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Autore: Beneath_Your_Beautiful_    08/06/2013    3 recensioni
Eleanor si avvicinò lentamente, si inginocchiò di fronte a lui, prese il suo volto fra le mani e guardò i suoi grandi occhi azzurri. Asciugò le sue lacrime, poggiò il suo viso su quello del ‘suo’ ragazzo, si avvicinò al suo orecchio.
- Io non ti posso odiare, perché come il tuo cuore ti spinge ad amare Harry, il mio cuore mi spinge ad amare te. Sto morendo, è vero. Sto morendo lentamente, pian piano, ma la colpa non è tua e neanche mia. Stiamo morendo Louis, perché il nostro cuore ha deciso così, e perché noi abbiamo deciso di seguire il nostro cuore -
ATTENZIONE!! Larry!!
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooo a tutti!! Vi ringrazio in anticipo se vi fermerete a leggere. Ci ho messo il cuore a scrivere questa one-shot e credo sia venuta fuori proprio bella xD non voglio farmi i complimenti da sola ma mipiace, e credo sia la one-shot più bella delle tre che ho scritto.
Spero piaccia anche a voi, e vi prego di leggere prima di arrivare alle conclusioni...
qualche commentino, anche breve mi piacerebbe, per sapere cosa ne pensate ;) A presto, BooBear <3




Aprì gli occhi impastati di sonno e guardò oltre la finestra. C’era luce, era già mattina, ma il cielo era coperto da una cappa di nuvole plumbee e cupe capaci di soffocarti. Erano immobili, pigre, come se fossero stanche di muoversi da un posto ad un altro. Si rigirò nel letto, e la guardò. Era bellissima. I lunghi capelli, castani e mossi, le ricadevano sulle spalle. Aveva gli occhi socchiusi, nel suo vizio di non chiuderli mai del tutto mentre dormiva. Aveva voglia di vederli aprirsi, vedere quei grandi occhi color nocciola. La sua pelle era candida e soffice. Si avvicinò, la accarezzò delicatamente, come se non volesse svegliarla. Il profumo di lei lo investì, forte ma delicato come una brezza di primavera. Profumava di pulito, profumava delle cose più belle e buone di questo mondo, come in fondo era lei. Lei era la persona più buona che avesse mai conosciuto. Dolce, sensibile e soprattutto bellissima. La amava, la amava per quello che stava facendo: non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza. Era così perfetta, avvolta in quelle coperte candide del cui odore lei profumava. Gli sapeva di casa, di famiglia, ed è questo che avrebbe fatto con lei: avrebbe costruito una famiglia. Le avrebbe chiesto di sposarlo, di avere dei bimbi, tanti bimbi. L’avrebbe resa felice e l’avrebbe ripagata di ogni suo singolo sacrificio nei suoi confronti. L’avrebbe amata, veramente, perché meritava di essere amata più di chiunque altra donna al mondo. L’avrebbe fatta sorridere come non aveva mai fatto e avrebbe visto gli occhi di lei illuminarsi, illuminare la sua vita, l’avrebbe amata.

 Assorto nei suoi pensieri non si era accorto che lei si era appena svegliata. Si girò verso di lui, aprì i suoi grandi occhioni color nocciola e lo guardò intensamente. Sembrava una bambina, una bambina innocente e troppo piccola per poter passare quello che stava passando adesso. Era come una bambina, e i bambini andavano protetti. I bambini erano la bocca della verità, i bambini avevano quegli occhi che dicevano tutto, i bambini facevano sempre quello che veniva loro richiesto. Si sentiva in colpa per tutto questo, e sempre per questo l’avrebbe sposata. Lei era diventata una ragazza troppo in fretta, e il lei era rimasta quella parte da bambina che solo a lui mostrava, quella parte che soffriva. Vedeva sempre la ferita di lei rimarginarsi pian piano, credendo nel loro amore, per poi essere squarciata di nuovo, senza alcuna pietà. Lei ci aveva creduto, per un solo istante ci aveva creduto, poi aveva visto la verità, ma aveva taciuto … perché lo amava e perché lo  avrebbe sempre protetto. Perché si accontentava di quel poco amore che lui riusciva a darle e non si lamentava mai. Perché soffriva, ma sapeva soffrire in silenzio.

