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Autore: nenya85    23/12/2007    1 recensioni
Un Seto tredicenne e un Mokuba di otto anni sono spediti nella Domino del presente dove incontrano, ovviamente, le loro controparti. AU. Yami x Kaiba. Tieniti forte Kaiba, Yugi non è l'unico duplicato a Domino!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti (quei pochi lettori rimasti dopo più di un anno di assenza). Qui Aleen. È passato un sacco di tempo dall’ultimo aggiornamento. Non abbiamo abbandonato questo progetto, non ce ne siamo state nemmeno con le mani in mano: io e kim siamo andate in Giappone per un po’, tornate noi è ripartita gekkeiju, lauree, cambi di università e sfighe varie non hanno aiutato. Ma tant’è. Fossi una lettrice sarei molto arrabbiata e molto delusa. Perciò, oltre che a chiedervi scusa, vorrei rassicurarvi che Déjà vu continuerà: l’aggiornamento non sarà velocissimo (si tratta comunque di un lavoro impegnativo, soprattutto perché ci teniamo che la traduzione sia la migliore possibile), ma sarà perlomeno costante.
Perciò, per favore, non abbandonateci!!
Buona lettura e buon Natale!


IT’S A DÉJÀ VU ALL OVER AGAIN
Tradotto da Aleen (e Kim)
Beta-read by Gekkeiju


Per favore leggete e recensite: mi piace sapere che la mia storia viene letta, e vorrei sentire cosa ne pensate, e dove pensate che stia andando a parare.

NOTE SUI NOMI: nel manga e nell’anime, Mokuba si riferisce invariabilmente a Kaiba usando Nisama. Tuttavia, avendone due, questo può creare confusione. Perciò anche se, quando gli parla, continua a chiamarli entrambi Nisama, nella sua mente usa i seguenti nomi:

Nisama: indica il Seto Kaiba diciottenne.

Oniichan: indica il Seto Kaiba tredicenne. Oniichan è un modo più affettuoso e meno formale per dire Fratello Maggiore. Ho pensato che sarebbe stato più IC che fargli usare Seto, persino nei suoi pensieri.

NOTE SUL MANGA: Anche se non ho seguito la serie dell’Egitto, ne ho “preso in prestito” diversi elementi: in primis che Akunadin è il padre del Gran Sacerdote Seto, e che ha venduto la sua anima a Zork Necropolis, che è una specie di mega-cattivone, per avere il potere di esprimere un desiderio con l’Occhio del Millennio. Akunadin desidera che suo figlio diventi faraone. Il sacerdote Seto, tuttavia, alla fine resta fedele al nostro faraone preferito.

CAPITOLO 6: I FRATELLI KAIBAMAZOV
(chiedo perdono a Fyodor Dostoevsky)


SETO POV
Se credeva che me ne sarei stato tranquillo a casa, Uomo Lampadina aveva a che fare col Seto Kaiba sbagliato.

Scivolare via era stato più facile di quanto pensassi – e questo mi preoccupava. Ma quei tizi stavano portando Kouma allo zoo con … beh, con Mokuba. Volevano mostrare al mio Pony tutti quei posti per bambini che non era mai riuscito a vedere. Mokuba aveva fatto una lista. Mi sentivo in colpa. Lo avevo portato fuori per quanto ero riuscito, ma c’erano così tante cose che non aveva mai fatto. Mokuba doveva aver realizzato come mi sentivo, perché mi circondò con un braccio e disse: “Niente era più divertente che stare con te.” Era quello che avevo sempre voluto sentire, ma era strano che fosse lui a confortare me; che sapesse che volevo essere confortato. Lo sentivo sbagliato.

Ed era stata dura lasciarlo andare via con altre persone. Non eravamo mai stati veramente separati. Kaiba aveva capito. Immagino che non mi sarei dovuto sorprendere, ma era difficile dire cosa lui stesse pensando.

