CAPITOLO 6
DI CORSA VERSO AMESTRIS!
“Scusi, Maggiore, forse non ho capito bene…” mormorò Ed, balzando
in piedi, “Cosa ha detto? Potrebbe ripetere?”.
Il nerboruto militare lo guardò divertito, reprimendo a stento una
risatina da sotto i baffi, poi rispose: “Certo, ma penso tu abbia capito alla
perfezione, mio giovane Alchimista. L’ex Colonnello Mustang ha preso il posto
del Fuhrer e ora è a capo del paese!” esordì trionfante l’uomo; “Forse è meglio
che andiate, il treno dovrebbe partire a breve, e poi non mi sembra che siano
molto propensi a collaborare, almeno dalle espressioni sconvolte che hanno.”
Affermò divertito il capo villaggio, indicando i due militari, che s’erano
abbandonati sulle sedie con rassegnazione, Ling riuscì ad afferrare qualche
brano di frase, tipo “uno sta lontano per qualche giorno e gli stravolgono
tutto…” o ancora, “Non c’è limite al peggio…”.
“Forza! Andiamo! Basta poltrire, abbiamo un treno da prendere!”
esclamò deciso Alex Louis Armstrong, spingendo i due superiori fuori dalla porta
e salutando frettolosamente tutti.
“Ehi, ce la faccio da solo a camminare!! Non ho bisogno della
balia!” si inalberò Fullmetal, cercando di divincolarsi dalla stretta del biondo
militare
“Si, invece, P-I-C-C-O-L-E-T-T-O!” esordì Ling, prendendolo in
giro.
“CHI SAREBBE IL
FAGIOLINO ULTRAMINUSCOLO CHE NON RIUSCIREBBE NEPPURE A MUOVERSI PERCHÈ INCAPACE
A CAMMINARE???!!!” , era furioso.
“Tu! Forza,
andiamo!” ribattè l’Imperatore, prendendolo per un polso e trascinandolo via,
tra le urla del ragazzo e le risate di
Hohenheim.
§§§
“Sei appena tornato e già devi partire… è ben dura la vita di un
alchimista!!” osservò Khayal, mentre Ed saliva sul
treno.
“Si, ma ti riempie anche di soddisfazioni, te lo assicuro!
Comunque, presto tornerò a trovarti, lo prometto, piccola peste!” gli sorrise
l’Alchimista, scompigliandogli divertito i capelli, “Cerca di non fare troppi
danni in mia assenza! Ci vedremo presto!!” esclamò il ragazzo, issandosi sul
vagone e affacciandosi subito dopo al finestrino, “Addio Youswell!!” urlò,
proprio mentre il mezzo, lentamente, cominciava a muoversi; quando cominciò a
prendere un po’ di velocità, il ragazzino sulla banchina prese a corrergli
dietro, agitando le braccia in segno di saluto, urlando e strepitando saluti al
loro indirizzo, “Ciao!!!! Buon viaggio!!!!” urlò il ragazzo, fino a ché il
treno, con un ultimo sbuffo, non sparì dalla sua
vista.
§§§
Il treno correva placido attraverso i campi e le foreste dell’Est.
Dai finestrini si vedevano le risaie ricolme d’acqua, e le contadine che
lavoravano duramente: era la stagione del raccolto, la stagione più bella, la
stagione dei viaggi e delle vacanze, ma anche la stagione dei divertimenti, la
stagione degli arrivi e delle partenze. La stagione dei
ritorni.
Edward, non appena aveva toccato il sedile, s’era subito
addormentato, raggomitolandosi come un gattino accanto al finestrino; “Questa
volta Roy me la paga! Poteva aspettarmi, almeno, a fare carriera!” scherzò Maes,
sedendosi accanto a Ling e Lan Fan; “Avete avvertito qualcuno del vostro
rientro?” domandò Armstrong, facendo posto a Hohenheim, “No, assolutamente. Non
ne abbiamo avuto il tempo. Noi siamo rientrati solo ieri.” Affermò il generale,
guardando Ling, “E neppure Ed. Da quando l’abbiamo tlovato non abbiamo
incontrato nessuno, a parte loro due.” Assicurò il ragazzo, ravvivandosi i
lunghi capelli neri. Il maggiore rimase un istante in silenzio: “E allora sarà
una gran bella sorpresa per tutti! Meglio così, non stiamoci più a pensare! Tra
una decina di ore saremo a East City, dove prenderemo domattina la coincidenza
per Central. Tutto secondo i piani.”.
§§§
“Sottotenente Ross! Sottotenente
Ross!”.
Una squillante voce di ragazzo bloccò la giovane donna, oberata dal
peso di voluminosi plichi. Ella si voltò, scorgendo, tra la folla di militari e
alchimisti che la circondavano, indaffarati negli ultimi ritocchi, una
capigliatura biondo scuro e una mantella rossa svolazzante: “Buongiorno
Alphonse! Ti stavo aspettando, dov’eri sparito?” accennò un leggero inchino
all’indirizzo del giovane Elric; “Gomen me, sottotenente, ma ho dovuto
accompagnare il sergente Brosh a prendere le ultime assi di compensato per il
palco. Come sta andando qui?” chiese, incaricandosi di prendere i pacchi che la
donna trasportava, “Tutto a posto, grazie. Ormai siamo pronti per cominciare.
Nel pomeriggio sistemeremo le ultime luci e stasera le testeremo un l’ultima
volta. Domattina arriverà quel ragazzo da Xing e Sheska si occuperà degli ultimi
ospiti.” Spiegò ella, asciugandosi con un fazzoletto la fronte. Camminarono in
silenzio per alcuni minuti, avviandosi verso Piazza
d’Armi.