Non aveva mai pensato di essere capace di far soffrire un bambino, lui li amava. Aveva sempre sognato di avere tanti figli, per potersene prendere cura, per poter vedere i loro grandi occhi sorridere. Non aveva mai sopportato la sensazione di dolore nel vedere le sue sorelle piangere, aveva avuto sempre un istinto di protezione verso i bambini. Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato la causa di sogni infranti, di un amore distrutto.. senza alcuna pietà.

Eleanor lo guardava con una dolcezza inquietante, ma lui non riusciva a guardare gli occhi di lei per più di qualche minuto. Sapeva del dolore che le stava provocando, sapeva che la stava usando per i suoi scopi… e la cosa che più di tutti gli faceva male, era vederla così innocente. Era vederla così silenziosa.


‘Ti prego!! Ti prego .. dimmi qualcosa!! Reagisci e non mi guardare in questo modo!!’

Continuava a fissarlo con quegli occhi così limpidi, gli veniva così semplice leggere quello che lei aveva dentro. Ed era questo che lo faceva soffrire. Lei continuava a fissarlo, imperterrita, nella sua espressione non c’era nessuna voglia di reagire; non perché fosse stanca, semplicemente perché non sapeva cosa dire, semplicemente perché non aveva nulla da dire.

‘Ti prego El, non guardarmi in questo modo! Parlami … dimmi che mi odi, che vuoi andare via, lontano da me. Dimmi che dirai tutta la verità, che non starai più al mio gioco. Dimmi che mi distruggerai. Dimmelo, dimmelo ti prego!!’

Cadde in ginocchio, portandosi le mani sul volto. Piangeva e ansimava, singhiozzava come un bambino. Non ne poteva più. Non ce la faceva più ad andare avanti con quella farsa. Erano tornati dall’ennesima sfilata a cui lui l’aveva accompagnata. Lei faceva la modella per ripiego, per pagare i propri studi, e lui doveva portarla alle sfilate, per far sembrare tutto normale. Ci aveva creduto anche lui in quell’amore, in un primo momento ci aveva creduto anche lui. Aveva voluto credere che gli occhi di quella ragazza che adesso gli stava davanti, immobile, fossero gli occhi di colei che voleva amare. Ma aveva capito che non era così, che non poteva essere così e che mai lo sarebbe stato, perché lui amava una sola persona. Perché il suo maledetto cuore gli diceva di andare nella parte opposta, perché la sua mente gli suggeriva qualcos’altro. Odiava vederla sorridere, odiava vederla felice d’innanzi a tutti i paparazzi, odiava baciare le sue candide e pure labbra. Perché si sentiva colpevole, perché si sentiva un assassino, un assassino di sogni. Lui stava infrangendo tutti i sogni di quella ragazza senza alcun ritegno, senza alcun controllo, senza preoccuparsi di niente, curandosi solo di salvare la sua fottutissima pellaccia. E quella di colui che amava. La stava uccidendo. Stava inesorabilmente uccidendo quella ragazza. Lui era la sua droga, la sua droga più letale, era come un coltello conficcato nel suo fianco. Lei soffriva, ma non parlava e taceva.

Eleanor si avvicinò lentamente, si inginocchiò di fronte a lui, prese il suo volto fra le mani e guardò i suoi grandi occhi azzurri. Asciugò le sue lacrime, poggiò il suo viso su quello del ‘suo’ ragazzo, si avvicinò al suo orecchio.

