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Autore: redvines    09/06/2013    0 recensioni
"Avevo più o meno quattordici anni quando comparve la mia prima piuma, impressa sulla schiena: era certamente uno di quei giorni che mi avrebbe accompagnato per il resto della vita.
Prima di allora avevo sempre avuto due piccole voglie all'altezza delle scapole, ma nessuno ci aveva mai fatto troppo caso. Quando però cominciarono a diventare sempre più rosse e a prudere, un dolore che oltretutto non smetteva mai, i miei genitori cominciarono a preoccuparsi, ma era già troppo tardi: infatti, qualche giorno dopo, una piccola piuma grigia con riflessi argento e blu petrolio apparì sulla mia pelle come dal nulla. I miei genitori divennero furiosi e mi misero in punizione per mesi, ma non potevano certo sapere che quei disegni sulla mia cute, durante quel periodo, si moltiplicarono, arrivando a ricoprirmi interamente fino all'altezza delle cosce, non lasciando più uno spazio di chiara pelle libero."
Sono semplici ragazzi con un dono speciale che dovranno imparare a combattere, lottare e amare insieme, condividendo passioni, amicizie e un nemico comune per la sopravvivenza della loro specie: divisi tra bianchi e neri, Luci e Tenebre, questi ragazzi impareranno a loro spese che ogni angelo ha bisogno del suo custode.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9.

 

 

Ci eravamo messi in viaggio subito dopo il breve colloquio con Hunter, nei suoi appartamenti. Trovare il covo di Aamon non era stato particolarmente difficile, in fondo sapevamo benissimo dove cercare, anche se la durata del percorso era stata davvero lunga, almeno finchè non offrì ai miei compagni di agganciarsi stretti a me, e da lì non fu più tanto lontano. Come un battito di ciglia, percorremmo migliaia di chilometri in poche frazioni di secondo e giungemmo a destinazione in un attimo.

<< Scusa, ma perchè non l'hai fatto subito? >>

Guardai male Puck, che di rimando scoppiò a ridere, stringendo Quinn per le spalle.

Eravamo esattamente ai piedi di un enorme, attivo vulcano e faceva un caldo terribile. Lo girammo tutto, finchè finalmente non trovammo ciò che stavamo cercando da ore ormai: l'entrata ai sotterranei. Ci avvicinammo piano, dopo tutto avevamo un obbiettivo, ovvero entrare, visualizzare e tornare indietro.

<< Che schifo >>

Quinn storse il naso, e fu la prima ad entrare nel piccolo buco. Non potevo darle torto, il fetore che usciva da quella caverna era davvero insopportabile, tutto era ricoperto da ragnatele e non si vedeva a un palmo dal proprio naso con l'oscurità che c'era. Fortuna che eravamo Figli delle Tenebre, Rachel non ce l'avrebbe fatta.

Non so per quanto tempo camminammo dentro quegli oltremodo stretti cunicoli, ma a un certo punto Quinn si fermò, si girò verso di noi, portandosi un dito davanti alla bocca, e facendoci segno di non fare assolutamente rumore. Cercando di fare il più piano possibile, io e Puck ci avvicinammo alla ragazza e insieme guardammo al di fuori della piccola apertura che ci si presentava davanti: eravamo arrivati al centro del vulcano.

Sotto di noi, solo lava e vapore.

Quinn alzò svelta una mano, indicandoci un'apertura più in alto di dove eravamo noi, ma comunque abbastanza grande da poterci stare comodamente in piedi. Proprio da lassù provenivano urla, gemiti, striduli e ruggiti raccapriccianti. Ci alzammo in volo e andammo a dare un'occhiata; pensai che in quei casi era una vera fortuna essere un angelo delle Tenebre, in quanto i Celesti emanano un odore troppo strano per le creauture oscure e non avremmo potuto spiarli senza farci scoprire all'istante.

Ci arrampicammo intorno all'apertura e guardammo dentro: che spettacolo.

