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Autore: Graffitisuimuri    07/06/2013    7 recensioni
Amu Hinamori è una studentessa normale che frequenta l'ultimo anno di liceo alla Seiyo Academi. E come ogni adolescente anche lei ha un amore segreto. Nel suo caso è il migliore amico: Tadase Hotori.
Amu architetta un piano: per fare ingelosire Tadase decide di chiedere a Ikuto Tsukiyomi di fingere di essere il suo ragazzo. 
Ma le cose non andranno esattamente come previsto...
STORIA SOSPESA!.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 4.

La campanella della fine delle lezioni risuonò liberando finalmente gli studenti della Seiyo Academy che si riversavano nel cortile della scuola. Alcuni ragazzi giocavano con la neve fresca altri invece, intimoriti dal freddo, si affrettavano a tornare alle loro case. Amu e i suoi amici non facevano parte ne del primo ne del secondo gruppo si limitavano a camminare e a discutere sui programmi del week-end, tutti sembravano presi dalla conversazione tranne Amu che camminava in coda al gruppo silenziosa. Aveva lavorato tutta la notte ai compiti che Ikuto le aveva dato e lui, per ringraziamento, non si era nemmeno presentato a scuola. Le interessava ben poco dei suoi impegni o se, la sera prima dopo averle scaricato i suoi compiti, aveva fatto bagordi tutta la notte. Il minimo che poteva fare era presentarsi a scuola dopo che l’aveva usata per i compiti che lui avrebbe dovuto concludere.  Sbuffò irritata.

Qualcuno, probabilmente un ragazzo data la forza con la quale l’aveva stratta, le passò una mano intorno alle spalle. Per un attimo, un pensiero irrazionale le trapassò il cervello: Ikuto. Alzò lo sguardo per vedere chi era a stringerla e quando incontrò gli occhi cremisi di Tadase uno strano senso di delusone le attraversò lo stomaco.

Il biondo le sorrise << Ehy che cos’è quel faccino? >> . la ragazza scosse la testa << niente Tadase io non ho .. >> non ebbe nemmeno il tempo di finire che il ragazzo le si paro d’avanti puntandole il dito contro. << Bugiarda! Io so che c’è qualcosa che non va. Non puoi mentirmi ti conosco troppo bene >>. Amu, in quel momento, si rese conto di quanto amore provasse per lui. La conosceva perfettamente, sapeva quando era triste e quando era felice. Allora perché, proprio lui che la conosceva così bene, non si accorgeva del suo amore?.

<< Tadase ti ho detto che non ho nulla >> ritentò stavolta con più convinzione. Il biondo la guardò negli occhi << stai mentendo >> le disse << sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, anche se riguarda … Tsu-Ikuto  >> sputò quel nome con disprezzo e rabbia malamente mascherati con una smorfia sul volto angelico che doveva essere un sorriso. << No tra me e Ikuto va tutto benissimo e solo che sono molto stanca >>. Tadase la scrutò in volto poi scrollò le spalle, come se si fosse arreso. << Va bene, farò finta di crederti. A patto che oggi pomeriggio io e te ci incontriamo, a casa mia, e facciamo quello che abbiamo sempre fatto. Film, dolci e una nottata al chiaro di luna con la mia tenda da campeggio d’accordo?>>. Poi allungò la mano come per suggellare un patto, Amu la strinse ridendo << affare fatto >>.

Qualche ora dopo, quel pomeriggio, Amu era d’avanti allo specchio intenta a scegliere la mise migliore per la serata con Tadase. Gonne, jeans, top e maglioni giacevano sul pavimento. Erano stati scartati forse una o due completi prima ritenuti inadatti per una semplice giornata tra amici. Si riteneva una stupida per quello che stava facendo ma al contempo non riusciva a fermarsi. Voleva essere bella e affascinate per lui sperando di essere finalmente guardata in modo diverso, non più come un amica ma con una possibile ragazza. Provò l’ennesima maglietta, si guardò per un attimo, poi, esasperata, se la tolse e la gettò sul pavimento insieme a tutte le altre.

Uff non riesco a trovare niente che mi piaccia.

Si buttò sul letto a faccia in giù borbottando afflitta.