‘Io non ti posso odiare, perché come il tuo cuore ti spinge ad amare Harry, il mio cuore mi spinge ad amare te. Sto morendo, è vero. Sto morendo lentamente, pian piano, ma la colpa non è tua e neanche mia. Stiamo morendo Louis, perché il nostro cuore ha deciso così, e perché noi abbiamo deciso di seguire il nostro cuore’

Gli sussurrò queste parole, lente, fluide, dolci e calde. Louis si sentì rincuorato, si sentì felice per un millesimo di secondo, per poi sentire il suo petto squarciarsi, nuovamente. Sentì aprirsi un’altra ferita, da cui sarebbe sgorgato altro sangue. Ormai era troppo lacerato dentro per poter essere guarito, neanche Harry poteva più salvarlo.*

Eleanor si avvicinò lentamente a Louis che continuava ad osservarla, immobile. I loro respiri erano lenti, i loro cuori battevano allo stesso ritmo. Avevano paura e voglia di provare piacere. Ma sapevano che il piacere sarebbe durato poco, perché il dolore sarebbe tornato forte, inarrestabile.

Si avvicinò al ragazzo che aveva davanti, la persona che amava di più al mondo ma che più di tutti sconosceva. Si avvicinò e lo baciò delicatamente sull’angolo delle labbra. Ormai i loro baci si limitavano a questo. Fugaci, distanti … da poter sembrare dolci e delicati. Baci a cui si poteva attribuire più di un senso, baci che lasciavano intendere cose che non esistevano. Come le strette di mano, i sorrisi e gli sguardi. Come tutto nella loro vita, come una menzogna.

La vide alzarsi, lentamente, nei suoi movimenti delicati e sensuali. Avrebbero pagato per stare al suo posto, ma lui sentiva, sapeva che il suo cuore non apparteneva ad El, anche se questa situazione sarebbe dovuta cambiare da oggi in poi.

Prese un respiro profondo, acquistò coraggio – quello che gli mancava - …

‘El … mi vuoi sposare?’

Disse tutto d’un fiato, in un sussurro in cui sarebbe dovuto essere racchiuso tutto il suo coraggio. Il coraggio di star mentendo di nuovo a quella ragazza così innocente, il coraggio di star mentendo di nuovo al suo cuore, a sé stesso e al mondo intero.

Prese un piccolo anello dal cassetto del mobile accanto al letto, e glielo porse. Lei lo guardò con occhi sgranati: non riusciva a credere a quello che le stava accadendo!! Lo guardò, incredula, allibita, sbalordita e nuovamente silenziosa.

‘M-ma … ma cosa stai dicendo Louis?! Che .. che ti prende? Hai idea di cosa mi stai chiedendo? Hai idea di quanto sia importante una proposta del genere … per me?’

‘Lo so. So quanto può essere importante per te tutto questo, ed è per questo che ti sto chiedendo di diventare mia moglie. Voglio renderti felice El, voglio darti quello che non sono mai stato in grado di offrirti. Sai che non abbiamo più molto tempo, e io … io voglio ringraziarti per quanto hai fatto. Voglio renderti mia per sempre, mia oltre ogni confine o barriera.’

‘Non posso. Io non posso Lou. Non posso renderti nuovamente infelice. Non posso costringerti a legarti a me e a nessun altro, non così, non per pietà. Io ho sempre sognato di sposarmi, di amare qualcuno. Ma la persona che avrei sposato … avrei voluto passasse tutta la vita con me, e tu non puoi, noi non possiamo e tu lo sai. Lo sai bene questo, lo sai meglio di me. Io ti amo, ma non posso sposarti, non così …’

 Disse in un sussurro, ma con voce decisa. E fece per allontanarsi.

Loius la trattenne per il braccio.

Lo so. E se tu pensi di non potercela fare, io ti capisco. Ma se stai facendo tutto questo per me, per salvarmi e per darmi un'altra opportunità … sappi che questa opportunità non la voglio, e che l’unica cosa che voglio è renderti felice, adesso!!’

Non lo sto facendo per te – forse, pensò -, ma per me, per puro egoismo. Perché sono sempre stata egoista a rimanere al tuo fianco. Perché ti ho reso solo infelice, e perché ti ho negato la libertà. Perdonami!!’


