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Autore: kissmelou    08/06/2013    1 recensioni
One shot. Larry Stylinson. Louis e Harry non ce la fanno davvero più a nascondersi, ma il loro amore resisterà oppure svanirà nel buio, come una Supernova?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sai cosa c’è? C’è che sono stanco di questa situazione, Harry. Sono stanco di starti lontano, sono stanco di doverti allontanare quando l’unica cosa di cui avrei bisogno è il sapore delle tue labbra. 
Sono stanco di pensare ai manager, loro se ne sbattono del nostro amore, loro non sono come me e te. Vedi, noi siamo un’altra storia. Noi siamo un po’ come due bambini. Di quelli che vedi nei video delle canzoni strappalacrime su Youtube e ti viene automaticamente da pensare “che carini che sono, magari potessi essere un po’ come loro”. Noi siamo ancora così, nonostante tu abbia diciannove anni e io ventuno. Il tempo, le differenze, la fama non ci hanno cambiati. Io e te siamo immuni da questo mondo.” Gli urlai. 
E ora mi aspettavo una di quelle risposte alla Harry, quelle che ti vanno contro, che ti travolgono. E invece se ne stava seduto in silenzio ad un angolo del letto disfatto, gli occhi bassi. Passarono un paio di lentissimi minuti e poi Harry alzò lo sguardo con cautela, come se non volesse farsi notare. Ma come potevo non sentire quello sguardo,quelle iridi verdi improbabili, grandi e profonde? 
“Boo, tu credi che siamo come i bambini?” annuì, sempre di spalle “No perché io ho sempre desiderato avere una storia d’amore come quella dei bambini. Non di quelli dei video, hai presente? Quelli che si salutano impacciati sullo scuola bus e poi quando giocano si guardano e si sorridono. Nessuna malizia, nessun rimpianto. Magari i grandi fossero bambini, sai. Ai bambini non importa se siamo due ragazzi e ci amiamo, l’importante è amarsi. Come Lux, lei sorride sempre quando siamo insieme, quando ci baciamo. 
L’altro giorno sono sceso un attimo al supermarket, con il cappello e la sciarpa e gli occhiali per non farmi riconoscere. C’era una bambina bellissima alla cassa, che giocava con i pastelli e disegnava due persone che si tenevano per mano. Non si è fermata neanche quando mi sono fermato per vedere il suo disegno, troppo impegnata a definire i colori, le ombre, le scritte. Poi ha alzato la testa e mi ha sorriso, mi ha detto che ero proprio buffo conciato in quel modo. Sono stato un po’ a parlarle e ho scoperto che quel disegno era per la mamma della sua amica che tra un po’ si sposa. Matrimonio civile.
< < Dovranno viaggiare tanto per farlo – fino in Francia – ma vabbè, si amano. E all’amore non esistono limiti, figurati se lo spazio è un limite. Che poi, perché non possono qui? Una volta mi hanno detto che qui non vogliono farle sposare, perché qui questa cosa non è concepita. Che cosa assurda! Fare tante polemiche sulla guerra, e poi non accettare l’amore. > >
Dio, Lou, quella bambina era un angelo. Ecco perché amo i bambini, perché i bambini sono come lei…” attesi che continuasse, ma non lo fece. Mi voltai e gli andai accanto. 
Gli presi le mani, nonostante fossero molto più grandi delle mie, molto più calde, molto più sicure e lui sapete cosa fece? Mi si gettò al collo, ed io, che ero in equilibrio già precario sulle punte dei piedi, caddi all’indietro, con Harry al collo. Non era tanto male, d’altronde, starsene buttati contro un muro a pois verdi di un anonimo appartamento di Londra, con Hazz su di me, la testa nell’incavo del mio collo. Anzi, era una cosa perfetta. 
Ed è in quel momento, eh già, in quello scomodissimo eppure perfetto momento, che ho capito quanto io amassi Harry Styles. E chi ci impediva di amarci, la Modest! ? La Regina? L’universo? Al diavolo tutto questo! Io amerei Harry in ogni vita, sotto ogni aspetto. Amerei il suo modo di fare, il suo sorriso, le sue mani, la sua voce, i suoi ricci. Io di Harry amerei anche il terzo e anche il quarto capezzolo, amerei anche io venti milioni di tatuaggi che per tutto questo tempo hanno parlato per lui. Io di Harry amerei la timidezza, l’ingenuità, la pigrizia, la libertà, la felicità. 
