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Autore: MikiBarakat96    08/06/2013    2 recensioni
Seguito di "So Wrong, it's Right" (non leggete se non avete prima letto l'altra).
Un anno dopo gli eventi successi nella prima storia, Stella, la sorella di Jack, è riuscita finalmente a realizzare il suo sogno e a superare la sua paura; la sua vita va a gonfie vele, sembra che niente possa andare male e invece ancora una volta si troverà a dover decidere fra la sua carriera e l'amore.
Le recensioni sono sempre bene accette :3
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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We’re all part of the same, sick little games,
And I need a get-away (get away)
I’m wasting my days, I throw them away,
Losing it all on these sick little games”.


(Alex)

Scoprire che la casa dove erano ufficialmente nati gli All Time Low era di nuovo in vendita, fu uno shock e anche una fortuna enorme! Finalmente la vita aveva deciso di darci una mano per recuperare agli errori che avevamo fatto.
La comprai il giorno dopo il ritorno di Debbie e Stella. La mia vecchia casa ormai era troppo piccola, con l’arrivo del bambino ci sarebbe servita una casa più grande e soprattutto un’altra stanza dove sistemare la sua cameretta cosa che nella mia vecchia casa non si sarebbe mai potuta fare visto che le camere erano poche. Non mi pentì affatto di quel trasferimento, adoravo quella casa, era piena di ricordi, ci avevo passato moltissimo tempo insieme ai miei migliori amici e la verità era che quella casa era sempre stata nostra e di nessun’altro.
Fu un ottimo luogo dove organizzare il nostro rincontro con Zack e Rian, magari con il luogo familiare, i ricordi impressi nelle pareti e qualche supplica, si sarebbero convinti a riformare il gruppo.
<< Spero che aver portato tutti gli strumenti qui sotto serva a qualcosa >>, disse Jack che si stava ancora riprendendo dallo sforzo che avevamo fatto per portare la batteria nel seminterrato.
Ero così positivo sull’esito di quell’incontro che avevo deciso di portare gli strumenti necessari nella casa così che dopo aver fatto pace avremmo potuto suonare di nuovo insieme una canzone che si adattava bene alla situazione che avevamo passato.

