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Autore: DustAngel    07/06/2013    0 recensioni
[I Segreti della Camera Rossa]
Non sa dove si trovi, da molto tempo ormai i luoghi che si ritrova ad attraversare hanno perso per lui ogni significato. Nord, sud, est, ovest... Non gli importa nulla di ciò che si lascia alle spalle né di cosa lo attenda, la vita ormai è solo una lunghissima strada che si snoda per contrade sconosciute e che deve essere percorsa senza una ragione o uno scopo.
La pelle del suo viso, chiazzata di scuro per il sudiciume, resa coriacea dalle tante noti passate in preda alle intemperie, è grinzosa come quella di un vecchio, così come le mani. Eppure, non ha ancora raggiunto i quaranta. La vita e le avversità lo hanno segnato profondamente, e non solo fisicamente: è il suo animo ad essere prostrato.
Questa è una one-shot ispirata al romanzo "I Segreti della Camera Rossa" di Pauline Chen, spero che vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                      Frammenti



Cina, Provincia dello Jiangsu, 1740

L'uomo avanza lungo la strada di terra battuta, il vento solleva mulinelli di polvere che gli si insinuano negli occhi nonostante tenga le palpebre socchiuse e il capo abbassato. Le fronde degli alberi stormiscono dolcemente, un ruscello scorre veloce proprio lì accanto, la sua voce allegra e il triste lamento dei salici sono gli unici suoni a violare il cupo silenzio della regione. Cupo, perchè tale è il cuore dell'uomo. Non sa dove si trovi, da molto tempo ormai i luoghi che si ritrova ad attraversare hanno perso per lui ogni significato. Nord, sud, est, ovest... Non gli importa nulla di ciò che si lascia alle spalle né di cosa lo attenda, la vita ormai è solo una lunghissima strada che si snoda per contrade sconosciute e che deve essere percorsa senza una ragione o uno scopo.

Continua ad arrancare zoppicando, appoggiandosi ad un lungo bastone nodoso di salice come unico sostegno. Il vento fa svolazzare le sue vesti cenciose, di tela di sacco sdrucita e così lacera da far pensare che il suo possessore non ne abbia mai indossate altre. Sono abiti da monaco mendicante, la testa completamente rasata e la ciotola che tiene nella mano libera sottolineano la sua misera condizione. La pelle del suo viso, chiazzata di scuro per il sudiciume, resa coriacea dalle tante noti passate in preda alle intemperie, è grinzosa come quella di un vecchio, così come le mani. Eppure, non ha ancora raggiunto i quaranta. La vita e le avversità lo hanno segnato profondamente, e non solo fisicamente: è il suo animo ad essere prostrato.

Gira intorno all'ennesima collinetta ricoperta di erba fresca, e davanti a lui si apre la visione di una città sula riva di un fiume. Il monaco si ferma qualche minuto ad osservare il panorama, gli occhi febbricitanti vagano di qua e di là in cerca di segni di riconoscimento. No, non è mai stato in questa zona e non conosce quella città. Si incammina verso l'abitato. Dopo cinque giorni passati a nutrirsi di bacche e radici incontrate lungo il sentiero, l'uomo spera di poter rimediare qualcosa di leggermente più sostanzioso affidandosi alla carità degli abitanti.