Ma mentre me ne stavo lì, cercando di decidere se lasciarli andare o meno, Kaiba mi aveva tirato in disparte, dicendomi con il suo leggero sorrisetto: “Ritieni che queste persone siano un gruppo di stupidi. E hai ragione. Ma c’è una cosa che dovresti sapere – in passato loro hanno rischiato la vita per proteggerlo, e lo faranno ancora, se necessario. Lui è al sicuro con loro come lo è con te.” Disse, prima di mormorare sottovoce “…di più.”

A me non piaceva Kaiba, ma provavo un certo rispetto per lui. E c’era una cosa di cui ero sicuro – teneva a Mokuba quanto ci tenevo io. Forse malgrado il fallimento del mio piano originario, ero riuscito a mantenere la mia promessa. Ma trovavo difficile crederlo quando lo guardavo negli occhi, o pensavo al possibile significato dietro al suo sussurrato “… di più”.

Potevo chiederglielo. Mi avrebbe risposto. Si sarebbe eretto in tutta la sua altezza, e mi avrebbe sputato la risposta dritto in mezzo agli occhi … permettendomi di sapere esattamente quanto noi due fossimo spregevoli; sfidandomi a odiarlo – a odiare me stesso – più di quanto non facessi già.

Ma… Mokuba sembrava felice. Qualsiasi cosa avessi fatto sembrava aver ferito più me che lui. Mi strinsi nelle spalle. Questo significava che la risposta poteva aspettare, che non era importante. Potevo accettare qualunque cosa avessi fatto; era solo una cosa in più da spingere da parte.

Supponevo che non sarebbe stato difficile trovare Akunadin, e non lo fu. Dopo tutto, era lui quello che mi stava cercando. Tornai semplicemente indietro nella via dove mi ero scontrato con Shadi – e lui era lì.

Un altro idiota in toga. Sorrisi. Dopo Gozaburo, questo sarebbe stato una bazzecola.

“Seto.”

“Vecchio.”

“Perché sei qui?” chiese. Così erano finiti i convenevoli. Nemmeno io ero portato per le chiacchiere, in ogni modo.

“Ho sentito abbastanza su di te da essere curioso a proposito di quello che hai da offrirmi.”

“Non ti è stato detto che ho venduto la mia anima all’incarnazione del male? Che getterò il mondo nelle tenebre?” mi chiese curioso.

“Oh, beh, da dove vengo io, questo non sarebbe stato niente di nuovo. Perciò, non vuol dire che non possiamo metterci d’accordo.”

“Perché dovrei fidarmi di te?”

Sorrisi. “Probabilmente non dovresti. Nessuno lo fa mai.”

Sorrise in risposta. Mi chiesi se nell’Antico Egitto giocavano a scacchi. Forse se avessi imparato qualcosa oltre l’ingegneria e il business, avrei saputo la risposta.

“Shadi vuole rispedirti nell’Inferno che hai appena lasciato. Non ti ricorderai nemmeno di tutto questo. Tu sei riuscito a evadere. Io posso fare in modo di rendere permanente quest’evasione. Questa è la mia parte del contratto. Sono sicuro che Shadi te l’ha detto – ci sono due Oggetti che voglio. Quella è la tua. ”

“C’è una cosa che mi incuriosisce. Perché disturbarsi a rintracciarmi fin qua? Perché non contrattare con il Seto Kaiba che é già qui?”

“E perché diavolo questo dovrebbe importarti?”

“Perché chiaramente importa a te. Allora rispondi, vecchio, se vuoi che sia io il tuo piccolo aibou in questo affare”.

“Non ho nessuna obiezione a rispondere. È piuttosto semplice”

La registrai come la sua prima bugia. Niente è mai semplice.

“Il Seto che vive in quest’epoca ha potere, denaro, e il controllo della Kaiba Corporation. Crede di avere il controllo del proprio futuro.” Akunadin continuò. “Io non ho niente che abbia valore per lui. Ma ho qualcosa da offrire a te – l’occasione per intrometterti nella sua vita.”

“Avrò la sua vita tra cinque anni, in ogni caso. Con o senza il tuo aiuto.”

“Vuoi veramente aspettare? In questo modo, puoi avere la sua vita senza spendere quei cinque anni a pagare per essa.”

