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Autore: Nausicaa212    25/12/2007    2 recensioni
Due vecchi amici si rincontrano il giorno di Natale dopo lunghi anni e...
Perchè la magia dello stesso a volte è visibile anche ad una come me. Enjoy it ^^
[La canzone usata è Canto di Natale dei Modena City Ramblers.]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Signora dei vicoli scuri dal vecchio cappotto sciupato

Asciugati gli occhi e sorridi c'è un altro Natale alle porte

Non senti le grida e le voci e qualcosa di strano nell'aria

Anche i muri ingrigiti dei vicoli splendono sotto la luna

Nice si scrollò la neve di dosso e rabbrividì; faceva un freddo boia la sera della vigilia di Natale, e tutti erano in casa con i familiari a festeggiare abbuffandosi.

Tutti meno lei, ovviamente.

Lei non aveva una famiglia con cui festeggiare da troppi anni ormai.

E la sua catapecchia cadeva a pezzi. D’inverno non ci si poteva dormire per l’acqua che cadeva dentro e d’estate era un forno.

Così il suo tempo Nice lo passava in strada. Preferibilmente tra i vicoli, dove non la vedevano.

Nice un tempo era tata una graziosa ragazzetta, ma il tempo e l’indigenza l’avevano trasformata in una trentenne bisbetica, con i capelli lunghi, un tempo nerissimi, che cominciavano ad ingrigirsi.

Mise le mani dentro le tasche del suo enorme, vecchio cappotto e iniziò a camminare senza meta, con gli stivali che si trascinavano nella neve. Dalle case usciva i profumo di abbacchio e cotechino da leccarsi i baffi, e gli strilli acuti dei bambini che giocavano come un tempo faceva anche lei.

Una lacrima solitaria le uscì dall’occhio sinistro, e stava per seguirne un’altra, ma una mano calda le si posò sul viso e le fece alzare la testa di scatto per la sorpresa.

- Nice! -

- Gabri!-

L’uomo che la fissava, anche lui sulla trentina, aveva un sorriso che gli andava da orecchio ad orecchio, e rischiava di uscire dal viso da quanto era largo.

Gabriele era tornato.

Ti ricordi c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo

E la sera ci facemmo un bicchiere di scura ed un giro di walzer

Con tanti saluti ad un altro Natale

Nice si strinse forte a quel vagabondo del suo vecchio amico, che riappariva sempre nei momenti più opportuni. Lo tenne stretto a sé finché non le riuscì difficile respirare, poi gli scoccò un bacio sulla guancia.

Il caro, vecchio Gabri, con i suoi occhi verdi e il suo odore di esotico. Con il sorriso sempre a trentadue (anche sessantaquattro) denti e la bottiglia di birra nello zaino per ogni evenienza.

Quel ragazzo la rendeva felice. Era felice ogni volta che lo vedeva.

- Allora Nice, come te la spassi?-

- Secondo te?-

- Ancora alle prese con quel vecchio alcolizzato di tuo padre?-

- Se.-

- Perché non lo lasci perdere?-

Certo, era molto irresponsabile, ma era pur sempre il suo migliore amico. Era quel coglione che aveva conosciuto dodici anni prima, proprio a Natale. Quello con cui si era messa a ballare presa dalla frenesia e dalla leggera sbronza che le era presa. Quello che poi l’aveva invitata a passare la notte con lui, perché al tempo era davvero una ragazza desiderabile. Quello che l’aveva trascinata in un folle viaggio in autostop. Quello che le aveva insegnato la vita, lontano dal padre, ubriaco ventiquattro ore al giorno, e dalla madre, troppo debole per opporsi. Quello che l’aveva salvata da una vita come lavandaia.

Signora dei vicoli scuri abbracciami forte stasera

Anche i gatti festeggiano a volte e cantano sotto le stelle

Dimentica il freddo le lacrime e le scarpe coperte di fango

E il destino di un vecchio ubriacone cullato dal canto del vento

- Tesoro, hai freddo?-

- No… beh, non tanto.-

- Sei troppo orgogliosa per ammetterlo, Nice?-

La donna non ribattè e si lasciò mettere il braccio intorno alle spalle, stringendosi di nuovo contro il corpo di Gabriele. Avevano preso a camminare di nuovo, e lei si lasciava condurre senza dire una parola, e senza chiedere niente sulla destinazione. Tanto non avrebbe proprio aperto bocca. Non l’aveva mai fatto, preferendo sempre lasciarle il gusto della sorpresa in bocca. E finora c’era sempre riuscito egregiamente, bisognava dire.