Cinque minuti più tardi, mentre ancora giaceva in quella posizione, il campanello suonò. Non si mosse. Aspettò che la madre, che in quel momento era al piano di sotto con la sua sorellina minore Ami, andasse ad aprire.

<< Amu c’è un ragazzo molto carino per te alla porta! >> urlò la signora Hinamori al piano di sotto. Amu sbuffò probabilmente era Ikuto che le veniva a consegnare anche i compiti o, forse, veniva a ritirare quelli svolti. Non le importava, non credeva come fosse possibile che avesse potuto anche solo desiderare di averlo vicino. Era del tutto irrazionale come desiderio e anche solo pensarlo era stato uno sbaglio.

Raccolse una maglietta dal pavimento e se la infilò senza badare un gran che se fosse al rovescio o meno. Scese rapidamente le scale, non aveva tempo da perdere e di certo non voleva sprecarlo a litigare con lui. Non si aspettava certo di trovarlo seduto sul pavimento del salotto a giocare con sua sorella più piccola.

Ma che diamine …

<< Oh Amu! >> squittì sua madre << finalmente sei scesa, pensavamo di doverti venire a cercare >>. Amu fece roteare gli occhi << molto divertente mamma, ora se vuoi scusarci … >> afferrò per il colletto Ikuto che, in quel momento, giocava con le costruzioni e sembrava molto attento e concentrato su quello che faceva. Ami, infastidita, si appese alla maglietta del ragazzo << no non te ne andare Ikuto! Rimani a giocare con me >> poi mise su un broncio da bambina capricciosa. Amu sospirò esasperata.

Ma vedi un po’ se devo mettermi a discutere con questa piccola bimba viziata.

E mentre imprecava mentalmente contro la sua giovane sorella Ikuto, sorprendentemente, fece spuntare un sorriso sul suo viso. Non uno di quei sorrisi che riservava a Amu o agli altri: beffardo o canzonatore ma uno dolce. Passò una mano tra i capelli castani della bambina << non ti preoccupare Ami, tornerò presto a giocare con te >>. La bimba fece un risolino contento e abbracciò teneramente il ragazzo.

Allora anche lui possiede un cuore.

Pensò Amu che osservava la scena con sconcerto. Non si sarebbe mai aspettata che un ragazzo come Ikuto ci sapesse fare con i bambini. Ma, come già sottolineato, lei non aveva tempo da perdere.

Tirò ancora una volta Ikuto per il colletto e, questa volta, riuscì a trascinarlo via dalle grinfie di Ami che non sembrava intenzionato a lasciarlo andare.

 

<< Tua sorella è carina >> costatò Ikuto una volta entrato nella camera della ragazza. Amu gli lanciò un occhiata gelida << molto carina, soprattutto quando fa i capricci. Ti conosce da cinque minuti e già ti vuole tutto per se >>. Ikuto ridacchio compiaciuto << sei per caso gelosa Hinamori? >> la ragazza gli diede un colpetto sulla spalla << ti piacerebbe >>.  Poi si andò a sedere sul letto << allora Tsukiyomi se sei qui per i tuoi compiti sono li sul tavolo. Non ho molto tempo da perdere >>. Ikuto attraversò con lo sguardo tutta la stanza di Amu poi tornò a poggiare lo sguardo su di lei << lo sai che non si trattano così gli ospiti Hinamori? Che ne è della tua ospitalità? >>. Amu scosse le spalle << pare sia andata a farsi un giro. Allora li vuoi o no? >> il ragazzo annuii e li andò a recuperare da sopra la scrivania li mise nella sacca viola con cui li aveva portati la prima volta e se la carico su una spalla. Si guardò nuovamente in torno.

<< Ehm un ultima domanda. Cosa è successo alla tua camera? >> si abbassò per sollevare un pullover che giaceva abbandonato sul pavimento insieme ad altri duecento suoi simili.<< Ah quelli? Be’ vedi stasera dovrei andare a casa di Tadase perché … insomma è una lunga storia. Comunque non ho idea di cosa mettermi e questo è il risultato >> aprì le braccia per indicare tutto il casino che regnava intorno a loro.

Ikuto si grattò il mento pensoso poi poggiò la sacca sul pavimento e si diresse verso l’armadio aperto di Amu, guardo il suo contenuto per un attimo poi prese un jeans chiaro e un maglione a collo alto rosso.

