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Autore: xyoumakemesing    07/06/2013    4 recensioni
Il nuovo vicino di Louis si chiama Harry Styles, e ama girare nudo per casa.
Non che a Louis dispiaccia, comunque.
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Harry/Louis | Neighbours AU
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il nuovo vicino di Louis si chiama Harry Styles. Lo scopre parlando con Betty, la vecchia impicciona che vive dall’altra parte della strada e passa la sua vita nascosta dietro le tendine di pizzo del suo salotto, che blatera senza sosta da più di quaranta minuti sul nuovo arrivato. “Dicono faccia il modello” gli dice, muovendo le sopracciglia con fare eloquente. Louis rotea gli occhi e arrossisce un po’ sulle guance, rimpiangendo il giorno in cui le ha confessato di essere gay. “Sembra piuttosto giovane. E ha i capelli ricci.” Conclude, con quel sorriso da mamma che sta tentando di convincerti ad uscire con un ragazzo che lei ha scelto.
Louis si passa una mano tra i capelli scompigliati, tirandoli indietro. “Va bene, Betty” sospira rassegnato, cercando di porre fine alla conversazione e sgusciare via dalle grinfie della donna per correre a casa e togliersi la divisa da infermiere che ha addosso dalle cinque del mattino. Dopo qualcosa come dieci minuti e tre inviti a cena rifiutati, Betty decide finalmente di salutarlo. Gli scocca un sorriso enorme, raccomandandogli di mangiare per poi congedarsi con un “Se hai bisogno di qualcosa, sono sempre qui” premuroso. Louis la saluta con un cenno della mano e gira i tacchi, attraversando la strada di corsa. 
Giunto dentro al suo appartamento, Louis toglie la giacca a vento gettandola senza troppe attenzioni sul divano; si dirige in cucina e dopo una lotta interiore durata pochi secondi, apre la dispensa e ne tira fuori una barretta al cioccolato – i suoi fianchi non sono poi così tondi e quel giorno è riuscito a cambiare il catetere di un paziente senza fare pasticci, si merita decisamente qualche coccola. Scarta la barretta e ne addenta un morso, chiudendo brevemente gli occhi per assaporarne il sapore paradisiaco. Quando li riapre, lancia un’occhiata all’orologio quadrato appeso alla parete (ha almeno un’ora a disposizione prima che inizino le repliche di Queer as Folk) e raggiunge la finestra per sbirciare un po’ in quella del suo nuovo vicino di casa. 
Schiaccia una tempia contro il vetro freddo e, tra un morso di cioccolata e l’altro, fissa la finestra illuminata dell’appartamento accanto. Riesce a vedere il pavimento di granito e un mucchio di scatoloni vuoti accatastati in un angolo, il profilo di una poltrona di pelle nera e un tappeto che ha l’aria di valere un mucchio di soldi. Louis fa una smorfia impressionata e accartoccia la confezione ormai vuota della barretta in una mano, leccandosi le labbra per rimuovere eventuali residui di cioccolata. Lancia un’occhiata allo sportello della dispensa mordendosi l’interno della guancia, indeciso se ignorare tutti i suoi buoni propositi e mangiare un’altra barretta, quando il rumore improvviso di uno stereo sparato a tutto volume lo fa sussultare. 
Si volta di nuovo verso la finestra e quasi salta in aria quando trova il suo vicino di casa che lo fissa con un sorriso appena accennato sulle labbra piene, chiuse intorno ad una sigaretta. E’ a petto nudo, i gomiti appoggiati sul davanzale e una moltitudine di tatuaggi cosparsi sulla pelle bianchissima. Louis è troppo lontano per capire che tatuaggi siano, ma riesce a scorgere due enormi rondini sul petto, appena sotto le clavicole, e qualcosa che somiglia ad un veliero sul braccio sinistro. 
Betty, comunque, aveva ragione. Harry sembra giovane, giovanissimo, probabilmente appena uscito dalla pubertà, e la sigaretta che pende dall’angolo delle sue labbra dovrebbe conferirgli un’aria stupida, da bambino troppo cresciuto, ma Louis pensa sia sexy. Pensa che tutto di quel ragazzo sia sexy. A partire dai suoi ricci marroni che gli ricadono in una frangia disordinata sulla fronte, e sembrano così morbidi che Louis vorrebbe toccarli, all’inchiostro che sporca la sua pelle, alle clavicole sporgenti. 
Harry afferra con due dita la sigaretta allontanandola appena dalle sue labbra per buttare fuori il fumo – Louis non sono mai piaciuti i fumatori ma, hey, potrebbe cambiare idea! – e poi sventola la mano nella sua direzione. Louis ricambia il saluto con un piccolo sorriso educato. Harry s’infila di nuovo la sigaretta tra le labbra e poi si stacca dal davanzale, gira i tacchi e sparisce dentro. Louis quasi si strozza con la sua stessa saliva quando scopre che il ragazzo è completamente nudo.

