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Autore: Pikky    24/12/2007    7 recensioni
Piccola one-shot natalizia sulla mia coppia preferita... Spero che vi piaccia... E che mi lasciate un commentino... Buon Natale! Pikky91
[...]- E cos’è, allora? – la interruppe l’amico, curioso e sollevato dal fatto che non stesse scrivendo al bulgaro.
- Il tema di trasfigurazione. Ma non cambiare discorso! – rispose la ragazza, posando la piuma.
- Vero che poi lo posso copiare? – chiese Ron speranzoso, che alla parola ‘trasfigurazione’ aveva smesso di ascoltare e si era illuminato, pensando che, se Hermione fosse stata buona, avrebbe evitato di passare un pomeriggio delle sue preziose vacanze su quel tema.
- No, Ron! E ti ho appena detto di non cambiare discorso, per Merlino! – ribatté la riccia, che iniziava a perdere la pazienza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WHAT HAPPENS ON CHRISTMAS EVE, UNDER THE MISTLETOE

WHAT HAPPENS ON CHRISTMAS EVE, UNDER THE MISTLETOE

 

Hermione continuava a rigirarsi nel letto, inquieta. Non riusciva proprio a prendere sonno. Continuava a ripensare a ciò che era successo un paio d’ore prima. Era più forte di lei, più cercava di non pensarci più quelle immagini le tornavano alla mente, causandole tutta quell’agitazione che le impediva di addormentarsi.

Sbuffando, si girò su un fianco, facendo scendere dal letto Grattastinchi, stufo di tutti quegli spostamenti da parte della sua padroncina.

No, non poteva andare avanti così tutta la notte. Così si alzò dal letto, si infilò la vestaglia, si mise le pantofole e uscì dal dormitorio femminile del settimo anno, diretta in sala comune.

 

 

 

Ron era disteso sul proprio letto, intento a contemplare la sommità del baldacchino. Stava osservando quel punto esattamente da quando era salito al dormitorio un paio d’ore prima, con l’intenzione di dormire, in modo da potersi svegliare la mattina dopo e, credendo che tutto ciò che era successo la sera prima fosse un sogno, godersi la mattinata di Natale come aveva sempre fatto.

Invece sapeva benissimo che non era così. In primo luogo, non riusciva a dormire e per cui ciò significava che quello avvenuto poco prima era perfettamente reale, mentre in secondo luogo sapeva che non poteva passare un Natale come tutti gli altri, poiché la sua mente sarebbe stata concentrata solo ed esclusivamente sulla sera della Vigilia. E su Hermione.

 

 

 

Non appena giunse in sala comune, Hermione si sedette su una poltrona di fronte al camino, ancora acceso. Sospirò, mentre le immagini di ciò che era avvenuto poco prima le si presentarono alla mente, vivide.

 

 

 

La sala comune di Grifondoro, come sempre sotto Natale, era deserta. La maggior parte degli studenti, infatti, aveva preferito andare a passare le festività in famiglia, così ad Hogwarts erano rimasti davvero in pochi.

Quella sera, Hermione si trovava seduta ad un tavolo, intenta a scrivere fittamente su un rotolo di pergamena, che Ron, arrivato in quel preciso istante dalla Sala Grande, aveva scambiato per una lettera, conoscendo il fatto che la ragazza amasse scrivere messaggi chilometrici.

- Cos’è? Una lettera chilometrica per Vicky? – le chiese il ragazzo, arrivandole da dietro e sporgendosi sulla sua spalla a mo’ di avvoltoio, facendo così prendere un colpo alla ragazza, che sussultò.

- Ron, sei un idiota! – esclamò, voltandosi verso di lui. Mentre il rosso prendeva posto di fronte a lei, aggiunse: - E comunque no. Non è una lettera per Viktor. Non capisco perché tu debba sempr-

- E cos’è, allora? – la interruppe l’amico, curioso e sollevato dal fatto che non stesse scrivendo al bulgaro.

- Il tema di trasfigurazione. Ma non cambiare discorso! – rispose la ragazza, posando la piuma.