<< Provateli >> ordinò lanciandoglieli. << Ma … >> provò a protestare lei ma lui la zittì << fa come ti dico >>. La ragazza sbuffò e si diresse dietro al piccolo separè che aveva in camera. << Stai fermo li e non sbirciare >> urlò mentre si sfilava la maglietta e i pantaloni. Ikuto rise << okay lo prometto >>. Qualche attimo dopo Amu uscì con la mise che le aveva proposto Ikuto e, guardandosi allo specchio, gli si illuminarono gli occhi. << E’ perfetto Ikuto grazie >> e lo pensava davvero il jeans chiaro le fasciava le gambe alla perfezione e il maglione rosso faceva risaltare le sue curve. Si sentiva bella e sapeva che a Tadase sarebbe piaciuto.

Ikuto scrollò le spalle << non ti ci abituare troppo eh >> disse con un filo di imbarazzo nella voce. Amu gli sorrise, si avvicino a lui e gli depositò un leggero bacio sulla guancia << grazie davvero. Non so cosa avrei fatto senza di te >>. Le guance di Ikuto si colorirono leggermente non era abituato a simili situazioni. Normalmente non avrebbe mai aiutato una ragazza a scegliersi cosa mettere al massimo le aiutava a togliersi i vestiti.

Amu notò il rossore e ridacchiò ma decise di non dire niente non voleva metterlo ulteriormente in difficoltà. Buttò un occhiata all’orologio digitale che aveva sul comodino e notò che erano già le sette e mezza passate. Aveva fatto tardi. Si fiondò dall’altro lato della stanza prese il primo pigiama pesante che vide ,un completo di biancheria pulita e li infilò in uno zainetto rosa, prese il cellulare dopo di che se lo mise in tasca.

<< Scusa Ikuto io devo scappare Tadase mi stà aspettando … >>.

<< Vuoi un passaggio? >> chiese prima che la ragazza potesse finire il suo discorso. Amu annuii infondo gli avrebbe fatto comodo.

Scesero le scale e dopo aver salutato sua sorella e sua madre uscirono dall’ edificio.

<< prendi >> disse Ikuto lanciandole il casco. Lei lo guardò per un attimo notando che ce ne era uno solo << e tu? >>. Ikuto scrollò le spalle << fa nulla sali >>. Amu non cercò di protestare nuovamente anche se avrebbe voluto ma sapeva che Ikuto, testardo come era, non l’avrebbe mai ascoltata.

 

Poco tempo dopo dopo si ritrovarono d’avanti alla casa di Tadase. Un piccolo villino circondato d’aiuole. Amu scese velocemente dalla motocicletta e porse il casco ad Ikuto che era sceso pure lui. << Grazie Ikuto sei stato … ma che accidenti stai facendo?! >>. Le mani di Ikuto le avevano circondato il viso e piano, piano il suo volto si stava avvicinando a quello di lei. << Shh il biondino ci sta osservando. Deve aver sentito il rombo del motore e si è affacciato alla finestra. Non ti preoccupare non ho intenzione di baciarti per davvero >>. Detto questo annullò la distanza tra i loro volti e le diede un minuscolo bacio all’angolo della bocca. Ad Amu mancò il respiro, sentì che le guance le stavano andando al fuoco. Dopo poco Ikuto si allontanò rimettendo tra di loro una certa distanza. << Ci si vede Amu >> salutò ripartendo sgommando. Quando Amu fu sicura che Ikuto fosse sparito per davvero si porto la mano all’angolo della bocca, proprio nel punto in cui Ikuto l’aveva baciata,e, istintivamente sorrise.










 


Angolo dell'autice:
Allora, vi è piaciuto? Spero di si.
Allo scorso capitolo ho ricevuto recensioni e vi ringrazio molto. Anche se
devo ammettere di essere rimasta un pò delusa perchè evidentemente non vi piaceva come il
precedente.
Per questo, e anche perchè questa settimana sarò assente, mi sono inpegnata molto a scrivere questo capitolo.
Quindi spero che i miei sforzi non siano stati vani.
A presto.
Piccola98. 

 
  
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