Da quel giorno, non appena Louis rincasa dal tirocinio in ospedale, solleva le persiane e fissa poco discretamente la finestra di Harry Styles. Harry gira nudo per casa, gira perennemente nudo per casa, anche quando fuori il cielo è plumbeo e carico di pioggia e il termometro segna i dieci gradi sopra lo zero. E non è che a Louis dispiaccia, comunque, ma. Ma comincia vagamente a sentirsi un pervertito e quando, un giorno, Harry guarda  fuori dalla finestra e scorge la figura di Louis, con una tazza di cereali in mano, che lo fissa, Louis sobbalza e quasi rovescia il latte sul pavimento quando si abbassa e corre a nascondendosi dietro al suo divano, capisce di aver toccato davvero il fondo. Con il cuore che gli martella dentro il petto e le guance così rosse e calde per l’imbarazzo che qualcuno avrebbe tranquillamente potuto friggerci un uovo sopra, Louis poggia la tazza a terra e si solleva leggermente, facendo capolino da dietro lo schienale del divano. Harry è ancora lì, un’espressione divertita sul viso e le braccia incrociate al petto nudo. Gli fa l’occhiolino, le labbra tirate in un sorriso enorme e due fossette gemelle sulle guance e, dopo averlo salutato sventolando la mano, torna dentro il suo appartamento.

Il tempo scorre e i minuti diventano ore, le ore diventano giorni, i giorni si trasformano in mesi e senza accorgersene, Louis si ritrova ad aver speso quattro mesi della sua vita dietro la sua finestra a stalkerare il suo vicino di casa particolarmente scopabile senza aver avuto il coraggio di parlargli nemmeno una volta. Harry continua a girare nudo per casa – una farfalla d’inchiostro sulla bocca dello stomaco è il nuovo tatuaggio che Louis scorge una sera, mentre lo guarda fumare una sigaretta - , continua ad incrociare i suoi occhi e a fargli l’occhiolino sorridendo maliziosamente. Una volta, Louis lo sorprende anche a scopare. E’ appena tornato dall’ospedale e puzza del caffè che Liam gli ha versato addosso, medicine e vomito; posa le chiavi sul tavolo della cucina e lancia un’occhiata fuori dalla finestra  e sbarra gli occhi quando nota un uomo sconosciuto e nudo seduto sul davanzale della finestra di fronte e le gambe magre di Harry strette intorno ai suoi fianchi, il mento poggiato sulla spalla dell’uomo, le palpebre abbassate, il bacino che si muove frenetico e i capelli ricci sparati in tutte le direzioni. Louis può non essersi accorto di aver spalancato la bocca, ma non gli sfugge affatto il cavallo dei pantaloni farsi più stretto e okay, non può davvero guardare una cosa del genere. Non può assolutamente rimanere lì a fissare il suo vicino di casa fare sesso con un completo sconosciuto, ha ancora una dignità, per la miseria. Fa un passo indietro, pronto a voltare le spalle, ma Harry sceglie proprio quel momento per spalancare gli occhi e Louis rimane pietrificato, le sue gambe improvvisamente di marmo. Harry si morde le labbra – e Louis può vederle chiaramente grazie alla luce tenue del sole, sono rosse, rossissime, gonfie e oscene e pensa che sarebbero meravigliose intorno alla sua erezione; il riccio rivolge una breve occhiata alla sua finestra e spalanca appena gli occhi quando incrocia lo sguardo di Louis. Piega gli angoli della bocca all’insù in un sorriso sfacciato e continua a muoversi velocemente sopra l’uomo, senza spezzare il contatto visivo con il suo vicino di casa.
L’uomo lascia baci a bocca aperta sul collo di Harry e Louis vorrebbe sul serio essere al suo posto, l’erezione ormai completamente sveglia dentro i suoi pantaloni fa quasi male, così come le occhiate sfrontate di Harry. Louis si avvicina alla finestra e apre entrambe le vetrate. Riesce a sentire i gemiti sommessi di Harry, gli schiocchi dei baci che quell’uomo lascia sulla sua pelle; e la mano di Louis scivola sulla patta dei suoi pantaloni, massaggiandosi senza staccare gli occhi dalla scena che ha di fronte. Harry butta la testa all’indietro, inarcando la schiena, e Louis sibila parolacce tra i denti, aumentando il ritmo della sua mano. Eventualmente Harry torna a guardarlo di nuovo, le guance accaldate e un’espressione di pura estasi sul volto. Si lecca il labbro inferiore e solleva una mano per artigliare i capelli scuri dell’uomo con cui sta facendo sesso; viene qualche istante dopo con un gemito soffocato contro la spalla del suo compagno, gli occhi fissi su di Louis che continua a toccarsi, sempre più velocemente. Quando anche lo sconosciuto viene e districa il proprio corpo da quello di Harry, balzando giù dal davanzale per sparire dentro casa, Harry rimane alla finestra ancora qualche minuto, in attesa che Louis raggiunga il suo orgasmo. 
E’ con un “Cazzo” e un respiro tremolante che Louis viene, dentro ai suoi boxer. Harry allora sorride, gli fa l’occhiolino e poi sparisce.

