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Autore: Kuro_rin    08/06/2013    3 recensioni
salve gente, eccomi con una nuova long, nonostante una già incorso!( sono la vecchia Safe)...Levy è decisa più che mai a prendere sul serio le parole di Gajeel e, per riuscire nel suo intento, ha bisogno di aiuto, ma questo è solo l'inizio! con la creazione di un nuovo, straordinario Team, anche le missioni saranno allo stesso livello...spero di avervi incuriositi con questa mini storia che conterà al massimo 7 capitoli! grazie a tutti quelli che leggeranno!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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nekomania

Il suo sguardo era annebbiato, le orecchie erano quasi del tutto tappate, la mandibola gli pesava contro il petto e il suo corpo non ne voleva sapere di rialzarsi dall’atipica posizione in cui si trovava.

Perché diavolo si era dovuto alzare alle quattro per andare in missione?!

Gajeel, nella sua ingenuità, guardando la bacheca delle missioni, aveva preso quella che fra tutte aveva una ricompensa decisamente alta, inoltre la richiesta gli era parsa allettante: trovare ed eliminare una creatura che spaventava e depredava la città di Treelor, roccaforte situata sulle montagne Rocciose.

Perfetto! Tanti soldi e tanto divertimento.

Così, gongolante fino alla punta dei capelli, il Dragon Slayer aveva mostrato il volantino alla blu: la ragazza aveva dato un’occhiata al foglio stropicciato ed era balzata in piedi, cominciando a saltellare come un coniglietto per tutta la gilda.

Di primo impatto il moro si era sentito fiero della decisione presa, vista la reazione della compagna; finché, ovviamente, non era arrivata la richiesta…

Quindi eccolo li, incassato nel sedile del treno fino a non sentire più il peso delle gambe, ad assecondare il desiderio di una mangiatrice di libri di vedere la più grande ed importante biblioteca esistente nella regione di Fiore!

La cosa si era sviluppata in modo molto semplice: partire alle quattro per essere li alle sette, poter vedere la città Bianca (altro nome con cui veniva chiamata Treelor), la biblioteca ed essere all’appuntamento precisi per le nove.

“ Davvero ragazzi, non so come ringraziarvi!” aveva detto Levy intenerita, vedendo lo stato in cui si trovavano i suoi compagni, per poi avere come unica risposta un mugugno sommesso.

“ Però vi ho portato qualcosa per aiutarvi!” continuò, mettendosi a cercare qualcosa nello zainetto: ne tirò fuori un piccolo termos, dal quale versò con estrema precisione in due bicchieri del caldo e fumante liquido scuro.

Lily spalancò le narici: “ Dimmi che è caffè!” chiese alzandosi un poco dal posto.

La ragazza annuì, porgendone uno all’Exceed e uno al moro, ancora in coma contro il finestrino: “ Tieni Gajeel!”

Il ragazzo si alzò a fatica con gli occhi ancora impastati per il sonno, prese il bicchiere e ne bevve il contenuto tutto d’un fiato.

La reazione fu scontata: sputò la bevanda addosso all’ignaro Lily, facendo sobbalzare sia lui che la blu, ritrovandosi a tossire convulsamente con le lacrime agli occhi.

“ Ma che roba è?!” chiese sconvolto.

Levy lo guardò perplessa: “ Non avevi mai bevuto il caffè prima?”

“ Cavolo no! E meno male: fa schifo!” bofonchiò.

La ragazza ridacchio: comunque sia aveva avuto l’effetto desiderato; infatti entrambi i suoi compagni si rivelarono decisamente più svegli per il resto del viaggio.

Una volta giunti alla stazione, la città li accolse in tutto il suo splendore: viali alberati, negozi di magia ad ogni angolo, palazzi imponenti e antichi, il tutto costruito in uno splendido marmo bianco, tanto candido da sembrare neve brillante al sole.

Inoltre, l’essere arrivati praticamente all’alba aveva giovato molto all’atmosfera.

“ Oh ragazzi, questa è la cosa più bella che io abbia mai visto! Grazie, grazie!” miagolava la blu con occhi sognanti  tra un sorriso e l’altro, prima di fiondarsi su per le ripide strade, in direzione della biblioteca.

“ Direi che ne valeva la pena solo per vederla sorridere così, non credi Gajeel?” chiese l’Exceed rivolto al compagno, mentre la guardavano allontanarsi.

Il moro, divenuto rosso di colpo, non fece in tempo a rispondere a tono all’amico che, come un lampo, la ragazza era di ritorno: con un dolce sorriso a decorarle il viso, aveva preso il ragazzo per mano e se l’era trascinato dietro, mentre l’altro protestava imbarazzato.

