Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Calipso19    07/06/2013    1 recensioni
Un viaggio infinito che racconta l'ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una storia vissuta sulle ali della musica, respinta dalla razionalità umana, colpevole solo d'essere troppo anomala in una civiltà che si dirige alla deriva. La rivisitazione di un esempio da seguire.
( Capitolo 4 modificato in data 14 marzo 2016)
Dalla storia:
- Sono cambiate tantissime cose da quando guardavamo le stelle nel guardino a Gary.
- E ne cambieranno altrettante Mike. Se fra quarant'anni saremo ancora insieme te ne accorgerai.
Insieme.
Michael ripetè nella mente quella parola più volte, come una lezione da imparare, e concluse quel bellissimo quadro con un sorriso.
- Certo che saremo ancora insieme, non dire sciocchezze.
- Ci credi davvero Michael? - lei lo guardò con occhi seri e sinceri. - Le persone attorno a te arrivano e se ne vanno come niente.
- Certo che lo credo, anche se non so dirti in che modo. E dovresti crederci anche tu Jackie, avere un po’ più di fiducia.
Abbassò gli occhi per vedere le proprie mani cingere la vita di Jackie, scorse una piccola macchia di pelle bianca sul polso.
Chissà quanto ancora si sarebbe allargata.
Tutto cambiava, senza sosta.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La musica è pura energia che entra prepotentemente

in contatto con la nostra anima 

armonizzando le dissonanze che la vita ci fa patire.

 

 

Quello della Musica era un mondo semi-buio, dove devi saperti muovere per non cadere in un baratro di vergogna e miseria.

Le note di una canzone possono trarre in inganno, se sei piccolo e non hai esperienza.

Michael non temeva la musica.

La ammirava da lontano, senza attaccarla.

Non entrava ancora in essa, perché sapeva di non essere ancora all'altezza per sopportare in sè quella forza spirituale talmente potente da far crollare vetri e uomini.

Sapeva che sarebbe giunto il momento, ma non ora.

 

Non andava a frugare nella musica.

Si limitava a cantare ciò che gli veniva dato.

Nella casa discografica c'era sempre un aria allegra, e non aleggiava più l'odore aspro delle botte.

Si, botte.

Chi decideva per lui e i Jackson 5 era stato sempre Joe.

 

Prima di quella fortuna, i fratelli provavano a casa, e ciò che avveniva all'interno delle mura non erano che prove della crudeltà spietata, ancora una volta, di un uomo assetato di fama e successo.

 

Stanchezza, febbre o malditesta.

Non c'era male che poteva fermare le prove.

E Michael conosceva bene le punizioni inflitte se non si obbediva all'istante.

Botte di cui solo Katherine e le piccole Jackson erano testimoni.

Talvolta, anche Jackie aveva assistito, e ricordava bene quanto Michael avesse sofferto in quei tempi.

Soffriva lei per lui, nel vederlo in quello stato.

Sapeva che lui odiava il padre.

Padre che non poteva nemmeno definire tale. 

 

Jackie non sapeva come considerare Joe.

Con lei aveva sempre avuto in atteggiamento riservato.

Non le aveva mai rivolto una parola gentile.

 

Tuttavia, ricordava vagamente che la prendeva in braccio, quando era ancora molto piccola e la portava via da George, che la voleva picchiare per aver rubato un pezzo di formaggio da casa.

 

Non l'avrebbe mai fatto, ma aveva fame e non aveva alternative.

Ricordava il gesto di Joe come per salvarla, ma non ne era sicura.

La mente era annebbiata ancora da tanti dubbi, e la lontananza dal ramo materno della famiglia non l'aiutava di certo.

 

Ricordava anche che spesso entrava in casa Jackson quando erano in corso le liti fra Michael e Joseph.

 

Michael era docile per natura, ma non tollerava di essere maltrattato ingiustamente.

Metteva l'anima in tutto ciò che faceva, soprattutto cantare e ballare, e non meritava di essere picchiato solo per lamentarsi del malditesta.

Jackie aveva sempre preso le difese di Michael, anche la figura di Joe la intimidiva.

Nessuno dei due bambini era mai riuscito a capirlo.

 

Jackie rabbrividiva quando Michael le raccontava i locali dove andavano a esibirsi prima di incontrare la Motown.

Erano edifici luridi, bui e grotteschi, dove il pubblico era diviso fra gente ubriaca e annoiati di poco conto.

Prima e dopo di loro vi erano anche delle spogliarelliste.

Le loro figure attiravano Joe e i fratelli, ma Michael no.

Disse a Jackie che non era attratto da loro, perché le sembravano fin troppo volgari.

Tralasciò tuttavia le occhiate dei fratelli ai bagni femminili.

Disse che era rimasto sconvolto una volta che aveva visto un uomo travestito da donna, e da lì era partito quasi il suo disgusto.

Ma entrambi sapevano che era ancora presto per parlarne, e che il tempo avrebbe risolto i loro dubbi.

Al riguardo erano due ragazzini estremamente ragionevoli, che non s'interessavano a certe cose prima dell'età.

Katherine lo sapeva, perché Michael si era confidato anche con lei, una volta, e davanti alle parole del figlio, non aveva fare a meno di sorridere.

 

Mamma Jackson era molto protettiva, ma sapeva che Michael stava crescendo e che sarebbe arrivato un momento della vita più delicato.

Ogni tanto, Albert andava a trovarlo e faceva la parte della figura maschile.

Lo aiutava con i primi problemi dell'adolescenza e gli fece un pò da "ragionevole fratello maggiore".

Jermaine e gli altri erano fin troppo occupati con la massa di ragazze che andavano sempre a cercarli.

Di Jackie invece si occupavano Katherine e Diana, che ormai si considerava quasi una madre per la ragazzina dalla chioma ricciuta.

  
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