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Autore: scandros    16/07/2003    0 recensioni
La speranza di un amore é sempre viva dentro di noi e prima o poi questo sentimento ti travolge come un'onda. Holly e Patty lo sanno!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

 

I pensieri di lui

 

 

 

Passeggiando in quella bella giornata si avviò verso il campo di calcio. Il mister aveva radunato i calciatori e le manager per mezzogiorno. Doveva dare loro un’importante comunicazione.

 

- Ciao Patty. - le disse Eve incrociandola lungo la strada.

- Ciao Eve, tutto bene? -

- Ma certo. E tu? -. L’amica alzò le spalle. Evelyn aveva saputo da Patty cos’era accaduto quella primavera di tre anni prima, di come Holly l’avesse cercata e le avesse fatto promettere di restare ad aspettarlo. Nonostante tutto, vedeva l’amica struggersi per quell’amore impossibile oramai da anni.

- Senti, io e Bruce andiamo al cinema. Ti va di venire con noi? -. Patty sorrise. Il pensiero che lei e il difensore della New Team stesero insieme da oramai un anno la divertiva.

- Ti ringrazio Eve, ma non mi va di fare la candela. Non mi divertirei e penserei comunque ad altro. E’ un chiodo fisso il mio. Non riesco a non pensarlo, a vivere in sua funzione, nella speranza che un giorno torni da me. E’ un mio problema, non posso coinvolgere anche te e gli altri. Ti ringrazio perché sei un’amica sincera. - rispose sorridendo. - Cosa farai adesso che è finita la scuola? - le chiese cercando di cambiare discorso.

- Penso che darò una mano ai miei in negozio. Sai, non è che fossi proprio una secchiona io…non penso di essere molto portata per l’università. E tu? Hai deciso se accettare o meno la borsa di studio? -

- Io? Sicuramente andrò all’università anche se non so in quale città! -

- Non andrai a Tokyo? Pensavo volessi andare con Amy a Lettere. - le chiese sorpresa.

- No, non penso. Ho avuto modo di pensare a questo. Sai, mia nonna diceva sempre che ognuno di noi dovrebbe seguire la strada che ha nel sangue. Mi ci vedi a fare la parte di una professoressa di lettere? Io per nulla. Io amo lo sport e penso che l’unica maniera per continuare a coltivare questa mia passione sia fare giornalismo. E’ una cosa a cui ho pensato tempo fa ed è per questo motivo che due anni fa mi sono iscritta ai corsi integrativi di lingue straniere. Non ti nascondo che mi piacerebbe andare a studiare negli Stati Uniti. Sto pensando di fare domanda a Yale e Harvard. -

- In America? Lasceresti il Giappone. E Holly? -

Chinò il capo e sorrise. La sua vita era sempre girata attorno a quella figura e adesso che si trovava ad un bivio, non poteva permettersi di sbagliare.

- Il mio sentimento per Holly è così forte che se mi chiedesse di seguirlo, non ci penserei due volte. Ma non l’ha fatto. Dopo la sua partenza, non l’ho più visto. Di lui mi sono rimasti i ricordi, le lettere, le telefonate di auguri, ma mai una visita. Ha sempre detto che era troppo impegnato e che per diventare un calciatore professionista doveva assolutamente sottoporsi ad allenamenti durissimi. Ed io gli credo. So bene quanta passione ci metta in quello che fa. Holly probabilmente resterà in Brasile, e se tornerà, non resterà in Giappone. I preliminari dei mondiali under 19 sono terminati. Tra un po’ inizieranno i gironi eliminatori. Tutti si chiedono se verrà convocato. Fino ad ora la squadra ce l’ha fatta anche senza di lui, grazie al ritorno di Tom e di Benji. Non resterà in Brasile per sempre. -

- E tu sei stanca di lui? -. Patty non parlò.

- Assolutamente no. Sento ancora il calore del suo abbraccio sulla mia pelle, ed è quello che mi ha dato la forza di continuare, la sua promessa, le sue parole. Tuttavia, penso che sia giunto il momento di fare qualcosa per me, costruire il mio futuro, come ha fatto lui. Invidio il suo coraggio. Ha lasciato tutto per realizzare il suo sogno. -

- Ne hai parlato con Holly? -

- Non ancora. Non ho avuto modo di scrivergli tutto questo. Volevo vagliare le varie situazioni, pensare a quella più conveniente per me…

- E forse anche per lui! Patty tu vivi in sua funzione. Quello che hai detto è giusto: hai diritto quanto Holly a farti una vita. E se dovesse tornare con altri pensieri? Pensa anche a te stessa per una volta. Va per la tua strada, sfrutta quella borsa di studio: hai lavorato tanto e te la meriti. -

- Hai ragione Eve…ma forse la mia è solo paura…

- Non è la paura di affrontare qualcosa di nuovo: è il timore che lui non torni da te. - rintronò Evelyn. Erano arrivate al campo. Patty si era fermata. Aveva ragione. I suoi timori non riguardavano l’università ma la possibilità di affrontare una nuova vita senza di lui. Era questo che la spaventava. Temeva che una nuova esperienza di studio avrebbe potuto affievolire il sentimento che provava nei suoi confronti.

