Prima short fic così lunga
che scrivo…e forse ho capito che in effetti non
è proprio una cosa che mi riesce bene….però
ho volto provarci e soprattutto, approfittarne per augurarvi un felicissimo Buon Natale!
***
So this is Christmas
and what have you done another year over
a new one just begun
Così questo è il Natale,
e cosa hai fatto?
un altro anno è passato
ed uno nuovo è appena iniziato
Un altro anno è
passato. Sta passando. Non è ancora un anno preciso, in effetti, ma ha
importanza? Sette mesi. Sette mesi oggi, sei mesi
ieri. Contare il tempo. Confondere i giorni. Non sapere
più che mese è. E continuare a
chiedersi perché. Perché lui non
c’è. Sono riflessioni ormai scontate nelle
mente di Hermione. Ogni mattina che apre gli occhi,
ogni volta che si veste, che esce e va a lavoro. La
sera, quando torna a casa. La loro casa. E lui
non c’è. Lei vive ormai da sette mesi sola
in quel maniero. Il maniero dei Malfoy. Ma quel posto
è così diverso da com’era anni e anni fa, quando ancora gli
elfi sussurravano terrorizzati e urla di vittime rapite per Lord Voldemort
urlavano il dolore delle frustate di Lucius Malfoy. Nei sotterranei. Ma mai troppo sotto terra da non udirle. Il Maniero era
stato un luogo tetro. Freddo anche nelle migliori giornate estive. Sembrava un
covo di Mangiamorte, più che la dimora di due sposi e del loro figlio. E infatti il rampollo dei Malfoy era abituato fin dalla
tenera età a vedere girare per la casa figure malvagie. E sentiva i suoi discorsi. Spesso per lui erano
fonte d’insegnamento: Ricorda,
Draco, tu hai sangue puro nelle vene. Tu devi onorare la tua famiglia. e le stirpi purosangue come te. E
devi imparare in fretta che non tutti i maghi sono degni di esserlo. Siamo
rimasti pochi, ormai. E tra i peggio rifiuti della
società ci sono i Mezzosangue.
Con queste parole nella testa
come puoi non crescere pieno di orgoglio per la tua
famiglia e pieno di disprezzo per i “diversi”? ma
arriva il momento in cui cresci, in cui scopri che il mondo non è solo
bianco e nero. Odio e amore. Onore e disonore. Ci sono delle sfumature
stupende. Non c’è solo bene e male. C’è anche
incertezza, amore, disciplina, tenerezza, severità, gioia nel vivere,
tristezza in alcuni momenti. Forza nell’andare avanti. Orgoglio
nel camminare a testa alta, ma anche dignità nel chiedere aiuto. E di darlo. È difficile capire cosa più difficile. E quando incontri una
persona che possiede tutte queste sfumature, allora ne rimani incantato. E se la persona è anche una bellissima ragazza dallo sguardo
dolce e intenso, non puoi innamorartene. Ma se, sempre la ragazza in
questione è anche una Mezzosangue, allora capisci
che è giunto il momento di scegliere se dar ascolto o no ai tuoi
genitori. E, ancor peggio, se la ragazza bella e Mezzosangue è
Hermione Granger, migliore amica di
Harry Potter e da sempre odiata, allora la scelta si amplia, e ciò che
devi decidere è se combattere la guerra magica contro di lei…o
contro la tua famiglia. i tuoi amici. i tuoi genitori. Tuo padre. Draco ha dovuto scegliere presto
che strada seguire. Hermione lo ha sempre ammirato per questo. Lei, cresciuta
nel vero amore familiare prima e nel calore dei suoi migliore
amici dopo, ha subito capito che quella era la via giusta. Amore e
fedeltà. Grifondoro a scuola, Auror nella vita dopo. Ma lui si è
ritrovato a dubitare di una vita di odio e disprezzo,
ma che per lui era certezza. E l’ha scelta lo ha
fatto soffrire. Ma accanto a sé aveva lei. Il
suo amore i suoi occhi profondi, le sue mani da
violino. Il suo corpo, il uso cuore. E la sua anima. Per questo è risulto
a combattere contro i Mangiamorte, contro i suoi vecchi ideali, a fianco del
famigerato Harry Potter e la sua amata Hermione Granger. E
alla sola era di diciannove anni hanno trionfato contro il male. Ma il male non muore mai. E Draco
fu richiesto come spia dagli Auror anni dopo. Hermione aveva tentato di
convincerlo a non andare. Ma lui aveva resistito e
dopo cinque anni dal loro matrimonio, subito dopo la fine della guerra,
l’aveva lasciata sola. Hermione aveva passato le prime notti a piangere,
per il terrore. Sapeva che, anche se i Mangiamorte lo avessero perdonato,
ciò nn gli avrebbe risparmiato torture atroci. Non servivano le
rassicurazioni dei suoi amici, che Draco non era solo, che c’erano altre
spie. Perché sapeva che lui era solo,senza
di lei. E lei pure. Ma lei
almeno aveva
Aurora e Ares. Aurora,
la piccola di quattro anni, i capelli biondi, gli occhi azzurri/ grigio.
