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Autore: angelikfire    25/12/2007    6 recensioni
A Natale sono tutti più buoni... Oppure no? House alle prese con un insolito (per lui) dovere natalizio. Come se la caverà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da tanto che non posto qualcosina nella sezione del dottor House... Così, eccomi qui con questa shottina natalizia :-). Mi è venuta in mente riguardando il quinto episodio della prima stagione (Damned If You Do, se non erro). Chiedo scusa già da subito se ho trattato temi già toccati da altre fan fic; se così fosse, non è stata assolutamente una cosa intenzionale.

Ringrazio già da ora chi avrà la bontà di leggere (e magari di recensire) questa fan fiction ^^! E, ovviamente, auguro a tutti voi un Buon Natale e un felice 2008!!!

Disclaimer: i personaggi di questa storia non sono miei, ma appartengono agli aventi diritto. Mi prendo la libertà di utilizzarli senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

Santa Cl... House wishes you a Merry Christmas

 

 

"Non credere di passarla liscia anche quest'anno, House"

"Ohibò... Cosa c'è questa volta? Le palline di Natale non bastano per decorare tutti gli alberi giù in Oncologia? Immagino che manderai me a fare incetta di stelle, stelline e lucette al centro commerciale qui vicino"

Un uomo alto, dalla barba trascurata e munito di bastone stava in piedi, con un atteggiamento di incredibile ironia, davanti al suo capo, la dottoressa Cuddy. La donna, anche lei in piedi, non ribattè subito alla battutina del collega, ma si prese qualche secondo riordinando qualche documento sopra la sua scrivania.

"No, House" disse infine, alzando brevemente lo sguardo. "Nulla di tutto ciò"

"Oddio!" gemette teatralmente l'uomo. "Te l'ho già detto: non ho intenzione di donarti nemmeno una goccia del mio sperma, ok?"

La Cuddy lo fulminò con lo sguardo.

"Senti, vediamo di tagliare corto" disse House, martellando una gamba del tavolo col suo bastone. "Io, a differenza di te, sono un dottore attivo... Ho delle vite da salvare. Non ho tutto questo tempo da perdere. Vieni al dunque"

"Bene" asserì la Cuddy. "La faccenda è molto semplice: devi rispettare, almeno quest'anno, un certo dovere... natalizio"

"L'avevo detto io che mancano le lucette!" esclamò trionfante il diagnosta.

"Oh, no..." cominciò la Cuddy. "Devi solamente..."

E qui si prese una lunga pausa. Sapeva benissimo che House odiava rimanere all'oscuro; e difatti l'uomo aveva smesso si trastullare il bastone, ma la fissava concentrato.

"Bè?" esclamò alla fine, tradendo con l'impazienza la sua curiosità.

"... travestirti da Babbo Natale per i bambini dell'ospedale!" concluse la Cuddy, godendo nel vedere la faccia scandalizzata di House.

Era quasi troppo orripilato per ribattere. "Cosa?! Che novità è mai questa?"

"Vedi, ogni anno, a turno, uno dei primari dell'ospedale ha l'incarico di travestirsi da Babbo Natale per i nostri piccoli pazienti" spiegò la Cuddy. "Per esempio, l'anno scorso lo ha fatto Wilson..."

"Davvero?" chiese House, leggermente divertito. "Non me lo aveva detto"

"Non lo biasimo di certo per questo" replicò la dottoressa, perentoria. "Comunque... Tre anni fa, che era il tuo turno, lo ha fatto Foreman, sapendo che tu non lo avresti fatto per nulla al mondo. Quest'anno era il turno di Johnson, di Chirurgia, ma ha avuto un problema. Così, sembra proprio che tu ti sia gentilmente offerto per sostituirlo"

"Non vedo perchè rompere la tradizione del Babbo nero, quest'anno" replicò House, pungente.

"Ti dico solo una parola, House: Tritter" disse la Cuddy, sottolineando abilmente l'ultima parola.

"Questo è un colpo basso, Cuddy" esclamò House, puntandole contro il bastone. "E comunque, la mia risposta è: NO!"

L'ultima parola, quasi urlata, risuonò per l'elegante ufficio della dottoressa. Quest'ultima non si scompose di un millimetro.

