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Autore: DrarryStylinson    09/06/2013    1 recensioni
La paura dei manager e del giudizio, portano Zayn ad allontanare colui di cui è innamorato.
Parole: 974
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE INTRODUTTIVE: Questa è una song-fic, basata su Back To December All The Time di Taylor Swift, una canzone che nemmeno conoscevo, difatti la storia non è stata pensata da me ma da juliet327. Lei ha idelaizzato la parte in corsivo, chiedendomi di betarla (è la prima storia che beto e non so nemmeno se ne sono in grado, quindi se vedete strafalcioni, correggetemeli!) e di aggiungere dettagli, poi mi ha chiesto di aggiungere una parte iniziale. Quindi, anche se la pubblico io (abbiamo discusso venti minuti su Facebook su chi dovesse postarla), l'idea è stata sua. beh, buona lettura!






Quando ero piccolo mi chiedevano “Zayn, cosa vuoi fare da grande?”.
Avevo sempre avuto la risposta pronta, sin dalla pre adolescenza sapevo che avrei voluto diventare un cantante.
Era uno di quei sogni irrealizzabili, ma nonostante tutto continuavo a sperare che diventasse realtà.
Volevo avere la conferma di avere una bella voce, forse fu per quello che mi presentai a X-Factor.
Fu un duro colpo quando scoprii che non ero passato, tutta quella strada, tutta quella fatica, tutto inutile.
Ma poi richiamarono il mio nome, insieme ad altri quattro e conobbi quei ragazzi che come me avevano assaggiato il gusto amaro del fallimento.
Ci richiamarono sul palco e ci diedero un’altra possibilità, non come solisti, ma come band.
Le scelte erano due: tornare a casa rinunciando al mio sogno, o proseguire con quattro ragazzi sconosciuti con cui avrei potuto non andare d’accordo.
Ovviamente scelsi la seconda.
Da lì cominciò tutto.
Imparai a conoscere e ad affezionarmi a quei ragazzi, ad uno in particolare: Liam.
Finito X-Factor, dove non ne uscimmo vincitori, firmammo un contratto e la fama arrivò in un lampo.
Diventammo gli idoli di milioni di ragazze e sembrava tutto così perfetto.
Ma più la fama aumentava, più i manager esigevano da noi, affamati di soldi. Ci proibirono di essere noi stessi.
Niall doveva sembrare quel ragazzino timido e impacciato che pensava solo a mangiare.
Louis era il ‘buffone’ del gruppo, anche se col passare del tempo perse la voglia di ridere.
Harry era considerato il Don Giovanni, in realtà non aveva mai approfittato della sua fama per portarsi a letto qualcuno.
Io dovevo essere il ‘bad-boy’, quando a fatica non arrossivo se mi facevano un complimento.
Liam era quello che fingeva meno. Lui era la colla della band, ci teneva uniti, lo faceva per il nostro sogno. Io cominciai a mostrare un attaccamento improvviso per lui.
Passò un anno e capii di amare un ragazzo. Lo capirono anche i manager, che fecero fidanzare Liam con una ballerina di X-Factor. Lui accettò di avere una copertura solo per me, solo per non farmi soffrire.
Ne passarono due e capii che stavo cambiando. Non ero più il ragazzino di Bradford che non aveva nemmeno il passaporto, ero quello che milioni di ragazzine con gli ormoni in subbuglio speravano di sposare. Ed era quello che ci faceva guadagnare soldi: la nostra commercialità e la nostra bella faccia.
Non potevamo più avere atteggiamenti ambigui in pubblico, distaccarono persino Louis e Harry.
Non potevamo dire di essere gay, altrimenti avremmo perso fan e perdere fan, per i manager, equivaleva a perdere soldi.
Nell’autunno del 2011 mi confessò di amarmi, io non gli risposi, lo baciai e basta.
Nel dicembre 2012 diventò tutto troppo pesante da sopportare. Tra le pressioni dei manager e la paura del giudizio, crollai.
E da codardo abbandonai la persona che aveva fatto qualunque cosa per me.
Lo lasciai, mentre lui piangeva seduto al mio fianco.
Ma solo quando lo ebbi perso mi accorsi di quanto era essenziale.
Ma era troppo tardi, lui non mi amava più.
 
È strano, ma ricordo ancora quella notte di dicembre. La rammento come se fosse ieri. D'altronde è impossibile dimenticarla, nonostante ci provi con tutte le mie forze.
Hai deciso di alzare una barriera tra di noi, hai voluto dividerti, allontanarti da me.
So perché l’hai fatto e, ad essere sincero, lo capisco.
Quella notte è impressa nella mia mente come inchiostro su carta, come un tatuaggio sulla pelle, come te…
Vorrei poter tornare indietro, anche per un misero istante, per rimettere tutto al suo posto, per far andar le cose nel modo giusto, per correggere quello che è stato, per cancellare gli eventi dolorosi, per modificare ciò che sono. Cambierei tutto.
Ti direi e ti farei capire che sono così dispiaciuto.
Mi dispiace per non essere mai stato abbastanza, mentre tu hai sempre dato il meglio di te stesso, solo per me.
Mi dispiace di essermi dimenticato il giorno del tuo compleanno, io non riuscivo a capire per quale motivo fossi così arrabbiato, ti avevo deluso.
Mi dispiace di non averti detto le parole ‘ti amo’. Credevo lo sapessi, non mi avevi mai detto che volevi sentirtelo dire, forse avrei dovuto immaginarmelo. Scusami, ma quelle parole si sentono dire così spesso, che alla lunga perdono di significato, ma per te ce lo avevano eccome un senso, ero io ad essere troppo ottuso per capire quanto tu ne avessi bisogno.
Se hai deciso di chiudere a chiave la tua porta e lasciarmi fuori, lo capisco.
Non mi rimarrà altro da fare, se non stare in piedi in un angolo e ingoiare quel groppo che è il mio orgoglio.
Se potessi amarti un’altra volta, ti amerei nel modo giusto.
Ti darei tutto ciò che non ti ho mai dato, sarei tutto ciò che non sono mai stato.
Ritornerei a dicembre e finalmente ti direi ‘ti amo’.
Ritornerei a dicembre e farei le cose nel modo perfetto, dimostrandoti di essere degno di stare al tuo fianco.
Tu mi hai dato il tuo amore, io ti ho detto addio.
Ritornerei in autunno, al nostro primo bacio, al modo in cui tenevi le tue braccia attorno al mio collo, al modo in cui ti stringevo i fianchi.
Me la ricordo ancora la prima volta che hai raccolto le mie lacrime, piangevo per te, perché tu ero così stanco di nasconderti, volevi uscire allo scoperto, ma la paura si è insinuata nella mia mente, paura di non essere accettato, paura di venire etichettato come quello ‘diverso’.
Ma solo ora che ti ho perso capisco cosa provavo nel sapere che tu eri mio e vorrei tornare a dicembre.
Volevo essere libero, ma la libertà senza di te è una prigione immensa, una prigione senza mura, una prigione per la mia mente.
Ritornerei a dicembre, ancora e ancora.
Ritornerei a dicembre, tutto il tempo.
  
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