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Autore: twobirdsonesong_    09/06/2013    2 recensioni
Kurt è appena stato assunto come assistente di Carrie Bradshaw. Uno dei suoi compiti è di portarle il caffè la mattina. E qui entra in scena Blaine, il barista. Questa è la storia di come ognuno cambia la vita dell'altro.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Cooper Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: Affogato: L’Epilogo

Blaine aspetta fino al loro secondo anniversario per fare la proposta.

Non è che non sia pronto. Lo è. Ha tenuto gli anelli nascosti in fondo ad un armadio in cucina, dentro la brocca del latte della sua macchina del caffè (l’unico posto in cui Kurt non avrebbe mai guardato) per più di un anno – dal loro primo anniversario. Non poteva nasconderli nel cassetto dei calzini come aveva fatto con le chiavi dell’appartamento; nonostante avessero i loro cassetti, i calzini di Kurt erano soliti mescolarsi con quelli di Blaine e le magliette di Blaine finivano sempre in mezzo a quelle di Kurt.

Un caldo pomeriggio di settembre, quando sapeva che Kurt sarebbe stato in giro per un paio d’ore, aveva chiamato Carrie e le aveva chiesto se, per qualche motivo, sapesse di che misura Kurt portasse gli anelli. Aveva provato ad essere evasivo riguardo il motivo della chiamata, ma lei si accorse subito il secondo fine della sua strana e incerta domanda. Carrie gli aveva dato dei consigli – su come gli anelli non dovessero essere uguali, ma complementari; su come un diamante era necessario solo se voleva provare qualcosa. E poi l’aveva informato che se lei non fosse stata invitata al matrimonio, Kurt sarebbe stato licenziato. Blaine era andato una settimana dopo in una piccola gioielleria nel vicinato, la cui proprietaria era una signora anziana e gentile, dove era passato davanti un paio di volte, e aveva preso due anelli. Non erano i più costosi del negozio, ma il loro costo non significava niente in confronto al loro significato.

Blaine aveva mandato un messaggio con la foto degli anelli a Cooper il pomeriggio stesso, e poi aveva passato un’ora ad ascoltare suo fratello tra congratulazioni e lamentele sul fatto che non gli avesse chiesto di accompagnarlo. Blaine non riesce ad immaginare quali anelli costosi e pacchiani gli avrebbe fatto comprare Cooper, ma l’entusiasmo di suo fratello sarà sempre importante per lui.

Aveva nascosto la scatola dentro la brocca del latte prima che Kurt tornasse a casa quella sera. I primi mesi dopo aver comprato gli anelli, il cuore di Blaine faceva un salto e gli si bloccava il respiro in gola ogni volta che Kurt apriva uno sportello, come se potesse trovare la scatolina in ogni dove. Come se, se fosse successo, Blaine non si sarebbe subito inginocchiato e avrebbe chiesto la mano di Kurt.

Come se non ce l’avesse già.

Non è che Blaine stia aspettando il momento giusto – lo è sempre stato. Ci ha pensato da quando hanno passato la loro prima notte nella nuova casa, quando Kurt era addormentato contro di lui e tutto odorava di nuovo e fresco e sapeva già di casa. Ci ha pensato quando hanno passato il weekend a Toronto per il loro primo anniversario, utilizzando le miglia gratis di Cooper. Il sabato mattina avevano passato un paio d’ore in un museo, e un altro paio a gironzolare per il St. Lawrence Market, dove Blaine aveva mangiato troppo e Kurt si era quasi perso nella sezione formaggi. Ma avevano passato la maggior parte del tempo a letto. Il loro piccolo bed and breakfast aveva un grande letto e una finestra a bovindo, e la domenica mattina, prima che ritornassero a casa, Blaine aveva guardato la luce riflettere sulla pelle pallida e sottile di Kurt e aveva pensato di prendere la scatolina fuori dalla valigia.

E non è che Blaine pensi che siano troppo giovani per sposarsi. Sa che ventiquattro anni sono pochi (ventidue erano ancora di meno ed era quasi pronto allora), ma che senso ha aspettare un altro paio d’anni? Ogni età è troppo giovane per qualcuno di più vecchio, e se aspettano di avere trent’anni, Blaine sa che rimpiangerà ogni giorno in cui non ha chiamato Kurt suo marito.

Suo marito.