L’animale sospirò intenerito aprendo le ali e seguendoli a distanza.

Così, il team passò tutta la prima parte della mattina andando su e giù per le vie di Treelor, osservando le bancarelle, i negozi di antiquariato e di magia: Levy era radiosa per la felicità! Ma come darle torto: la città Bianca era una delle più ricche a livello culturale e una delle più fiorenti per quanto riguardava la conoscenza delle rune e gli studi dei libri antichi; sede dei più rinomati studiosi della magia e meta agognata da ogni giovane Scripter.

Mentre la blu zampettava verso la biblioteca, posta esattamente nel punto più alto della città, Gajeel fu in grado di notare che, nonostante le osservazione della compagna sulla magnificenza del luogo, vi era un certo degrado in alcuni punti e molti negozi era chiusi o quasi: opera della creatura?

Comunque sia, dopo un paio d’ore di svago, i tre si diressero verso il palazzo del baronetto che, come impiegato statale, governava la città sottoposto al re: era giovane di età, con pomposi riccioli biondi e un espressione sorniona sul volto.

Li accolse nel suo ufficio: “ Oh, benvenuti maghi di Fairy Tail! Sono il barone McLuth e sono davvero contento abbiate accettato l’incarico!” disse con un inchino.

“ Di che si tratta?” chiese Lily.

“ Bhe vedete, da una mese a questa parte ci sono stati dei furti nella nostra bellissima città!” disse, puntandosi un dito sulla fronte con fare sconvolto, “ Non riusciamo a capire chi sia il responsabile: non lascia tracce, anche se non sembra usare alcun tipo di magia! Abbiamo provato a catturarlo da soli, ma si è rivelato tutto inutile. Gli incantesimi sembrano non servire a molto!” sentenziò sbuffando, gettandosi a sedere sulla sedia.

“ E allora perché chiamare noi?” domando ancora l’animale.

“ Eravamo disperati: stiamo perdendo un ingente quantità di oggetti preziosi, gemme e manoscritti di inestimabile valore…ci serviva un qualche tipo di aiuto!” rispose il ragazzo, sventolandosi una mano davanti alla faccia.

“ Eh no, così non può andare: come si permette chicchessia di usurpare una città tanto bella?!” protestò la blu con le braccia serrate al petto, “ Dobbiamo fermarlo, giusto Gajeel?” chiese con sguardo deciso, rivolta all’amico.

Il moro non rispose: teneva il mento tra il pollice e l’indice, guardando torvo un punto vuoto sul pavimento; finalmente rialzò il capo: “ Ci serve un piano!”

Ci fu silenzio.

“ Cosa!?” domandarono straniti Levy e Lily.

Il moro, scosso dalle loro voci, semplicemente li squadrò entrambi con gli occhi di chi non pensa di aver detto niente di male e si voltò di nuovo verso il barone: “ Voglio una mappa dell’intera città e una X rossa su ogni negozio, gioielleria, antiquariato che sia stato derubato” disse deciso.

Il biondo, che ovviamente non conosceva la normale natura del Dragon Slayer, con uno schiocco delle dita chiamò a sé un impettito paggio, comunicandogli le richieste del mago: una volta arrivata la mappa, fu srotolata sulla scrivania in mogano dell’ufficio e il baronetto, sotto gli occhi attenti di Gajeel, iniziò a tracciare segni rossi ora da una parte, ora dall’altra.

Intanto i restanti membri del team combattevano sotto il peso delle loro mascelle: “ Ma che gli è preso?” chiese sussurrando la Scripter, con una goccia ad adornarle la nuca.

“ E che ne so?! Magari la città gli ha infuso un po’ della sua sapienza!” rispose l’Exceed sarcastico.

“ Forse è colpa del caffè!” affermò lei di rimando.

Lily si voltò a guardarla: “ Se è davvero così mi conviene procurarmene a litri!” disse, tornando a posare lo sguardo sull’amico.

E fu in quell’istante che il moro si rialzò, cominciando a camminare spedito verso l’uscita della villa, la mappa stretta nella mano destra: “ Andiamo, sta sera entriamo in azione!”

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Il fantomatico piano di Gajeel prevedeva la diramazione di dieci componenti in giro per la città, ognuno dei quali avrebbe sorvegliato un luogo diverso e, in caso di attacco da parte della misteriosa creatura, avrebbe comunicato agli altri quanto prima il fatto, in modo da permettere a tutti di raggiungerlo e quindi contrattaccare; il barone aveva così messo a disposizione sette uomini delle sua guardia personale che aiutassero nell’azione.

Così, alle nove puntuali tutti quanti erano in posizione, pronti in ogni momento: “ Levy, Levy mi senti?”

