Torre di Astronomia, Hogwarts
24 dicembre
Ore 21.00

Mancavano ancora tre ore prima dello scoccare della Mezzanotte. Ancora tre ore prima dell’arrivo del Natale.
Non aveva mai atteso con così tanta gioia il 25 dicembre: per anni quello era stato un giorno come un altro.
Certo, in casa sua era invitata molta gente, tra parenti ed amici dei proprietari, ma lui mai era stato considerato parte della famiglia e, per questo motivo, era sempre stato relegato in camera sua, oppure, pensò con orrore, nel sottoscala.
Da quando aveva cominciato a frequentare Hogwarts, però, tutto era cambiato: aveva vissuto il Natale in modo diverso, in compagnia degli amici e, spesso, dei suoi insegnanti.
Un anno aveva persino trascorso quella giornata insieme all’unica persona che aveva conosciuto perfettamente i suoi genitori, che li aveva aiutati e che era rimasto loro fedele: Sirius, il suo padrino.
Ripensarlo gli faceva male al cuore. Quello stesso anno, il suo quinto anno alla Scuola di Magia, la “pecora bianca” della famiglia Black fu uccisa da niente meno che sua cugina Bellatrix.
Non era mai riuscito a perdonarle questo fatto. Ma era riuscito a vendicarlo, così come aveva vendicato i suoi genitori e tutti coloro che erano morti nella battaglia: Silente, Charlie, Luna, la McGranitt, Arthur Weasley e… lei.
L’altra persona alla quale teneva di più: Ginny. Gliel’avevano portata via, senza un perché, senza una parola. Solo una scia di luce verde e il suo corpo che, come una piuma, si accasciava a terra. Il volto disteso ma sorridente. L’ultimo sorriso che le vide: era per lui, lui soltanto.
Ma ora era tutto finito. La guerra era conclusa, Voldemort morto. Tutto era tornato alla normalità. O forse no?

Ore 22.00
È triste vederlo così. Tutto gli è stato tolto, la vita è stata ingiusta con lui. Dopotutto, quando mai la vita è giusta?
Ma tra due ore sarà Natale. Il giorno più bello e felice dell’anno. Non possiamo lasciarlo laggiù da solo.
Lui ha bisogno di noi, noi di lui.
E poi c’è lei. L’unico ricordo vivente della più piccola dei fratelli Weasley. La piccola Lilion, chiamata Lily.
La figlia di Harry Potter e Ginevra Weasley. Nata dall’amore dei due ragazzi più cocciuti e goffi che siano mai esistiti. Perché sono riusciti a dichiararsi solo dopo cinque anni. Cinque anni di pianti da parte di lei. Cinque anni di timidezza da parte di lui.
Lily, il giglio della famiglia, la parte migliore di entrambi. È nata tre anni fa, prima della fine della guerra. Una battaglia che andava avanti ormai da otto anni e che finalmente è terminata. È stata una consolazione. Una promessa di qualcosa di nuovo.
Devi reagire Harry. Devi farlo per lei. Lei, il fiore dei tuoi sacrifici. La ricompensa che ti è stata donata. Che Ginny ti ha donato.

Ore 23.50
Ancora dieci minuti. Non manca molto ormai. È quasi giunto il momento di festeggiare. Ma non ci riesco più. Non riesco più ad essere felice. Almeno non come lo ero quando frequentavo Hogwarts.
Ci sono ritornato quest’anno, come faccio da qualche tempo ormai. Ritornare qui è come ritornare al passato. A casa.
Devo cercare di essere forte. Per lei. Ma non è facile. Il Natale mi riporta alla mente ricordi che vorrei dimenticare, ma che nemmeno un incantesimo di memoria potrebbe cancellarmi dalla testa. Non posso più continuare a rievocare il passato, non cambierebbe nulla. Ma non posso neanche farne a meno.

Ore 23.55
Basta! Il passato è passato. Devo pensare al presente.
Peccato sia più facile dirlo che farlo.

Ore 23.59
Un minuto. Il più lungo della mia vita. Un minuto e sarà Natale. Un minuto e tutti festeggeranno. Tutti tranne me.

Don-don-don-don-don-don-don-don-don-don-don-don

E’ ora. È Natale. Ma io sono felice?
Sento dei passi dietro di me. Mi volto. È Lilian. Mi sta venendo vicino, anzi sta correndo verso di me. Si getta tra le mie braccia ed io la sollevo.

-Buon Natale, papà!

La sua voce mi scalda il cuore, ormai inaridito dagli eventi. Solo lei mi rende felice come non mai. Ora posso rispondere alla mia precedente domanda: sì, sono felice.

-Buon compleanno, Lilian!