Era bellissima ed era uguale a suo padre. Anche nell’atteggiamento un
po’ sulle sue con gli estranei, ma pronta a dare
e prendere amore con chi conosceva bene. L’avevano chiamata Aurora
perché quattro anni prima Hermione e Draco erano stati una settimana
senza parlarsi dopo una lite furiosa e lui era andato a vivere a casa di Harry. Ma, dopo notti insonne,
aveva deciso che l’amava troppo ed era corso a casa loro proprio
all’alba. Da lì una lunga notte-mattina di passione.
Ares, invece, aveva due anni. Ed
era tutto sua madre. Era un bambino molto simpatico e aperto. Tutti si
affezionavano a lui dopo soli due minuti in sua compagnia. Era una peste, ma
arrabbiarsi davanti al suo viso allegro e dispiaciuto era impossibile.
-mamma…- Hermione si tirò su,
scostando le coperte. Non si era accorta che qualcuno aveva aperto la porta di
camera sua. Ma nella penombra riconobbe i biondi capelli di Aurora,
fragile nella sua camicia da notte blu. –piccola…vieni qui…- Aurora corse a piedi nudi verso il letto
matrimoniale e saltò nella braccia di Hermione. –auguri mamma!- Hermione sorrise baciandole i capelli –amore,
oggi è
-è stupendo l’albero, Hermione!-
-grazie Ginny.- pomeriggio. Le due ragazze sedute comode nel divano del
salotto. Harry e Ron erano usciti a fare la spesa per il cenone. Naturalmente,
come al solito di largo anticipo. Aurora e Ares
giocavano allegri a pallate di neve in giardino con Lane, la figlia di Ginny e
Harry, anche lei quattro anni. I capelli neri del padre, gli occhi azzurri
della madre. –e così…è quasi
Natale…- disse Ginny. Hermione annuì. –e
tu…come stai?- -come sempre, Gin. E sai
che non è un male personale. Io sto male perché penso a quanto sta male lui. Se riguardasse solo me
andrebbe tutto bene. Io ho voi, ho i miei figlie il
lavoro. Ho una vita felice. Ma manca un tassello
fondamentale. Per Draco, invece, è il contrario. Lui non ha niente. Solo
la speranza di tornare da me.- Hermione lasciò
cadere la frase con tono malinconico e si perse a guardare il fuoco che
scoppiettava allegro nel camino davanti a lei. Vicino un albero maestoso
decorato con palline oro e argento, con ai piedi
pacchetti natalizi. Sentì la mano di Ginny posarsi sopra la sua. –so
che è difficile. So che lo è soprattutto visti
gli ultimi avvenimenti.- Hermione non disse nulla. Sapeva a cosa si riferiva.
Draco era partito come spia da parte degli Auror.
Grazie a lui e altri compagni, la guerra iniziò e questa volta vide una
vittoria definitiva dell’esercito di Auror
comandato da Harry Potter. per sicurezza, però,
le spie rimasero in carica ancora, visto che non erano state scoperte. O almeno credevano. Un paio di mesi fa
infatti era giunto davanti casa di Harry Marcus Orbit, una spia,
sanguinante e ferito, e negli ultimi attimi di vita aveva sussurrato a harry
che all’interno dei Mangiamorte ormai sconfitti era nata una guerra
“civile”: le spie erano state scoperte e ora combattevano per
uccidere definitivamente i seguaci dell’ormai morto Voldemort. E da
lì l’ansia di Hermione era cresciuta maggiormente: durante la
guerra, per lo meno, c’erano anche Harry e Ron
che potevano aggiornarla sulla situazione. Ora per quanto ne sapeva, Draco
poteva già essere morto. Sospirò. –temi sia
morto?- chiese Ginny, quasi a leggerle nella mente. –sappiamo che
c’è il rischio.- rispose piano Hermione.
Poi, inaspettatamente sorrise. –ma so che
è vivo. Lo sento dentro di me. Sento che non mi
ha lasciato. E che tornerà!- nel dirlo gli
occhi le si riempirono di lacrime. Ginny si alzò dalla sua poltrona e
l’abbracciò. Hermione cercava di farsi forza. E
Ginny l’ammirava per questo. Ma si chiese se non fingesse di essere più forte di quanto fosse in realtà.