Man mano che si avvicina, lo raggiungono i rumori dell'attività cittadina: ruote di carri e zoccoli che pestano l'acciottolato, urla di bambini che si rincorrono per le stradine, voci di uomini intenti nelle attività quotidiane...
All'improvviso, sente qualcosa provenire da un punto in lontananza alle sue spalle, una carrozza riccamente decorata lo raggiunge e lo supera, diretta anch'essa in città. Dalle bandiere che sventolano portate dai paggi, capisce che si tratta di un funzionario imperiale; sente una stretta al cuore. Se le cose fossero andate in modo diverso, se il destino fosse stato meno crudele, lui potrebbe essere al posto di quell'uomo. Vede la scena dispiegarsi davanti ai suoi occhi, chiara e limpida come lo è sempre nei suoi sogni agitati...
Eccolo lì, tornare a casa Rongguo dopo una lunga giornata di lavoro al Ministero, entrare in sala da pranzo e trovarsi circondato dagli affetti dei suoi cari. Suo padre, Jia Zheng, che annuisce orgoglioso al suo ingresso, suo cugino Lian e Xifeng, sempre ai ferri corti tra di loro, il suo fratellastro Huan con al fianco la moglie e i loro due bambini... e poi lei, Daiyu, bellissima e splendente come non è stata mai, che lo accoglie con un luminoso sorriso e lo abbraccia, gli posa un bacio delicato sulle labbra. Lui la stringerebbe a sé e poi si chinerebbe a baciare e scompigliare i capelli ai loro figli più piccoli, non al maggiore, a lui no, ormai è troppo grande per queste cose: ha sedici anni, quasi un uomo, e sta studiando assiduamente per poter passare gli esami ed entrare nell'Amministrazione, come suo padre e suo nonno prima di lui. Sarebbe il terzo Jia a riuscirci, recherebbe grande onore alla famiglia...
L'uomo batte le palpebre e la visione svanisce, si ritrova nel cuore della città, ha camminato senza rendersi conto del percorso seguito, troppo preso dalle sue fantasticherie. Non fa nulla però, quei sogni ad occhi aperti sono la sola cosa che gli rimane, l'unico incentivo ad andare avanti giorno dopo giorno in una vita altrimenti vuota e desolata.
Si avvicina alle bancarelle di alcuni venditori di cibarie, alcune lo respingono rudemente, uno addirittura arriva a minacciare di bastonarlo se non gira a largo dalla sua merce. Qualcuno, però, ha pietà di lui e gli offre un poco di riso bollito, due pesciolini fritti e una ciotolina di tè. Il monaco ringrazia e si siede in un angolo per consumare il pasto più abbondante che gli sia capitato nelle ultime settimane.
Dopo avere finito, restituisce la ciotolina al venditore e si incammina verso le porte della città.
Non ha chiesto il nome del posto, non gli interessa, però ha notato che l'accento è più marcato che nella Capitale, le “ng” non si distinguono dalle “n”. La sua mente ritorna inevitabilmente a Daiyu, al suo amore perduto, morto a causa sua, una colpa dalla quale non potrà mai purificarsi. Anche lei aveva quel curioso accento. Significa che si trova nel sud, probabilmente nella regione nella quale è nata e vissuta prima che il destino la conducesse a casa Rongguo.
Il filo dei suoi pensieri è interrotto dal martellare costante di un maglio su un incudine, deve trattarsi della bottega di un fabbro, forse lui potrà aiutarlo.
Subito dopo essere stato rilasciato dalla prigione e avere appreso della morte di Daiyu, Baochai gli aveva detto che la sua salma era stata riportata Suzhou perchè fosse sepolta con i suoi genitori. Una volta che si trova in quella zona, potrebbe fare una visita alla sua tomba.
Si avvicina alla fucina, il rumore adesso è più forte e il calore del fuoco acceso si sente anche dall'altro lato della strada. Il monaco studia per una manciata di minuti il fabbro. È un uomo ben piantato, braccia muscolose e i capelli corti, neri e liscissimi sono appiccicati alla fronte spaziosa e stillano gocce di sudore sul viso rasato accuratamente. I suoi tratti, però, sono delicati, piacevoli, non rozzi come ci si potrebbe aspettare da un popolano, chissà per quale motivo gli ricordano qualcuno, qualcuno conosciuto molto tempo prima, in un altro luogo e in un'altra vita...
Prima che possa fare un passo fuori dall'ombra del palazzo nella quale è nascosto, una voce argentina esce dal retrobottega.
- Shiyin -
Il fabbro blocca il braccio a mezz'aria, posa il maglio sullo sgabello là accanto e si  volta. Questa volta, la voce è accompagnata da un volto. Una figura minuta e fragile come una fanciulla di vento si fa avanti. Ripete:
- Shiyin – e allunga le braccia davanti a sé, ad una di esse porta un grande cesto di vimini per la spesa.
Il tempo so ferma, potrebbero passare mille anni e il monaco riuscirebbe sempre e dovunque a riconoscere quella voce e quel corpo etereo. Daiyu. Sono passati quasi vent'anni dall'ultima volta che l'ha vista, eppure lei non è cambiata molto, è solo un po' più magra e alcune rughe sottili le si formano intorno agli occhi e alla bocca quando sorride. È comunque bellissima.
