ansia negli occhi.
Allora mi chino accanto a lui, noncurante della neve e del freddo. E lo bacio come non l’ho mai baciato in vita mia, sperando che riesca a capire la mia risposta. “Era un si?” mi sussurra, quasi a contatto con le mie labbra.
“Sì, sì, sì, sì un milione di volte Ron. Per sempre.”
“È il regalo più bello che mi potessi fare.” ripete commosso, stringendomi a lui.
E sprofondiamo nella neve, fra le rose di Natale, pronti a inaugurare il nostro nido d’amore.

  
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