"Piuttosto rimango una settimana senza Vicodin!" le propose House, in fretta.

"Sì, certo, resisteresti sicuramente" disse la Cuddy sardonicamente. "House, per metà di quei bambini questo potrebbe essere l'ultimo Natale che festeggiano!"

"Compilerò tutte le mie cartelle!" incalzò House, cercando di tirarsi fuori da quell'impiccio.

"No. E comunque, avevo immaginato che avrei trovato qualche resistenza da parte tua" ribattè la donna, flemmaticamente. "Per questo ti offro un mese senza ambulatorio"

"Almeno sei!" esclamò House con forza.

"Due"

"Quattro!"

"Tre. E' la mia ultima offerta. Allora, affare fatto?" chiese la Cuddy, allungando la mano verso l'uomo.

"E buoni mensa gratis a tempo indeterminato!" aggiunse il dottore, ignorando la mano tesa della donna.

"Come se non sapessi che il pranzo te lo fai offrire da Wilson!" sibilò la Cuddy freddamente.

"Il parcheggio più vicino all'entrata dell'ospedale!"

"E va bene" accettò la Cuddy a denti stretti, dopo qualche secondo di riflessione. "Accetti, allora?"

House alzò la mano, ma non strinse subito quella della donna. Sapeva benissimo che si sarebbe pentito di quello che stava per fare ma, d'altro canto, la prospettiva di vedere per i prossimi tre mesi Chase, Cameron e Foreman sgobbare davanti a nasi gocciolanti al posto suo era davvero accattivante.

"Va bene" sillabò pesantemente, maledicendosi da solo, e stritolando per ripicca la mano della Cuddy.

"Bene". La Cuddy sembrava notevolmente soddisfatta.

"Oddio, Wilson e Cameron saranno rivoltanti!" esclamò House, coprendosi le mani con la faccia.

"Oh, mi stavo dimenticando" disse la Cuddy, alzando la voce per coprire le imprecazioni del diagnosta. "Foreman e Chase saranno i tuoi supervisori"

"Supervisori? Hai intenzione di camuffarli da elfi?" replicò House, sarcastico.

"In effetti, era proprio quello a cui avevo pensato" disse la Cuddy affabilmente, prendendo un sacchetto rigonfio e sganciandolo tra le mani di House. "Muoviti, cominci subito..."

"Cuddy?"

"Sì...?"

"Fottiti"

 

* * *

 

"Mi-sento-un-idiota" biascicò House, completamente sconvolto, guardandosi: era intrappolato in una specie di pigiamone rigorosamente rosso, completo di scarponi, barba bianca zuccherosa e cappello a tono. "E' orribile..."

"Sì, decisamente!" concordò Chase, che aveva passato l'ultimo quarto d'ora a ridere del suo capo (nonostante le pesanti minacce di castrazione da parte di House).

"Ha parlato Mister Eleganza!" ribattè House, il più acidamente possibile, alludendo al costume verde di Chase. "Sembri la versione taroccata di Shrek!"

"Bene, House" esordì Foreman, bloccando Chase, già pronto a ribattere. "La Cuddy mi informa che le uniche frasi che puoi usare sono: buon Natale! e Cosa vuoi per Natale, bel bambino?. Quindi niente parolacce, imprecazioni e allusioni a sfondo sessuale"

"Sei molto elegante, Foreman, con quelle scarpette a punta con i campanellini!" disse House, facendo cadere al neurologo col bastone il capellino da clown di Foreman. "Sembri il fratello effeminato di Peter Pan"

"Ah ah ah" replicò Foreman apaticamente, mentre House estraeva il suo Vicodin e ne ingoiava tre pasticche. "I bambini arriveranno tra qualche minuto, è meglio se ti prepari" lo informò.

"Ai suoi ordini, Rudolph" ribattè House, sedendosi pesantemente su un tronetto addobbato per l'occasione.

"Rudolph era la renna, non l'elfo" osservò Chase, sistemandosi il costume.

"Zitto, tu!" abbaiò House. "Se non vuoi dire addio ai gioielli di famiglia"

In quel momento, una ventina di bambini entrarono nella saletta adibita a "casa di Babbo Natale". Alcuni di loro sembravano piuttosto in forma: evidentemente erano ricoverati in ospedale per qualche sciocchezza. Altri, al contrario, sembravano più morti che vivi: venivano sicuramente da Oncologia.