Durante il loro secondo Natale in Ohio, Blaine aveva preso Burt da parte nel suo negozio e gli aveva detto degli anelli e gli aveva fatto vedere la foto. Non li aveva portati con sé questa volta, troppo spaventato di perderli in aereo, o di farli vedere a Kurt mentre disfaceva la valigia. Le sue ginocchia tremavano così forte che era convinto di cadere a terra da un momento all’altro. Non aveva chiesto il permesso di Burt, ma aveva bisogno dell’approvazione del padre di Kurt; capiva ciò che la famiglia significava per Kurt e lo rispettava. Le lacrime di Burt e l’abbraccio che Blaine ricevette erano tutto ciò che voleva, sapere che Burt sarebbe stato al loro matrimonio ovunque e in qualunque momento sarebbe successo. E il “benvenuto in famiglia, figliolo” sussurrato al suo orecchio era molto più che abbastanza per far scattare quel qualcosa nel suo profondo e far scoppiare Blaine a piangere come un bambino fra le braccia di Burt.

Blaine non sta aspettando niente. Ma il suo programma è intenso e gli occupa molto tempo. Deve concentrarsi su quello – sulla sua scrittura e composizione – perché quello è il suo futuro. Vuole farcela, vuole fare qualcosa per se stesso. Quelli sono i suoi sogni e lo sono stati fin da quando era piccolo. Non può metterli in un angolo per concentrarsi su qualcos’altro, anche se quel qualcos’altro è dire lo voglio alla persona che ama durante una piccola cerimonia a New York.

Ma quando quel giugno si laurea, con il massimo dei voti, dopo due lunghi anni di studi, sa che può finalmente prendere la scatola fuori dal suo nascondiglio e metterla tra le mani di Kurt. Nessun rimpianto.

Blaine non lascia Starbucks, non ancora, perché nonostante voglia finalmente appendere il grembiule la chiodo, ha bisogno di soldi e sicurezza. Ha venduto il copione che ha creato come progetto finale, subito dopo la laurea, ed è quasi sicuro che Cooper o uno dei suoi professori ci abbia messo lo zampino. Di certo non ha fatto male la presenza di Cooper alla presentazione del suo musical completo. Blaine pensava di non riuscire a far saltare fuori nulla da tutte le note e le pagine che descrivono chiaramente i suoi sentimenti più profondi riguardo la sua relazione, ma è soddisfatto del risultato, e se qualche direttore vuole farci qualcosa, chi è Blaine per fermarli? Il suo nome si sta facendo largo là fuori, e sia i soldi che il lavoro stanno cominciando ad arrivare. Non è tanto, e non è stabile, ma è un inizio. È qualcosa per cui essere fieri.

Ed essendo completamente onesto con se stesso, Blaine ama preparare il caffè. Ama l’abilità e la manodopera che richiede. Ama come le sue mani sappiano cosa fare senza neanche pensarci. Ovvio, gli piacerebbe che Starbucks avesse delle macchine dove fare il caffè a mano, o che qualcuno apprezzasse i disegni che a volte fa con la schiuma. Nessuno sembra apprezzare le zucche che fa ad Halloween, o gli alberi di Natale che disegna durante le feste. Almeno Kurt sa di dover togliere il coperchio al suo drink per vedere i cuori e le foglie che Blaine fa per lui.

Ma il suo futuro sta venendo fuori meglio di quanto si aspettasse. Sta avendo dei meriti come scrittore e compositore. Ha una casa e una vita con l’uomo che ama. Non c’è molto altro che potrebbe chiedere.

Solo un’ultima cosa.

***

Blaine lancia un’occhiata all’orologio.

8.45

Sospira e mette il coperchio al cappuccino che ha tra le mani. La donna che l’ha ordinato, barcollante sui tacchi e con un cagnolino nella borsa, ha chiesto per una tazza in più, e Blaine arriccia il naso pensando allo spreco, ma lo fa comunque perché non può dire di no.

La sua giornata è lentissima, il che è un po’ insolito. L’apertura di solito vola in un batter d’occhio tra brioches e caffè espresso, caraffe vuote e zucchero. Ma il solitamente frenetico negozio di Times Square è un po’ lento quella mattina – Blaine non sa se è perché è venerdi e la gente si è presa un giorno libero per passare quei lunghi weekend che solo New York sa offrire prima che il clima diventi più freddo, o se è lui. La sua testa pensa a qualcos’altro, qualcosa di molto più importante del bagno già senza carta igienica, quindi non è sorpreso che siano solo le 8.45 e non le 11 come si aspettava. Ma la sua distrazione non significa che può dormire sul lavoro. I suoi clienti aspettano una bevanda buona e calda.