<< Sono troppi, com'è possibile? >>

Quinn era sconvolta e come darle torto: tutte le creature maligne esistenti sulla terra erano lì, a due passi da noi; un centinaio di arpie svolazzavano da una parte all'altra della stanza producendo urla strazianti, cani neri ringhiavano, con occhi rossi e pelo ispido, almeno una ventina di draghi lottava, sputando fuoco, e poi fantasmi, goblin, gremlin, licantropi, orchi, troll e vampiri.

Era un esercito imbattibile.

<< Cazzo! Hunter non ci crederà quando glielo diremo! >>

Io e Quinn guardammo Puck con puro odio negli occhi, terrorizzati. Come gli era venuto in mente di urlare in quel modo? Era già tanto che non ci avessero sentito fin a quel momento!

<< Intrusi! >>

Le trombe cominciarono a squillare e tutte quelle bestie iniziarono a correrci incontro, fameliche. Afferrai Puck per la giacca e Quinn fece lo stesso. Fortuna che il mio dono era la velocità, così in pochi secondi tornammo nel cortile della Torre, senza aver rischiato nulla.

<< Ci è mancato davvero poco! >>

Quinn diede un colpo secco alla nuca di Puck e veloce si diresse al portone, stizzita.

<< Che ho fatto? >>

Chiese Puck e lo guardai ridendo. Lo presi per le spalle, seguendo a nostra volta la bionda.

Davvero, non aveva colpa.

 

->>*<<-

 

Gale non aveva risposto al messaggio.

O alla telefonata.

Diciamo alle due telefonate.

Avevo comunque deciso di andare a cena, sebbene non avessi fame, perchè magari l'avrei incontrato lì ma a quanto pare non era il mio giorno fortunato. Stavo giusto cominciando a preoccuparmi non vedendo nessuno di conosciuto arrivare, quando scorsi Santana, Rachel e Brittany avvicinarsi al mio tavolo con i vassoi carichi di cibo. Presero comodamente posto di fronte a me, non smettendo di ridere nemmeno per un attimo.

<< Vi siete fatte di qualcosa per caso? >>
<< No, è solo che.. Non puoi capire, è esilarante.. Non mi divertivo così da giorni! >>

Guardai Rachel rincuorata, stava finalmente tornando quella che era un tempo.

<< Raccontate >>

Santana si asciugò gli occhi con il dorso della mano, stava letteralmente piangendo dal ridere, e iniziò a parlare.

<< Ok, allora.. Io e Brit abbiamo portato Rachel dagli unicorni e.. Mpppppffh >>

Ricominciarono a ridere, tutte e tre come galline.

<< Oddio ma ti ricordi quando.. >>
<< No, non farmici pensare! >>

Ero allibita, ma quelle tre avevano la rista contagiosa per lo meno.

<< Ok, voglio davvero conoscere il vostro spacciatore. Il mio non è efficente quanto il vostro >>
<< Oddio, scusa Beth, scusa, è solo che è stato davvero mitico! Brittany si era piegata a raccogliere dell'erba da dare all'unicorno, ma questo era visibilmente eccitato! Ha cominciato a rincorrerla, anche nel cielo! Ti giuro, avresti dovuto vederli, è stato a dir poco fantastico! >>
<< Già, lei e Santana non la smettevano di ridere mentre io venivo fisicamente molestata da un unicorno >>

Brittany mise il broncio, non sentendosi capita.

<< Adesso mi toccherà fare la cacca arcobaleno >>

Questa volta scoppiai a ridere anch'io, non ero riuscita a trattenermi. Santana prese la bionda per le spalle e le lasciò un leggero bacio su una guancia, meritandosi così un sorriso da quest'ultima.

<< Ma.. Kurt? Sebastian? >>

Chiesi e la mora mi guardò di sottecchi, poi soi si toccò la punta del naso, con fare di chi la sa lunga.

<< Oh, so io cosa stanno facendo quei due >>

Neanche il tempo di metabolizzare ciò che Santana aveva appena detto, che i due ragazzi entrarono insieme dalla porta, sedendosi di fianco a me.

<< Ciao ragazze >>

Kurt aveva un sorriso che parlava da sè, con le labbra più scure e gonfie del solito.