La ragazza sentì la profonda voce del moro dal suo comunicatore a distanza, legato al polso destro, funzionante grazie ad una Lacrima: “ Si Gajeel, ti sento!” rispose.

“ Bene: volevo controllare che questo affare funzionasse!” borbottò dall’altra parte dell’apparecchio.

La ragazza arrestò il passo: “ Oh, capisco!” fece, sospirando forte.

“ Mi raccomando occhi aperti,” la ragazza assentì, “ e stai attenta!” concluse, interrompendo poi la comunicazione.

Levy sorrise, riprendendo la corsa in direzione nord-ovest.

 

 

Erano ore ormai che nessuno si muoveva, ore che non succedeva il più assoluto nulla. Ogni tanto il Dragon Slayer chiedeva rapporto sulle diverse situazioni, ma nessuno aveva visto né sentito niente.

Tuttavia, era all’incirca mezzanotte quando, come un sibilo sommesso, Lily sentì che qualcosa non andava: gli era stata affidata la custodia di una piccola gioielleria e, sentito il suono provenire da una piccola botola nel pavimento, aumentata in un lampo la sua stazza, aveva prontamente chiamato a rapporto tutti i membri della squadra, rimanendo poi cautamente fermo, con le orecchie drizzate.

I nove arrivarono poco dopo, ma solo Gajeel e Levy entrarono silenziosi nel negozio: “ Lily dove sei?” chiese la Scripter.

“ Sono qui!” la voce dell’Exceed arrivò loro da dietro una teca di vetro: i due si avvicinarono piano, constatando che l’animale stava meticolosamente sorvegliando una botola sotto i suoi piedi.

“ E’ li sotto?” domandò allora il moro.

“ Credo di si; c’è un odore strano e si sentono come dei bisbigli!” rispose, senza staccare gli occhi dal pavimento.

“ Bisbigli?” chiese Levy, “ Io non sento alcun bisbiglio!”

Gajeel si voltò a guardarla. In effetti, adesso che ci pensava, neanche lui riusciva a sentire alcun tipo di voce: l’odore lo percepiva chiaro, ovviamente, ma l’unico suono che sentiva era quello del respiro della blu.

“ Andiamo!” proruppe il moro, abbassandosi e aprendo con cautela lo sportello nel pavimento.

La prima cosa che vide fu una scala a chiocciola e più sotto una stanza enorme, piena d’oro e gemme preziose come non ne aveva mai viste: “ Seguitemi!” disse, rivolto ai compagni.

Con un piccolo ausilio da parte della magia di Levy per illuminare l’ambiente, i tre scesero qualche gradino e, con molta calma e attenzione, si sporsero dal corrimano in acciaio, allungando il collo per vedere il più possibile: non ci volevano credere.

Gatti. Una marea di gatti di ogni forma e colore che, con agilità e destrezza, caricavano i preziosi sulla schiena e filavano via silenziosi, attraverso una stretta apertura nel muro.

Le bocche si aprirono in un lampo, sbalorditi da una scena del genere; Levy scosse la testa: “ Cosa ce ne stiamo così come degli ebeti, prendiamoli no?!” pronunciò la ragazza con un non so che di grintoso.

Lily annui. “ No!” sentendo la voce di Gajeel pronunciare quel monosillabo, Levy e l’Exceed si scossero non poco.

Notando le loro espressioni confuse il moro spiegò: “ Perché dei gatti dovrebbero mettersi a rubare dei gioielli, cosa se ne fanno? Non ha senso: è ovvio che deve esserci qualcun altro dietro!” disse serio.

I due, ancora increduli, si guardarono per qualche secondo, poi annuirono e seguirono il ragazzo fuori dal negozio: “ Bene gente,” disse rivolto alle sette guardie, “ il vostro lavoro qui è finito; al resto ci pensiamo noi!” fece, con un ghigno sul volto.

Così, mandati a casa i soldati, i tre, quatti quatti, trovarono il punto di uscita di quell’improbabile gruppo di ladri e li seguirono cauti, cercando di fare il meno rumore possibile, conoscendo le incredibili capacità dei felini, come si era prontamente ricordato di aggiungere Lily.

Alla fine, si trovarono davanti, appena fuori dalla città, un’incantevole villa color bianco latte, con un immenso colonnato che ne precedeva l’entrata e un bellissimo giardino: il team osservò i gatti entrare dall’entrata principale e, sempre con molta attenzione, si portarono ad una finestra per guardare all’interno della casa.