Ai suoi clienti non interessa che domani Blaine chiederà al suo ragazzo di sposarlo.

In realtà lui e i suoi colleghi hanno avuto abbastanza tempo prima che i clienti arrivassero per spolverare le finestre e pulire i tubi, quando di solito quelle cose devono aspettare la chiusura. Blaine sta anche pensando di far pulire il pavimento a Jeff. Sta diventando appiccicoso con il latte versato e i caffè caduti e sta iniziando a puzzare. Blaine lo farebbe da solo, ma quella mattina è il supervisore e Jeff ha una strana propensione per la pulizia che Blaine sfrutta ogni volta che può. È anche un lavoro sporco, e Jeff quella mattina indossa pantaloni neri – la schiuma e la sporcizia non si noterebbero così tanto come succederebbe con i pantaloni color cachi di Blaine. Hanno abbastanza personale, e non abbastanza clienti, per lasciare Jeff a pulire il pavimento per una mezz’oretta.

Blaine non ha neanche il piacere di veder entrare Kurt quella mattina. Kurt ha la giornata libera dal suo solito lavoro a Vogue per finire un completo per il signor Preston, il marito di Carrie. C’è un altro gala di Vogue la settimana dopo (e se Blaine ha imparato qualcosa dell’industria della moda, è che amano dare feste) e Carrie ha detto a Kurt di concentrarsi sul completo anziché sul lavoro. E quando Carrie Bradshaw ti dice di non andare al lavoro perché gli orli del completo di suo marito hanno bisogno di essere accorciati, bè, non vai al lavoro.

Kurt sta diventando abbastanza conosciuto come stilista, anche se non ha ancora sfondato con la sua linea; per ora il suo lavoro è su commissione, ma lo sta portando da qualche parte. La sua notorietà in crescita è in parte dovuta al continuo supporto di Cooper e al suo rifiuto di indossare qualsiasi cosa che non sia di Kurt, ma la maggior parte è dovuta all’ovvio e innato talento di Kurt. Ma a causa del suo impiego come assistente di Carrie, il suo lavoro riflette direttamente Vogue – deve essere perfetto. Blaine sa che Kurt non accetterebbe mai meno del meglio da se stesso. Hanno entrambi un pizzico di perfezionismo, anche se sono soliti lasciarlo fuori dalla porta di casa.

Ma la parte preferita di Blaine del suo turno è sentire l’ordine di Kurt che viene chiamato. Due anni e gli vengono ancora i brividi a sapere che Kurt è lì, e sta guardando lui e solo lui. (Blaine sospira ancora quando pensa al collega che ha avuto quasi un anno fa, che ha provato a flirtare con Kurt, e a come Kurt non l’abbia notato.) E quando la tazza con il nome di Kurt scritto sopra gli arriva tra le mani, non lo sta facendo per un altro cliente. Non sta scaldando il latte e scartando capsule per abitudine, sta facendo qualcosa per Kurt. Gli importa che ogni volta sia perfetto, anche se significa rallentare la fila. Per ora, i suoi clienti abituali sanno chi è Kurt per Blaine, e sanno che il tempo in più vale il caffè che riceveranno. Kurt non è mai stato solo un cliente.

“Ehi tu.”

Blaine alza la testa sorpresa e fa quasi cadere una tazza di espresso; riconosce quella voce. La conosce meglio della sua.

Kurt è lì, in un cappotto nero con i capelli tirati all’indietro, bellissimo come sempre. Sta indossando la stessa sciarpa blu cielo che aveva quando si sono incontrati la prima volta, e rende i suoi occhi così luminosi che tolgono il fiato a Blaine. Sembra una vita e solo ieri da quando Kurt è entrato per la prima volta nel negozio.

“Ehi!” Blaine riesce a salvare la tazza che ha quasi fatto cadere aggiungendoci del latte. Pensa che non si abituerà mai al modo in cui Kurt lo fa arrossire, come uno scolaretto che viene guardato dalla sua cotta.

“Che ci fai qua?” Aveva lasciato Kurt prima dell’alba, ancora addormentato nel loro letto. “Dovresti avere la giornata libera.” Blaine prende un coperchio per il drink e lo passa alla donna che lo sta aspettando con meno cura del solito. Lei è quasi abituale, e lancia un’occhiata a Kurt e Blaine, un piccolo sorriso le curva le labbra, prima di prendere il drink e andarsene.

