Bhe
ci ho provato a scrivere qualche altra cosuccia, ci sto lavorando da un po’,
non sono molto contenta del risultato, ma vorrei tanto sapere cosa ne pensate
:)
La
storia non è stata rivista da nessuno, se ci sono errori di qualsiasi tipo, non
esitate a farmelo sapere..
Ora,
vi lascio, buona lettura.
Quando Potter cominciò ad avvicinarsi lentamente nella
loro direzione, Pansy sentì una brutta sensazione nello stomaco. E se Draco si
era sbagliato? E se il salvatore del mondo magico non era pronto a darle un
nascondiglio sicuro e adesso la stava venendo a prendere? Cercò di raddrizzarsi
e di chiamare Draco, quando all’improvviso Potter si fermò accanto al letto di
quest’ultimo.
Confusa, Pansy guardò Potter mentre si sedeva sul bordo
del letto e si guardava in giro. Nella penombra non si sarebbe mai accorto di
lei, tuttavia la ragazza socchiuse gli occhi per non farsi notare. Non aveva
nessuna voglia di affrontare il ragazzo d’oro di Silente nel bel mezzo della
notte. Draco le aveva detto che Potter e i suoi compagni erano fuori per una
missione segreta, e Potter sembrava essere appena tornato. I suoi pantaloni
erano strappati in alcuni punti e Pansy riconosceva alcune macchie scure sul
suo maglione, tuttavia la ragazza non poteva confermare che si trattassero di
macchie di sangue.
Sentì un fruscio e aprì gli occhi guardando verso Draco e
Potter. Quest’ultimo si era tolto il maglione e stava per aprire i suoi
stivali, cosa che meravigliò Pansy ancora di più. Guardò di nuovo verso Draco
cercando di non tradirsi respirando troppo rumorosamente. Draco era disteso sul
lato, il viso rivolto verso di lei con gli occhi aperti. Dietro di lui, Potter
che nel frattempo era rimasto in boxer e camicia, cominciò ad allungarsi sul
letto stretto, e Pansy era sicurissima che questa volta l’avrebbero sentita
mentre boccheggiava rumorosamente per la sorpresa, tuttavia gli occhi di Draco
non cercarono lei, come aveva immaginato. Invece Draco si girò sulla schiena
non appena Potter gli mise un braccio intorno alla vita e lo guardò, mentre
Potter si alzò su un gomito.
“Ehi,” sussurrò dopo un momento. “Mi dispiace, non volevo
svegliarti.”
Draco non rispose. Pansy osservava affascinata come le
mani di Draco prima si posarono sul viso di Potter e poi come scomparvero nei
suoi capelli disordinati. Lo sguardo di Potter era fisso sul viso di Draco.
Guardò come le mani di Draco si fecero lentamente strada sul corpo di Potter dal
collo alle spalle, e poi la sua schiena, Pansy si morse le labbra, non voleva
per nessuna ragione che i due si accorgessero di lei proprio in quel momento.
Potter chiuse gli occhi, mentre le mani di Draco si fecero strada dalla vita al
petto di Potter, dove rimasero.
“Sto bene Draco, davvero.”, disse infine Potter calmo, e
Pansy si chiese che cosa significasse tutto questo. Probabilmente questa non
era la prima volta che le mani di Draco si spostavano sul corpo di Potter in
quel modo, e se Draco lo faceva sempre ogni volta che Potter tornava da una
missione e se – e il pensiero di questo la fece deglutire con forza – con
queste carezze voleva assicurarsi che Potter fosse sano e salvo?
“L’annuncio è arrivato più di due ore fa.”, disse Draco
senza prestare la minima attenzione a quello che Potter gli aveva detto poco
prima. Pansy sorrise. Ancora un Serpeverde.
Potter spostò con una mano una ciocca di capelli dalla
fronte di Draco. “Dovevo andare ancora da Silente.” La sua mano si appoggiò sul
viso di Draco e si avvicinò di qualche centimetro, i loro nasi si sfioravano e
sembrava che le loro labbra dovessero toccarsi da un momento all’altro, ma
nessuno dei due eliminava quei pochi millimetri che li separavano.
