La puntualità si può dire che non è mai stato il mio forte, è una parte del mio carattere che le persone che mi circondano non hanno mai sopportato eppure, a me va bene così. Qualcuno dovrà pur farsi aspettare, no?
Eppure mi ero ripromessa che quella mattina non avrei fatto tardi per niente al mondo poiché i manager la sera prima quando ci avevano informate della riunione definita ‘urgentissima’ che si sarebbe tenuta la mattina seguente, sembravano una bomba ad orologeria pronta a scoppiare al nostro primo errore, e naturalmente non volevamo che la bomba scoppiasse proprio su di noi. Le mie migliori amiche nonché colleghe di lavoro, come al solito, non mi avevano svegliata e per questo mi ritrovavo a correre come una povera cogliona con il reggiseno e una sola gamba infilata nei pantaloni, per casa, mentre mi cercavo di lavarmi i denti. Avevo un aspetto abbastanza pietoso dovuto alle poche ore di sonno e anche di questo dovevo ringraziare le mie amiche che con la scusa ‘andiamo a vedere com’è il locale nuovo vicino casa’ dopo l’incontro con i manager mi avevano trascinata là ed eravamo tornate solo alle quattro di mattina abbastanza ubriache.
Andai correndo, rischiando la morte diverse volte, in cucina dove trovai un biglietto spiegazzato: ‘Hey testa di cazzo! Non dimenticarti l’incontri con i manager, ci vediamo alle nove e mezza da Starbucks o, se non fai in tempo, allo studio della Sony alle dieci. Cerca di lavarti una volta tanto, ciao zoccolona!’
Sorrisi nel leggere quel foglietto rosa, lo accartocciai e lo buttai nel cestino ripensando al rapporto con quelle due ragazze. C’eravamo conosciute al liceo, io e Rebecca, la più grande del gruppo, andavamo in classe insieme, mentre Martina, la più piccola, anche se di pochi mesi, stava nella classe affianco alla nostra. La nostra fortuna è stata nell’aver scoperto di avere gusti musicali molto simili, ascoltavamo Justin Bieber, i One Direction, Selena Gomez, Demi Lovato e ce ne fregavamo di tutte le persone che ci prendevano in giro. Siamo tutte e tre di origini italiano, di Roma, anche se la madre di Martina è inglese e questo ci ha aiutate a imparare bene la lingua. Ora, dopo sei anni di amicizia, siamo quella che è definita la band femminile più famosa del momento che ha battuto tutti i record e dobbiamo questo solo a Simon Cowell il quale ci ha offerto un contratto dopo aver notato dei nostri video su YouTube. La nostra vita è cambiata da morire, tour, viaggi, concerti, signing, meet and greet, interviste, sono le cose che caratterizzano le nostre giornate, ed è una cosa che amiamo, non siamo cambiate per niente, siamo le solite ragazze che la sera si divertono a fare video coglioni, solo che adesso li guardano molte più persone.
Finalmente arrivai davanti l’abnorme edificio della Sony in ritardo di solo sette minuti, eppure mi stavo letteralmente cagando addosso, la ramanzina dei manager di prima mattina non ci voleva proprio. Corsi fino al secondo piano e mi ritrovai davanti la porta. Bussai e la voce di Martina, mi disse di muovere il culo e di entrare.
‘Cogliò ce l’hai fatta ad arrivare finalmente!’mi disse quella testa di cazzo di Rebecca, spettinandomi i capelli.
Mi guardai intorno e vidi i nostri manager che discutevano tra loro a voce bassissima, mi girai e guardai interrogativamente le ragazze, le quali mi dissero che era ormai mezz’ora che discutevano. Alzai le spalle e decisi di rompere il cazzo ai fans su twitter. Scrissi cazzate su cazzate facendoli divertire e riuscii a seguirne ben mille, finchè qualcuno non bussò alla porta.