Blaine passa le mani sul grembiule, lancia un’occhiata al negozio (quasi vuoto), e si sporge sul bancone per lasciare un bacio sulla guancia di Kurt. Da qualche parte vicino alla casa, sente provenire qualcosa che assomiglia ad un fischio e si pente di non aver mandato Jeff a pulire.

“Te n’eri andato quando mi sono svegliato,” dice Kurt, e la sua voce è bassa e segreta, solo per Blaine. Sistema il colletto di Blaine sopra al grembiule. “Mi mancavi.” Fa passare velocemente le dita tra i ricci di Blaine e prova a sistemarne uno dietro al suo orecchio. I capelli di Blaine sono più lunghi che mai, selvaggi e bellissimi, e sa quando Kurt ami passarci le dita in mezzo, ma magari non nel bel mezzo di uno Starbucks.

Blaine arrossisce un po’, non può farci niente. Kurt avrà sempre quell’effetto su di lui.

“Posso farti qualcosa? Puoi stare un po’? Ho la pausa tra poco.” Blaine chiede, e sta già prendendo una tazza. Kurt è venuto solo per vederlo – il minimo che può fare è preparagli un caffè.

“Come se potessi dirti di no.” Kurt gli fa l’occhiolino e Blaine vuole sporgersi, prenderlo per la sciarpa e baciarlo. Non gli interessa che sarebbe davanti a tutti i suoi colleghi.

Blaine prende una bottiglia di latte per trattenersi dal farlo. Ha una decina di minuti prima della sua pausa pranzo, ed è euforico, sta quasi saltellando, di doverla passare improvvisamente con Kurt quando pensava che non l’avrebbe visto almeno fino al pomeriggio.

Mentre prepara a Kurt il suo caffè, Blaine fa uscire la domanda che gli è rimasta in gola da più di un anno. Non c’è momento migliore. Il suo battito aumenta e le sue mani tremano un po’. È nervoso, ma non spaventato; ha abbastanza coraggio per farlo. Sa esattamente cosa vuole.

“Quindi,” Blaine comincia quando porge la tazza a Kurt. Ha le labbra secche, così come la gola, ed è sicuro che Kurt riesca a sentire il battito del suo cuore sopra al rumore del negozio. “Domattina. Il parco? So che sei impegnato ma-“

“Certo.” Kurt gli sorride, ed è il sorriso che ha solo per Blaine. È quello dove i suoi occhi si addolciscono e la sua bocca si curva solo un po’. Calma i nervi di Blaine, così come il suo cuore.

È prontissimo.

***

La domenica mattina è fresca e nebbiosa, con quella luca fioca di ottobre che per le dieci sbucherà tra la nebbia. Kurt si sveglia con il profumo di caffè e pancake e un posto vuote nel letto accanto a lui. Si stiracchia con calma, lasciando le lenzuola scivolargli sul corpo nudo, prima di alzarsi e andare in cucina.

Blaine è davanti ai fornelli, indossa dei jeans e la sua maglia Hummel Gomme e Lubrificanti, e Kurt si prende un momento per ammirare l’ampiezza delle spalle di Blaine e il movimento dei suoi muscoli sotto il tessuto leggero della maglietta usurata. I suoi capelli sono un po’ umidi e Kurt si chiede da quanto è sveglio se ha avuto il tempo di farsi la doccia e preparare la colazione.

“Ti sei svegliato all’alba,” Kurt dice, e Blaine lo guarda da sopra la spalla. Ha un segreto negli occhi che Kurt non può neanche immaginare.

“Ehi, buongiorno!” Blaine attraversa la cucina e lascia un caldo, languido bacio sulla bocca di Kurt. Sa di dentifricio e caffè e Kurt canticchia in approvazione. Si avvicina, fa passare una mano sulla vita sottile di Blaine e immerge l’altra tra i suoi capelli. La bocca di Blaine si apre così facilmente per lui e Kurt non si abituerà mai al sapore delle sue labbra e della sua lingua e di lui.

“Ehi, ehi, no,” Blaine ride e scivola via dalla presa di Kurt. Kurt accenna ad una protesta e stringe più forte la maglia di Blaine. “Vai a vestirti. Mangiamo fuori.”

“Ma,” Kurt si avvicina e trova il collo di Blaine, e bacia la pelle calda.

Ma potremmo tornare a letto, pensa. Sa che ha promesso il parco a Blaine, ma le colline e i sentieri saranno ancora lì tra un paio d’ore.