Baoyu cerca di scuotersi, non può essere, non può essere lei, Baochai gli aveva detto che era morta di tubercolosi mentre lui era in prigione! Eppure adesso è lì, davanti a lui, stretta nell'abbraccio di un uomo che lui non conosce e che non ha la minima idea di come abbia incontrato. Sa solo che è come se all'improvviso le sue visioni notturne avessero preso vita e si dispiegassero beffarde davanti a lui: non è lui che le sue braccia stringono a sé, non sono le sue mani ad accarezzarle i capelli né le sue labbra a baciarla.
Baoyu è come congelato. Tanti anni passati a punirsi, a consumarsi nel rimorso per ciò che le aveva fatto, a crederla morta e a disperarsi per non poterla avere al suo fianco, gli ricadono addosso come il flusso potente di una cascata.
Lei è viva! Non è mai morta! Il primo pensiero è di odio ed è indirizzato a Baochai: gli ha mentito, gli ha fatto credere che Daiyu fosse morta cosicchè avesse acconsentito a sposarla. Ma riflettendoci bene, Baoyu sa che le cose non sono andate così, il rimorso e il dolore negli occhi della ragazza mentre gli confidava della fine della sua amata erano sinceri, anche lei credeva che la cugina Lin fosse morta. E invece, contro ogni aspettativa, si era ripresa, era sopravvissuta, ed aveva sposato un altro.
Una domanda si fa prepotentemente strada nella sua mente: perchè non lo ha cercato? Una volta guarita, perchè non ha mandato un messaggio ai Jia per informarsi su di lui, o quantomeno a Baochai per farle sapere di essersi rimessa? Come ha potuto dimenticarlo così mentre lui ha sofferto per ben diciotto anni!
Baoyu vuole uscire allo scoperto, farsi avanti e sbatterle in faccia le cose per come stanno, mandare in frantumi quel bel quadretto familiare, sì, perchè alla coppia felice ora si sono aggiunti tre bambini, una femmina e due maschi più piccoli. Stringe i pugni, sta per lanciarsi su di loro quando un pensiero lo blocca. E se fosse stata Daiyu a sentirsi abbandonata?
Non si erano più visti da giorno prima dell'arresto, la nonna la aveva rinchiusa in un ripostiglio e quando finalmente lui era riuscito a raggiungerla, lei era già sparita. Avrà pensato che lui, una volta che gli si era concessa, avesse perso ogni interesse nei suoi confronti, che l'avesse solo usata e ingannata con la falsa promessa di sposarla e di rompere il fidanzamento con Baochai. Ma lui le aveva dato la sua giada come pegno d'amore e di fiducia! Certo, ma poi la nonna gliela aveva portata via e chissà che cosa doveva averle detto.
Baoyu scuote la testa, si sente così stupido... Anche se lei fosse rimasta con i Jia non avrebbe potuto sposarla, il debito di riconoscenza nei confronti degli Xue che avevano aiutato lui e i suoi parenti maschi ad uscire di prigione non poteva essere ignorato: avrebbe dovuto sposare comunque Baochai, e a quel punto, non più intatta, che sorte sarebbe toccata a Daiyu? Il massimo che avrebbe potuto fare sarebbe stato prenderla come concubina. Così avrebbero continuato la loro storia d'amore, certo, ma sarebbe stata trattata sempre con disprezzo da tutte le altre donne della casa. No, lei ha avuto ogni diritto di rifarsi una vita, di sposare un uomo che la ami sinceramente e senza sotterfugi.
Daiyu e il marito stanno parlando animatamente, entrambi sorridono.
Baoyu china la testa, sorride anche lui adesso, ma è un sorriso tirato e triste che non esprime alcuna gioia, è un sorriso che sa di rimpianto e accettazione. Sarebbe stato meglio non venire mai qui, continuare a pensare che la sua amata fosse morta tanto tempo fa, il dolore ora sarebbe meno crudele e più sopportabile.
Volta le spalle alla fucina e si allontana a passo lento e strascicato, esce dalla città e davanti a lui si snoda la via, una strada che percorrerà senza posa per il resto della sua vita, cosparsa dei frammenti di tutto ciò che avrebbe potuto diventare, ma che non sarebbe stato mai più.





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Spazio dell'autrice:
Questa è una one-shot che ho scritto di getto subito dopo aver terminato il romanzo "I Segreti della Camera Rossa" di Pauline Chen, è la prima fanfiction completa che pubblico e spero che vi sia piaciuta. Il mio intento era di dare una conclusione alla vicenda, chiudere il cerchio: Daiyu continuerà a vivere la sua vita senza Baoyu, ma mi sembrava giusto che lui sapesse, prima  o poi, cosa fosse accaduto davvero alla sua amata.
Recensite, mi raccomando, e se avete delle critiche, purchè siano costruttive ed espresse con garbo, sarò lieta di accoglierle per migliorarmi.
Un bacio :)
  
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