<< Che fine avevate fatto? >>

Il ragazzo diventò tutto rosso e cominciò a pastrocciare con le sue stesse parole.

<< Beh, noi.. >>
<
< Ci stavamo dando dentro, e alla grande anche >>

Kurt si girò verso Sebastian, sconvolto, e lo fuminò con lo sguardo, facendo sentire il rosso completamente spaesato.

<< Che c'è? E' la verità! E poi lo sapevano anche prima che arrivassimo >>

Il ragazzo si picchiettò la testa con fare teatrale, strappando un sorriso ad Hummel.

<< Ricordi? >>

Cominciarono a ridere e Sebastian proseguì.

<< Sono tutte felici per noi, Brittany più di tutte.. >>

La bionda, non potendo più trattenersi, si alzò, correndo ad abbracciare i due, con non tanta grazia.

<< Che bello! I miei delfini! >>

Kurt si girò verso Sebastian con un evidente punto interrogativo sul volto.

<< Delfini? >>
<< Te lo spiego dopo >>

 

->>*<<-

 

La cena era di gran lunga il mio momento della giornata preferito, sempre uno spasso, anche se questa volta una parte del mio cervello era completamente rivolta a Gale. Dov'era sparito?

Dopo aver salutato tutti mi decisi a dirigermi verso casa del ragazzo in questione, spinta anche dalla bella notizia portata da Kurt e Sebastian. Attraversai parecchie vie prima di arrivare e lo trovai seduto sui gradini, intento a guardare la luna. Mi avvicinai piano, e mi sedetti accanto a lui.

<< Gale, che hai? >>

Come al solito non mi guardava.

<< Gale? >>
<< Dimmi che per te sono importante >>

Aggrottai le sopracciglia un momento.

<< Che domande mi fai? Certo che sei importate >>
<< Dillo! Ti prego, ne ho bisogno >>

Non capivo, cos'era successo, cosa avevo fatto per farlo dubitare?

<< Gale Johnson, sei il ragazzo più importante della mia vita >>

Il ragazzone fece un grosso sospiro e portò le mani a coprirsi il volto. Gli toccai leggermente una spalla.

<< Mi spieghi per favore? >>
<< Ti ho visto con quel tipo oggi e.. Penso di aver perso la testa >>
<< Tipo? Aspetta, parli di Julian? >>

Prese un altro, grosso sospiro. Mi sentì in dovere di dargli una spiegazione, anche se in realtà non ce n'era davvero bisogno: io e lui non stavamo insieme.

<< Gale, frequenta il corso di storia con me e ho scoperto ieri come si chiama per la prima volta >>

Finalmente il ragazzo alzò lo sguardo e potei rivedere così i suoi splendidi occhi azzurri.

<< E perchè ti ha dato una rosa? >>

Stavo seriamente cominciando a perdere la pazienza.

<< Gale, è solo un amico >>

Il ragazzo annuì piano, non del tutto convinto ovviamente, dopodichè si alzò.

<< Scusa Beth, sono davvero stanco adesso. Ci vediamo domani ok? >>

E richiuse la porta dietro di sè, lasciandomi lì fuori da sola.

 

->>*<<-

 

Un colpo.

Un altro.

Cavolo, le quattro di mattina, che diavolo c'era adesso?

Mi alzai dal letto riluttante e mi diressi alla porta.

<< Gale? Cosa.. Cosa fai qui? Ti rendi conto di che ore sono? >>

Mi stropicciai gli occhi confusa: era in maglietta e pantaloni del pigiama, con tutti i capelli arruffati e gli occhi stanchi.

<< Non riesco a dormire >>

Sospirai.

<< Entra >>

 

->>*<<-

 

<< Davvero Beth, mi dispiace per prima. Ho esagerato >>

Avevamo fatto fuori quattro pacchetti di patatine e un'intera confezione di bucaneve, il tutto accompagnato da un'enorme bottiglia di tè freddo alla pesca da due litri.