Non male. Eravamo già alla Bugia #2. Non c’è niente nella vita che non abbia un prezzo. Ed è sempre meglio conoscere questo prezzo in anticipo, e organizzare da soli la modalità di pagamento. Ma tutto quello che dissi fu.: “Penserò alla tua offerta. Ma sembra che ci siano dei buchi nella tua teoria. Credi che lui si tirerà semplicemente indietro, e mi lascerà il campo libero?”

Sorrise mentre parlò. “Diciamo che non credo che il mondo sia pronto per più di un Seto Kaiba, contemporaneamente.”

MOKUBA POV
Poteva anche aver ingannato tutti gli altri, ma dal momento in cui Oniichan ci lasciò andare con loro, capii… aveva un programma per conto suo. Mio fratello non era mai stato il tipo da restare tranquillamente seduto a casa aspettando che fossero i guai a trovarlo. Probabilmente era fuori a cercare Akunadin proprio adesso. E il mio lavoro, anche se lui non mi aveva detto niente, era quello di tenere tutti quanti fuori abbastanza a lungo da non far notare a nessuno la sua assenza.

Fui sorpreso che anche Nisama non fosse a vagare per le strade. Ma probabilmente aveva deciso che era più efficiente condurre la sua ricerca con il computer. E voleva imparare di più su Akunadin prima di affrontarlo. Anche se nessuno lo sapeva a parte me, Nisama riusciva a leggere quegli antichi geroglifici. E anche se era ancora difficile per lui, negli anni aveva imparato ad avere un po’ di pazienza.

Mi rendevo conto che tutti pensavano che Oniichan fosse una perfetta copia di Nisama. Come se cinque anni non avessero cambiato niente. Immagino che fossi il solo a vedere qualche differenza a parte l’altezza.

Eccetto forse per Yami. Il suo sguardo continuava a passare dall’uno all’altro, come se non avesse intenzione di farsi abbindolare dalle loro palesi somiglianze.

E Nisama era cambiato. Che stesse costruendo Kaiba Land, o giocando a scacchi, o semplicemente prendendosi del tempo libero, io potevo vederlo, nel suo solito, intenso, determinato, ostinatamente sbagliato modo di fare, mentre cercava di riappropriarsi di se stesso. Esattamente come aveva promesso ad Alcatraz, stava cercando di scacciare dal suo cuore la rabbia e l’odio che lo avevano quasi distrutto. Come se potesse, con la sola forza di volontà, entrare in quel vero futuro che andava sempre cercando. E forse poteva. Non conveniva mai sottovalutare Nisama.

Ma sembrava che per occuparci del futuro, dovevamo affrontare prima il passato. Riuscivo quasi a credere in quelle Antiche Divinità Egizie di cui Nisama odiava sentir parlare, anche solo per immaginare chi di loro si divertiva così tanto a giocare con la testa di mio fratello. Lui stava cercando di ritrovare il Seto di 10 anni che aveva abbandonato all’orfanotrofio, come se fosse stato un bagaglio in eccesso … cercando di restituirmi il Nisama che continuavo a dire di volere. Adesso, era finito con quello di 13 anni che aveva avuto l’intenzione di distruggere, invece. Il Seto che considerava con sentimenti così contraddittori. Il Nisama che osservavo con pietà oltre che amore. Il Nisama che mi aveva nascosto i suoi pensieri. Quello i cui segreti avevo imparato comunque – solo per celare anche io questa conoscenza di rimando.

Ecco come sapevo che Oniichan era fuori a cercare Akunadin. Gli altri si sarebbero arrabbiati se lo avessero scoperto. Ma diversamente da loro, io mi fidavo di Oniichan. Mi chiesi se anche Nisama lo facesse. Fidarsi di lui, intendo. Ne dubitavo. Death-T non era mai lontana dalla sua mente. E non avevo bisogno di chiedere a me stesso se a Nisama piaceva Onichan. Sapevo che non gli piaceva. Era convinto di non potersi permettere di occuparsi di se stesso - non se doveva occuparsi di me. Pensate che qualcuno che avesse apprezzato se stesso, avrebbe ceduto la propria vita a Gozaburo?