"Allora, cominciamo, bambini?" chiese Foreman ai piccoli pazienti, che gioirono. House, invece, si morse la lingua per non scamapanare qualche imprecazione colorita. "Susie Smith!" chiamò il neurologo, mentre una bambinetta bionda veniva accompagnata davanti a "Babbo Natale" da un'infermiera. Chase la prese e la fece sedere sulle ginocchia di House, meritandosi così un'occhiataccia da parte del nefrologo.

"Ehm... Susanne..." cominciò House.

"Susie" lo corresse Foreman a bassa voce.

"Susie" riprese House, trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo. "Allora, cosa vuoi che ti porti Babbo Natale quest'anno?"

"Allora..." cominciò la bambinetta, estasiata. "Vorrei il puzzle di Winnie The Pooh... e la Barbie principessa della foresta... e..."

La piccolina continuò per diversi minuti a sciorinare i nomi di chissà quanti regali. House distolse automaticamente l'attenzione dalla marmocchia e esaminò con lo sguardo la stanza. Con suo sommo orrore, notò Wilson e Cameron in fondo alla stanza. L'oncologo si era munito di fotocamera digitale e filmava il tutto attentamente; dallo sguardo era palese che non riusciva a credere ai propri occhi. Cameron, invece, era sull'orlo delle lacrime, e sembrava in adorazione del suo capo.

"Questo lo mando su Youtube!" sillabò Wilson in direzione di House, quando si accorse che l'amico stava guardando dalla sua parte.

House gli scoccò un'occhiata omicida non potendo, in quella situazione, esprimere a parole quanto odiasse Wilson in quel momento.

"... e la bacchetta magica di Harry Potter" concluse la bambina, mentre House tornava a prestarle attenzione. "Allora, me li porti, Babbo Natale?"

"Sicuro. Hai preso nota, Elfa Zuccona?" chiese House a Chase, mentre la bambina ridacchiava.

"Certo" borbottò Chase. Probabilmente solo House si accorse del leggerissimo tono sarcastico di cui era decorata la risposta dell'intensivista.

"Bene. Intanto prendi questo" disse House a Susie, offrendole un pacchettino passatogli da Foreman che conteneva un regalino standard dell'ospedale.

"Grazie, Babbo Natale!" esclamò la bimba, schioccando un bacio sulla guancia di House e scendendo giù dalle sue ginocchia.

House si sentì sprofondare, dopo aver visto le espressioni estasiate di Cameron e Wilson. Questo momento Wilson me lo rinfaccerà a vita si ritrovò a pensare House.

"Stai andando benone" gli mormorò Foreman, mentre Chase chiamava il prossimo bambino. "Mark Thompson!"

Un ragazzino si fece avanti; aveva un'espressione spavalda, che non piacque per nulla ad House. Si sedette pesantemente sulle ginocchia di House, forzando soprattutto sulla gamba destra, quella storpia. Anche se non poteva saperlo, sembrava compiaciuto del fatto che aveva provocato un crampo alla coscia ad House. Quest'ultimo però, per ripicca, non esalò nessun gemito.

"Allora, tu cosa vuoi per Natale?" chiese House, dopo un colpetto di richiamo da parte di Foreman.

"Non sei troppo magro per essere Babbo Natale?" chiese il ragazzino, accigliato.

"Mi sono messo a dieta. A proposito, perchè sei qui? Non mi sembri malato"

"Infatti mi dimettono stasera. Rimozione delle tonsille" annunciò il bambino allegramente, confermando le ipotesi di House.

"Sei fortunato, eh? Allora, cosa vuoi per Natale?" ripeté House, mentre sentiva che la sua poca pazienza stava andando a farsi benedire.

"Vederti senza barba!" esclamò il ragazzino, ancora più allegro. Allungò una mano e afferrò la barba finta di House, strattonandola. Fortunatamente, la barba non si staccò. Evidentemente la Cuddy aveva speso una cifra per quel costume.

"Brutto figlio di...!" esalò House, meritandosi un pestone sul piede da Foreman. "... tua mamma" concluse il diagnosta, sibilando. "Allora, Bart Simpson, cosa vuoi?"