<< Si Gale, ho capito. Sono ore ormai che lo ripeti >>
<< E' solo che mi sento in colpa. Avevo promesso di non lasciarti sola un attimo e invece sono volato via l'intera serata per uno stupido attacco di gelosia >>
<< Allora ammetti che eri geloso! >>

Sfortunatamente per lui, si rese conto troppo tardi di ciò che aveva appena confessato.

<< No, questo mai! >>

In un attimo mi saltò addosso: cominciò a farmi il solletico da tutte le parti e io davvero non smisi un attimo di ridere e implorarlo di farla finita.

<< No, Gale, basta, basta! Ti prego smettila, soffoco! >>

Mi caricò di peso e ci abbandonammo entrambi sul letto, sfiniti. Dolcemente passò le dita leggere sulle mie lentiggini.

<< Io amo queste piccolette >>

Gli sorrisi imbarazzata. Facevo da sempre di tutto per coprirle.

<< Direi che è proprio ora di dormire >>

Disse infine. Guardai l'orologio: cinque e diciasette; si direi anch'io.

<< Si, concordo >>
<< Posso stare qui? Con te? Devo rimediare a queste ore in cui ti ho lasciato sola >>

Gli feci spazio tra le coperte, spensi la luce e affondai la faccia nel cuscino, troppo stanca per ribattere che forse non era una delle sue pensate migliori: se qualcuno ci avesse visto avrebbero anche potuto espellerci.

<< Se ci scoprono, dirò che è tutta colpa tua >>

 

->>*<<-

 

<< Ho preso la mia decisione >>

Hunter sembrava estremamente convinto, ma si vedeva che aveva paura, proprio come noi del resto. L'esercito di Aamon era veramente potente, famelico e inarrestabile.

<< Ebbene? >>

Mi guardava, studiando l'espressione del mio volto, comprendendo più cose lui sul mio conto che me stesso.

<< Combatteremo la magia con altra magia, semplice, ma estremamente efficace >>

Noi tre ci guardammo stupiti. Stava veramente pensando quello che credevo?

<< Vuol dire che.. Hai intenzione di.. >>
<< Precisamente >>

Dovevo chiederlo, perchè non aveva alcun senso nemmeno provarci.

<< Come puoi pensare che ti daranno retta? Predichi di uccidere esseri puri quanto loro! >>

Non capivo come facesse a rimanere così calmo in situazioni che a me facevano venir voglia di buttarmi da un balcone e farla semplicemente finita.

<< Ogni essere punta alla sopravvivenza della sua specie, mi ascolteranno >>

Quinn intervenne, sempre molto obbiettiva.

<< Si, ha senso. Potrebbe funzionare, solo.. Bisognerà essere estremamente convincenti >>

Hunter si avvicinò alla ragazza, alzandole il mento con la punta delle dita.

<< Oh, ma questo non è mai stato un problema per te, vero bambolina? >>

Quinn gli regalò un sorriso di pura malizia e l'unica cosa che ottenne fu che Puck le strinse la mano talmente forte da far echeggiare le sue urla di dolore per l'intero palazzo.

 

->>*<<-

 

Avevo deciso di controllare quel ragazzo.

Non so perchè, chiamatelo sesto senso se volete, ma proprio non riuscivo a inquadrarlo.

L'avevo visto entrare nell'ufficio della preside nel bel mezzo di una riunione in cui e io e Brittany non eravamo stati convocati. Presunzione? Un pò si, lo ammetto, ma facciamo parte del Consiglio Studentesco, perchè dovremmo essere messi allo scuro di qualcosa?

Non mi andava giù.

Da quando poi, stamattina, Kurt mi aveva raccontato che, guarda un pò, tutto d'un tratto regalava rose rosse alla ragazza dalle ali d'argento, ogni mio dubbio era svanito.

Andava sorvegliato assolutamente.

