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Autore: Yoan Seiyryu    07/06/2013    2 recensioni
[Ispirata all'episodio 1x07]
"Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa"
"Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica."
Breve storia ispirata alla puntata 1x07 in cui emerge la coppia Giuliano/Vanessa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giuliano Medici, Vanessa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Arda di dolcezza il core! '
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Fiori





Poteva ancora sentire il suo profumo, mentre camminava per le vie di Firenze. Riusciva a portarlo con sé nonostante si fosse allontanato da lei quella mattina stessa.
Aveva ottenuto informazioni importanti da Bertino, ma avrebbe dovuto continuare nella sua ricerca impellente per scagionare l’anima di Gentile Becchi e dimostrare a suo fratello Lorenzo che aveva compiuto un errore, un errore da cui non si poteva tornare indietro.
Mentre ogni tanto si soffermava a conversare con i gentiluomini che gli rivolgevano la parola, a cui concedeva il minimo del suo tempo, si ritrovò davanti a Santa Margherita de’ Cerchi.
Sollevando lo sguardo ne studiò l’architettura, non attraversava mai quei vicoli e difficilmente vi si era ritrovato davanti.
Per un attimo si immaginò nei panni di Dante, che non aveva avuto l’occasione di sposare la donna che amava.
Si umettò le labbra, perdendosi in quella riflessione assai banale ma che al momento aveva tutta l’intenzione di sollevare.
Sposarsi, diventare padre di famiglia. Era davvero pronto ad una tale responsabilità? E soprattutto, come avrebbe reagito alla gabbia che avrebbero creato attorno a lui i De’ Pazzi?
Corrugò la fronte improvvisamente indispettito, avrebbe potuto scagliare un pugno vigoroso alla parete circostante la chiesa, ma non poteva comportarsi a quel modo davanti a tutti.
I pensieri furono offuscati nel momento in cui vide uscire dalla Chiesa la pallida figura di Camilla Pazzi, accompagnata da un’anziana dama e altre due donne al suo seguito.
Un lungo abito verde broccato le circondava le forme nascoste dal drappeggio elegante e ricercato, l’acconciatura era ben sistemata sul capo, mentre il viso era curato di ombre e luci perfette.
Lorenzo aveva ragione, Camilla Pazzi era la più attraente tra le donne di quella famiglia, suo fratello l’avrebbe di buon grado scelta come amante.
Ma a lui non bastava un viso attraente per scegliere un’amante, voleva molto di più.
Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, poteva constare la fierezza nel portamento di Camilla, la quale si fermò immediatamente come era uso fare.
La dama più anziana le bisbigliò qualcosa all’orecchio, ricevendo per tutta risposta un’occhiata eloquente, che giunse perfettamente a Giuliano.
Subito dopo Camilla si avvicinò, distaccandosi dal piccolo gruppetto, per inchinarsi immediatamente.

-E’ un piacere incontrarvi, non avevo idea che frequentaste Santa Margherita- disse guardandolo negli occhi, affatto entusiasta di trovarsi lì.

Giuliano si prodigò in un inchino rispettoso, prima di risalire sulla figura di lei per poterla guardare meglio. Era una donna affascinante, ma aveva la sfortuna di essere una De’ Pazzi.
-Nemmeno io, a dire il vero è stato un caso trovarmi qui-.

Camilla si voltò appena verso la dama anziana, che subito le fece cenno con lo sguardo, per attuare il suo suggerimento.
Si schiarì la voce, prima di chiedere: -In virtù di questo fortunato incontro, vogliate farmi l’onore della vostra compagnia per un breve tratto di strada-.

La falsità che emergeva dalle sue parole era penetrante, non era davvero in grado di mentire ed una donna che fa trapelare le sue emozioni non poteva esser davvero una buona moglie.
Giuliano amava la sfrontatezza ma le dinamiche femminili dovevano essere tali da attirare in lui un certo interesse.

-Non potrei mai tirarmi indietro, madonna Camilla- le porse il braccio affinché vi si potesse appoggiarsi.
Non appena avvertì il tocco della sua mano intrecciarsi all’avambraccio ebbe un leggero fremito, come se quella vicinanza avesse prodotto l’istantaneo veleno che correva tra le due famiglie.

