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Autore: Gracedanger    07/06/2013    2 recensioni
“Hai trovato la camicia?” mi sussurrò.
“No, non ricordo neanche dove l’ho messa.”
“Okay, basta.”
Si allontanò da me e sparì nella cabina armadio per un paio di minuti, sentii cassetti e ante sbattere.
Ritornò con una camicia blu a pois bianchi perfettamente piegata tra le mani, me la porse.
“Che significa?” sorrisi confusa.
“Indossala.”
Appena presi la camicia dalle sue mani, si coprì di scatto gli occhi con le braccia e si girò dall’altro lato.
Risi, rimasi interdetta qualche minuto a fissare lui e la camicia, la portai vicino alle labbra e inspirai ed espirai profondamente. Il suo profumo entrò nei miei polmoni e per quel microscopico attimo in cui essi sono pieni, in quel momento mi sentii completa.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 luglio.


Era passato un anno esatto da quella sera.
Non lo vedevo da un anno.
I mesi passarono lenti, strazianti. E io aspettavo.
Avevo aspettato dodici mesi che Joe si facesse vivo, almeno una telefonata, un segnale di fumo. Niente. E quel niente mi aveva uccisa giorno per giorno per un anno intero.
 

 
“Sveglia!”
Per lo spavento rotolai giù dal letto, finendo con il volto di fronte ad un paio di piedi. Quelli di Alice. Mi aiutò ad alzarmi ridacchiando, ci sedemmo sul letto.
“E’ stato tutto un sogno, Ali?”
“Intendi il concerto? La discoteca? La notte con Joe?”
“Si.. quello..”
“No, non è stato un sogno.”
“Per un secondo ci ho sperato.”
“Smettila di buttarti giù, è un anno che rimugini su quella sera. E’ successo, è passata, è finita.
Mi spieghi perché hai fatto l’amore con lui se poi sapevi che sarebbe tutto finito il giorno dopo?
“E’ abbastanza difficile da spiegare…vedi io l’ho visto davanti a me, e in quel momento credo che tutti e due o almeno io, avessimo smesso di pensare al domani, io quella notte ho creduto fosse infinita. E’ stata la più incredibile della mia vita, non ho ragionato e ponderato e non ho pensato alle conseguenze, eravamo io e Joe, e mi è sembrata la cosa più naturale del mondo. E’ stato meraviglioso, Alice. E non me ne pento.”
“Va bene ti capisco, ma allora perché sei stata così male tutti questi mesi anche se sapevi che tutto sarebbe finito?”
“Sono testarda, Alice! Ho sperato in Noi fino all’ultimo attimo, fino all’ultimo secondo in cui ero tra le sue braccia. E sono stata male perché tutto quello che mi è rimasto di quella serata è un ricordo fantastico, che so che non si ripeterà mai più.
“Basta! Hai capito? Sai che giorno è?”
“Mmm, agosto?”
“Esatto! Il quindici. E allora…”
 
Emisi un gemito e mi gettai sul letto.
Alice capì e si battè la mano sulla fronte.
“No! Non il compleanno di quell’idiota! E’ ferragosto, e si esce. Stasera ti porto ad una festa.”
“Tu sei impazzita.”
“No, io sono la tua salvezza. Hai cinque minuti per uscire da questo guscio di tristezza e ansia che ti sei costruita. Andiamo a fare compere.”
Mi spinse giù dal letto.
 

 
“Sei impossibile, Giulia!”
“Dai, non mi piaceva nessuno di quei vestiti, tutto qui.”
“Okay, fermiamoci un attimo a casa mia, e poi ripartiamo, tu con me non l’hai vinta!”
“D’accordo..”
Entrammo nella casa vuota.
Alice sparì in cucina.
Ritornò un paio di minuti dopo con un sacco nero della spazzatura, me lo infilò addosso.
“Ecco, questo credo sia quello che vuoi, no?”
“Simpatica.”
“E tu sei matta, sarà stata tipo la quindicesima volta che dici di vedere Joe tra la folla, e continui a fermare sconosciuti…”
“Ti dico che era lui, stavolta! l’ho visto..erano i suoi occhi.”
“Si, certo….MA SI, CERTO!”
“Cosa c’è?”
“Ho trovato il vestito per te! Me ne aveva parlato, ehm, un amico…”
“Un amico? Che amico?”
“Ehm, è una lunga storia.. andiamo dai, il negozio è abbastanza lontano ed è già tardi.”
 
Aveva ragione, il vestito era davvero carino. Lo indossai, senza pensarci, rimuginarci troppo sopra mi avrebbe fatto cambiare idea. Era bianco, non troppo corto né troppo lungo. Arrivammo in un locale affollato. Ragazzi stavano tutti vicini e io mi sentivo mancare l’aria. All’improvviso vidi Alice sparire, teneva per mano un ragazzo, mi voltai per guardarlo bene, ma un ragazzo mi diede uno spintone e caddi all’indietro. Caddi sulle gambe di qualcuno che era seduto al divanetto dietro di me.
Era un esile ragazzo, dallo sguardo dolce e i capelli castani.
“Oh scusami tanto! Mi dispiace da morire, ma mi hanno spinto…”
“Ma, tranquilla non è nulla.”
Gli sorrisi imbarazzata, aveva una luce strana negli occhi, ma i miei pensieri furono interrotti quando ricominciò a parlare.
“Sei molto carina.”
“Oh, g-grazie. Anche tu.”
“Sei un tesoro, vieni usciamo un po’.”
“Già, sarebbe fantastico, non mi sento molto a mio agio con tutta questa gente.”
“Neanche io!”
 
Ci appoggiammo al muro appena fuori l’entrata.
“Sono Giulia.”
“Federico. Sembrava la scena di un film prima no? Tu che cadi tra le mie braccia. Deve essere una serata fortunata.”
Feci una risatina. Mi riempiva di gentili complimenti, e ogni tanto mi accarezzava la guancia con due dita.
Dopo i primi convenevoli, mi diede un bacio sulla guancia, io abbassai la testa, e arrossii, non me l’aspettavo. Mi sentivo strana, diversa.
Improvvisamente Alice uscì dal locale.
“Giulia, dov’eri finita?!”
Intuì il mio sguardo disperato, e cercò di portarmi via con una scusa. Ma federico mi fermò per un braccio e chiese ad Alice altri cinque minuti. Io annuii e Alice tornò dentro ad aspettarmi.
Solo cinque minuti, ce la potevo fare.
Mi sforzai di essere il più carina possibile, sfoderai un sorriso.
Federico era carino, era dolce e ben educato, ma non era Lui.
Cominciò ad accarezzarmi i capelli e si tuffò su di me per baciarmi. Rimasi paralizzata per la sorpresa.
Nel secondo precedente quel bacio pensai intensamente alle labbra di Joe sulle mie. Lascio immaginare la tristezza del secondo dopo mentre mi accorgevo che non erano le sue.
Si avviò con la testa bassa, un po’ mi dispiaceva, ma non ci riuscivo. Non riuscivo neanche a guardare un altro ragazzo.
Rimasi a guardarlo allontanarsi e pensavo, verso la fine della strada però un ombra scura di una persona lo fermò e insieme girarono in una stradina…
Chiamai Alice e insieme ce ne andammo. Mentre camminavamo le raccontai tutto, dei miei sentimenti per Joe che, nonostante tutto, non mi lasciavano ancora libera.
Lei annuiva, ma non commentava, neanche una parola, cercava di nascondere un paio di sorrisetti che io colsi.
 
Ma che diavolo le era successo quella sera?
  
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