Forse è un cliché, giusto un po’, il fatto che Central Park sia diventato il loro posto. Ma lo è. Kurt è certo che abbiano percorso ogni centimetro del parco più volte nei due anni passati. Si sono messi gli stivali da pioggia e hanno evitato il fango durante una primavera piuttosto umida, si sono accoccolati insieme sotto l’ombrello giallo di Kurt mentre Blaine resisteva all’istinto di cantare Singing in the Rain. Hanno indossato delle infradito in estate e hanno camminato a piedi nudi sull’erba. Blaine è stato punto da un’ape, ma ne era valsa la pena per il modo in cui Kurt gli curò il piede fino a che il male non passò. Si sono allacciati gli stivali pesanti e si sono tenuti le mani coperte dai guanti nel pieno dell’inverno quando la neve era alta mezzo metro e i loro nasi e le guance diventavano rossi con il freddo. Kurt sorride ogni volta che pensa al pomeriggio quando Blaine lo portò vicino ad un albero e lo baciò, lento e profondo, finché non si scaldò.

Ma l’autunno è quando ha incontrato Blaine; è quando si è innamorato di un meraviglioso uomo dal cuore d’oro, anche se non l’ha detto fino all’inverno.

È di nuovo autunno, ora, e l’aria è frizzante e fresca e tutte le foglie di Central Park sono un allegro tocco di colore contro il grigio e il nero dello skyline. Kurt ha un pancake cosparso di zenzero e zucchero a velo e avvolto con la carta così può tenerlo in una mano mentre nell’altra tiene una tazza di espresso. Deve ringraziare Blaine come si deve per la colazione quando rientrano a casa dalla loro passeggiata. Blaine è al suo fianco, abbastanza vicino che le loro spalle si sfiorano ad ogni passo, che sorseggia dal suo caffè e assaggia giusto un po’ il suo pancake.

Blaine è silenzioso al suo fianco – più del normale – e Kurt si chiede se sia stressato a causa del nuovo pezzo a cui sta lavorando così duramente. Ha sentito Blaine al piano ad ogni ora nella scorsa settimana – provando note e scrivendole non così velocemente come la sua mente le elaborava. È una melodia bellissima, qualunque sia il suo fine.

Kurt da una gomitata a Blaine e Blaine lo guarda, un leggero sorriso stampato sulle labbra. Alza un sopracciglio, come per dire “si, caro?” e Kurt si limita a sorridere e scuotere la testa. Non ha niente da dire, non proprio, voleva solo essere sicuro fosse lo stesso per Blaine. C’è ancora qualcosa di scuro e segreto negli occhi di Blaine, la stessa cosa che c’era in cucina, ma Kurt non riesce a darle un nome. Scuote le spalle e prende un lungo respiro. New York può essere sporca e sudicia la maggior parte delle volte, ma l’aria del parco è leggera e fresca e gli riempie i polmoni del profumo dell’erba bagnata e delle foglie.

Hanno passato un lungo viale alberato, scivolando di fianco a maree di turisti e maratoneti con troppi cani. Kurt sa che stanno andando a Bethesda Terrace. È uno dei loro posti preferiti, e dal punto più alto si può vedere il Castello Belvedere in lontananza. Quel punto avrà sempre un posto speciale nel suo cuore.

Ci sono persone attorno alla Fontana Bethesda, come sempre – newyorkesi e turisti – ma c’è sempre qualcosa di sereno e tranquillo lì. Vicino a loro, ci sono un signore anziano seduto su una scatola davanti ad una tela con degli acquerelli ai piedi, e una ragazzina con dei grossi occhiali che sta scattando foto alla fontana con una Polaroid.

Blaine sembra nervoso; il sorriso di primo è sparito. Si sta mordendo il labbro inferiore, e sta facendo passare la sua tazza tra le mani. Ha le sopracciglia aggrottate e Kurt riesce a vedere i muscoli muoversi nonostante la mascella serrata. Kurt non ha visto le spalle di Blaine così tese dalla sera della presentazione del suo progetto finale.

“Stai bene?” Kurt chiede finalmente, quando Blaine si ferma in un punto vicino alla fontana dove non ci sono troppe persone.

Blaine prende le loro tazze e le appoggia a terra prima di schiarirsi la voce e dire, “Dammi le mani.” La sua voce è bassa, quasi grave, e a Kurt sembra che Blaine stia tirando fuori le parole dal pronfondo.