- Vero che poi lo posso copiare? – chiese Ron speranzoso, che alla parola ‘trasfigurazione’ aveva smesso di ascoltare e si era illuminato, pensando che, se Hermione fosse stata buona, avrebbe evitato di passare un pomeriggio delle sue preziose vacanze su quel tema.

- No, Ron! E ti ho appena detto di non cambiare discorso, per Merlino! – ribatté la riccia, che iniziava a perdere la pazienza.

- Dai, ti prego! E sì che a Natale sono tutti più buoni…- disse il rosso, continuando nella sua (inutile) opera di persuasione.

- Io faccio eccezione… - borbottò Hermione, rimettendosi a scrivere.

- Oh, andiamo… E adesso che hai? – chiese Ron dopo qualche minuto, vedendo che l’amica si era nuovamente concentrata sul proprio tema, fingendo che lui non ci fosse.

La ragazza, in tutta risposta, finì la frase che stava scrivendo, facendo un punto che rischiò di forare la pergamena, dopodiché radunò le proprie cose e si alzò, diretta ai dormitori femminili. Non voleva litigare con l’amico anche la sera della Vigilia, per cui aveva deciso che la soluzione migliore fosse quella di andarsene, dato che era furibonda. Come poteva prendere di tirare in ballo Viktor e che lei non gli dicesse nulla? Ma il motivo non era solo quello, lo sapeva bene.

Il ragazzo, però, non era di quell’avviso, dato che si alzò, la seguì e la fermò, trattenendola per un braccio e costringendola a voltarsi, dopodiché le disse: - Si può sapere che diavolo hai, Hermione?

- Niente. – rispose la ragazza abbassando lo sguardo. Non voleva certo dirgli che stava lottando con tutte le sue forze contro se stessa per non illudersi che l’allusione di poco prima a Viktor fosse una chiara manifestazione di gelosia di Ron.

- Se non fosse niente non te ne saresti andata via così. – rispose quest’ultimo, sospirando.

Hermione inspirò, profondamente, chiudendo gli occhi, poi aprì bocca per dire: - Non puoi tirare in ballo Viktor e cambiare discorso, pretendendo che io non ti dica nulla.

Il rosso rimase spiazzato. Era per quello che l’amica se ne stava andando? Le aveva dato fastidio quell’allusione a Krum? Ciò significava che pensare ancora a lui le causava qualcosa di molto simile al dispiacere… Ciò significava che provava ancora qualcosa per lui. Era stato un illuso a credere che lo avesse ormai dimenticato.

- Quindi provi ancora qualcosa per lui… - disse con una punta di delusione.

- Santa Morgana, no! Ma non è questo il punto!  - rispose la ragazza, chiedendo cosa diavolo passasse nella testa dell’amico.

- Invece sì! – sbottò Ron, incrociando le braccia.

- E perché, sentiamo?

- Perché se non provassi più nulla per lui, non ti avrebbe dato fastidio che io poco fa lo abbia tirato in ballo! – rispose il ragazzo, esponendo il proprio ragionamento.

- Certo. Lo amo alla follia, guarda. Infatti non appena l’anno scolastico sarà finito, prenderò il primo aereo per la Bulgaria e andrò da lui per giurargli eterno amore e passare là il resto della mia vita. – disse Hermione, sarcastica.

- Non scherzare su queste cose! – ribatté il rosso, abbassando lo sguardo.

- Oh, Ron… Mi dà fastidio il fatto che tu lo tiri in ballo perché non riesco a capire come mai tu lo faccia… Tutto qui. Non c’è bisogno di farsi strane idee… - gli spiegò la ragazza, in toni pacati.

- Davvero? – chiese il ragazzo, alzando lo sguardo, con un mezzo sorriso.

- Sì. – rispose la riccia, sorridendo timidamente.

I due ragazzi rimasero poi a fissarsi negli occhi per qualche secondo, mentre su di loro calava l’imbarazzo. Poco dopo Hermione abbassò lo sguardo, mentre quello di Ron iniziò a vagare per la stanza, fermandosi qualche istante dopo sul soffitto sopra di loro. O meglio, su cosa era appeso al soffitto sopra di loro. C’era del vischio. E il ragazzo conosceva bene qual era la tradizione. Avrebbe dovuto baciare la ragazza che si trovava di fronte a lui. Non che la cosa gli dispiacesse, ovvio. Ma stentava a crederci.