Evidentemente quelli che avevano visto dovevano essere solo un manipolo, perché dentro ve ne erano almeno altri tremila: nessuno dei tre aveva mai visto una cosa del genere; perfino Lily non ricordava un numero così grande di Exceed a Edolas.

Osservando meglio però, si poteva vedere qualcosa, o meglio qualcuno in mezzo agli animali: un uomo, vestito di tutto punto, con un bastone da passeggio nella mano e il cilindro in testa, parlava con i gatti che erano appena rientrati e li invitava ad andare, forse, nel suo caveau personale.

Allora era lui che organizzava le rapine? Se era così, come poteva sfruttare a quel modo degli animali?

“ Cosa facciamo?” chiese Levy rivolta al ragazzo accovacciato accanto a lei.

“ Mi pare ovvio,” disse mentre si scrocchiava vigoroso le nocche, “ entriamo e prendiamo quel damerino!” ghignò.

Ci fu di nuovo silenzio.

“ Tutto qui?” chiese Lily alzando un sopracciglio. La blu annuiva.

“ Come sarebbe a dire?!” fece stranito il Dragon Slayer, “ Cose dovremmo fare? entrare e stringergli la mano?” sbuffò.

Ok. L’effetto del caffè era ufficialmente finito.

“ Bene,” cominciò Lily tornando piccolo, “ io provo a seguire i gatti che se ne sono andati, in modo da capire dove hanno messo tutta la refurtiva!” così, se ne andò.

Levy e Gajeel rimasero da soli: “ noi che facciamo Gajeel, entriamo?”

Il moro non rispose subito, rimase ancora un attimo con lo sguardo fisso all’interno della casa: “ Va bene,” disse in fine, “ ma rimani dietro di me!” concluse alzandosi.

Alzatasi a sua volta, Levy annuì, seguendo il ragazzo con lo sguardo, mentre tirava un possente calcio alla porta, mandandola in frantumi.

“ Fine dei giochi, amico!”

 

 

Lily ormai percepiva l’odore molto più forte. Era vicino, se lo sentiva.

Proseguì ancora un po’ lungo il profilo della villa, fino a trovare, nascosta dietro un cespuglio, una piccola grata, dalla quale sentì ancora quei bisbigli.

Strisciato tra il fogliame, l’Exceed staccò la grata, infilandosi dentro: atterrò all’interno di un’immensa sala, colma di monete d’oro, preziosi di ogni genere e gemme.

“ Fermi!” urlò hai felini che, proprio in quel momento, stavano scaricando la refurtiva presa in città.

Alzarono lo sguardo verso il nuovo arrivato e si fermarono: piano piano, i gatti gli si avvicinarono, annusandolo e girandogli intorno.

“ Chi sei straniero? Hai un odore simile al nostro, ma non sembri affatto un gatto normale!” fece uno di loro.

Lily impiegò un attimo a registrare quello che aveva appena sentito: “ E-Ecco, sono un Exceed, vengo da Edolas!”

“ Edolas?” “ Mai sentita!” “ E’ lontana?” “ Come mai cammini come gli esseri umani?” “ E’ una spada quella che porti sulla schiena?” “ Che lunga coda!”…Lily veniva tempestato di domande, senza neanche avere il tempo di rispondere: “ V-Vi prego, uno alla volta!” disse, mettendo le mani avanti, mentre gli animali gli si avvicinavano sempre di più.

Finché non si trovò spalle al muro. “ Come mai sei qui?” “ Vuoi aiutare anche tu il maestro?” “ Non mi pare stia reclutando altri membri!”

“ Maestro hai detto?” chiese allora l’Exceed.

“ Si, il maestro Swan!” “ Lui è il nostro maestro!” “ Ci vuole bene!” “ Siamo i suoi preziosi allievi!”

“ A-Aspettate, è lui che vi ordina di rubare dalla città di Treelor?” chiese sconvolto, cercando di mettere insieme tutti i tasselli di quel puzzle da pazzi.

“ Lui non ci dà ordini!” “ Lui lo fa per noi!” “ Il maestro Swan ci vuole bene!”

Ora era tutto più chiaro! Quei gatti si sbagliavano di grosso; doveva far cambiare loro idea: “ No! Non capite che vi sta solamente usando?” urlò Lily.

“ Non è vero!” “ Il maestro non farebbe mai una cosa del genere!” “ Bugiardo!”

Le cose si stavano mettendo male. I gatti si stavano di nuovo pressando contro l’Exceed: “ A-Aspettate vi prego; il vostro maestro vi sta mentendo, vi usa per i suoi scopi personali. Andiamo, pensateci un attimo, che se ne fanno dei gatti di oro e gemme?” domandò alzando le spalle.