<>, gli feci l’occhiolino mentre montavo i piatti della batteria che avevamo dovuto togliere. Dove avevamo preso la batteria? Da casa di Rian! Come il basso da casa di Zack; anche i genitori volevano che il gruppo si riformasse e ci avevano offerto il loro aiuto prestandoci gentilmente gli strumenti per quel giorno.
<< Se va tutto male la batteria la riporti su da solo  >>, mi avvisò Jack.
<< Quanto sei pessimista >>, lo rimproverai.
Si lasciò cadere stancamente sullo sgabello dietro la batteria. << Non sono pessimista, sono solo nervoso, voglio che questo incontro vada bene >>.
<< Ma certo che andrà bene, siamo amici, migliori amici, niente può dividerci >>, dissi sicuro di quello che stavo dicendo.
<< Tranne l’amore >>, rispose con un sorriso divertito.
Risi pensando a quanto fosse vero, i litigi più lunghi che avevamo mai avuto dentro la band riguardavano tutti l’amore: tradimenti, nuove cotte, relazioni con le sorelle, fidanzati troppo sdolcinati o troppo appiccicati… di tutto e di più, ma alla fine avevamo sempre risolto tutto quindi quella volta non sarebbe stato diverso.
<< Neanche quello potrà tenerci lontani per sempre >>, dissi. << Siamo come i pezzi di un puzzle, qualcuno prima o poi ci rimetterà insieme, perché insieme formiamo qualcosa, da soli non siamo nulla >>.
<< Sarebbe una buona idea per una canzone >>, propose.
In effetti aveva ragione. Non avevo più pensato ad un tema per la nuova canzone, avevo semplicemente posticipato il compito al momento in cui avrei trovato l’ispirazione ma poi con tutto quello che era successo non mi era più venuto in mente di pensare alla nuova canzone e invece avrei dovuto farlo perché tutta quell’esperienza pullulava di idee per una canzone e grazie a Jack avevo trovato il tema… e forse anche il titolo.
Finì di montare la batteria mentre Jack posizionava le due chitarre, il basso e il microfono. << Bene, è tutto pronto, ora dobbiamo solo aspettare >>.
<< E se non venissero? >>, chiese Jack guardandomi preoccupato.
Stavo per rispondergli, ma il rumore di passi per le scale mi interruppe.
<< Non ci sperare tanto Jack >>, disse Rian quando arrivò alla fine delle scale.
Per un attimo il fatto che avesse chiamato Jack per nome e non per cognome mi fece pensare che non ce l’avesse più con lui o con me, ma l’espressione fredda con cui ci guardò mi confermò il contrario. Zack affiancò Rian e anche lui ci rivolse uno sguardo tutt’altro che amichevole.
Iniziamo bene.
Pensai.
<< Siamo venuti perché eravamo curiosi di sapere cosa ci avreste detto >>, disse Rian dopo aver guardato brevemente la stanza che probabilmente gli stava riportando alla memoria i momenti che avevo ricordato anche io come anche Jack e di sicuro anche Zack che con i suoi occhi chiari scrutava attentamente la stanza con espressione malinconica.
<< Sapete perfettamente perché siete qui, vogliamo sistemare le cose >>, dissi guardando prima Rian e poi Zack che ricambiò silenziosamente il mio sguardo.
Con dispiacere notai che il suo sguardo non si era mai posato su Jack da quando era entrato e Jack dal canto suo si stava guardando i piedi a disagio.
<< La situazione è troppo grave per essere risolta >>, obiettò Zack.
<< Eppure siete qui >>, ribattei io lanciando a tutti e due delle occhiate penetranti che gli fecero distogliere lo sguardo. << Se non aveste voluto far pace non vi sareste scomodati a venire >>.
Rian sbuffò. << Okay, lo ammetto, da parte mia c’è almeno un piccolo desiderio di tornare di nuovo tutti amici >>.
Sorrisi compiaciuto; non sarebbe stato per niente difficile.
<< Io sono venuto qui sperando in delle scuse >>, disse in tono duro Zack lanciando un’occhiata torva a Jack che per la prima volta alzò lo sguardo verso di lui.
<< Lo sai che mi dispiace per quello che è successo >>, gli disse Jack.
<< No, probabilmente ti dispiace solo avermi tradito per poi non ottenere nulla visto che Debbie si sta rifiutando di scegliere tra me e te >>, ribattè Zack.
Lanciai una veloce occhiata a Jack e aspettai che i nostri occhi si incrociassero per scuotere lentamente la testa quasi in modo impercettibile, per dirgli di rimanere con il becco chiuso perché se mai avesse detto in quel momento a Zack che Debbie aveva scelto lui, il bassista sarebbe stato irrecuperabile.
