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Autore: Juliet2    08/06/2013    3 recensioni
Niall, dolce e sensibile o Harry, misterioso e irresistibile. In un mondo fatto di false amicizie, litigi e ragazzi ostili, Jess è ora costretta a prendere una drastica decisione che potrebbe cambiare la sua vita. Ma nessuno meglio di lei sa che è meglio non giocare con le tenebre...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora non riesco a credere che lo stiamo davvero facendo. Per anni ho cercato di convincere i miei genitori a portarmi in Inghilterra, ma io avevo in mente un semplice viaggio, non un trasferimento. E invece i miei avevano deciso di farmi una bella sorpresa, credendo che sarei stata felice di andare a vivere in un piccolo paesino nel Cheshire. Così sono stata costretta ad abbandonare tutto: scuola, amici, parenti, la mia intera vita ed eccomi qui, in viaggio verso un paese sconosciuto, pronta per ricominciare tutto dal principio.

“Jess? Jess!”
Sospirai  “Che c’è, mamma?”
 “Spegni quel dannato aggeggio per una buona volta, io e tuo padre stiamo cercando di parlarti! Jess? Mi senti?”
Alzando gli occhi al cielo, mi tolsi le cuffiette del cellulare dalle orecchie
“Volevo solo dirti che siamo quasi arrivati, tesoro” disse mia madre, con un sorriso a trentadue denti.
“Grandioso” mormorai, senza un briciolo di eccitazione.
“Non sei emozionata?”
“perché dovrei esserlo?”
“Non eri tu ad insistere continuamente perché ti portassimo a Londra? Beh, eccoti accontentata”
 “Non era proprio questo che intendevo, mamma, lo sai benissimo” chiusi gli occhi, sospirando “e comunque non stiamo andando a Londra” mi rimisi le cuffiette selezionando la riproduzione casuale, nel momento stesso in cui mia madre cominciò con la sua solita ramanzina riguardo a “quanto ingrata io sia”.
Senza prestarle la minima attenzione, osservai lo schermo del cellulare “The A Team – Ed Sheeran” non poteva scegliere una canzone migliore.
 Alzai il volume, per non sentire mia madre urlare.

And they say she’s in the class A team, stuck in her daydream

 “Jessica Katrine Jones ascoltami quando ti parlo!”

The worst things in life come free to us…

 “Non possiamo andare avanti così, questa ragazza deve cambiare …”

Is too cold outside, for angels to fly.

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 “Hey Jess, dammi una mano con queste!”
“Arrivo papà!”
Eravamo arrivati da circa dieci minuti e stavamo ancora scaricando le valige dalla macchina, mentre mia madre telefonava a tutti i parenti per avvertirli del nostro arrivo.
“Ok, questa è l’ultima” disse mio padre, con un sorriso. “Va’ pure dentro e scegli la tua stanza”
Non me lo feci ripetere due volte.
 
La nuova casa era enorme e non aveva assolutamente niente a che vedere con il vecchio, minuscolo appartamento in cui vivevamo in Italia. Appena entrata mi ritrovai in un gigantesco salone pieno di scatoloni contenenti i nuovo mobili. L’intero piano terra sembrava davvero spazioso, ma a quello avrei pensato più tardi. Mi lancia correndo su per le scale e mi ritrovai in un piccolo corridoio che dava accesso a diverse stanze. Una porta in particolare mi colpì, forse perché era più isolata delle altre. La aprì senza esitazione e mi guardai intorno, una finestra dava sul giardino sul retro, una seconda porta collegava la stanza ad un piccolo bagno privato ed un’altra alla cabina armadio. Lanciai con fierezza la mia valigia per terra e mi sedetti sul pavimento. Quella era la mia stanza.
 
Passammo i cinque giorni successivi a sistemare casa. Mia madre mi aveva dato il permesso di arredare camera mia come più preferivo, perciò decisi di dare sfogo alla mia fantasia, e il risultato fu migliore di quanto mi aspettassi, riuscii perfino a convincere mia madre a comprarmi un letto matrimoniale. Insomma, a lavoro finito la mia camera era una meraviglia.
 
Nei giorni successivi cercai di portarmi un po’ avanti con il programma scolastico: parlavo abbastanza bene l’inglese, ma avevo ancora qualche carenza perciò mi concentrai soprattutto su quello.
Come se non bastasse, avevo delle serie difficoltà a relazionarmi con le persone. Sì, insomma, non ero una che faceva amicizia tanto facilmente. E se era così in Italia, dove avevo parecchi amici, figuriamoci qui, dove non avevo nessuno …
 Per fortuna, i miei mi concessero una “settimana bonus” per riprendermi  prima di cominciare la scuola e, credetemi, non avete idea di quanto io fossi terrorizzata.
 

 

 
Questo capitolo è solo una specie 'introduzione'
della storia vera e propria, per questo è così corto
Ad ogni modo, spero che vi piaccia! :)  
 

  
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