Nice alzò gli occhi verso il cielo terso. I lampioni in quel pezzo di strada non funzionavano, e si potevano vedere le stelle, e la luna piena che illuminava tutto rendendolo quasi magico. Persino il suo cappotto sembrava degno di Prada, sotto la luce della luna, e persino il vecchio cemento sporco delle case e dei muri.

Due gatti si facevano la corte, rotolandosi in mezzo la neve fangosa e la donna sorrise. Era un sorriso vero, di quelli che non faceva da tempo, presa dall’accudire suo padre e dal freddo e dalla fanghiglia ghiacciata che le stava ricoprendo i piedi.

Però quando era con lui riusciva a non pensarci.

All’improvviso le venne voglia di riprendere in mano il violino.

Ti ricordi c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo

E stasera ci faremo un bicchiere di scura ed un giro di walzer

Con tanti saluti ad un altro Natale.

Gabriele si fermò all’improvviso davanti una locanda dall’aria anonima, che fece sorridere Nice; era la locanda dove avevano ballato dodici anni prima, ancora in piedi ed ancora aperta la vigilia di Natale, ed ancora con gli avventori dentro.

Le aprì cavallerescamente la porta e la fece sedere al tavolo, mentre nella sua testa turbinavano un sacco di ricordi. Dopotutto, rifletté mentre appendeva il suo cappotto all’attaccapanni, non era passato poi tanto tempo da quando si tirava dietro tutta la fauna maschile (ed anche qualche esemplare femminile) che voleva. E non era passato poi molto tempo da quando riusciva a ballare ogni tipo di cosa senza sforzo, con i piedi infilati dentro le scarpette per le quali aveva risparmiato quattro mesi, e col vestito che le aveva cucito la madre. Non era passato poi tanto tempo da quando aveva infilato la monetina nel juke box mettendo Ennio Morricone.

Guardò Gabriele arrivare con due boccali di scura.

No, decisamente era come fosse ieri.

Signora dei vicoli scuri non mollare la lotta

Verranno momenti migliori il tempo è una ruota che gira

Vedremo le rive del mare in un giorno assolato d'estate

Scoleremo cinquanta bottiglie al riparo di un cielo lontano

Sorrise di nuovo prendendo il suo boccale, e bevve un lungo sorso assaporandola fino in fondo; Gabriele fece lo stesso guardandola negli occhi, poi alzò il suo boccale.

- A noi due.-

- A noi due.-

La regola, dopo il brindisi, è che si beva tutto d’un fiato. Anche se dopo gira la testa e fa male la pancia. Come in quel caso, d’altronde.

Ma non c’era tempo per preoccuparsene.

- Gabri…-

- Sì?-

- Cosa farai adesso? Dopo Natale?-

- Parto. Vado in Egitto e poi in Irlanda. Come mai?-

- Posso… posso venire con te?-

- Cosa?-

- Non fare il coglione. Hai sentito.-

- Sì. E non credo alle mie orecchie.-

- …-

Nice cominciò a giocherellare con un vecchio portachiavi che aveva in tasca. Aspettava una sua risposta che non tardò ad arrivare.

- Però devi riprendere a suonare il violino.-

- Era quello che avevo intenzione di fare, sai?-

- Perfetto. Aggiudicato.-

Ti ricordi c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo

E stasera ce ne andremo a ballare per strade e a brindare un saluto

E un cordiale fanculo ad un altro Natale

Lei sorrise e lo prese per mano, mentre il Libertango di Piazzolla iniziava a diffondersi nella locanda. Però non aveva voglia di restare chiusa in un locale, e ballando lo trascinò in strada, diretta verso casa sua a prendere il violino per ricominciare, finalmente, a prendere in mano la sua vita.

E chiunque si fosse affacciato alla finestra avrebbe visto quelle due strane figure che si muovevano a tempo, giù in strada, e magari ne avrebbe riso, perché si ride sempre quando si vedono sentimenti sinceri in azione.

Ebbene, eccomi qui di nuovo, con una one-shot sul Natale. So che parlare di protagonisti adulti magari non mi è consono, ma mi piaceva l’idea di un incontro tra due vecchi amici, sulle note di questa canzone. E, a proposito, i diritti sono dei Modena City, perciò la Siae può fare a meno di denunciarmi.

Hasta luego ^^

Nausicaa212

  
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