Lo fa subito (darebbe a Blaine qualsiasi cosa), e Blaine gli stringe le mani con le sue. Blaine fa passare il pollice sulle nocche di Kurt, e Kurt rabbrividisce a causa del tocco leggero e familiare, ma soprattutto per il serio e intenso sguardo che ha Blaine. Non lo ha mai visto così – non al loro primo appuntamento, non quando Blaine gli ha dato la chiave del suo vecchio appartamento, neanche quando Blaine ha sussurrato ti amo, grave e dolce, nel suo orecchio a Natale.

Il cuore di Kurt comincia a battere forte e sente le guance arrossarsi. Sta tremando, ma non ha paura. Non ha mai avuto paura di niente con Blaine.

“Kurt-”

E d’improvviso sa cosa gli sta per chiedere Blaine. Ovviamente lo sa, e la risposta è sempre stata sì.

“Sei l’amore della mia vita, Kurt,” dice Blaine, e la sua voce è piena di emozione. “E non voglio mai sapere come sarebbe stare senza te. Sono stato senza di te prima, e allora il mondo non era niente per me. Ora è tutto. Tu sei tutto. Non sapevo neanche cosa stessi cercando fino a che non ti ho trovato, finché non mi hai trovato.”

Kurt non riesce a respirare e non riesce a far rallentare il battito del suo cuore mentre Blaine si mette una mano in tasca e ne esce con una scatolina nera. Potrebbero esserci un centinaio di spettatori, ma in quel momento non c’è niente, non c’è nessuno, solo Blaine e due anelli luccicanti insieme nella scatola. Il petto di Kurt è stretto e non c’è nessun suono al mondo tranne quello del suo sangue nelle orecchie e il dolce timbro della voce di Blaine.

“Vuoi sposarmi?”

Il mondo sparisce e l’unica cosa a fuoco sono gli occhi di Blaine, color whisky-dorato e brillanti nel sole autunnale, e gli anelli luccicanti nella sua mano. Le ginocchia di Kurt sono deboli e si regge all’avambraccio di Blaine per non cadere.

Non ci sono dubbi nella sua risposta. Non ci sono mai stati.

“Sì,” gli viene fin dalle ossa. Viene dal suo cuore, dal suo sangue, e dalla sua anima. “Sì, certo che voglio sposarti.”

Il sorriso che illumina il viso di Blaine è più luminoso di ogni cosa che Kurt abbia mai visto, e non sparisce mentre Blaine gli infila uno degli anelli. Gli sta perfettamente e Kurt non pensa neanche a chiedergli come sapesse. Non riesce a pensare a niente se non al fatto che Blaine non è più il suo ragazzo, ma il suo fidanzato, e presto sarà suo marito. Ci sono delle lacrime nei suoi occhi e gli scivolano sulle guance e non gli interessa.

Kurt prende l’altro anello dalla scatola e, con mani tremanti, lo infila nel dito di Blaine mentre Blaine continua a sorridergli come se fosse la migliore e più importante cosa del mondo. E Kurt realizza che, in un certo senso, lo è.

L’anello è quasi infilato prima che Blaine gli prenda il viso con entrambe le mani, la scatolina cada per terra, e lo baci. Kurt riesce ad assaporare le lacrime di Blaine, e le sue, e il retrogusto salato si mischia con la dolcezza dell’amore e della gioia e del loro futuro.

Kurt si allontana solo per sussurrare, “ti amo”, e Blaine sigilla le parole con un altro bacio.

Blaine fa scendere la mano sinistra, la mano che ora indossa un anello di fidanzamento infilato da Kurt, e avvolge la vita di Kurt. Fa avvicinare il corpo di Kurt e appoggia la guancia sulla sua spalla.

“Balla con me,” dice, e non è una domanda.

Da qualche parte in distanza, una melodia risuona. Kurt non l’ha mai sentita prima, ma la sente ora. Note di violoncello – dolce e commovente, romantico da star male – risuonano nel vento.

“Finché la musica continua.”

La musica non smette mai di suonare.

 
Fine.















è finita davvero.
oddio non ci credo. (sappiate che ho appena finito di tradurre, ho taylor swift in sottofondo e mi sta venendo da piangere).
questa storia è la dolcezza. ♥
nonostante io non sia l'autrice, voglio ringraziare tu che stai leggendo per essere arrivato fino a qui. significa davvero tanto per me.
comunque, domenica prossima arriverà il tanto agognato capitolo 11 e dopodiché penso che comincerò a tradurre i vari missing moments, che però posterò in un'altra raccolta.
ovviamente vi avviserò quando comincerò.
detto questo, ci vediamo domenica prossima :')

  
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