Si fermarono. “ Ci compra i regali!” tuonò uno dal fondo. “ Si!” urlarono gli altri all’unisono.

“ No, non è vero!” la voce veniva da lontano, oltre le teste dell’ultima fila. Uno di loro, dal pelo nero e dagli occhi gialli e grandi quanto un nocciolo di pesca, si fece avanti e prese la parola: “ Il maestro Swan ci ha sempre promesso tanto, ci ha sempre detto che saremmo stati felici con lui, ma tutto quello che facciamo è rischiare la vita tutte le notti, solo per soddisfare la sua avarizia. Il nostro amico qui ha ragione, ci sta soltanto usando!” disse, abbassando gli occhi.

Tutt’attorno il clima era pesante: nessuno parlava, nessuno si muoveva. Evidentemente il gatto nero ci aveva preso, esprimendo il dramma di quegli animali, avvinghiata ad un’effimera promessa di felicità.

“ Ragazzi,” riprese, “ ribelliamoci al maestro, creiamoci da soli la nostra felicità!” urlò, alzando il collo fiero. Così, miagolii di gioia di diffusero per la stanza: decisi a riprendersi la loro libertà, gli animali si riversarono fuori dal caveau, urlando a squarciagola.

“ Ti ringrazio per quello che hai fatto, Exceed!” disse il gatto nero, rimasto accanto a Lily fino a quel momento.

“ Ah, non ho fatto niente!” ammise, grattandosi la testa imbarazzato, “ Comunque mi chiamo Pantherlily!” ghignò.

“ Piacere di conoscerti Pantherlily, io sono Meliodas”.

 

 

Nell’immenso atrio della casa regnava il completo silenzio: “ Ma tu guarda,” l’uomo prese parola, “ voi dovete essere i maghi che quegli sciocchi di Treelor hanno chiamato!” fece con sufficienza, abbassando il capo e togliendosi il cilindro. Due orecchie da gatto si confondevano con i verdi capelli: “ Cosa credete di poter fare solo in due?” sorrise.

“ Ah? Stai scherzando spero!” lo additò il moro, “ non vorrai mica sguinzagliarci addosso i tuo gatti?”

“ Bhe si, in effetti!” cominciò, rimettendosi il cappello, “ ma non questo genere di gatti!”

Allora schioccando rapido le dita, da cinque porte adiacenti al salone d’ingresso, comparve per ognuna un robot, con tutte le fattezze di un gatto: erano immensi e lucenti. Gajeel stendendo il braccio portò Levy dietro il suo corpo, indietreggiando di un passo.

“ Attaccate, miei robot!” tuonò.

Si sentì un tonfo e immediatamente un quadrante rosso si illuminò al centro del petto dei robot: in un istante, eccoli pronti ad attaccare.

Si mossero rapidi e precisi contro i due ragazzi: il moro spinse violentemente la Scripter contro il pavimento, parando con l’intero corpo i cinque potentissimi colpi delle macchine. Non solo sembravano gatti all’esterno, erano anche agili e veloci, nonostante fossero tanto pesanti.

Il Dragon Slayer si mosse appena, sorridendo arcigno contro i nemici: “ Pessima mossa!” sibilò, prima di addentare deciso e violento il braccio di uno di loro che, barcollando, cadde all’indietro con un sonoro colpo. Il moro gli fu subito sopra, colpendolo in piena faccia con un pugno, tanto da passarla da parte a parte in un fiume di scintille.

“ Meno uno!” tuonò, alzando un dito verso gli altri.

Ma, in quell’istante, ne esplose un altro, provocando un fragoroso rombo e una marea di fumo nero. Gajeel non riuscì a capire che diavolo fosse successo, fin quando, da dietro la sagoma deteriorata del robot non comparve Levy, armata di un paio di enormi guanti di ferro, dai quali proveniva una strana aurea bluastra.

“ Meno due!” disse guardandolo, alzando insieme l’indice e il medio.

“ Ma che diavolo…” non ci stava capendo più niente.

“ Ti piace? È una magia che sto testando ultimamente: è un misto tra il mio Solid Script e le rune di Fried!” disse candida. Il ragazzo ancora la guardava stranito, incapace di formulare un pensiero che fosse uno.

“ Grazie per avermi protetta, ma adesso qui ci penso io!” disse, “ Tu vai a prendere quel tipaccio!”

Gajeel annuì appena, girando sui tacchi e fiondandosi contro l’uomo, osservatore impassibile di quello scontro.

La blu, rimasta sola, si rimise in posizione: ne mancavano tre, e, nonostante avesse cercato in tutti i modi di non farlo notare al compagno, non era molto sicura di poter mantenere a lungo quella magia.