La ragazza non ce la faceva più a reggere quella situazione imbarazzante che si era creata per chissà quale motivo, così decise di andare in dormitorio. Ma doveva dirlo all’amico, così aprì bocca e annunciò: - Ron, io-

Per la seconda volta della serata, Hermione venne interrotta. Ma questa volta Ron non l’aveva interrotta a parole, bensì a gesti. L’aveva appena attirata a sé prendendola per le spalle, dopodiché aveva poggiato le proprie labbra sulle sue. La sorpresa da parte della ragazza fu talmente grande, che la pergamena e la piuma che stava tenendo in mano caddero a terra. Insomma, perché il rosso la stava baciando?

Ma quello non era tempo per le domande, si disse. Doveva agire, quando mai le sarebbe ricapitata un’occasione del genere? Perché lasciarsela sfuggire così, senza reagire, lasciando che il ragazzo pensasse male? Non poteva permettere che lui pensasse che a lei non importava niente, che lo considerava solo un amico. Non poteva, perché semplicemente non era così che la pensava. Così chiuse gli occhi, rispondendo al bacio.

Poco dopo, però, il ragazzo si staccò e disse, indicando con l’indice della mano destra sopra di sè: - Io… Tu… Il vischio…

- Ah. – disse la ragazza, lapidaria. Quindi l’aveva baciata solo perché si trovavano sotto al vischio… Che stupida che era stata, nel credere che l’avesse fatto semplicemente perché ne aveva voglia. Sospirò, poi lo guardò negli occhi e gli disse: - Buonanotte, Ron.

Detto ciò raccolse da terra la pergamena e la piuma, dopodiché voltò le spalle al rosso e imboccò le scale che l’avrebbero condotta al dormitorio.

“Sono un imbranato!” si disse Ron mentalmente, non appena la ragazza sparì dalla sua vista. Aveva pronunciato quelle parole in preda all’emozione appena provata. Non voleva certo dirle che l’aveva baciata solo perché si trovavano sotto il vischio! Aveva solamente colto quell’occasione per fare una cosa che voleva fare da moltissimo tempo. Ma le parole sconnesse che aveva appena pronunciato avevano fatto capire alla ragazza tutto il contrario, giustamente. Avrebbe dovuto fermarla quando ancora era in tempo. Adesso avrebbe voluto seguirla, ma sapeva che non appena avesse messo piede sulla scalinata che conduceva al dormitorio femminile, questa si sarebbe tramutata in uno scivolo, impedendogli di salire.

Sospirando si avviò anch’egli in dormitorio, pensando che l’indomani avrebbe risolto tutto.

 

 

 

- Dannazione! – borbottò Ron a mezza voce, ripensando per l’ennesima volta a quanto era stato idiota. Dato che quel pensiero lo assillava e gli impediva di prendere sonno, si alzò e uscì dal dormitorio, guardando con invidia Harry, che dormiva beatamente.

Credeva che a quell’ora il dormitorio fosse deserto, a maggior ragione in quel periodo, quindi fu sorpreso di trovare la poltrona vicino al caminetto occupata. Fu però ancora più sorpreso quando notò che l’occupante era Hermione. Pensò che sarebbe stata l’occasione perfetta per chiarire quel bacio che c’era stato poco prima, così prese una poltrona e la avvicinò a quella della riccia, cercando di fare il minor rumore possibile. Non appena se lo trovò di fianco, la ragazza sussultò, poi disse: - Stasera devi proprio farmi spaventare, eh?

- Scusa… - le disse Ron, dopodiché notò che la ragazza si stava asciugando gli occhi col dorso della mano.

- Hermione, ma tu stai piangendo! – le disse poggiandole una mano sulla sua che era poggiata sul bracciolo della poltrona. La ragazza, a quel contatto, si ritrasse subito, poi disse: - N-non è niente…

Non voleva dirgli che stava piangendo per via di ciò che era successo poco prima.