Dopo alcune richieste piuttosto esagerate, il ragazzino se ne andò (per il sollievo di House). Continuarono così per un'altra mezz'ora; dopo aver tenuto così tanti bambini sulle ginocchia, House aveva un estremo bisogno di una dose quadrupla di Vicodin.

"Simon Brown!" Foreman chiamò l'ennesimo bambino.

Un'infermiera si fece avanti accompagnando un bambino evidentemente malato, troppo gracile per la sua età. Lo posò delicatamente sulle ginocchia di House; pesava veramente pochissimo. House lo osservò: aveva una bandana a colori accesi, sulla testa, per nascondere l'assenza di capelli. Era anche molto pallido. House, da bravo medico, pensò (a ragione) che il bambino fosse ricoverato in Oncoematologia Pediatrica, e aveva all'incirca due mesi di vita. Forse due e mezzo, se era fortunato.

"Allora, cosa vuoi per Natale?"

Il bambino lo guardò intensamente. "Babbo Natale, per favore, mi guarisci?" lo implorò.

House entrò nel panico più profondo. Cosa avrebbe dovuto rispondergli?

Sì, certo: la palla più grossa di tutte. Sapeva benissimo (e lo sapevano anche tutti gli altri dottori) che per quel bambino non c'erano più speranze. Non sarebbero riusciti a fermare la sua leucemia; non a quello stadio, comunque. E a cosa sarebbe servito dare a quel bambino delle speranze in più? A morire nella delusione più profonda, forse?

No, mi dispiace: risposta perfetta se voleva far scoppiare a piangere quel bambino proprio sulle sue ginocchia. E se voleva meritarsi una strigliata dalla Cuddy, da Wilson, da Foreman, da Chase e da Cameron. Sarebbe servito a qualcosa far soffrire ancora di più quel piccolo sfortunato?

"Io... farò il possibile" mormorò House, cercando un qualche compromesso fra le due risposte. Il bambino si rattristò: evidentemente non era quella la risposta che aspettava. "Te lo prometto, ok?" aggiunse House, dando un colpetto affettuoso sulla spalla del bambino.

Il piccolo annuì, più sereno. "Ok. Grazie, Babbo Natale" disse, abbracciando House, che raramente si era sentito così a disagio in tutta la sua vita.

"Tieni" disse House, mentre il bambino scioglieva l'abbraccio. Afferrò il pacchetto più grande che trovò e lo porse al bambino.

"Buon Natale, Babbo Natale!"

House lo guardò, sentendo uno strano groppo in gola. "Sì, Buon Natale"

 

* * *

 

"Mai più, ok?!" esclamò House, rivolto alla Cuddy.

Questa era impegnata a riporre alcuni documenti nella sua ventiquattrore; House invece era già pronto per tornarsene a casa, con il giubbotto di pelle e il casco sottobraccio.

"Sì, credo che una volta basti" asserì la Cuddy, chiudendo la valigetta e afferrando la sua giacca. "A proposito: grazie"

House sbuffò vistosamente, in risposta. "Spero almeno che manterrai le tue promesse sull'ambulatorio e il parcheggio!"

"Certo. Sono una persona di parola, io"

"Farò finta di ignorare la tua sordida allusione" annunciò il diagnosta, sprezzante.

"Tanto lo fai sempre!" ribattè la Cuddy, uscendo dall'ufficio, seguita da House. "A proposito, credi di aver imparato qualcosa di nuovo, da questa... esperienza?"

"Sì" rispose House, facendo voltare la Cuddy per la sorpresa. "Quel costume bianco e rosso non ha messo in risalto i miei occhi azzurri"

La Cuddy riprese a camminare, scuotendo la testa esasperata. "Non cambierai mai, House"

"Già. Proprio così"

 

The end

 

 

Ringrazio nuovamente tutti coloro che sono giunti alla fine di questa piccola fic. Spero vi sia piaciuta e di aver mantenuto i personaggi IC (soprattutto House)! Un ringraziamento speciale a luna, XXXBEAXXX, SHY, Nef e a crazycotton per aver recensito la mia fan fic precedente su dr House, My Immortal.

 

Un salutone a tutti

Angelikfire

 

  
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