“Mi sei mancato.”, sussurrò Potter contro le labbra di
Draco.
“Certo che ti sono mancato.”, disse Draco, e per un
attimo Pansy riconobbe il Draco che conosceva prima. Solo che i suoi movimenti
e il modo in cui la sua mano si aggrappava alla camicia di Potter non si
adattavano al tono altezzoso che aveva. Per lo stupore di Pansy, Potter sbuffò
silenziosamente.
Poi Potter si chinò, e Pansy non era sicura a chi dei due
sfuggì un sospiro, quando la lingua di Potter si intrufolò nella bocca di
Draco. Per un po’ ci fu silenzio, a parte i rumori inconfondibili di due
persone che si baciano. Pansy era confusa, anzi meglio dire che era irritata.
Per le mutande di Merlino, che cosa stava succedendo lì? Chiuse gli occhi
mentre la sua mente andava a mille all’ora. Draco non aveva mai mostrato nessun
interesse per i ragazzi. Era andata con lui al Ballo del Ceppo, al quarto anno,
avevano ballato e si erano presi per mano, ma questo era tutto. Per quanto
avesse desiderato che lui la baciasse, non era accaduto. Erano solo molto amici,
fino al momento in cui era scoppiata la guerra, poi si erano persi di vista.
Non si erano rivisti fino a quando il tradimento di Draco
del lato oscuro non era diventato noto, e quindi iniziò a pensare che forse
sarebbe potuta sopravvivere alla guerra. Se prendevano Draco nei loro ranghi,
forse l’Ordine della Fenice avrebbe dato una possibilità anche a lei. Ma quando
l’uomo che aveva contattato l’aveva portata davanti ai rappresentanti
dell’Ordine subito le fu chiaro che non sarebbe stato affatto facile.
Pansy ripensò rabbrividendo a tutte le domande che aveva
dovuto rispondere. Perché volesse passare dalla parte dell’Ordine era stata la
più difficile. Infondo Pansy non aveva sviluppato un’improvvisa simpatia per i
nati Babbani. No, lei era ancora del parere che le tradizioni e i costumi delle
vecchie famiglie purosangue non fossero sufficientemente capiti e soprattutto
onorati. C’era così tanto che questi mezzi maghi stavano distruggendo con la
loro ignoranza, ma nonostante questo non voleva vedere morto nessuno di loro. E
i Babbani… beh, al dire il vero le erano completamente indifferenti, fino a
quando l’avrebbero lasciata in pace.
“Puzzi Potter. Di nuovo. Dovresti davvero prendere
l’abitudine di fare la doccia prima di presentarti da me.”, disse Draco
interrompendo il corso dei pensieri di Pansy sulla conversazione che aveva
avuto con l’Ordine. Quindi non era un caso singolo, quello di apparire sul
letto di Draco nel mezzo della notte.
“Mhmm”, mormorò Potter, seppellendo il viso nel collo di
Draco. Ciò che disse dopo era praticamente impossibile da capire, ma suonava
molto come: “Stanco… non ho voglia… domani.”
“E pensi che questo sia un motivo valido per appestare la
mia aria, l’aria che respiro?”, chiese Draco.
“La tua aria?”, rise Potter. Rise! Pansy non riusciva a
crederci. Da quando il Grifondoro non ruggiva più a ogni piccolezza che usciva
dalla bocca di Draco.
“La mia stanza, il mio letto, la mia aria.”, rispose
Draco con calma.
“Hmmm… cosa ne pensi della mia stanza, del mio letto
e della mia doccia?”, Se lo stava
solo immaginando o la voce di Potter era diventata più roca.
“Sei fine come un uomo di Neanderthal, Potter.”
“Se faccio altrimenti il messaggio non arriva alla tua
testa dura.”
“Come?”