<< Non è vero Zack e lo sai, noi siamo amici ed io ti voglio molto bene >>, disse Jack.
<< Mi volevi bene quando mi hai fregato la ragazza? >>, chiese Zack con irritazione.
<< Non volevo ferirti Zack, davvero, ma io sono da sempre innamorato di Debbie anche da prima che tu entrassi nella sua vita, ma non ho mai saputo se lei ricambiava il mio amore oppure no >>.
<< E quando lo hai saputo ovviamente non hai perso un minuto e l’hai subito portata via da me >>.
<< Io ci stavo male per te, che tu ci creda o no, mi faceva male l’idea di star tradendo la tua amicizia, ma non potevo fare diversamente, sono innamorato perso di Debbie e non volevo lasciarla andare ora che l’avevo trovata >>.
Io e Rian ascoltavamo la conversazione in silenzio; alla fine noi non c’entravamo nulla, Rian si era messo in mezzo perché aveva iniziato ad insultare tutti -tra cui anche Stella- e io ero stato messo in mezzo solo perché ero il migliore amico di Jack e a quanto pare esserlo bastava a farmi odiare.
<< Anche io sono innamorato di Debbie, la amo tantissimo, ma se fossi stato al posto tuo non avrei mai osato tradire un mio amico >>.
<< Ho sbagliato Zack, mi dispiace, mi scuso con te e mi scuserei cinquantamila volte perché so di aver sbagliato, so che avrei dovuto dirtelo prima e so che magari avrei dovuto solo farmi da parte e lasciare che tu continuassi la tua relazione con Debbie >>, fece una pausa, << non l’ho fatto perché io la amo troppo, l’ho sempre amata e non volevo lasciarla andare un’altra volta, l’avevo già fatto troppe volte >>.
<< Zack >>, intervenni, << da quando conosco Jack, non l’ho mai visto innamorato così tanto di una ragazza, ti posso garantire che quello che ha fatto l’ha fatto per motivi molto validi e anche io nella sua stessa posizione avrei fatto lo stesso non perché volessi farti del male, ma perché quando ami veramente una persona non puoi… smettere improvvisamente di non farlo e anche tu lo dovresti sapere >>.
Zack sospirò. << Lo so bene e… okay, ammetto che forse non avrei rinunciato neanche io a lei nella tua situazione, ma… io non riesco a perdonarti Jack, sono troppo ferito da quello che hai fatto, mi hai tradito, tu che eri uno dei miei migliori amici >>.
Jack abbassò lo sguardo triste. << Vorrei tanto lo potessi fare Zack, perché noi siamo un gruppo, siamo sempre stati amici e sarebbe bello poter far tornare tutto come prima >>.
<< Mi manca suonare insieme >>, ammise Zack, << ma non so se riuscirei ancora a farlo soprattutto se Debbie sceglierà te >>.
Jack mi lanciò una veloce occhiata allarmata che Zack questa volta notò e ne capì anche il significato.
Rise amaramente. << Ha scelto te non è vero? >>, chiese.
Jack annuì lentamente. << Si, ma… lei tiene ancora a te e non vuole che soffri >>.
<< Purtroppo sarà inevitabile >>, disse tristemente Zack.
<< Potrei sempre dirle che non voglio stare con lei… >>, propose Jack nonostante sapessi che odiava quell’idea.
Zack scosse la testa. << Se ha scelto te una volta lo farà sempre e io… devo solo farmene una ragione anche se perdonarti ora sarà ancora più difficile >>.
<< Fallo per la band, fallo per la nostra musica >>.
<< Non lo so >>, sospirò. << Come ho detto prima mi manca suonare insieme, ma come faccio a farlo dopo quello che è successo? >>.
Nessuno rispose, perché nessuno sapeva cosa rispondere. Ci pensò Rian a interrompere il silenzio.
<< Anche a me manca suonare insieme, mi mancate tantissimo tutti >>, disse Rian che nel mentre si era andato a sedere sulle scale. << Visto che siamo qui per scusarci… anche io lo volevo fare, soprattutto con Jack, mi sono intromesso nella situazione come se avessi fatto qualche torto anche a me e invece non era vero >>, scosse la testa, << mi sono arrabbiato con te solo perché avevo paura che potessi fare anche a me quello che avevi fatto a Zack e quindi ero spaventato, ma so di essermi comportato come uno stupido e di essermi agitato per nulla e quindi chiedo scusa anche a te Alex e vorrei chiedere scusa anche a Stella e Debbie, non ho detto di loro cose carine… e neanche di voi e me ne dispiace molto >>.