Tuttavia, avrebbe fatto qualunque cosa per aiutare Gajeel. Quando i tre robot partirono insieme, Levy saltò il più in altro possibile grazie al suo Solid Script Jump, facendo sbattere le macchine una contro l’altra: da lassù, scese rapida, concentrando la magia nel pugno destro e colpendo con forza la nuca di uno dei tre, mandandolo in frantumi.

Da quella posizione, fece una capriola all’indietro, atterrando più indietro, osservando il robot cadere sotto il peso dell’attacco appena ricevuto. “ Meno tre!” sussurrò.

Quando gli altri ripresero ad inseguirla, la blu alzò le mani verso di loro: “ SOLID SCRIPR: GUARD!” facendo comparire una sottile barriera azzurra che, non appena fu sfiorata dalle macchine, li fece rimbalzare all’indietro.

Funzionò solo a metà: uno dei due si andò a schiantare contro la scalinata, riducendosi in mille pezzi, mentre l’altro, dalla stessa distanza, sparò un raggio rosso dal quadrante sul petto. Levy, non aspettandosi nulla del genere, schivò appena il colpo, ustionandosi la spalla.

Barcollò appena, cercando di tornare al più presto sull’attenti, mentre osservava avvicinarsi il robot a grande velocità.

 

 

Quel tipo era imprevedibile: si muoveva velocissimo e il moro aveva serie difficoltà a stargli dietro.

Aveva affilatissimi artigli costruiti su protesi metalliche attaccate alle mani: sembrava lui stesso un felino. Il moro schivava a fatica i suoi rapidi fendenti, ritrovandosi sempre un graffio sul viso e una ciocca di capelli in meno.

Tuttavia non lo attaccava mai veramente; sembrava come se lo stesse solo prendendo in giro.

“ Ora basta!” sbraitò il Dragon Slayer, “ Iron Dragon’s Scales!” disse, ricoprendosi interamente di scaglie d’acciaio. “ Ah,” ridacchio allora, “ ora come la mettiamo?”

L’uomo si mosse di nuovo, colpendo il moro sulla spalla. L’attacco fu devastante: non solo era riuscito a perforare la dura corazza del mago, ma anche a lacerare a fondo la pelle della spalla sinistra, lasciando il ragazzo interdetto e dolente a cercare di fermare il fiume di sangue.

Si voltò. “ C-Che diavolo…” sudava.

“ Cosa credevi, ragazzo!” sorrise sornione, “ I miei artigli sono fatti di diamante, caro mio. Nulla, neanche il metallo più spesso può resistere ad un loro affondo!”

Gajeel digrignò i denti, tornando al suo aspetto normale: “ Bene allora!” Stinse i pugni, “ Iron Dragon’s Sward!” disse, stendendo il braccio, ormai non più tale.

“ Cosa credi di fare?” domandò l’uomo alzando il sopracciglio, “ Attaccarmi così spudoratamente? Non hai capito che non hai speranze di battermi?” fece altezzoso, aprendo le braccia.

“ Non sottovalutarmi,” ghignò, “sono un mago di Fairy Tail dopo tutto!”

Così rapido, corse contro l’uomo. I colpi sibilavano come vento tra le foglie, rapidi e potenti: un colpo di Gajeel, una parata dell’uomo; un fendente degli artigli del mago dei gatti e una pronta schivata del moro.

“ Sbaglio e mi sembri più sveglio?” lo canzonò l’uomo, nonostante fosse anch’egli esausto.

Il ragazzo si pulì del sangue da sotto l’occhio: “ Non provare a prendermi in giro, maledetto!”

Allora, ricalibrata la mira della spada, ripartì all’attacco: tuttavia, cosa inaspettata, l’uomo aprì l’impugnatura del bastone, sparando un colpo secco e veloce, che colpì in pieno Gajeel, scaraventandolo oltre la balaustra delle scale su cui si erano ritrovati.

“ Sorpresa!” sibilò demoniaco, osservandolo volare giù, verso l’atrio.

 

 

Levy era esausta, non vedeva più molto bene e le mancava il fiato: come aveva previsto, la magia era svanita e tutto quello che le rimaneva era il suo solito e banale Solid Script.

“ C-Cavolo!” disse in un moto di disperazione, vedendo il robot farsi di nuovo vicino.

Si mise in guardia, ma riuscì a colpirla allo stomaco, scaraventandola contro uno specchio attaccato alla parete: si sentì la schiena in fiamme e con orrore percepii il sangue colarle fino al bacino.

Alzando lo sguardo vide incredula la sagoma del compagno di team schiantarsi contro il robot di fronte a lei: cadendo al suolo, la macchina sembrava non aveva sentito il colpo, visto che si rialzò immediatamente; ma non si poteva dire lo stesso di Gajeel.