“Ho detto: infondo non sei mica una ragazza,” Pansy
poteva sentire il suo sorrisetto divertito nell’aria. “O forse vuoi davvero
rose, poesie e regali prima che – hmph!” Il resto della frase fu soffocato da
un gemito,quando Draco tirò Potter verso di sé, chiudendo in modo molto più
efficace la sua bocca.
“Sul serio,” disse Potter, dopo essersi separato da Draco
guardandosi in torno. Pansy chiuse frettolosamente gli occhi. “Ce ne sono
altri, e – chi è quello laggiù?”
“Pansy.”
“Pansy… Parkinson?” Potter sembrava prudente, mentre
pronunciava il suo nome, e il cuore di Pansy perse un battito.
“Si, è un problema?”, chiese Draco, e Pansy si sarebbe
volentieri alzata per buttargli le braccia intorno al collo e stringerlo in un
lungo e sincero abbraccio, perché il suo era il tono di un uomo che non
ammetteva risposte negative. Non lo avrebbe certamente dimenticato, si
l’indomani lo avrebbe bombardato di domande, ma non avrebbe mai dimenticato il
gesto carino che aveva fatto.
“No, ma è un motivo in più per andare nella mia stanza.”
rispose Potter, poi fece una pausa e continuò a bassa voce. “Non ho nessuna
intenzione di soffocare i miei gemiti. E neanche tu. E un Silencio non è sufficiente.”
“Sei proprio un – oh dio Potter!”
Pansy aggiunse un misto fra l’affascinato e lo scioccato
alla lista delle sue emozioni attuali. Pensando a quello che quei due avevano
intenzione di fare a due passi dal suo letto, le procurava un leggero calore
sul collo che si andava man mano espandendo sul suo viso, forse era giunto il
momento di farsi notare.
“Hmmm è davvero molto carino da parte tua Draco, ma Harry
basta e avanza.”
“Argh, Troll! Volevo dire troll! E non posso credere che
tu abbia davvero usato questo stupido detto. Pensavo che fossi stanco?”
“Ero stanco.”
Pansy sentì Draco brontolare, e mentre stava ancora
pensando se doveva tossire rumorosamente o se doveva rivolgersi ai due
chiedendo spiegazioni, udì il rumore delle coperte che venivano spostate e di
un imprecazione soffocata che le fecero capire che Draco aveva accettato
l’offerta di Potter e che si stavano dirigendo verso la stanza di quest’ultimo.
Quindi i due erano – cosa? Stavano insieme? L’idea
suonava così strana. Draco si comportava stranamente. Tutta la situazione era
strana. Eppure. Quei due si comportavano così familiarmente quando erano vicini
che questa cosa non doveva essere niente di nuovo. Pansy aveva un milione di
domande, ma sapeva di dover aspettare fino al giorno successivo per avere le
sue risposte.
Quando la porta si chiuse dietro i due, Pansy si girò
dall’altra parte. Non sapeva perché Draco aveva cambiato fazione un paio di
mesi fa, perché non le aveva raccontato niente. Ma forse ora era in grado di
darsi delle risposte.
*
Quando Pansy si svegliò il mattino seguente, ci volle un
po’ di tempo prima che riuscisse ad orientarsi nella sua nuova stanza. Poi si
ricordò di come Draco, il giorno prima, l’avesse portata in questa specie di
rifugio segreto, dopo aver cenato in sala grande. Quando entrando nella stanza
scarsamente arredata, Pansy aveva arricciato il naso, Draco le aveva spiegato
che queste stanze che ospitavano una decina di letti, erano vecchie aule del
castello in disuso, e che di solito erano abitate per poco tempo da informatori
segreti e fuggiaschi, ma non aveva mai fatto parola del fatto che lui dormisse
su quei materassi da oltre cinque mesi.