I'm dreaming of a White Christmas,
Just like the ones I used to know,
La musica natalizia usciva
allegra dalla radio sopra il tavolo da cucina e accompagnava il cenone che si
svolgeva nella sala affianco. Una grande
tavolata, colma di cibo, di cui Harry e Ron si prendevano pienamente il merito.
Hermione sembrava più tranquilla, nel suo vestito rosso che le fasciava
il bel pancione. Era bella, nonostante la tristezza che ormai le aveva segnato i tratti del viso. Ma
lì, in quella stanza, c’era la sua forza. Ginny e Harry, vicini,
che si tenevano la mano sotto il tavolo, nonostante i battibecchi continui su
cosa fosse migliore: l’arrosto di Harry, o l’insalata inglese di
Ginny? Ron cercava di mangiare le sue patate, ma era quasi impossibile con
Aurora sopra le sue gambe. Non si sapeva il motivo, ma il rapporto tra loro due
era speciale: quando Hermione abortì Draco era semi
svenuto e Ginny tentava di farlo rinvenire. E
così fu il Ron il primo a prendere la piccola in braccio. E Aurora cominciò a strillare disperata.
Nell’anno che seguì ogni volta che Ron si avvicinava alla bambina,
lei cominciava a piangere. Il rosso ne era dispiaciuto
e non capiva cosa avesse che non andava. Ma un giorno,
così, senza motivo, Aurora andò da lui e gli chiese di leggergli
una favola. Da quel giorno ogni volta che lo vedeva esprimeva tutto il suo
affetto con sorrisi e bacini. E tutti sospettavano che fosse
nato un amore. Ares stava mangiando imboccato da Lane,
entusiasta all’idea di avere figli e sposarsi con il principe dei
maghi. Era da capire, figlia di Harry Potter un po’ di
tendenza verso la popolarità ci voleva. Hermione intanto
chiacchierava con Rebecca: capelli neri, corti, aria gentile, molto carina, un
po’ timida. Vi ho appena presentato l’ultima conquista di Ron. I
due si erano innamorati subito il giorno che lui era andato in un bar con
Harry, pieno di vanto per il completo uovo comprato con i suoi soldi, quindi
per una volta mai usato da qualcuno prima di lui. Ed
ecco lei lo travolse. In senso letterario. Appena assunta come cameriera e
molto inesperta, inciampò in un tavolo e cadde tra le sue braccia,
portando con se i due cappuccini che aveva su un vassoio. Da lì fu amore
e Harry lo capì quando, davanti alle scuse
della ragazza, Ron scosse la testa dicendo –tranquilla, questo vestito ce
l’ho da anni, ormai era da buttare. Ancora non stavano insieme. Facevano
ancora a gara di chi era più timido e c’erano volute settimane per
invitarla a casa di Hermione quella sera. Sì, perché era loro
prima uscita ufficiale e ufficiosa.
Ma Hermione sapeva che presto sarebbe andato tutto a posto.
–mamma!!!! È l’ora di aprire i regali!- Hermione
guardò Aurora –tesoro…il dolce?- -dopo!!!!
Dai, i regali!- strillò Ares. Harry sorrise
–sì, i regali!- Ginny lo guardò –se non ti conoscessi
crederei che hai più voglia di tua figlia di scartare i tuoi regali.- -e infatti mi conosci anche troppo bene!- rispose lui,
baciandole la mano. Tutti si alzarono e si spostarono intorno all’albero.
Hermione ricadde stanca sulla poltrona, accarezzandosi la pancia. –stai
bene?- le chiese Ron, preoccupato. –sono stanca…ma
tutto bene.- Ron le sorrise, poi si rivolse ai bambini
–allora…dateci dentro!- Aurora non se lo fece ripete de volte, e si
lanciò verso i pacchetti, i capelli biondi che mandavano strani riflessi
con la luce del fuoco. Prese tutti i regali che portavano il uso
nome e si sedette vicino al fuoco, imitata da Ares e Lane. Anche
gli adulti cominciarono scambiarsi i pacchetti. Ma
Hermione notò qualcosa di strano. –Aurora…cos’hai? Perché non apri i tuoi
regali?- la figlia no rispose. Teneva la testa china, un pacchetto stretto tra
le mani. Hermione si inginocchiò al suo fianco.