“ G-Gajeel!” lo chiamò la ragazza con quel poco di voce che le era rimasta. Si avvicinò carponi verso il corpo immobile dell’amico, pregando di poterlo sentire respirare.

Gli prese il volto tra le mani: “ G-Gajeel, mi senti? E-Ehi, riesci a sentirmi? Ti prego Gajeel, svegliati!” urlò, scuotendolo per le spalle. “ Gajeel!” urlò ancora.

Il Dragon Slayer aprì pesantemente gli occhi: “ L-Levy?” la ragazza sorrise consolata dal sentire la sua voce, se pur flebile.

“ A-Aiutami ad alzarmi, quel bastardo non sa con chi ha a che fare!” ringhiò.

Levy lo prese sotto braccio a fatica, tirandolo in piedi: la schiena le faceva un male cane, ma non poteva certo permettersi di essere debole e lamentosa, non in un momento del genere!

Tossì qualche goccia di sangue: “ Oh santo cielo,” cominciò l’uomo, “ siete messi parecchio male, miei cari!” sorrise, saltando accanto all’ultimo robot, in modo da poterli osservare.

“ Non dirlo nemmeno, maledetto!” tuonò il moro. L’uomo rise a crepapelle: “ Siete davvero convinti di avere anche solo una piccola speranza? Poveri illusi: avete perso, non ve ne rendete conto?”

“ No, sei tu che hai perso Swan!”

Il mago si voltò, ritrovandosi davanti al suo intero esercito di gatti, che di carino non avevano ormai più niente. “ Ragazzi miei!” disse allegro, “ Cosa vi prende?”

“ Siamo stanchi di te Swan!” tuonò Meliodas. “ Non sei più il nostro maestro” “ Non ci hai mai fatto un regalo!” “ Non hai mai mantenuto le tue promesse!” “ Vogliamo essere di nuovo liberi!”

“ R-Ragazzi, davvero non capisco: non eravate felici con il vostro maestro?”

“ Q-Quel tipo sta parlando con dei gatti?” domandò stranita Levy.

“ Li teneva in suo poter!” Lily si era avvicinato loro, con grande sorpresa dei due maghi, “ Immagino sia un qualche tipo di controllo: prometteva loro la felicità e chissà che altro, ma in realtà li ingannava solo!”

“ No, non eravamo felici!” “ Rischiavamo la vita ogni notte per colpa tua!”

L’uomo indietreggiò: “ V-Vi prego ragazzi, io l’ho fatto solo per voi!” disse, alzando le spalle.

“ Questo e troppo!” ringhiò Meliodas, “ Andiamo fratelli, attacchiamo!”

Così, tra strepiti e miagolii, una miriade di felini si riversò sul robot e sull’uomo stesso, coprendoli interamente: la macchina fu completamente distrutta, mentre l’uomo riuscì a sfuggire in qualche modo all’attaccò degli animali.

“ Basta!” urlò, “ Cosa vi è preso?”. Poi guardò il team di maghi, “ Voi! Siete stati voi a mettere loro in testa strane idee, non è così?” alzò rapido il bastone, “ Me la pagherete!” così, mentre un raggio colpiva i tre compagni, i gatti finirono il loro assalto al loro maestro, immobilizzandolo e facendogli perdere i sensi.

 

 

“ Sono davvero desolato ragazzi, ma non so davvero come fare per sistemare questa situazione!” sospirò sconsolato il baronetto.

“ Al diavolo, ora lei ci fa tornare come eravamo prima, o giuro che se ne pentirà amaramente!”

Dopo l’attacco, le autorità della città di Treelor erano arrivate di corsa sul posto, trovando la casa completamente distrutta, una marea di gatti sparsi un po’ ovunque e il gattomante Swan disteso priva di sensi.

Quando poi si erano messi a cercare i ragazzi di Fairy Tail, lo spettacolo che si era parato davanti agli occhi del barone e della sua guardia personale fu a dir poco agghiacciante: sia Gajeel che Levy, erano stati trasformati in gatti!

Tuttavia mantenevano ancora qualche carattere umano, come il fatto che sapessero parlare e camminare su due zampe: “ Sono davvero spiacente per l’accaduto, ma non so davvero cosa fare per aiutarvi!”

Levy sospirò sconsolata, trovandosi davvero a disagio in quelle sembianze così anormali. Gajeel incrociò le zampe al petto: “ Ah, ma che cavolo ci ha fatto quel maledetto? E come mai Lily è rimasto lo stesso?” sbuffò, indicando l’amico.

“ Perché io sono già un gatto, no?” rispose, canzonandolo.