Pansy chiuse gli occhi e ripensò con nostalgia al suo
letto a baldacchino nel dormitorio delle ragazze, con morbidi cuscini bianchi e
la sua calda coperta verde scuro. Quando chiese a Draco che cosa ne era ora dei
dormitori Serpeverde, il ragazzo le rispose che erano stati trasformati in
infermerie. Avevano spostato, per quanto era possibile, quasi tutto nei piani
inferiori del castello, da quando a causa dell’ultimo attacco le torri non
erano più abitabili e sicure, e perché lo scudo che proteggeva la scuola si
faceva man mano più piccolo e debole.
Pansy sospirò e riaprì gli occhi. Il suo sguardo si posò
sul letto vuoto di Draco e improvvisamente gli avvenimenti della scorsa notte
erano tornati con tutti i dettagli che riusciva a ricordare. Draco e Potter… Chi l’avrebbe mai detto?
Forse la sua immaginazione stava correndo troppo e stava
interpretando tutto quello che aveva visto in modo sbagliato. Forse tutto
questo era solo una distrazione per Draco? O per Potter? Forse era il loro modo
di ridurre lo stress. Forse Draco aveva sedotto Potter, con l’intenzione di
usare il suo legame con il ragazzo d’oro dopo la guerra? Infondo Draco era un
Serpeverde. E un Malfoy.
Glielo avrebbe chiesto. Ma prima doveva fare alcuni
preparativi.
*
Dopo una magra colazione in Sala Grande, Pansy andò a
cercare la vecchia aula di Pozioni, che, da quello che le aveva detto Draco,
adesso serviva da laboratorio. Senza fare caso ad alcuni sguardi torvi di
alcuni abitanti del castello, attraversò l’atrio e prese le scale che portavano
al seminterrato. Fino a quando l’Ordino non avrebbe preso una decisione su di
lei, aveva una limitata libertà di movimento nel palazzo, e il bracciale al suo
polso sinistro ne era la dimostrazione.
Quando finalmente raggiunse la sua vecchia aula, aprì la
porta senza bussare. Erano cambiate alcune cose, ormai erano spariti i banchi
per gli alunni e la cattedra per l’insegnante, c’erano invece tre grandi tavoli
sui quali c’era un gran disordine di calderoni e boccette, e caldaie e
cilindri. Alle pereti c’erano ancora gli scaffali pieni di ingredienti strani,
come ai tempi di Piton. Pansy si guardò intorno nella stanza, fino a quando il
suo sguardo non rimase fermo su un giovane che lavorava ad uno dei tavoli dando
le spalle alla porta.
Proprio quando voleva attirare la sua attenzione, lui le
fece capire che non gli era sfuggito chi stava immobile davanti alla porta.
“Dentro o fuori Pansy? Ma chiudi la porta.” disse senza voltarsi.
Lei sorrise e si chiuse la porta alle spalle.
“Dov’è la Granger?” chiese.
“Probabilmente impegnata con la Donnola.” rispose Draco
mescolando alcuni ingredienti in un calderone fumante.
Pansy lo osservò per alcuni secondi mentre tagliava altri
ingredienti, pensando come avrebbe dovuto iniziare con il suo piccolo
interrogatorio.
“Draco hai la minima idea di quello che stai facendo? Ti
uccideranno se scoprono che hai sedotto il loro ragazzo prodigio.” cercò di
provocarlo.
Draco si voltò verso di lei, il suo volto impassibile e
freddo. Bhe, questa era una cosa alla quale Pansy era abituata. Infondo aveva
passato tutti i suoi anni di scuola con i Serpeverde. Certamente non avrebbe
lasciato che Draco la prendesse in giro in quel modo.
“Non ho idea di cosa tu stia parlando”, disse Draco,
guardandola dritto negli occhi.
“Oh Draco”, rise. “ti piace davvero? Non me lo sarei mai
aspettato da te”
“E cosa Pansy, se posso chiedere, ti saresti aspettata da
me?”, chiese Draco.