Louis è in ospedale dalle sei del mattino, corre da corsia in corsia senza un attimo di pausa perché i medici tendono a sfruttare senza pietà il suo status di tirocinante, non si sente più le gambe ed è sul punto di avere un aneurisma. Liam, il suo collega, è accanto a lui, chino sul suo tomo di anatomia e continua a blaterare e a ripassare ad alta voce, terrorizzato dal suo imminente esame. Louis vorrebbe davvero dargli un pugno in faccia. E’ poggiato al muro del corridoio, le braccia piegate dietro la schiena, godendosi i suoi cinque minuti di pausa che la Dr.ssa Martin gli ha concesso, quando il Dr. Philips - il vecchio, grassone, antipatico, Dr.Philips – gli si para davanti e “Un paziente ha bisogno di fare delle analisi. Ti aspetta in ambulatorio” dichiara, mollandogli una cartella clinica tra le mani e sparendo dentro il suo ufficio. Louis sbuffa e rotea gli occhi e vorrebbe battere i piedi a terra ma non lo fa perché ha ventidue anni, si trova in un ospedale e gli manca tanto così per diventare un medico a tutti gli effetti. Quindi, senza nemmeno guardare la cartella clinica, raggiunge l’ambulatorio del primo piano – imprecando a mezza voce quando l’ascensore si chiude e lui è costretto ad usare le scale.
“Buongiorno” dice con tono cortese, una volta dentro l’ambulatorio, senza prestare attenzione al paziente. Chiude la porta d’ingresso alle sue spalle e abbassa lo sguardo sulla sua cartella clinica, iniziando a sfogliarla. “Sono lo specializzando Tomlinson e il Dr. Philips mi ha affidato—”
“Hey.” Una voce profonda, bassa e maschile interrompe le parole di Louis che si costringe ad alzare lo sguardo dalla sua cartella clinica. Sgrana gli occhi quando nota, davanti a sé, seduto sul lettino, il suo vicino di casa che gli sorride con la sua aria sfacciata, mordendosi le labbra. Louis arrossisce violentemente, i ricordi dell’ultima volta che lo ha visto lo travolgono in pieno come un mare in tempesta. Harry balza giù dal lettino e si avvicina a lui, “E’ bello incontrarti con addosso dei vestiti,” ridacchia passandosi una mano tra i ricci marroni. Louis nota, per la prima volta, il colore dei suoi occhi – verde – e la grandezza delle sue mani – enormi – e il modo in cui i vestiti gli calzano addosso, fasciando perfettamente le sue gambe longilinee, le spalle larghe e i suoi fianchi stretti. “Non posso dire lo stesso” trova il coraggio di mormorare, perché sebbene Harry stia benissimo con addosso dei vestiti, lo preferisce comunque nudo e con il viso stravolto dal sesso. Harry scoppia a ridere, le fossette che fanno la loro immediata comparsa su entrambe le guance. “Quindi” riprende Louis, assumendo un’espressione composta e professionale. “Devi fare delle analisi?” Harry annuisce e, quando Louis gli indica il lettino con un cenno della mano, scuote la testa e fa un passo avanti. “C’è un bagno, qui?” domanda, mordendosi suadentemente il labbro inferiore. Louis tossicchia un po’ e gli indica la porta che conduce ai servizi. Allora Harry afferra la cartella clinica che Louis regge, la butta senza troppe cerimonie sulla scrivania e circonda con le dita affusolate il suo polso, trascinandoselo dietro.