Alla fine, non capendo cosa fare, non riuscendo a fare tornare in sé il gattomante, che sembrava completamente uscito di testa, i tre decisero che sarebbe stato meglio tornare a casa e trovare insieme agli altri una soluzione. Così, dopo una sosta a farsi curare le ferite, un sacchetto di soldi a tracolla, i tre si infilarono sul primo treno diretto a Magnolia.

Non sto a dirvi il disagio e le corse per la città, nel tentativo di raggiungere la gilda il più in fretta possibile.

Così come non sto a dirvi le risate da parte di Natsu, Gray ed Elfman nel vedere il possente Dragon Slayer ridotto ad un micio nero come la fuliggine; anche la Scripter ricevette le sue attenzioni da parte delle ragazze della gilda ( in particolare Lisanna), che la trovavano estremamente graziosa così piccola e dal manto del colore del cielo nelle giornate senza nuvole.

Dopo un paio di insulti da parte di Gajeel e un po’ di pianti da parte di Levy, Fairy Tail capì che era venuto il momento di fare qualcosa.

Ricordandosi delle disavventure di Kinana, subito chiamarono Mirajane, forse l’unica in gradi di farli tornare alla loro sembianze normali.

Prendendo un grande respiro, Mira intonò la formula del Take Over, indirizzando tutta la sua concentrazione sui ragazzi: un lampo rapido, seguito da un leggero tremore fece rimanere tutti i presenti in trepida attesa.

Scomparsa la luce, non vi erano più due gatti, ma, con grande gioia da parte di tutti, i due erano tornati quelli di sempre.

Gajeel e Levy si guardarono increduli di quello che era appena successo: constatando che  erano finalmente tornati umani, presa da grande gioia e lasciandosi alle spalle la preoccupazione precedente, la ragazza corse ad abbracciare il moro che, senza pensarci, la sollevò da terra, facendola girare un paio di volte per aria.

Accortisi si quello che avevano appena fatto, si staccarono imbarazzati, attorniati dal silenzio, interrotto ovviamente nel giro di tre secondo dai compagni che chiedevano cosa fosse successo.

Quando poi si scatenò il solito putiferio, la blu riuscì a staccarsi da Jet e Droy con la scusa che voleva andare in infermeria a riposare ( cosa che non era poi tanto falsa). Arrivata, trovò il moro che, avendo avuto la sua stessa idea, si stava cambiando le bende sulla spalla.

Si voltò: “ Ehi, gamberetto!” le sorrise.

“ Ehi, stai bene?” chiese sedendosi accanto a lui. Vederlo precipitare come un razzo le aveva fatto prendere uno spavento indicibile.

“ Io bene, mi riprendo in fretta, lo sai. Tu invece?” chiese guardandola.

“ Eh? Ah, i-io sto bene!” rispose, tirando un sorriso.

“ Mh, bene!” concluse, tornando a medicarsi.

La Scripter sospirò: per fortuna non si era accorto di nulla.

“ Ah, a proposito,” cominciò, senza distogliere gli occhi da quello che stava facendo, “ prova un’altra volta a mentirmi e ti lascio a casa!” disse, questa volta guardandola intensamente, serio, quasi arrabbiato.

La ragazza ebbe paura di quello sguardo: “ M-Ma Gajeel, io volevo solo-.”

“ Lo so che volevi aiutarmi,” la interruppe, “ e ti ringrazio, ma noi siamo un team, te lo ricordi?” fece.

Lei annuì. “ Non posso permettere che ne tu, ne Lily vi facciate del male!” fece, distogliendo lo sguardo, quasi a volersi nascondere.

“ E allora tu?” il moro girò di nuovo la testa, “ Anche tu sei stato stupido, mi hai fatto spaventare da morire!” urlò, mentre le lacrime cominciavano a bagnarle copiose il viso.

Il ragazzo ghignò: “ Come mi sottovaluti gamberetto!” sorrise.

Lei gli tirò un leggero pugno sulla spalla sana, cercando di trattenere le lacrime che, come al solito quando si trattava di Gajeel, non ne volevano sapere di tornarsene al loro posto.

Il moro ridacchio, arruffandole i capelli, stendendo poi il pugno verso di lei: “ Ti prometto che avrò più fiducia in te, gamberetto…ma tu abbi fiducia in me!”

Levy lo guardò in silenzio, rossa come non mai. Guardando la mano chiusa di Gajeel, sorrise e la colpì con il suo pugno: “ OK!”

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Niente commento, sono troppo stanca! Mi direte voi cosa ne pensate…grazie per avere avuto pazienza e buone vacanze a tutti!!

  
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