“Sei un mago purosangue. E l’unico figlio maschio della
tua famiglia. Sai esattamente quello che mi aspettavo. Un matrimonio con una
bella strega bionda con un impeccabile albero genealogico di maghi purosangue e
con un altrettanto impeccabile conto alla Gringot. E poi naturalmente la continuazione della famiglia…”
“Non c’è niente che valga la pena di continuare Pansy.”
la interruppe Draco con un tono che non aveva nulla di piacevole. “Forse non
l’hai notato, ma sono stato ripudiato da mio padre per il tradimento a lui e
all’Oscuro Signore. In realtà non potrei più neanche chiamarmi Malfoy.”
“Quindi.. Potter?”
Draco scosse la testa e si voltò verso il calderone
ribollente. Per un po’ lo osservò mentre tagliava alcune erbette.
“Non hai risposto alla mia domanda”, disse alle sue
spalle, quando le fu chiaro che Draco non si sarebbe rigirato.
“Odio ripetermi Pansy, ma non ho la minima idea di cosa
tu stia parlando.” disse Draco senza degnarla di uno sguardo.
Pansy sorrise. Si,
il solito vecchio Darco. Fingi, finché dura. “Capisco.”, disse Pansy e si
fermò per un attimo per dare alle sue prossime parole più peso. “Non riuscivo a
dormire ieri notte, sai?”, disse con indifferenza guardando divertita le spalle
di Draco che si irrigidivano.
Draco aveva smesso di tagliare le erbe e Pansy aspettava
con ansia la sua risposta. Le era chiaro che lui aveva capito che l’altra notte
li aveva visti. La domanda ora era, come avrebbe reagito? Draco abbassò
lentamente il coltello sul tavolo e si voltò verso di lei. La guardò per
qualche minuto. Pansy alzò un sopracciglio quando la mano di Draco si diresse
verso la bacchetta che si trovava sul tavolo accanto al libro di pozioni.
“Io non lo farei Draco. Ho già estratto e rimosso il
ricordo.”, disse Pansy guardandolo con calma. Pensò alla bottiglia di vetro che
conteneva il ricordo sotto il suo materasso nella stanza. Le precauzioni che
aveva preso, prima di uscire dalla sua stanza, erano state un abile mossa.
Le labbra di Draco si contrassero leggermente.
“Serpeverde”
“Grazie, ma con i complimenti non andrai da nessuna
parte”, rispose con nonchalance. Per un po’ rimasero fermi a guardarsi. Alla
fine Pansy scosse la testa e sbuffò leggermente. “Non solo non hai risposto
alla mia domanda, ma non hai neanche negato che lui ti piaccia.”
Draco, Pansy doveva ammetterlo, non si ritrasse e non
diede nessun segno di sconfitta. Molti credevano che l’ingegno e l’orgoglio
fossero i tratti principali di ogni Serpeverde, ma in realtà ad ognuno di loro
veniva attribuito anche una buona dose di testardaggine e ostinazione. E la
testardaggine di Draco era talmente visibile mentre guardava Pansy con quello
sguardo che negli anni passati aveva fatto tremare i primini di tutte le case.
“Io non ti devo niente”, disse Draco infine, dopo che
erano stati in silenzio per alcuni minuti, e Pansy sorrise, perché questa
risposta era praticamente una confessione. E lo sapeva anche Draco. Un po’
della loro tensione si allentò e gli si avvicinò, arrivata davanti a lui gli
posò una mano sul braccio.
“Promettimi che farai attenzione Draco.”
Lui la guardò sorpreso. “Non è… Non è niente.” Si strinse
leggermente nelle spalle e guardò altrove. Pansy non ricordava quand’era stata
l’ultima volta che Draco era rimasto senza parole o se mai aveva allontanato lo
sguardo durante una conversazione.
“Niente… di serio? Penso che tu stia fingendo di crederci.
Vorrei che fosse davvero così.”, disse. Oh Draco, non lo rendi proprio facile.
Lui la guardò, e Pansy si rese conto di non averlo mai visto così insicuro.