Mi avvicinai al batterista e gli misi una mano su una spalla. << Tranquillo, è tutto dimenticato e non ti preoccupare, avrai modo di chiedere scusa anche alle ragazze, ci raggiungeranno presto >>.
Rian ricambiò il sorriso scoprendo i suoi denti perfetti e luminosi. Ora si che ero sicurissimo che ci avesse perdonati. << Bene >>, disse, poi spostò lo sguardo verso Jack che con il suo sorriso stupido si avvicinò al batterista e lo abbracciò.
<< È tutto perdonato Robert >>, gli disse.
Mi girai verso Zack. << Abbiamo bisogno anche di te nella band, sei stato il membro che l’ha completata quando sono nati gli All Time Low e sei quello che potrà ricompletarla ora per una rinascita >>.
<< Mi scuso un'altra volta con te Zack >>, disse Jack affiancandomi. << Ho capito che sei ancora ferito e mi dispiace, ma nella band non ci sono solo io, ci sono altre persone alle quali vuoi bene, rientra nel gruppo per loro e per te >>.
<< Senza di te non potremmo mai essere gli All Time Low >>, dissi.
Zack ci scrutò a lungo senza che io riuscissi a decifrare la sua espressione, alla fine disse: << Jack… sono ferito si, ma ti voglio comunque molto bene come ne voglio a tutti voi e nonostante il pensiero di non avere più Debbie mi faccia male, sono sicuro che tu l’amerai e che la renderai molto più felice di quanto possa fare io, quindi rientrerò nella band, mi ci vorrà un po’ di tempo per perdonarti del tutto e per accettare il fatto di vederti con Debbie, ma tu avrai molte occasioni per farti perdonare più velocemente >>, sorrise al chitarrista.
<< Non ti deluderò una seconda volta, te lo prometto >>, disse Jack e come un bambino, si tuffò tra le braccia di Zack che però approfittò della situazione per stritolarlo non molto affettuosamente.
<< Okay, me lo meritavo >>, disse Jack gemendo dal dolore causando una grossa risata di Zack.
Rian mi guardò sorridendo. << Io avrei un’idea >>, disse.
Questa volta capì esattamente a cosa si riferiva e dopo avergli rivolto un sorriso a trentadue denti, urlai insieme a lui: << TUTTI ADDOSSOOO! >>.
Cademmo a terra tutti e quattro e come quella sera sul pullman, scoppiammo a ridere come matti di nuovo felici, di nuovo insieme.
Quando ci rialzammo annunciai ai ragazzi che Stella era incinta e loro ancora più felici proposero di brindare a tutte quelle bellissime novità; fu durante il brindisi che trovai la frase perfetta da mettere nella canzone che piano piano si stava formando nella mia mente. << Long live us! >>, esclamai mentre portavo la bottiglia di birra verso l’alto.
<< Long live us! >>, ripeterono gli altri imitandomi e colpendo la mia bottiglia con le loro.
Per continuare a festeggiare, dopo aver finito le birre, mi avviai verso gli strumenti che avevamo sistemato io e Jack e proposi: << Che ne dite di suonare una canzone che più o meno si adatta alla situazione che abbiamo vissuto? >>.
<< Di quale canzone si tratta? >>, chiese Zack.
<< Sick little games >>, risposi.
<< Bene, mi piace, non la cantiamo spesso ai concerti quindi sarà una cosa… speciale >>, commentò Rian sorridendo.
<< Concordo con te Robert >>, disse Jack accarezzandogli scherzosamente la testa.
<< Ehi! Ti ho perdonato ma questo non vuol dire che puoi chiamarmi Robert, lo sai che lo odio >>, protestò Rian.
<< Se io chiamo Alex, William, non si offende! >>, ribattè Jack. << E neanche Zack se lo chiamo Steven >>.
Zack si girò verso Jack e gli lanciò un’occhiataccia. << Iniziamo male Bassam >>.
<< Okay, basta chiamarci con i secondi nomi! >>, esclamai per stoppare il battibecco.
<< Giusto, pensiamo a riaccendere gli All Time Low >>, concordò Rian posizionandosi alla sua postazione.
<< Ma questo non è il basso che ho dai miei? >>, chiese Zack perplesso guardando lo strumento.
<< Io questa batteria la conosco! >>, esclamò Rian.
<< Calmi, i vostri genitori mi hanno solo prestato gli strumenti per questa rimpatriata >>, spiegai.
<< Come facevi a sapere che avremmo fatto pace? >>, mi chiese Zack.
Mi strinsi nelle spalle. << Non lo sapevo, ma ci speravo >>.