Era tutto il giorno ormai che lo seguivo e non avevo trovato nulla che mi potesse aiutare. Certo, ora sapevo cosa pensava esattamente di ogni ragazza della scuola, cose come "Guarda quella che sfigata, con quegli orribili denti da cavallo" o "Questa me la farei a occhi chiusi, ha delle gambe che farebbero invidia alla Dea madre in persona", ma oltre ad aver scoperto che aveva un grave problema ormonale, avevo sprecato il mio tempo. Avevo anche provato a vagare nei suoi ricordi, concentrandomi sul quel preciso pomeriggio, ma scoprì presto che della conversazione con la preside non avrei potuto capire niente: avevano parlato per tutto il tempo in una lingua che non conoscevo. Qualcosa sotto c'era di sicuro.

Durante una lezione di anatomia particolarmente noiosa però, si lasciò sfuggire qualcosa e io fui pronto ad ascoltare bene ogni suo pensiero: "Aamon sarà particolarmente soddisfatto dopo stasera, non c'è margine d'errore. Andrà tutto secondo i piani e nessuno potrà fermarlo. Sta diventando davvero forte e.. Oh cazzo! D- !? Ma com'è possibile? Quella stronza della.." Bene, era sufficente.

Stasera?

Aamon?

Non avrei lasciato soli quegli occhi azzurri nemmeno un attimo.

Sebastian Smythe non sbaglia mai.

 

->>*<<-

 

Era ormai tardi, avevo la pancia piena, voglia di dormire, bisogno di una doccia e mi stavo avviando lenta verso casa, ascoltando tutti i rumuri della notte che avevano come un effetto terapeutico sulla mia piccola testa bacata: ad alcuni piacciono le onde del mare, io mi rilasso con le cicale, con i gufi, con il frusciare del vento tra le foglie, con il pigolio degli uccelli.

A un tratto mi fermai, lasciandomi accarezzare da quella dolce brezza fresca ormai familiare.

Julian doveva essere nei paraggi.

Cominciai a cercarlo, percorrendo strade di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, e quasi non mi accorsi di essere entrata nel Bosco di Mezzo: ero troppo concentrata nel capire da dove provenisse quel venticello. Camminavo e camminavo, inoltrandomi nella foresta sempre più a fondo, finchè non cominciai a distinguere degli strani lamenti. Mi accuattai dietro un albero e ascoltai attentamente. Erano degli strani suoni, gutturali, non come se qualcuno stesse male o fosse ferito però.

Di nuovo quella brezza.

Cercai disperatamente con lo sguardo in ogni anfratto del bosco, in ogni albero.. Albero! Alzai gli occhi e vidi Julian chiaramente, a pochi alberi di distanza da dov'ero io, chino su un ramo. Le sue ali erano libere e una freccia rossa era ben incoccata nell'arco teso. Sembrava pronto a colpire. I lamenti intanto si avvicinavano sempre di più e l'ansia cominciò a farsi sentire forte e chiara.

Erano disgustosi.

Seguì lo sguardo di Juilian e la paura fiorì tutta in una volta.

Mi paralizzai.

Non respiravo più, non sbattevo le palpebre.

A pochi metri da me si ergeva un muro di non-morti.

Erano migliaia: sporchi, rozzi, selvaggi, deformati e affamati. Gli occhi gialli e arancioni risplendevano nella notte, i vestiti lacerati strisciavano sul terreno, la carne in decomposizione emanava un odore nauseante. Vidi il ragazzo girarsi nella mia direzione, con la freccia pronta per essere lasciata ancora sull'arco.

Ecco lo schiocco.

La freccia era partita e puntava dritta verso di me.

Chiusi gli occhi.

 

 

Buon inizio vacanze a tuttiiii!

 

Bene, visto che ieri ero bloccata tra farina, ouva, ketchup, yougurt e quant'altro per la fine della scuola e alla sera grande evento fino alle 4 di mattina con tanto di after, aggiorno oggi, perfettamente in tempo!

Ecco che si ricomincia con i guai............ lol. E le storie si intrecciano.

Come sempre un enorme grazie a tutti quelli che leggono e si intrattengono con questa storia (vi voglio bene) e fatemi sapere cosa ne pensate, se piace, cosa volete, ecc..

A presto e..

BENVENUTA ESTATEEEEE!

 
  
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