E se un giorno si fosse rivelato non essere felice, non essere libero, beh si insomma, non essere Hazz, io lo avrei lasciato volare anche se sarei morto. Ma come potrei far soffrire Harry, anche minimamente, perché io lo amo e l’amore rende egoisti?! Ovvio, non potrei. Preferirei dirgli addio, vederlo ricominciare una vita senza di me; preferirei ferirmi e poi riaprire ogni giorno le ferite per ricordarmi di quel dolore. Ma Harry, Harry no, Harry non andava toccato né sfiorato.
E per ora Harry aveva scelto proprio Lui, tra miliardi di persone, miliardi di ragazzi Harry Styles aveva proprio scelto lui! 
“Ti sposerò” lo dissi in sussurro, ma lui lo avvertì. Infatti alzò di poco il mento, per dirmi di continuare “Ti prometto che ti sposerò. Ti sposerò a Luglio, vicino al lago. Ti metterò la coroncina di fiori, quella rosa che ti ho fatto per il nostro anniversario. E non avremo il completo, né il bouquet, né tanti invitati. Solo io e te, senza neanche il prete. Non ci interessano le formalità, possiamo sposarci anche ora.” e mi sono alzato, ho aperto i cassetti e alla fine l’ho trovata. Eccola, ancora rosa, ancora profumata. Mi sono seduto di nuovo accanto a lui, cercando il suo sguardo che mi aveva fatto perdere la testa. 
“Io, Louis William Tomlinson, prendo te Harold Edward Styles, come mio legittimo sposo. Ti prometto di starti vicino sempre e per sempre, in casa e davanti alle fan, con la tua famiglia e con la mia e con quella di Niall, di Zayn e di Liam. Ti prometto che imparerò a fare il letto così non potrai più lamentarti che sono pigro. Ti prometto che imparerò a cucinare il tuo piatto preferito, però mentre non imparo dovrai essere la mia cavia e dirmi che ho messo troppo sale e che la salsa è diversa. Ti prometto che se proveranno a dividerci io gli romperò il setto nasale perché tu sei mio. Ti prometto di amarti, di rispettarti, di curarti quando starai male, di prenderti in giro quando scivolerai ma poi subito preoccuparmi se ti sei fatto male, prometto di curare le tue ferite. Prometto di baciarti, abbracciarti, coccolarti, stringerti, amarti e viverti ogni giorno da qui all’eternità. Oltre lo spazio e il tempo, oltre la morte e oltre la follia.” Rettifico tutto, se doveva esistere un momento perfetto, era decisamente quello. Harry che con quella coroncina di fiori in testa era un angelo (ma lo era tranquillamente anche senza) era in preda a un crollo emotivo. Iniziò a parlare, scosso dai singhiozzi e con la voce spezzata, solo parecchi minuti e parecchi fazzoletti dopo.
“Io, Harold Edward Styles, prendo te Louis William Tomlinson, come mio legittimo sposo.
Giuro di non dare più di matto perché passi del tempo con Eleanor. Ti giuro che non mi troverai più in un bagno di lacrime perché non possiamo tenerci per mano. Ti giuro di proteggerti quando le cose saranno complicate. Ti giuro di ridere sempre alle tue battute anche se certe volte sono pessime e nessuno ride. Ti giuro che starò qui con te per sempre, che non ti abbandonerò mai perché tu non sei parte della mia vita, tu sei la mia vita. E ti giuro di amarti, abbracciarti, baciarti, cercarti, volerti e viverti per ogni giorno della mia vita. Ti amo da morire, Boo” e pianse ancora, e piangevo anche io. “E da ora in poi, siamo ufficialmente marito e marito.” Ho riso e l’ho baciato dolcemente, in fondo lui è fragile e non potrei mai romperlo. E assaporavo il sapore delle sue labbra bagnate dalle lacrime amare che non erano mai state meno amare di così. E in quel bacio gli ho detto tutto quello che non gli avevo detto in tutto quel tempo, in quei mesi di silenzio fatti di urla e porte sbattute e pianti su pianti. 
Nessuno ci avrebbe mai separati, era quella la realtà. Né in quel momento, né nei prossimi infiniti momenti che verranno. Perché io senza Harry, mi spiegate cosa potrei essere?
  
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