Harry sbatte Louis contro le mattonelle bianche del bagno, iniziando a baciargli il collo e a stuzzicare l’elastico dei pantaloni della sua divisa. “Cosa—cosa stai facendo—” balbetta Louis, mentre i denti di Harry gli mordono una porzione di pelle appena sotto l’orecchio. Il riccio lo ignora, abbassandogli invece i pantaloni fino a metà coscia con un movimento lesto delle mani. “Tu non hai idea—” ansima poi, premendogli un bacio affamato sulle labbra. Louis schiude immediatamente la bocca, e la lingua di Harry non tarda ad arrivare, scontrandosi presto con la sua in una lotta per la dominanza. Harry stringe la stoffa del camice tra le sue mani, “—non hai idea di quanto tempo abbia passato pensando a questo momento” continua, spostando le labbra sulla mascella di Louis, lasciando dietro di sé una scia umida di baci che scende lungo la sua gola, fino a raggiungere le clavicole. Le mani di Harry lasciano andare la stoffa del camice e, ben presto, Louis si ritrova senza boxer, il suo membro stimolato dalle dita lunghe ed esperte del ragazzo che lo sovrasta. “Dalla prima volta che ti ho visto—” Louis soffoca un gemito contro la guancia di Harry mentre lui continua a parlargli. “L’ho fatto di proposito quel giorno. Volevo che tu mi vedessi con lui—”
Louis inclina la testa all’indietro, esponendo la pelle lievemente abbronzata del collo che Harry ricomincia a baciare, succhiando un livido proprio sul suo pomo d’Adamo, e serra le palpebre, abbandonandosi alle parole e alle mani di Harry. “Sto per farti un pompino,” soffia il riccio contro il suo orecchio prima di cadere in ginocchio e guidare le mani di Louis tra i suoi capelli. Louis si lascia sfuggire un gemito strozzato quando le labbra di Harry si chiudono intorno alla sua erezione, la lingua che accarezza sinuosamente il suo glande, le dita che gli stuzzicano i testicoli. La bocca di Harry è il Paradiso e l’Inferno allo stesso tempo; Louis gli artiglia i capelli tirandoli un po’, guadagnandosi un gemito da parte del ragazzo sotto di lui che non si ferma nemmeno un attimo, la sua testa che si alza e si abbassa velocemente, l’erezione di Louis che solletica il retro della sua gola. Louis fa un verso lamentoso quando Harry gli afferra i fianchi e lo spinge delicatamente via, facendolo uscire completamente dalla sua bocca, aggrotta la fronte e apre gli occhi, abbassando lo sguardo.
Harry gli scocca un sorriso, le labbra lucide di saliva e rosse, prima di curvare il collo e strofinare la punta del suo naso contro i peli pubici di Louis, mordicchiando e leccando la pelle intorno all’erezione. Louis gli tira forte i capelli, incitandolo a sbrigarsi, ormai ad un passo dall’orgasmo; Harry solleva gli occhi per un secondo, incrociandolo con quelli azzurri e colmi di piacere dell’altro, “Sei impaziente” mormora divertito, premendogli un bacio veloce su un fianco. Louis grugnisce, e Harry allora schiocca la lingua, ricominciando a leccare il suo membro, lasciando tanti piccoli bacini lungo tutta la sua lunghezza.
Louis viene mordendosi le labbra per ricacciare in gola l’urlo strozzato che minaccia di uscire fuori, accasciandosi debolmente contro la parete dietro di lui; Harry ingoia ogni piccola goccia del suo seme, gemendo come se fosse la cosa più buona che abbia mai assaggiato. Poi si rimette in piedi, il fiato un po’ corto, si lecca le labbra e posa un casto bacio su quelle di Louis. 
“Io sono Harry, comunque” dice facendo un passo indietro e allungando una mano per presentarsi. Louis alza un sopracciglio, fissa la mano tesa davanti a lui e poi scoppia a ridere.

Louis smette di fissare Harry dalla finestra della sua cucina. Adesso, preferisce fissarlo poggiato allo stipite della sua camera letto. O, ancora meglio, disteso sul letto, le mani strette intorno ai suoi fianchi, mentre Harry  si muove sopra di lui.




Ciao! Dunque, ho scritto questa breve storia in un... giorno? Giusto per distrarmi da un'altra one shot - lunghissimissima - che sto scrivendo.  
E niente, non è davvero nulla di particolare, è ispirata ad un prompt letto su Tumblr e spero vi piaccia.

A presto!
  
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