“È un Grifondoro.”, Draco alzò un sopracciglio beffardo.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Pansy continuò. “So quello che vuoi
dire. Ma in qualche modo il cappello parlante aveva ragione su di noi. Siamo
intelligenti e astuti, siamo consapevoli del nostro bene. Non ci fidiamo
facilmente, non ci fidiamo neanche dei nostri amici, quando dovremmo farlo
incondizionatamente. E non doniamo il nostro cuore senza cautela. Draco – “,
afferrò il suo braccio con forza, quando lui voleva allontanare il suo sguardo.
“Noi non siamo come loro. Loro non pensano prima di agire. Corrono nei
pericoli. Loro –“
“Queste non sono
novità.”, la interruppe Draco, ma Pansy continuò il suo discorso.
“Loro sono coraggiosi e altruisti, e molto probabilmente
ognuno di loro si sacrificherebbe per questa guerra.”, sorrise quando Draco
alzò gli occhi e sbuffò.
“È facile frasi trasportare da loro. E Potter
non è solo un Grifondoro, lui è IL Grifondoro”
“Pansy, non è…” si spense.
La sua incapacità di finire la frase, la fece sorridere
debolmente . “Niente, eh? Allora dimmi una cosa Draco. Che cosa farai quando
lui non ritornerà più da una missione?”
Questo portò Draco ad alzare la testa di scatto e a
fissarla. “Lui è il prescelto,vero?”, chiese Pansy a bassa voce. E d’un tratto,
per un momento, Draco sembrò così perso che Pansy gli si avvicinò di un altro
passo, spostando la mano dal braccio alla sua guancia. Quando Draco chiuse gli
occhi, Pansy riuscì quasi a sentire il dolore che aveva visto un attimo prima
negli occhi di Draco. Si morse il labbro. Oh
Draco, perché deve essere proprio Harry Potter?
Qualcuno che si schiarì la voce alla porta, strappò Pansy
dalle sue considerazioni. Gli occhi di Draco si spalancarono leggermente. Prima
che lei potesse reagire in alcun modo, Draco fece un passo indietro e sulle sue
guance si creò una sfumatura di rosso. Pansy lo fisso. Non aveva mai visto
Draco arrossire. Draco non era mia diventato rosso, non importava quanto lei lo
infastidisse. Tranne che per rabbia, e quando accadeva era sempre colpa di
Potter. Pansy si voltò incuriosita.
Nel vano della porta non c’era altri che Potter, che li
guardava con una studiata espressione impassibile. Certo. Chi altri? Alcune cose non cambiano a quanto pare.
“Disturbo?”, chiese Potter un po’ troppo gentilmente.
Pansy sorrise.
“No, per niente. Siamo solo due amici che parlano un po’,
non è vero Draco? Infondo ci conosciamo
da sempre. Ed è sempre bello ritrovarsi e confessarsi i segreti.”
“Pansy.”, la ammonì Draco.
“Sono appena stato da Silente. Vorrebbe parlarti.”, disse
Potter.
Pansy annuì. Guardò ancora una volta Draco prima di
dirigersi verso la porta, dove si trovava ancora Potter, appoggiato allo
stipite, che la osservava. Si fermò davanti a lui e cercò il suo sguardo.
“Spezzagli il cuore, e ti spezzo tutte le ossa.”, gli
sibilò a voce bassa, in modo che Draco non riuscisse a sentirla. Le sopracciglia
di Potter scomparvero sotto i capelli che gli ricadevano sulla fronte, il suo
sguardo si rivolse per un attimo a Draco e tornò indietro su di lei. Poi annuì.
“Pansy.”, sentì dire da Draco dietro di lei. Non sembrava
proprio felice.
Si voltò un’ultima volta verso di lui. “Oh, a proposito,
Draco? Prima che mi dimentichi – Sarebbe molto bello se stanotte andassi
direttamente da Potter, per fare la… doccia. Infondo, ogni ragazza ha bisogno
del proprio sonnellino di bellezza.
Prima di rigirarsi e di passare attraverso la porta,
lasciandosi Harry Potter dietro le spalle, riuscì a scorgere sulle guance di
Draco un lieve rossore. Ha!
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Fatemi sapere cosa ne pensate…