Oh my God, I’m such a terrible mess.
I’m turned on by the tabloids, you would never have guessed,
that I’m a sucker for their gossip, man I take it too far.
I bottle up my Hollywood, and watch them name their kids after cars


I’m finding me out,
I’m having my doubts,
I’m losing the best of me.


We’re all part of the same, sick little games,
And I need a get-away (get away)
I’m wasting my days, I throw them away,
Losing it all on these sick little games.


Fell in love, she was the friend of a sister,
of somebody famous – at least for a day.
Expensive habits and a taste for the town,
had me chasing down red carpets, and watching all my friends slip away”.

La prima frase del pezzo dopo il ritornello era proprio fatta apposta per la nostra situazione.
Quando finimmo la canzone, arrivarono giusto in tempo Stella e Debbie con le quali avevamo concordato che sarebbero potute venire solo dopo che avevamo risolto la situazione, così io e Jack avremmo potuto parlare più liberamente con Zack e Rian.
Lo sguardo di Zack diventò improvvisamente triste, ma fece di tutto per nasconderlo dietro ad un sorriso allegro che faceva pensare che stesse bene. Per lui sarebbe stata dura, ma alla fine ce l’avrebbe fatta; Zack a volte dava l’idea di essere indifeso visto il suo carattere chiuso, ma in realtà era tutto tranne che indifeso, aveva un carattere forte ed era un ragazzo talmente dolce che non avrebbe fatto fatica a trovare un’altra ragazza che potesse togliere Debbie dai suoi pensieri.
<< Da questo deduco che state di nuovo insieme >>, disse Stella osservandoci con gli occhi che brillavano per l’emozione.
<< Ci puoi contare sorellina! >>, esclamò Jack sollevando la chitarra come in un gesto di trionfo.
Mi tolsi la chitarra dal collo e allargai le braccia per invitarla a venire da me; non esitò un attimo e come una furia mi mise le braccia intorno al collo e mi strinse stretto. << Lo sapevo che ce l’avreste fatta >>, disse.
<< Oh lo sapevo anche io >>, ridacchiai.
Sciolto l’abbraccio Stella passò ad abbracciare Zack che si trovava alla mia destra. << Zack! Che bello riaverti con noi, mi sei mancato >>.
Il bassista ricambiò l’abbraccio sorridendo. << Sono contento che questo brutto periodo sia finito e di essere di nuovo con i miei amici >>.
Mi veniva quasi da piangere, finalmente era tutto risolto, gli All Time Low erano di nuovo insieme, più affiatati di prima... e io stavo per diventare papà.
Prima che Stella potesse abbracciarlo, Rian disse in tono pentito: << Mi dispiace per tutto quello che ti ho detto Stella, non avrei mai dovuto offenderti, sono stato un idiota, mi avresti dovuto tagliare la lingua! >>.
Stella rise. << Non fa nulla, ormai è passato e io ti ho perdonato già da tanto >>.
<< Mi scuso anche con te Debbie, ma ero fuori di me quella sera, ho detto cose davvero orribili >>, disse Rian.
Debbie gli sorrise mentre lo raggiungeva. << Acqua passata, l’importante è che ora siamo di nuovo tutti amici >>, disse rivolgendo una veloce occhiata a Zack che le sorrise.
<< Allora fatevi abbracciare >>, le incoraggiò Rian che abbracciò Stella due volte visto che ormai lei contava per due e non più per uno.
<< Visto che ci stiamo scusando tutti… >>, iniziò Debbie avvicinandosi a Zack, << Zack, mi dispiace tanto per quello che è successo, non voglio che tu pensi di aver fatto qualcosa che non va o di non avermi amata abbastanza o qualcosa di simile, perché non sarebbe vero, sei stato un fidanzato perfetto e io terrò sempre molto a te, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore e ci terrei molto se potessimo continuare ad essere comunque amici >>.
<< Non potrei mai non averti neanche come amica nella mia vita, sei una persona fantastica e io ti starò sempre vicino e aspetterò paziente il giorno in cui Jack farà qualcosa di idiota e tu lo lascerai >>, scherzò rivolgendo un’occhiata divertita a Jack che sbuffò rumorosamente.
Debbie scoppiò a ridere. << Ti voglio bene Zack >>, gli disse stringendosi al suo petto muscoloso.
<< Anche io te ne voglio e te ne vorrò sempre >>.
<< Tutto è bene quel che finisce bene >>, dissi sentendomi finalmente libero dalle preoccupazioni e felice.
Felice. Felice. Felice. Felice.
Era bellissimo sapere che finalmente nella mia vita andava tutto bene e che non dovevo più preoccuparmi di nulla. La mia seconda famiglia era di nuovo riunita.
<< In realtà non è ancora finita >>, disse Stella attirando l’attenzione di tutti.
Spostò lo sguardo su Rian il quale aveva già capito a cosa si stesse riferendo e anche io. << Vuole tanto chiarire con te >>, disse Rian.
Stella sorrise. << Anche io >>.
<< Meno male, perchè... lei è qui >>.
<< Qui a Baltimora? >>, chiese Stella sorpresa.
<< No, è qui vicino a fare una passeggiata, mi ha detto che se ci fossi stata anche tu avrei dovuto farle uno squillo così sarebbe arrivata >>, spiegò Rian.
<< Oh allora faglielo! >>, lo incoraggiò.
Rian prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e digitò il numero di Cassadee mentre Stella si girò verso Debbie e le chiese: << Per te va bene se viene? >>.
La bionda annuì. << È giunta l’ora di chiudere anche questa storia >>.


