Camminava a passo svelto per il corridoio della scuola.
Le spalle dritte e lo sguardo altezzoso le conferivano una aria arrogante, ma Summer non era mai stata così.
Quella mattina portava i capelli biondi legati in una coda alta, gli occhi erano contornati dalla matita nera e vestiva mischiando indumenti sportivi ad altri eleganti, in un abbinamento curioso e brillante.

Si fermò all'armadietto, ripassando mentalmente per l'imminente interrogazione di matematica. Sapeva ogni cosa alla perfezione ma era terribilmente preoccupata, come sempre d'altronde.
Erano il suo incubo peggiore, le interrogazioni. I professori le mettevano ansia, con il loro sguardo carico di disprezzo e stronzaggine, le facevano resettare completamente la lezione che aveva studiato il giorno prima.
Anche i suoi compagni di classe, che solitamente non prestavano alcuna attenzione alla lezione, sembravano intenti a giudicare ogni suo minimo errore, e questo la mandava ne pallone.
Era sempre stato una dei problemi di Summer, aveva sempre paura che il resto del mondo la giudicasse.
Questo aspetto riguardava però solo la parte sociale della sua vita.
Cioè, aveva delle seria difficoltà a fare amicizia con le persone, ma non le importava più di tanto di non seguire le mode.
Comunque, Summer si augurò da sola buona fortuna, dirigendosi verso l'aula di matematica.



Zayn non aveva nessuna intenzione di entrare in classe, aveva l'interrogazione di matematica e il giorno prima non aveva neanche aperto il libro.
Non per pigrizia, ovviamente, ma aveva molto di meglio da fare, doveva finire il ritratto di Natalie, e doveva vedersi con Louis.
Erano affari di vitale importanza.
Mise l'intero zaino ( Zay-no) nell'armadietto, che poi chiuse.
Si diresse verso l'uscita, con il solito passo svogliato, la felpa quasi gli cadeva dalla spalle tanto che erano curve.
Aveva dei jeans stretti, che mettevano in evidenza le gambe lunghe e muscolose.
Il suo modo di vestire era strettamente legato al suo bell'aspetto.
Nonostante non fosse uno sciupa femmine, gli faceva piacere ricevere qualche sguardo di apprezzamento.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca, e scrisse un messaggio a Louis, chiedendogli di coprirlo con la Smith, la professoressa di mate.
Alzò lo sguardo dallo schermo e sorrise.
Quella ragazza non si accorgeva minimamente di come attirasse l'attenzione, con quel modo di vestire originale e il suo passo spedito.
Era l'antitesi della teenager, ma nel popolo maschile riscuoteva un certo successo.
La salutò, alzando appena la mano.
<< Salve Summer >>, sbiascicò con nonchalance.
Lei non lò guardò nemmeno, tirando dritto.
Zayn ridacchiò, nessuno riusciva mai a strapparle un sorriso, o solamente un “si” o un “no”.
Era stronza e arrogante, dicevano tutti.
E Zayn concordava in pieno quell'opinione.

Louis si grattò la guancia, poggiando poi la testa sul banco.
Zayn avrebbe saltato matematica, di nuovo.
Il ragazzo sbuffò, prendendo lo zaino e spostandosi al primo banco davanti alla cattedra.
Quella materia era in assoluto la sua preferita, la capiva alla perfezione, e non si sarebbe perso una spiegazione.
Per questo sedeva al primo banco, i suoi compagni probabilmente lo consideravano da sfigati, ma a lui non importava.
Non aveva senso interessarsi a quello che pensavano gli altri, la vita era la sua, non la loro e lui voleva viverla al meglio. Momento per momento.
Louis non era uno sfigato, in effetti non era classificabile in nessuno dei gruppi stereotipati della scuola.
Era un bel ragazzo, definito “figo con un bel culo” dalla maggior parte delle ragazze delle scuola.
Invece veniva ignorato dalla maggior parte dei ragazzi, probabilmente perché il diverso, il “non classificabile”, li spaventava.
Sospirò pensando ad una scusa per giustificare l'assenza di Zayn, ma non gli veniva in mente niente di particolarmente credibile.
Decise di andare sul classico: il suo amico non si sentiva bene.
Molti si chiedevano come fosse possibile che un due persone così diverse riuscissero ad andare d'accordo.
In realtà i due non erano poi così diversi come poteva sembrare all'apparenza.

Erano entrambi andati oltre, oltre alla superficie della persona, e avano capito che alla fine, dentro, erano uguali.
Mentre Louis sfogliava il libro di mate, nella classe entrò una persona.
Summer.
Louis sbatté le palpebre sospirando.
Quella ragazza aveva qualcosa che non andava, per lui c'era qualcosa sotto.
Si capiva dal modo in cui si guardava intorno quando era convinta che nessuno la stesse osservano, da come si inceppava durante le interrogazione.
Louis era convinto che ci fosse qualcosa di più sotto quella scorza, lei soffriva, ma non lo dava a vedere.
Per un sacco di tempo il ragazzo aveva pensato di parlarci, di diventare suo amico.
Ma ogni volta che si avvicinava lei lo guardava come se volesse ucciderlo e Louis si convinceva che le sue idee era totalmente idiote.





LEGGERE QUI SOTTO, PER FAVORE
Scusate ragazze per questa orrenda scritta rossa, ma molti non leggono mai quello che scrivono gli autori...
comunque, cercherò di essere breve.
Molto probabilmente la storia per voi non ha molto sensò così.
Avete ragione, infatti questo è una specie di trailer di una storia che vorrei inizire in futuro, ma di cui non ho ancora ben strutturato la trama.
Quindi mi piacerebbe che voi la teneste in considerazione.
Per chi vuole, quando inserirò altri capitoli alla storia, posso mandarvi un messaggio per avvisarvi. Ditemelo nelle recensioni, o mandatemi un messaggio.
O, semplicemente mettete la storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Comunque, spero che il prologo vi sia piaciuto.
Alla prossima.