- Eppure, Patty, oramai, dopo tre anni dovresti esserti abituata alla sua assenza. - esclamò glaciale. Sapeva che l’amica stava soffrendo per quelle parole, ma era l’unica maniera per farle prendere una decisione che da tempo rimandava. - Se Holly si opponesse alla tua decisione di andare fuori a studiare, si comporterebbe in maniera del tutto egoistica. Ricordati Patty che hai diritto quanto lui di realizzare i tuoi sogni. Tu hai le carte in regola per farlo. Non lasciare che le tue paure ti portino via i sogni.

- Se Holly ti vuole bene, capirà, accetterà i tuoi cambiamenti esattamente come tu hai accettato i suoi. E non potrà che essere orgoglioso della sua migliore amica. -

- Già..la sua migliore amica. -

- Avete un rapporto un po’ strano: secondo me sei più di un’amica per lui…altrimenti non avrebbe rischiato di perdere l’aereo per salutarti. Non ci pensare. Un ultimo consiglio: quando vi vedrete, la prossima volta, digli quello che provi. Non puoi continuare a crogiolarti nei dubbi. Almeno, una volta per tutte riuscirai a far chiarezza sui tuoi e sui suoi sentimenti. Soprattutto sarai coerente con il tuo cuore e con la mente. -

- Grazie Eve. Tutto quello che hai detto è giusto ed è quello che penso io. Ma non è facile. Ho sempre vissuto per lui, per la squadra e adesso che tutto è finito, adesso che stiamo diventando grandi…sono assalita da dubbi e incertezze. Penso di avere bisogno di tempo. Anche se oramai ho preso la mia decisione: che torni o non torni Holly, se non cambia qualcosa nel nostro rapporto, andrò all’estero a studiare. -

- E’ così che ti voglio sentire parlare. Voglio molto bene al nostro capitano, e non capisco perché dobbiate soffrire così. -

- Pensi che non avrei desiderato vivere un rapporto stabile e semplice come il tuo? -

- Scherzi? E’ vero che sono felice del mio rapporto con Bruce ma quello che hai da raccontare tu, io non lo ho…

- Smettila di dire stupidaggini. E’ meglio avere una relazione sicura e non tentennante come la mia. -

- Beh, forse hai ragione. Guarda, i ragazzi sono già arrivati. - le disse indicando i giocatori.

 

Si avvicinarono al gruppo e quando finalmente il mister constatò che non mancava nessuno, cominciò a parlare.

- Ragazzi vi ho chiamati qui per vari motivi. Primo desidero ringraziarvi per quello che avete dato a questa scuola e alla squadra. Senza i vostri sogni e le vostre emozioni non avreste mai potuto portare la squadra ad un simile livello. E quando parlo di voi, mi riferisco anche alle manager che vi hanno sempre assistito con costanza e pazienza e parlo anche delle persone assenti. -. Il silenzio piombò nel gruppo. Il riferimento era evidente: parlava di Oliver Hutton.

- Durante questi ultimi tre anni alcuni di voi sono entrati a far parte prima della nazionale under 16 e poi di quella under 19. Che dire ragazzi: non potrei essere più orgoglioso di così. Alcuni di voi sicuramente torneranno a giocare all’estero. -

- Ma come…e chi sta partendo? - chiese Ted rivolgendosi al mister.

- Dopo i mondiali under 19 io ripartirò in Germania. Freddy Marshall sta concludendo il contratto come portiere titolare nel Werder Brema. E’ una squadra che milita ogni anno nella Champions League europea oltre che nel suo campionato. - disse Benji sollevando leggermente la visiera del suo inseparabile berretto.

- Ed io tornerò in Francia. Il Paris Saint Germain è interessato a me. Giocherò di nuovo al fianco di Pierre Le Blanc e di Napoleon. -

- E così tornate in Europa? - chiese Bob Denver.

- Tom e Benji sanno già cosa vogliono dalla loro vita. Non hanno paura di varcare i confini del Giappone e tornare in Europa, la grande, splendida terra piena di talenti di ogni disciplina e ideologia, arti e mestieri. -. Era sempre stata affascinata dall’Europa, dalla sua storia e dai suoi monumenti. Di cosa doveva aver paura lei. Se loro ce l’avevano fatta, poteva farlo anche lei. - Forse ha ragione Eve, la mia vita non può essere condizionata da Oliver Hutton. Devo decidere io del mio futuro. - pensò estraniandosi momentaneamente dal gruppo.