-Certamente no- sorrise, di un sorriso affettato. –Immagino che siate restio alla nostra unione, ve lo leggo negli occhi-.

Diretta, arrivare al punto sembrava proprio non esser un problema.

-Non avevo idea che sapeste leggere negli occhi altrui, madonna Camilla, altrimenti avrei nascosto lo sguardo prima di incontrare il vostro- cercò di non comportarsi come al suo solito e mantenere un filo di educazione nei suoi confronti, Lorenzo lo avrebbe rimproverato gravemente se ne fosse venuto a conoscenza e non aveva intenzione di alterare ancora una volta i legami delle famiglie.

-Perché mai? I vostri occhi sono molto belli, mi sarebbe dispiaciuto non poterli apprezzare- sorrise ancora una volta in quel modo, sembrava stesse giocando su due linee differenti.

Prima sembrava volerlo incalzare con le dinamiche delle famiglie avverse, poi aveva cambiato rotta iniziando a riempirlo di complimenti.
Sembrava quasi di rivedere Clarice qualche anno prima del matrimonio, quando la vide per la prima volta.
Erano molto simili, più di quanto non avrebbe potuto immaginare.

-Ho ricevuto molti complimenti da parte delle donne, tutte si sono sempre soffermate a ricordarmi che ho dei begli occhi, inizio quasi a credere che sia un modo per conquistarmi comunemente usato da tutte- rispose scrollando le spalle, accomunandola ad un mondo femminile piuttosto simile a cui non era interessato.

Lei non gradì affatto quella risposta, se ne accorse nel momento in cui avvertì la presa al braccio stringersi maggiormente.
-Per questo siete considerato il fratello affascinante dei Medici- azzardò un altro sorriso, ma si poteva leggere perfettamente quanto non fosse sincero.

Tra i due correvano sguardi carichi di rancore reciproco, non l’uno verso l’altro, non tra Giuliano e Camilla ma tra un Medici ed una Pazzi.
Il silenzio cadde improvvisamente, non ebbero più altre parole da scambiarsi e la tensione cresceva ad ogni passo.
Camilla sapeva che l’accordo stretto da Francesco Pazzi era soltanto una formalità, ma non doveva trapelare nulla di tutto questo di fronte a Giuliano. Tant’è che si sarebbe dovuta comportare in maniera più gentile, più educata e non cercare di far cozzare immediatamente il dialogo.
Ma come poteva sottostare ad un’idea simile? Non sapeva mentire né tessere intrighi, piuttosto preferiva mostrarsi così com’era, quando le era concesso spazio.





 
 
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-Quanto ancora dovremo rimanere in questa posizione?- intervenne spazientita una delle modelle che aveva le braccia intrecciate tra loro e il mento sollevato verso l’alto.

-Tutto il tempo necessario, possibilmente in silenzio- rispose Verrocchio che stava attraversando la sala principale in cui i giovani artisti imparavano a disegnare.

La modella roteò gli occhi al cielo, seguita da una risatina leggera di Vanessa che le stava accanto, divertita dalla situazione.

-Trovare delle modelle che si pongano come statue oggigiorno è davvero impossibile- bofonchiò Verrocchio immergendo le mani nella polvere di marmo.

-Vanessa, oggi i tuoi occhi sono ridenti e sei più allegra del solito. Sembri una bambina che ha ottenuto un nuovo giocattolo- disse Botticelli che era intento a ritrarre il suo viso con minuziosa attenzione.

Lei si voltò a guardarlo, cercando in ogni modo di trattenere un sorriso infantile che emergeva  poco a poco sulle labbra.
-Da cosa lo deduci, Sandro?-

Si strinse nelle spalle, mentre Botticelli si avvicinava a lei per poterle riposizionare il viso lì dove era prima, alzandole leggermente il mento.

-So quando una donna acquisisce qualcosa di  nuovo. Tu sembri esserti appropriata di occhi diversi, sono un artista, faccio attenzione a certi particolari- sorrise di sottecchi, come a volerle far intendere che aveva compreso che tipo di sguardo la caratterizzasse al momento.