(Stella)

La mia vita stava prendendo una svolta decisamente buona, dopo tutte le cose brutte che erano accadute finalmente stavo tornando a rivedere il sole nelle mie giornate. Tutto si stava aggiustando nel migliore dei modi ed io non potevo che essere più contenta di vedere finalmente tutte le persone importanti della mia vita unite.
Cassadee arrivò una decina di minuti dopo lo squillo che Rian le aveva fatto; durante quel breve arco di tempo noi ci eravamo accomodati sugli sgabelli e stavamo parlando del più e del meno.
<< Ciao a tutti >>, esordì Cassadee elargendoci il suo bellissimo sorriso che in quel momento sembrò molto insicuro ed era comprensibile, in quel momento si trovava davanti alle persone che aveva tradito e che non sapeva se l’avessero perdonata oppure no. Mi ero molto arrabbiata con Cassadee, ma ormai la rabbia era passata, non mi importava più se aveva fatto la spia, come non mi importava più che Rian mi avesse dato della puttana, avevamo fatto tutti degli sbagli e tutti ci eravamo pentiti alla fine, quindi era giusto perdonare tutto e ricominciare tutto d’accapo come se quel lungo e sofferente litigio non fosse mai accaduto.
Feci segno a Rian di rimanere seduto e mi avvicinai a Cassadee. In momenti come quelli essere alta non era decisamente una bella cosa, visto che superavo di qualche centimetro Cassadee nell’avvicinarmi a lei sembrai una specie di omone arrabbiato che voleva incuterle timore cosa che in realtà non volevo assolutamente fare.
<< Stella… >>-
La interruppi subito. Basta scuse, basta mi dispiace, era il momento di andare avanti. << Non dire nulla Cass, è tutto perdonato, non ce l’ho più con te e ci terrei tanto se tornassimo amiche >>.
<< Sul serio? >>, mi chiese con gli occhi che luccicavano.
<< Certo che si, ormai è passato, non pensiamoci più! >>.
Ci abbracciammo.
<< Mi sei mancata tanto Stella, temevo che non mi avresti mai perdonata per quello che avevo fatto >>, disse.
<< Non ti preoccupare Cass, abbiamo fatto tutti qualcosa che non andava fatto >>, mi strinsi nelle spalle, << capita, siamo umani >>.
Debbie si avvicinò a noi e Cassadee, vedendola, si preparò per scusarsi anche con lei, ma anche Debbie la interruppe. << Direi che adesso siamo pari, io ho iniziato a prenderti in giro e ad aggredirti e tu hai rivelato a Zack la mia relazione con Jack >>.
<< Quello che ho fatto io è un po’ più grave >>, sussurrò Cassadee con lo sguardo basso.
<< Non importa, questo è… una sorta di giorno della pace, quindi… >>, le porse una mano, << direi che da oggi possiamo iniziare ad essere amiche senza più aggredirci verbalmente e fisicamente >>.
Cassadee le strinse la mano. << Per me va benissimo... amica >>.
Ridendo si abbracciarono e io non resistendo, le abbracciai a mia volta.