- Vi ho radunati perché sono arrivate le convocazioni in vista dei gironi eliminatori dei mondiali under 19 che si giocheranno a Parigi. Alan Crocker, Bob Denver, Bruce Harper, Ted Carter, Paul Diamond, Jhonny Mason, Tom Becker, Benjamin Price. Siete tutti convocati al primo allenamento che si terrà la prossima settimana a Tokyo. Susy per favore distribuisci le lettere di convocazione a ciascuno di loro. Troverete le modalità di presentazione, come in precedenza. Patty, tu partirai con loro come manager insieme a Amy e Jenny. - aggiunse sottolineando il rapporto confidenziale che c’era tra le manager delle squadre più in vista del campionato scolastico giovanile.

- E’ magnifico Patty, potrai andare in Francia. - disse Evelyn entusiasta per l’amica.

- Bene, penso che sia tutto per il momento. Che dirvi di più ragazzi. Buona fortuna a tutti, a quelli che intraprenderanno la carriera lavorativa e a coloro che si iscriveranno all’università. -. Così dicendo il mister lasciò che i ragazzi si diradassero e che ognuno di loro prendesse la propria via del ritorno. Patty rimase sul campo richiamata dall’allenatore.

- Ho saputo che hai vinto la borsa di studio. Complimenti Patty. Sei sempre stata il fiore all’occhiello del gruppo…tutti di adorano qui…mi mancherai manager. -

- Grazie mister. -

- A proposito, mi sembrava giusto dirtelo. La federazione ha convocato anche Holly ma al momento sembra che non sia disponibile: sicuramente non prenderà parte alle eliminatorie e non si sa se potrà raggiungervi per la fase finale, sempre che il Giappone passi i turni ovviamente. -

- Holly si è infortunato due settimane fa e mi ha detto che resterà in Brasile per terminare la riabilitazione. -

- Sì, me ne avevano parlato, ma vedo che tu sei più informata di me. - le disse sorridente.

- Perché non lo ha detto ai ragazzi? - chiese Patty cercando di cambiare discorso.

- In questi tre anni, anche con l’aiuto di Benji e di Tom la squadra ha vinto lo stesso. Per anni si sono appoggiati solo su Holly e da quando lui è partito sembrano aver capito che possono contare anche sulle loro forze. Sai Patty, ho letto un articolo sul calcio straniero. Holly si sta facendo conoscere anche in Brasile. Sembra che sia diventato il terrore delle difese brasiliane. D’altronde dovevamo aspettarcelo. Un giocatore della sua classe aveva bisogno di completarsi presso una scuola calcistica professionale come quella brasiliana. -

- Sono contenta per il nostro capitano e sono convinta che al suo ritorno sarà un calciatore professionista. - rispose con gli occhi lucidi per l’emozione. Quando si parlava di Holly, era felice, il suo cuore accelerava e tremava come una foglia, il suo volto si illuminava.

Rimase ancora un po’ a parlare col mister poi andò via salutandolo affettuosamente.

- Sono convinto che tornerà da te. Ti vuole bene! - le disse prima di congedarsi spiazzandola del tutto. Possibile che i suoi sentimenti fossero così chiari a tutti tranne che al diretto interessato?

 

 

 

San Paolo, Brasile.

 

- Ehy Holly ma si può sapere a cosa pensi? - chiese Pepe cercando di catturare la sua attenzione. - Fammi indovinare…la ragazza della foto che hai in camera tua, vero? Roberto dice che è una tua cara amica. -

- Hai finito di psicanalizzarmi. Non possiamo continuare con il nostro allenamento mattutino per favore. Devo riprendermi dall’infortunio se voglio partecipare ai mondiali giovanili. -.

- Scherzi. Devo fartela pagare per avermi svegliato anche stamattina all’alba per correre sulla spiaggia. -

- Rinforza i muscoli…e poi non mi va di parlarne. -

- Uhmmm, di cattivo umore questa mattina? -

- Dai Pepe, per favore. -

- Io non ti capisco. Perché non la chiami o non le dici che ti sei innamorato di lei? -. Holly diventò paonazzo. Nessuno gli aveva mai parlato così apertamente. Guardò l’amico brasiliano e si girò. Lasciò che il pallone scivolasse sul bagnasciuga e si sedette sulla sabbia. Pepe lo imitò ma questa volta non parlò. Doveva essere il suo compagno a fare la prima mossa.