-Io so tutto- disse la modella che le stava accanto, accompagnata da una risata eloquente –sono piuttosto certa che sia tornata a frequentare il letto di Leonardo-.

Sandro strinse leggermente un pugno della mano, nell’udire quelle parole. I suoi rapporti con Leonardo non erano mai stati dei migliori e sapere che la migliore modella della bottega fosse entrata nel suo letto gli aveva lasciato l’amaro in bocca.
Non che avesse mire particolari su Vanessa, desiderava preservare ciò che dipingeva dalle mani contaminate di altri, soprattutto se si trattava del suo antagonista.

-Leonardo non è a Firenze, lo sappiamo tutti- rispose Vanessa ingoiando il rospo.
Ricordare di non esser stata altro che un fiore di campo per Leonardo, anziché una rosa di giardino a volte le faceva girar la testa.
Lui le aveva promesso dei sogni, le aveva giurato che sarebbe riuscita a volare. Ma l’aveva fatta avvicinare troppo al sole, tanto che aveva quasi rischiato di bruciare.

-Allora di chi si tratta?- domandò la modella scuotendo appena i capelli biondi di lato, per poterla guardare negli occhi e ricevere una risposta.

-Di qualcuno che è di gran lunga più in alto, non è un artista, non è un mercante- Vanessa si morse appena il labbro inferiore assolutamente divertita dalla situazione –è qualcuno che tutti voi conoscete ma che non sospettereste mai-. Si limitò a scrollare le spalle, fingendo assoluta naturalezza nel discorrere con loro di quello che le era accaduto.

Non avrebbe fatto mai spontaneamente il nome di Giuliano, voleva preservare quello che era accaduto tra di loro sigillando il segreto tra le labbra. In un modo o nell’altro desiderava che quel loro incontro rimanesse una loro esclusiva, senza che potesse essere contaminato dai pensieri degli altri, facendole credere che fosse possibile recludere una parte della sua vita.
Ma tutti immaginavano di chi potesse trattarsi, avevano visto come Giuliano De’ Medici guardava Vanessa ogni volta che entrava nella bottega del Verrocchio per incontrare Leonardo.

-Non si tratterà di un Principe?- scherzò l’ultima delle tre modelle, dando adito ai pensieri di tutti i presenti.

Ma non ricevette alcuna risposta, se non qualche risata leggera che interruppe ancora una volta il lavoro.
Verrocchio fu costretto a ricreare il silenzio, per evitare le distrazioni che si susseguivano e che impedivano di continuare a creare nuove opere.
Una volta che il silenzio tornò su di loro, Vanessa pote' sprofondare nei ricordi della sera prima, facendoli emergere nuovamente come se profumassero ancora intensamente.
Certo, non amava Giuliano, non poteva amarlo, ma sapere di averlo avuto accanto era quanto di più avesse potuto sperare o aspirare.
Quei pensieri furono traditi immediatamente quando si domandò se avesse avuto modo di rincontrarlo presto, o se fossero rimasti divisi ancora per molto tempo.
Non era trascorsa nemmeno un’intera giornata dal loro ultimo incontro che già al centro dei suoi pensieri si posizionavano piccole domande che la facevano fremere di agitazione.
Ma non era amore, no, si ripeteva. Era solo una lieve infatuazione.




 
 
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-Dunque è stato deciso, la festa che ci vedrà come protagonisti avverrà a Fiesole, alla Villa Medici?- domandò Camilla mentre continuava a camminare accanto a Giuliano, con le dame al seguito che non perdevano né una parola, né un singolo passo.

-Così è stato deciso da mio fratello Lorenzo. Desidera che tutto vada per il meglio- le rivolse uno sguardo indagatore, non ne era stata messa a parte?

-Posso immaginare quale sia all’interno di Palazzo Medici la frenesia per l’organizzazione di una tale festa- rispose mostrando ancora lo stesso sorriso che aveva tenuto durante tutta la camminata, tirato appositamente per sembrare spontaneo.