Il giorno dopo, il trasloco non era ancora cominciato, quindi io ed Alex vivevamo ancora nella vecchia casa, ma avevamo già iniziato a mettere i vestiti e altra roba nei vari scatoloni che poi sarebbero stati portati da un camion fino alla nuova casa: la prima casa dove Jack aveva abitato quando era venuto lì, la casa che aveva visto nascere gli All Time Low. Quella casa era destinata ad ospitare i Barakat o meglio… uno dei Barakat.
Tornati dalla nuova casa, il giorno prima, io avevo subito iniziato a mettere fuori la mia roba, invece Alex era stato tutta la sera nella stanza della musica insieme a Peyton e Sebastian –con i quali lo avevo sentito parlare-, a scrivere qualcosa che non avevo avuto il piacere di leggere visto che ogni volta che avevo provato a bussare lui mi aveva mandata via dicendo che avrei saputo il giorno dopo di cosa si trattava; era uscito dalla stanza solo a tarda notte quando io mi ero già addormentata.
La mattina del giorno dopo, però, lui non mi disse nulla ed evitò accuratamente di rispondere ad ogni mia domanda sulla questione. Il pomeriggio, verso le cinque, arrivò Jack a casa.
<< Ehi Jack! >>, lo salutai spostandomi dalla porta d'ingresso per farlo entrare.
<< Ciao sorellina >>, mi salutò allegro stampandomi un bacio sulla fronte.
<< Come mai qui? >>, gli chiesi.
<< Alex mi ha detto di venire, ha detto che ha una sorpresa >>, rispose.
<< Oh allora deve dire anche a te cosa stava combinando ieri >>.
<< Che ha combinato? >>, mi chiese incuriosito.
<< È rimasto chiuso nella "stanza della musica" tutto il tempo >>, risposi convincendomi sempre di più che quel comportamento era davvero strano da parte sua.
Jack probabilmente non era d’accordo con la mia idea, perché sorrise a trentadue denti.
<< Che c’è? >>, gli chiesi spaventata da quella sua improvvisa allegria.
<< Quando succede così vuol dire solo una cosa… >>, si interruppe per creare la suspense e quando ci fu riuscito, portando le braccia al cielo per esultare esclamò: << Ha scritto una nuova canzoneeeeeeeeeee! >>.
Nuova canzone?
Oh si aveva senso, perché non ci avevo pensato prima!
Alex uscì in quel momento dal corridoio con un sorriso larghissimo stampato sul viso e una chitarra tra le mani. << Hai indovinato Jack, ho scritto una nuova canzone e devo dire che ho fatto davvero un bel lavoro >>.
Si batterono il cinque. << Fantastico amico! Non vedo l’ora di sentirla >>.
<< Bene, perché me l’hai ispirata tu >>.
<< Io? >>, chiese Jack sorpreso.
<< Già, ricordi come ci hai chiamati quel giorno al parco giochi? >>, gli chiese.
Jack sembrò per un attimo perplesso, poi annuendo disse: << Oh si! Lo sregolato e il coraggioso >>.
Alex sorrise. << È il titolo della canzone: The Reckless and The Brave >>.
<< Già che ci sono io nel titolo mi piace >>, disse Jack.
<< Un po’ del “Brave” sei anche tu Stella >>, disse Alex. << Sei stata coraggiosa a decidere di tenere il bambino, non molte persone lo avrebbero fatto... come me >>, finì con una smorfia.
<< I fratelli Barakat ispirano il titolo di una canzone >>, gioì Jack mettendomi un braccio dietro le spalle.
Risi.
<< Mi ha ispirato tutta questa storia, tutto quello che abbiamo vissuto in quest’ultimo anno e mentre la scrivevo ho pensato alla nostra amicizia, agli All Time Low che iniziano un nuovo periodo della loro carriera >>.
<< Sono curiosissima di sentirla! >>, esclamai.
<< Non vi faccio attendere oltre >>, disse Alex andandosi a sedere sul divano.


Eccomiii!! :D
Oggi sono in anticipo u.u non avevo nulla da fare quindi ho voluto postare prima :3. Finalmente hanno fatto tutti pace *-* si vede che sta arrivando la fine ahaha :)
Non so più che dire xD alla prossima settimana! :D 

Miki*


 

  
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