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Autore: FanDiArtemis_    08/06/2013    1 recensioni
Eccomi qua con un'altra fic.
Dall'ultimo capitolo:
-Ciao, Hepai, devo andare.-
-No, non andare, non lasciarmi solo, ti prego...- disse, e pianse di nuovo.
Ma Athena sorrise, e scese un'altra lacrima.
-Forse ci incontreremo un'altra volta.- disse, e se ne andò.
Ed era vero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.


Pioveva.

Hera guardò fuori dalla finestra, soddisfatto. Gli piaceva la pioggia. Gli piaceva la sensazione delle gocce che scorrono sul viso: si sentiva depurato.

-Vuoi per caso fare una doccia fuori?-

-Come no.- rispose, monotono.

-Perché non vai a studiare? Mi hai detto che domani ci sarà un'interrogazione...-

-Lasciami in pace.- rispose, sempre guardando fuori.

Quella persona sbuffò.

-Sei una persona così strana. Non ti capisco proprio.- sospirò, uscì dalla camera, e andò via, sbattendo la porta con violenza.

Rimase solo: di nuovo.


 

X


 

E di nuovo Hera deve andare a scuola.

Prese la metro come di solito, scelse un posto e si sedette.

Che seccatura, la scuola.

La porta si aprì di nuovo: era arrivato. Si alzò e uscì.

La sua vita era così noiosa e monotona.

Prese la solita strada e si avviò verso la scuola.

Era uscito il sole, ma il suo cuore era ancora nuvoloso.


 

X


 

Entrò nella scuola.

Si affacciò alla porta in cui c'era la sua classe: 3°F.

No, non poteva entrare. Avrebbe fatto scena muta e si sarebbe preso un quattro, perché non aveva studiato. In realtà non aveva più studiato da quando era alle medie. È stato promosso solo grazie alla tolleranza dei professori, ma questa volta sarebbe stato bocciato di sicuro. Sapeva che non poteva andare al liceo così facilmente.

Restò fuori dalla classe.

Se non sbagliava c'era aritmetica in quell'ora: è la materia che odiava di più. Spiò da una minuscola finestra e annuì: c'era proprio aritmetica. La professoressa stava giusto interrogando un suo compagno, che in quel momento stava facendo degli esercizi alla lavagna.

-Dov'è Tadashi?- chiese la prof.

-Boh, non lo abbiamo più visto in questi giorni.- risposero alcuni compagni.

La prof. scosse la testa, aprì il registro e vi scrisse qualcosa. Sospirò e continuò ad interrogare.

-Ehi, aspetta... MA QUELLO NON E' TADASHI?- gridò un compagno, additando la minuta finestra.

Hera se ne accorse e subito si abbassò, giusto in tempo.

Gli altri compagni guardarono la finestra, ma non videro niente.

-Ma cosa stai dicendo?- disse un altro.

La prof. stava quasi per mettere una nota a quello che aveva cominciato tutto, il quale s'accigliò, ma non disse più nulla.

Hera fece un respiro di sollievo.

Poi sentì una voce dietro di lui.

-Sai, se continui a nasconderti così, rischierai la bocciatura.-

Hera si girò, vedendo un ragazzo con occhi rossi e capelli color platino. Aveva la pelle molto delicata e quasi quasi sembrava un angelo. Il ragazzo era appoggiato sul muro e gli sorrise in un modo dolce ma non troppo sincero.

-Non per dirtelo, ma anche tu rischierai la bocciatura se te ne stai qua fuori.- Hera sibilò.

-Sai, credo che tu abbia ragione, ma non è che mi importi molto.- disse, guardando il muro.

-Allora cosa ti importa?- chiese, poco interessato. Era disposto a fare di tutto pur di non fare nulla e fissare il vuoto.

-Se proprio lo vuoi sapere... la moda e la fama.- rispose sorridendo.

Hera sbuffò e sibilò: -Ma allora cosa vuoi da me?-

Il ragazzo lo guardò, sorpreso. -Voglio solo fare amicizia con te, non posso?-

-Beh, non puoi. Non ho e non voglio avere amici.- rispose, seccato.

-Comunque mi presento: sono Aphrodite, ma per favore chiamami Aphrodi, oppure Afuro.- disse, ignorando la risposta di Hera di prima.

Hera sputò la coca che stava bevendo... e ciò catturò l'attenzione della prof. di matematica.

-Ti consiglio di scappare.- disse Afuro, non più di buonumore.

Hera seguì il consiglio di Afuro e scappò verso l'uscita. E mentre stava passando vicino ad un cestino buttò anche la lattina: il tutto con una mossa semplice e pulita.

La prof. stava aprendo la porta, e quando lo fece, si affacciò ad Afuro, sorpresa e arrabbiata.

Afuro allargò gli occhi dalla paura. Si voltò per vedere se Hera era scappato: pareva di sì.

-Ehi, guardami quando parlo!- gli gridò la prof.

Cazzo, non aveva più scampo.

Almeno Hera si era salvato.


 

XXX


 


 

.:*Angolino della piccola Autrice*:.


 

Buonaseraaa! ^^

Ed eccomi con un'altra fic.

Ok, lo ammetto, fa schifo quindi potete criticare.

Mi è venuto quest'idea mentre stavo guardando fuori dalla finestra, e stava piovendo

che triste.

Nel prossimo capitolo -forse- scriverò sull'ArteApo (una coppia che amo).

Al prossimo capitolo ciao! :))


 

  
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