L’incontro con Oniichan mi aveva sbattuto in faccia quanto Nisama aveva sacrificato per me – e quanto giovane era stato quando lo aveva fatto.

Avevamo la stessa età, adesso. Io ero quasi un pollice più alto, ma lui stava decisamente più ritto di me. Non camminavo curvo, ma non avrei mai affrontato il mondo con la sua postura insolente. Proprio come a Yugi era permesso di stare in piedi in modo casuale, ma Yami tirava fuori il meglio da quei suoi pochi centimetri.

Avevamo la stessa età, ma Oniichan non era mai stato un bambino, e non sarebbe mai stato un ragazzo.

A volte mi chiedo perché lo aveva fatto – perché aveva deciso dal momento in cui ero nato che mi amava più della sua stessa vita; più della sua stessa anima. Ma non potevo fare a meno di vedermi attraverso i suoi occhi. Più che la casa, i soldi, o i giocattoli che i miei amici invidiavano – questo era il suo dono più importante per me.

Solo ora potevo amarlo per la persona che era – per i suoi difetti, per il prezzo che aveva pagato per me. A otto anni, ero stato solo capace di un’adorazione infantile e una fede cieca – che dovevano essere state sia un fardello che una gioia.

Avevo detto che era impaziente? Bene, lo era… ma aveva accettato tutto – cosa era stato, cosa era diventato, a cosa aveva rinunciato… con una pazienza terrificante quanto grandiosa.

E sapevo, allora come adesso, che non avrei potuto far deviare nessuno dei due da qualsiasi precipitoso, distruttivo percorso sul quale stavano correndo. Tutto ciò che potevo fare era amarlo, e cercare di proteggere il suo cuore ogni volta che ci riuscivo. Tutto ciò che potevo fare era essere lì per raccogliere i cocci.

Era una giornata bellissima. Ero circondato da amici. Ma improvvisamente mi sentii vuoto dentro. Se il nostro passato aveva deciso di rivisitarci - non che ci avesse mai lasciato – volevo il mio Nisama a fianco. Volevo godermi la giornata assieme a lui.

Come se fossi stato un duellante, e lo avessi chiamato fuori dal mio deck, la prima cosa che vidi quando raggiungemmo lo zoo fu la sua alta figura che ci aspettava all’entrata.

KAIBA POV
Ero andato in ufficio con l’intenzione di lavorare, se si può considerare un lavoro cercare informazioni su un antico sacerdote egiziano chiamato Akunadin. Ero partito prima che arrivassero Yugi e compagnia; ero solo rimasto abbastanza a lungo per tranquillizzare Seto riguardo alla sicurezza di Mokuba. Non restai sorpreso che Seto non si unisse alla banda. Non sopportava assolutamente le uscite in gruppo – ed ero sicuro che avrebbe colto l’occasione di sgattaiolare via di suo e cercare Akunadin. Occuparsi degli affari, avrebbe detto - non realizzando quando possa essere insostituibile una gita con Mokuba, o quanto divertente. Improvvisamente, mi alzai. Akunadin poteva aspettare. Anche io avevo degli affari di cui occuparmi.

All’ora dell’appuntamento, mi ritrovai all’entrata dello zoo. Ero mancato la prima volta che Mokuba c’era andato. Dio sa dove fossi - a disegnare missili, a progettare Death-T … o in coma, forse. Bene, non avrei perso questa.

Avevo portato fuori Mokuba per quanto mi era stato possibile, quando lui aveva l’età di Kouma. Ma, inevitabilmente, erano state gite frettolose e furtive, con l’odore del tempo rubato che avvolgeva tutto. Avrei passato tutto il giorno a chiedermi se saremmo stati scoperti, se qualcuno ci avesse visto, se saremmo riusciti a tornare in tempo. Avrei cercato di portare silenziosamente Mokuba in giro, cosciente di ogni secondo che passava, cosciente di dover nascondere la mia ansia crescente dietro a un sorriso.