- Non è facile. Quando Roberto mi disse che potevo partire, che potevo raggiungerlo in Brasile, compresi che avrei dovuto lasciare tutti. Non ci avevo mai pensato, sai? Mai fino a quel momento. Capii che avrei lasciato la mia famiglia, i miei amici, che avrei lasciato lei. Più pensavo a lei, più il mio cuore batteva. Non era mai accaduto prima. Siamo amici da anni, lei è sempre stata al mio fianco, nel bene e nel male lei c’era sempre.

- E’ stato proprio questo il mio pensiero. Io avevo sempre pensato che lei fosse in squadra perché c’ero io. Mi sbagliavo: ero io che avevo bisogno del suo appoggio. Di sapere che lei era sugli spalti a tifare per me, o a litigare con il mister e il medico per farmi giocare quando era infortunato. Era lei che mi rifaceva le fasciature, lei che mi seguiva in ogni mio passo. Qualsiasi cosa…beh, lei era con me, era la mia fonte di sicurezza.

- L’ho capito solo quando la stavo salutando. Istintivamente l’ho presa tra le mie braccia. E’ stata una sensazione indefinibile. Da allora non c’è giorno che non la pensi, che non guardi la nostra fotografia. Desideravo venire in Brasile, era il mio sogno di bambino che si stava avverando. Eppure, per salutarla un’ultima volta ho rischiato di perdere l’aereo. Per lei, solo per lei. L’ho stretta ancora tra le mie braccia e le ho chiesto di aspettarmi. - raccontò facendo leva su tutte le sue forze per evitare il terribile imbarazzo nel quale si ritrovava.

- E lei? -

- Mi ha detto che mi aspetterà, che quando tornerò sarà ancora lì. Ho avuto la convocazione per i campionati under 19. Se il Giappone passerà i turni eliminatori come penso, partirò per la Francia per la semifinale. -

- E lei cosa c’entra in tutto questo? -

- Desidero vederla, Pepe, stringerla tra le mie braccia, sentire ancora il suo profumo, baciarla.-

- Amico, tu sei innamorato cotto. Ma sei sicuro che lei ti ricambi? -

- I nostri compagni l’hanno sempre canzonata perché ritenevano che fosse innamorata di me. Se al mio ritorno non fosse così, non potrei che darle ragione viste le mie eterne indecisioni.-

- Vuoi dire che non le hai detto che ne sei innamorato? -. Holly scosse il capo.

- Amico tu sei proprio strano. Sei innamorato cotto di una ragazza che ti corrisponde, tra l’altro anche molto carina e non glielo dici? Sei un caso irrecuperabile. Ma cosa aspetti…chiamala e diglielo. - disse poi riprendendo il pallone e continuando a correre sul bagnasciuga.

La sabbia era fresca. L’aria del mattino frizzante. Rimase seduto a contemplare il mare calmo le cui piccole onde venivano sospinte dolcemente lungo la riva.

- Sono sicuro che ti piacerebbe il mare in questo momento. Cosa pagherei per vederti correre lungo questo bagnasciuga, correre da me, per me. Come mi manchi. Ma come faccio a dirtelo? Cosa mi sta succedendo? Possibile che Pepe abbia ragione, che mi sia innamorato pazzamente di te, piccola stella mia. Nella mia mente ci sei solo tu, nel mio cuore tutte le parole che non ti ho mai detto. Se solo i miei pensieri ti potessero accarezzare. Finita la riabilitazione, se il Giappone passerà il turno, andrò in Francia. Chissà se sei stata convocata anche tu. Come farò a dirti che dopo il mondiale resterò in Europa? Che da settembre giocherò molto probabilmente in uno dei club più esclusivi a livello mondiale? Cosa devo fare? Non voglio rinunciare alla mia carriera, ma soprattutto a te…non un’altra volta. Se solo tu lo vorrai, ti porterò con me. Non mi sono mai sentito così triste. In questi tre lunghi anni sono successe tante cose. Più si avvicina la data del nostro prossimo incontro e più mi sento confuso. E se tu fossi cambiata? Se ti fossi stancata di aspettarmi? Cosa succederà quando ti dirò che andrò in Europa? Piccola stella mia, come vorrei che tu fossi qui, ad aiutarmi, a darmi il sostegno che mi hai sempre dato in passato. - pensò continuando a guardare il sole che accendeva il cielo delle tenui tinte mattutine. Si rialzò e ricominciò a correre nella speranza di rivedere la ragazza che amava nella meravigliosa cornice della capitale francese. Aveva trascorso tre anni senza di lei, nutrendosi delle sue lettere e delle telefonate, alimentando quella complicità nata in Giappone. Nonostante avesse scoperto di amarla, non riusciva a trovare il coraggio per confessarglielo. Aveva il timore profondo di essere rifiutato proprio dalla persona a cui teneva maggiormente.

  
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