Piccole lacrime solcarono il viso di Eleanor, che si avvicinò a Louis e lo baciò .. sulle labbra. Questa volta gli diede un bacio vero, uno di quelli che si vedono nei film e che si sognano tutta la vita. Gli diede il primo, vero,unico ultimo bacio. E lui ricambiò. Ricambiò con tutto l’amore che aveva in corpo, con tutto l’amore che poteva darle. Perché aveva creduto di amarla, perché aveva creduto di poterla amari di nuovo. Le parole non servirono. Adesso il dolore sarebbe finito, per sempre. Nessuno avrebbe permesso all’amore di continuare a tacere. Nessuno avrebbe impedito all’amore vero e innocente di mostrarsi al mondo.

________________________________________________________________________________________________

I giorni passarono. Passarono in quella casa ormai vuota. In quella casa dove lei non c’era più. La sua presenza, il suo odore, erano ancora vivi, capaci di penetrare le ossa. Gli mancava, perché era stata parte presente della sua vita. Quella bambina che lo aveva sempre protetto, che lo aveva amato fino alla morte, e che gli era veramente stata accanto come un bastone nella vecchiaia, una medicina nella malattia, un disinfettante nelle ferite, e che lo aveva sempre accompagnato come una lacrima nei momenti più tristi e un sorriso in quelli più felici.

Suonarono al campanello, andò ad aprire. Scese di corsa le scale precipitandosi alla porta. La spalancò…
 
 
.. e lo vide!!



Vide quei riccioli ribelli e la sua figura piegata che cercava di recuperare i bagagli. Harry alzò lo sguardo verso Louis e gli sorrise. Gli sorrise dopo anni, mesi, settimane, giorni. Gli sorrise come non aveva mai fatto. Vide quegli occhi così verdi e splendenti in quella giornata di pioggia, quegli occhi che lo fecero sentire meglio. Louis si avvicinò a prendere qualche bagaglio, ad aiutarlo e per caso sfiorò la sua mano, così morbida e soffice. Un brivido percorse le loro schiene. Si guardarono istintivamente. Buttarono i bagagli per terra ed Harry saltò al collo del suo BooBear. Lo travolse, lo stritolò, lo strinse più forte che poteva. Louis barcollò per qualche istante, ma dopo essersi ripreso, cercò lo sguardo del suo ragazzo e in un istante videro l’uno negli occhi degli altri, quello che avevano sempre desiderato e voluto.  Louis prese il viso di Harry fra le sue mani, lo guardò, osservò quelle fossette ai lati delle guance, e le piccole rughe sulla fronte, è perfetto!! pensò. Si avvicinò al suo viso, e lo baciò. Lo baciò delicatamente sulle labbra, come se avesse paura di fargli male. Ma Harry aveva capito, e iniziò a mordere le labbra dell’altro. Si baciavano, si baciavano come mai avevano potuto fare, si baciavano recuperando tutto il tempo perso. Si baciavano come se fossero stati gli unici superstiti dopo una battaglia.

 Entrarono i bagagli e salirono al piano di sopra, correndo sulle scale. Con foga si gettarono sul letto, dopo aver chiuso le finestre. C’era buio, ma non avevano paura. Sapevano di avere accanto colui che amavano e questo bastava.

Su quelle lenzuola c’era ancora l’odore di lei, il cui ricordo sarebbe sempre rimasto nei loro cuori.

Eleanor se n’era andata da questo mondo, lasciando il ricordo più bello di quello che era stata.

Eleanor era stata come la brezza di primavera.

Eleanor era stata come un fulmine a ciel sereno.

Eleanor era stata come un sorso d’acqua nelle mattine più afose.

Eleanor era stata come la pioggia nei pomeriggi troppo caldi, o il sole nei pomeriggio troppo freddi.

Eleanor era stata come un arcobaleno dopo un temporale.

Aveva portato con se il dolore di tutti coloro che aveva amato, lo aveva portato via lasciando in loro solo la più semplice e dolce sensazione di felicità.

E quei due ragazzi, in quella stanza, l’avrebbero sempre tenuta nei loro cuori. 
  
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