–non è ciò che volevo.- -ma….come fai a dirlo? Non li
hai ancora aperti!- -mamma, io ho pregato di ricevere come natale mio padre!-
Hermione sentì una stretta al cuore a quelle
parole e ancora peggio davanti alle lacrime che cominciarono scendere dagli
occhi grigio azzurro della figlia. –oh, Aurora…- non sapeva cosa
dire. L’unica cosa che fece fu passare un braccio intorno alla figlia e
stringerla a sé, piangendo con lei. Sentì intorno a sé il
silenzio. Ginny guardò tristemente Harry, che le strinse una mano,
mentre Lane in braccio a lui posava la testa sopra la sua spalla. Ron
sospirò leggermente, e andò dal piccolo Ares, rimasto in
silenzio, forse troppo piccolo per capire, ma non abbastanza
per non vedere che suo padre erano mesi che non c’era. Rebecca,
leggermente imbarazzata si guardò intorno. Hermione accarezzava i biondi
capelli di Aurora. –piccola, mi dispiace tanto. Anch’io vorrei vedere tuo padre. Ma
devi capire che lui sta svolgendo una missione importante.- -non è
vero…lui è andato via! Non ci voleva!- -no, no! Draco vorrebbe
essere qui con noi. Lui vorrebbe essere…- ma le
parole le morivano in gola, perché si sentì di mentire alla
figlia. In fondo erano domande che si rivolgeva anche lei da tutta la cena:
dov’era Draco? Perché Ginny e Harry e Ron
e Rebecca erano lì, vicini, innamorati e lei era sola? Perché Draco l’aveva lasciata per una stupida
missione? Il silenzio divenne quasi angosciante. L’unici
rumori erano i singhiozzi di Aurora. Poi Rebecca con un incantesimo non
verbale, lasciò che l’angelo che occupava la punta
dell’albero cadesse tra le sue mani. –Hermione…- la ragazza
si voltò, guardandola. –io…so che può essere stupido,
ma posso aiutare tua figlia.- si chinò vicino a
Aurora –piccola…vedi quest’angelo? Stringilo forte ed esprimi
dentro di te un tuo desiderio. Vedrai che qualcuno lo ascolterà e presto
rivedrai tuo padre.- Aurora assunse un’aria scettica, tipica di Draco
–non è vero.- Rebecca sorrise e mise l’angelo tra le sua piccole mani –sì…se ci
credi…non stasera, forse non domani, ma presto si avvererà…-
Aurora rimase un attimo ferma, poi Hermione vide le sue mani stringere
l’angelo, chiuse gli occhi e seppe che stava esprimendo il suo desiderio.
Quando li riaprì era leggermente più
contenta. Hermione sorrise a Rebecca: i bambini sono facili da tranquillizzare.
Perché sperano e credono nei desideri, nella magia.
Sono convinti che davvero un angelo finto possa aiutarli. Naturalmente per
Hermione non servì a niente. Era troppo grande, ormai per credere in un
sogno. Ma fu contenta che dopo quell’aiuto di Rebecca
Hermione cominciò di
nuovo a piangere, prendendo in braccio Ares, mentre tutti gli invitati
sorridevano e si avvicinavano. Draco si alzò, si strinse con Harry e
Ron, e diede due baci nella guancia a Ginny. Si presentò con Rebecca e
non mancò nel persuaderla a uscire con Ron. Quest’ultimo,
furioso e preoccupato, subito cinse la vita alla ragazza per allontanarla da Draco.
Hermione guardò Draco –sei tornato…- forse solo lui la
sentì, perché tutti erano intenti a ridere e scherzare come non
facevano da mesi. Lui le sorrise e le passò un braccio attorno alle
spalle. Si avvicinarono all’albero che primo tra tutti fu testimone di
questo magico natale. –sono tornato…e giuro sul mio onore che non
me ne andrò più.- -sul tuo onore?- -e
sul nostro amore.- la baciò piano sulle labbra. Poi cominciò ad
accarezzarle il ventre, mentre Hermione posava la testa sulla sua spalla. Aurora
e Ares stavano giocando con Lane, Ron sussurrava imbarazzato a Rebecca e Ginny
e Harry si stringevano amabilmente sulla poltrona. Hermione osservò a
lungo l’albero e l’angelo alla punta. La vista
pian piano fu appannata dalle lacrime. Ma dentro
di sé vedeva benissimo. E ciò che vedeva era un futuro meraviglioso
e un Natale di nuovo tutti insieme. E
quando sentì Draco stringerla un po’ di più, Ares abbracciarla
e Aurora saltellare intorno al padre, capì che la sua felicità era
lì in mezzo e che niente, né una guerra, né una
calamità naturale gliel’avrebbe portata via.
War
is over if you Want it
war is over now
la guerra è finita, se lo vuoi
la guerra è finita, adesso
Lily Black