Sbucati nella piazza, Al non potè non rimanere a bocca aperta nel
vedere ciò che l’ex Colonnello aveva architettato per l’Anniversario: centinaia
di divise blu e di vesti nere e rosse s’affaccendavano su e giù da un enorme
palco, completamente dipinto di rosso. Fury e Falman sistemavano le luci sulla
tettoia che lo copriva, Breda e Havoc trasportavano cavi e attrezzi, inciampando
di quando in quando nei loro stessi piedi mentre Riza montava gli ultimi
pannelli di compensato. “Buongiorno a tutti.” Salutò Al, togliendosi la mantella
e abbandonandola in un angolo, sopra la giacca di Kain, correndo ad aiutare:
“Ciao Al” risposero tutti al saluto; “Alphonse!” una nuova voce aveva sovrastato
quella degli altri e la testa del Comandante sbucò da dietro il palco, la fronte
leggermente imperlata di sudore. “Salve Comandante.” porse i suoi saluti
l’adolescente, “Prendi i cavi e aiuta Havoc e Breda a sistemarli.” Ordinò
l’uomo, rituffandosi nel retro ad armeggiare con qualcosa. Con entusiasmo, il
giovanotto si sbrigò ad eseguire gli ordini.
§§§
La notte scura era giunta rapidamente su Amestris su alati cavalli
d’argento, avvolgendo tutto di buio e stelle, sprofondando il mondo nel dolce
tepore del risposo. Dolce notte limpida, notte di sogni irrealizzabili ma
comunque desiderati, una notte dove tutto è
possibile.
La stazione di East City era molto frequentata nonostante l’ora
tarda; nodo cruciale dei traffici commerciali e del trasporto di tutto il Paese,
la locale stazione non si fermava mai: vi erano sempre nuovi treni in arrivo,
nuovi mezzi in partenza, operai impegnati in operazioni di carico e scarico.
Una figuretta alta e smilza era seduta su una scomoda poltrona,
come possono esserlo solo le poltrone delle stazioni; aveva la fronte poggiata
sui palmi delle mani intrecciati, sembrava dormire. Un'altra figura, poggiata
contro un muro poco lontano, si spostò, dirigendosi lentamente verso il
compagno, all’apparenza profondamente addormentato. Silenzioso come un gatto, si
mosse e gli si sedette accanto.
“Avrebbe fatto meglio a restarsene a dormire, generale.”. Una voce
tranquilla fece sobbalzare l’uomo, “Allora non stavi riposando!” s’indispettì
quello, raddrizzandosi gli occhiali sul naso; l’altro alzò la testa: “e chi
dorme? Non ci riesco!” ammise Ed, stiracchiandosi come un gatto e sbadigliando,
“tanto tra poche ore dovremmo prendere il treno, sono troppo agitato per
dormire.” Confessò il ragazzo, rassettandosi la treccia. I due rimasero un
momento in silenzio, poi Hughes rise, guardando il suo biondo amico con un
espressione furbetta dipinta sul volto: “Oh, andiamo! È inutile che tenti di
nascondere ciò che provi, sai?.” disse improvvisamente, guardandolo con un
ghigno, “Me ne sono accorto subito.” Disse con espressione trionfante. Ed lo
fissò con un sopracciglio inarcato in un’espressione dubbiosa. “Su, ammettilo!
Per te Roy è qualcosa di più che un superiore e un mezzo rivale, vero?” chiese
il moro, spiazzante; Ed sbiancò per un istante, conscio che il suo segreto fosse
stato svelato, poi piegò la testa in avanti e scrollò le spalle, “Ero sicuro che
non se ne fosse mai accorto nessuno… Come ha fatto?” ammise il giovanotto. “Non
è stato difficile!” replicò l’altro, vittorioso, “Indizio numero 1, quando lo
guardi hai sempre una faccia felice, anche se, da quando vi siete incontrati,
non avete fatto altro che litigare. Indizio numero 2, hai passato tutto il
viaggio in treno a dormire e, solo io me ne sono accorto, per tua fortuna,
continuavi a chiamarlo nel sonno. Ti bastano come prove??” chiarì il generale,
con un ghigno di vittoria. Ed fece spallucce: “Sono invecchiato se mi si riesce
a fregare in questo modo! Ok, ha vinto! Ci ha preso in pieno… Sembrerà stupido,
ma… Amo alla follia quel dannato Colonnello!” arrossì visibilmente Fullmetal,
nascondendo il volto tra le mani imbarazzato; “Ehi, guarda che non c’è nulla di
cui vergognarsi, te lo assicuro.”, sussurrò l’occhialuto, sollevandogli il mento
con un dito, “Ehi, perché piangi? Mi dispiace, ho fatto qualcosa di sbagliato?”
si spaventò quello, ritraendosi alla vista di lucenti lacrime che scivolavano
giù dagli occhi del ragazzo, che subito scattò in piedi, e corse via. “Devi
accettare ciò che provi, Edward, o non potrai mai essere felice.” Pensò,
togliendosi gli occhiali per pulirli. Fuori, cominciava ad
albeggiare.
Ammissioni, rivelazioni e un viaggio che comincia!! Questo è il mio
personalissimo regalo di Natale per tutte coloro che mi seguono con passione a
cui devo tutto il mio successo!! GRAZIE DI CUORE A TUTTE
VOI!!
LIENA
FEDAR
WINRY 93
BEA
IRENE ADLER
BUON NATALE A TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO E A CUI VOGLIO
BENE!!