Giuliano si era stancato di ascoltare le parole provenienti dalla sua futura sposa, non erano altro che una serie di proposizioni studiate e poste le une accanto alle altre per conferire un’aria di serietà che non si addiceva affatto a Camilla.
Piuttosto sembrava cozzare con il suo carattere semplice e poco incline alle macchinazioni imposte dalla sua famiglia.
Senza rendersene conto si ritrovarono entrambi davanti alla bottega del Verrocchio, proprio in quel momento uscirono tre donne cariche di sorrisi entusiasti ma anche di stanchezza per le lunghe posizioni statiche susseguitesi durante la giornata.

-Le tre Grazie che prendono vita- sussurrò Camilla, decisa a fermarsi per osservare le giovani modelle che scorrevano di fronte a loro, una delle quali sembrò puntare gli occhi su Giuliano e rivolgergli un sorriso colmo di comprensione.

-Non potevate scegliere vocabolo migliore per descriverle- aggiunse Giuliano, volgendo uno sguardo eloquente verso una di loro, proprio quella che aveva i capelli rossi come il fuoco intrecciati con un nastro di fiori.

Non avevano bisogno di parole per dire l’un l’altra cosa stessero pensando, non avevano bisogno di altro se non sguardi che catturavano l’attenzione di tutti. Vi era un fuoco leggero che ombreggiava al di sotto delle ceneri, timidamente il vento avrebbe potuto scegliere di alzarlo o semplicemente di spegnerlo.
Camilla non notò l’intesa che si era appena creata, ma rimase stupita quando Vanessa si avvicinò ad entrambi, stringendo tra le mani un cesto di vimini colmo di fiori.

-Un fiore per ogni donna che incontrerò- disse mentre frugava nel cestino per poter tirare fuori una margherita bianca, che porse gentilmente a Camilla.

Quest’ultima sollevò un sopracciglio, piuttosto stupita da un gesto simile.
-Temo di non poter accettare, sono Camilla De’ Pazzi, non la figlia di un panettiere- rispose con una certa enfasi, mescolarsi al popolo non le faceva affatto piacere.

Vanessa non aveva alcuna intenzione di offenderla, né di rimarcare alcuna posizione nei suoi confronti. Lei era soltanto una modella, una locandiera, l’amante di una notte di Giuliano e nient’altro. Non aveva interesse nell’ottenere un posto più in alto, le andava bene quello che era.

Giuliano non ebbe rimorsi a scusare i modi della promessa sposa, afferrando con delicatezza la margherita che Vanessa teneva ancora tra le dita.
Una volta preso, lo porse a Camilla.

-Accettatelo almeno da un gentiluomo, Camilla. Non potete rifiutare-.

Camilla non era affatto lieta di quel che era appena accaduto, piuttosto ne era infastidita. Come aveva potuto Giuliano comportarsi in quel modo, prendendo ampiamente le difese di una ragazzina qualunque?
Suo malgrado, dovette accettare la margherita bianca e compiere una appena accennata riverenza.

-La vostra gentilezza non mi stupisce mai- disse in un sussurro carico di rancore.
-Se non vi dispiace, dovrei porre termine alla mia passeggiata- lo incitò quindi a rifuggire da quella ragazza così impetuosa e dal viso ridente.

-Non ho intenzione di farvi aspettare, proseguiamo pure- così facendo Giuliano lanciò un ultimo sguardo a Vanessa, la quale ricambiò con la medesima risposta, non avevano davvero bisogno di usare le parole per comprendersi.

Giuliano e Camilla si allontanarono, mentre Vanessa rimaneva ad osservarli allontanarsi dalla bottega del Verrocchio.
Sorrideva, non avrebbe mai potuto vivere ufficialmente al fianco di Giuliano, non era quella la vita che desiderava.
La libertà che tanto aveva sognato l’aveva raggiunta e tutto ciò per cui viveva, le bastava. 





// Nda: 
Salve a tutti! Questo capitolo non è particolarmente interessante, volevo incentrarmi su un possibile incontro tra Camilla e Giuliano, che non credo di riprendere in futuro. 
Nel prossimo capitolo ci saranno meno parti noiose e Giuliano incontrerà di nuovo Vanessa. 
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi. 
Al prossimo capitolo! ^_^ 

Yoan 
   
 
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