In verità, le gite non erano mai state un piacere per me. Sarebbe stato solo più tardi, quando eravamo di nuovo al sicuro all’Inferno, che avrei rivisto tutti i dettagli che avevo immagazzinato nella mia mente – la reazione di Mokuba; quando aveva riso, cosa aveva detto – e così avrei provato a posteriori la felicità della giornata.

Scossi la testa, liberandola dai miei pensieri inutili, come li vidi arrivare. Ignorai gli sguardi di sorpresa su quasi tutte le facce (Era domenica – pensavano che vivessi in ufficio?) proprio come ignorai il sorriso saputello sul viso di Mokuba. Mi misi Kouma a cavalcioni sulle spalle, stupito di quanto fosse leggero. A 13 anni, mi era sembrato che le mie spalle dovessero crollare sotto il suo peso. Adesso, potevo portarlo per sempre.

Lui stava ridendo nel mio orecchio. Per forza - non era mai stato a quest’altezza.

“Sei altissimo adesso, Nisama! Guarda! Posso toccare il cielo!”

“Continua a sforzarti di raggiungerlo, Kouma. Ci arriverai prima o poi.”.

Yami apparve al mio fianco C’era qualcosa di… bello nel camminare con Kouma sulle mie spalle; con Mokuba da una parte e Yami dall’altra. Lo sentivo strano, ma insolitamente naturale. Entrambi sembravano felici della mia presenza; nessuno dei due si aspettava che io rispondessi. Anche se non credevo che io e Yami avessimo mai avuto una conversazione che non concernesse il duellare, il potere, o la necessità di salvare un parente o un amico, in qualche modo eravamo arrivati a capirci l’un l’altro. Possibilmente perché i suddetti argomenti coprivano praticamente tutto ciò che ci era mai importato.

E lui era stato nel mondo di Noa con me. Così anche gli altri, ma non mi importava di loro. Lui era l’unico che aveva visto davvero Gozaburo. Quando mi aveva detto dopo Battle City che dovevo sconfiggere i miei stessi demoni – beh, lui aveva visto cosa li aveva creati; sapeva perché erano potenti quasi quanto i miei draghi. Comprendeva l’enormità dell’incarico che mi aveva assegnato; sapeva che avrei dato tutto me stesso per portarlo a termine. Ed io mi ero sentito stranamente, quasi vergognosamente confortato nel fatto che c’era qualcuno là fuori che sapeva.

“Mi fa piacere che tu sia venuto” disse semplicemente, conoscendomi abbastanza bene da non aspettarsi una risposta. “È una giornata bellissima, e mi ricordo quanto speciale è stata la mia prima visita allo zoo.” Fu solo allora che realizzai - benché firmassi un generoso assegno per lo zoo ogni anno – non lo avevo mai visitato.


NOTE DELL’AUTRICE: Una cosa che mi ha sempre colpito riguardo a Kaiba è come lui sia una combinazione di impazienza e sopportazione. Nell’anime, appare chiaro che si era informato su Gozaburo prima di sfidarlo, e che sapeva, fino a un certo punto, in cosa si stava cacciando. Ho sempre avuto la sensazione che abbia scelto Gozaburo come la strada più veloce per mantenere la sua promessa a Mokuba, e ci si sia lanciato sopra – nonostante le perdite personali. E non ha aspettato per vedere se arrivavano opzioni diverse, migliori. Ma una volta che ha preso la sua decisione, l’ha seguita con una irremovibile determinazione che è impressionante.

Un’altra cosa che mi ha colpito è che anche se Kaiba ne sa parecchio di economia, elettronica, computer, lingue etc. la sua educazione è stata probabilmente abbastanza frammentaria. Cioè, non riesco a immaginarmi Gozaburo che pensava che valesse la pena insegnarli arte, o letteratura, o storia antica, o qualunque cosa che non avesse un’immediata applicazione pratica, soprattutto dato che chiaramente non stava cercando di creare una persona a tutto tondo (o equilibrata). In qualche modo vedo che se ne rende conto Seto, più che Kaiba.

  
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