- Se non fosse niente non staresti piangendo. – le disse il ragazzo, serio.

- Sei in vena di ragionamenti logici, questa sera? – chiese la riccia, incrociando le braccia e mettendosi sulla difensiva.

- E tu sei in vena di fare la spiritosa? – ribatté il rosso, incrociando anch’egli le braccia.

Rimasero così, a braccia incrociate, per qualche minuto, a fissare in fuoco che, consumandosi lentamente, scoppiettava nel camino. Fu Hermione a rompere quel silenzio che si era creato, dicendo: - Perché dobbiamo sempre finire a litigare? Anche adesso… E prima. E ogni giorno. Perché?

- Non lo so… - le rispose Ron in un sospiro.

- Nemmeno io… - disse la ragazza, sprofondando ancora di più nella poltrona.

E ripiombò il silenzio. Ognuno dei due immerso nei propri pensieri. Lei aveva una gran voglia di alzarsi e tornare in dormitorio, dove avrebbe potuto piangere in santa pace, mentre lui voleva semplicemente dirle che aveva frainteso tutto.

Questa volta, però, fu il ragazzo a prendere per primo la parola, dicendo: - Hermione… Avrei voluto farlo domattina, ma già che siamo qui… Beh, volevo parlarti di quello che è successo prima.

- Dimmi… - disse la ragazza, mordendosi un labbro per impedirsi di mettersi nuovamente a piangere.

- Tu hai capito male. – esordì il ragazzo, ma prima che potesse continuare, la riccia lo interruppe dicendo: - Ho capito male?! Beh, dimmi tu cosa avresti capito se dopo che io ti avessi baciata ti avrei detto quello che mi hai detto tu!

- Ma se te ne sei andata via prima che io avessi l’opportunità di spiegarti! Hai detto ‘Buona notte, Ron’ e poi  sei filata via! – sbottò Ron, spazientito, ergendosi in tutta la sua altezza.

- Beh, spiegami tutto adesso, allora. – disse Hermione, alzandosi anch’ella in piedi, pur consapevole di non poter eguagliare l’altezza del rosso.

- Infatti era quello che volevo fare prima che tu mi interrompessi!

- Allora non ti interrompo più! – disse la ragazza incrociando le braccia e mettendosi a battere il piede destro, in attesa.

- Bene! – sbottò il ragazzo, dopodiché prese una profonda boccata d’aria e disse, in tono calmo e pacato: - Vedi… Non volevo dirti quelle esatte parole. È stata l’emozione che mi ha giocato un brutto scherzo. Tu ovviamente avrai pensato che io ti abbia baciata solo perché eravamo sotto il vischio, ma non è così. Diciamo che ho afferrato al volo quell’occasione per dimostrarti quello che provo per te.

Hermione rimase a bocca aperta: aveva frainteso tutto! Così, dopo essersi data mentalmente degli epiteti poco carini, percorse quella poca distanza che la separava dal ragazzo e lo abbracciò dicendo: - Oh, Ron… Sono stata una stupida…

- Tranquilla… Credo che al tuo posto avrei fatto lo stesso… - la tranquillizzò il rosso, ricambiando l’abbraccio. Restarono così per qualche minuto, quando Ron guardò l’orologio e, sciogliendo l’abbraccio quel tanto che bastava per permettergli di guardare la ragazza negli occhi, disse: - Buon Natale, Hermione!

La riccia lo guardò con aria interrogativa, alzando un sopracciglio, poi disse: - Ron… Natale è domattina…

- Appunto! È già mattina. È passata la mezzanotte. – le spiegò il ragazzo, sorridendo.

- Ah… Buon Natale anche a te, allora… - disse Hermione, prima di alzarsi in punta di piedi e baciarlo.

 

 

 

 

 

 

E buon Natale anche a voi lettori! Spero che la one-shot vi sia piaciuta… E, dato che a Natale siamo tutti più buoni… Me lo lasciate un commentino?

Ringrazio in anticipo chi commenterà e anche chi leggerà soltanto… Ancora auguri!

Baci,

Pikky91

   
 
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