-Cosa
leggi?- le chiese Drave.
-Cazzi
miei, vai via.-
*
* * *
Drave
era un ragazzo bellissimo. Dai neri capelli. Lisci,
con la frangia che copriva gli occhi. Due occhi neri, come la pece,
occhi che
distraevano quelle odiosissime lentiggini che aveva sul naso.
Lui
amava Hogwarts. E tutte le persone che c’erano dentro.
Anche se le ammirava da lontano. Era timido. Molto timido. Costruiva la
barriera della timidezza giorno dopo giorno, se riuscire ad avvicinarsi
ai suoi
compagni.
Certo,
compagni. Non gli piaceva chiamare tutte le persone
che incontrava ‘’amici’’,
perché di veri amici, quelli con la A maiuscola ce ne
son ben pochi.
L’unica
cosa che odiava era la sua casata.
Era nato Grifondoro, cresciuto Grifondoro, dentro era Grifondoro, fuori
era Grifondoro.
Ma quel maledettissimo cappello parlante lo aveva messo in Serpeverde.
Perché
proprio Serpeverde.? Era una delle tante domande che
si faceva ogni giorno. E non sapeva come rispondersi.
Odiava
solo una piccola cosa. Che la ragazza più bella,
intelligente e strana che conosceva si trovava in Grifondoro.
A lui piaceva lei. Eccome se le piaceva. Ma lei tra loro due vedeva
solo un
muro di mattoni. Solo perché lui era in Serpeverde.
*
* * *
Mentre
si allontanava, Drave sussurrò:
-Cazzi tuoi, eh? Solo perché non sono nella tua casata.
Ammettilo Luna, anche
io ti piaccio.-
Luna
Lovegood. Le piacevano i suoi lisci, lunghi, capelli
biondi tendenti al bianco. I suoi occhi celesti, come il cielo e
luminosi come
le stelle.
Le piacevano i suoi modi un po’ sfacciati, ma sempre, nel
loro fondo, molto
gentili. Ma le piaceva soprattutto il suo essere
“pazza”, “matta”,
“folle”.
All’ apparenza Luna era come la luce più luminosa.
Strana
e bella.
-Mh.
Quella prima o poi mi accetterà.- disse entrando nel
suo dormitorio.
-Oh,oh,oh.
Ma chi si vede.- disse una voce proveniente dal
fondo della stanza.
-Babbo
Natale?- chiese con ironia Drave.
-Il
solito simpatico, Mayrenn.- Continuò la voce.
-Molto
più di te, Malfoy.- Rispose il ragazzo, mentre
cercava il motivo che i Serpeverde si chiamano fra loro per cognome e
le altre
casate no.
-Ma
stai zitto- disse Draco quando si avvicinava –A
proposito, hai fallito di nuovo con Luna?- usò un tono
talmente tanto
sdolcinato che Drave dovette mordersi la lingua per non picchiare il
ragazzo.
-Senti
biondino, fatti i cavoli tuoi ogni tanto.- continuò
facendo un cenno con la testa.
-Nah.
Mi piace intrufolarmi negli affari degli altri. E poi,
mi sembra, che tua sorella non abbia rifiutato ad andare a letto con
me.-
Drave
si arrabbiò come non aveva mai fatto. Lo prese dalla
cravatta con la mano sinistra, lo sollevò sul muro e gli
sganciò un bel destro.
-Stronzo!
Non intromettere più mia sorella nei nostri
discorsi, lei non ha mai fatto nulla. Non ti permettere mai
più!- Sbraitò.
-Tiger!
Goyle!- chiamò Draco.
I
due sbucarono da dietro la parete, con già pronti due paia
di pugni.
-Ahahah!
Non farmi ridere! Nemmeno proteggerti, sai? Sei
proprio un fallito, Malfoy.- Detto questo il ragazzo mollò
la presa e lasciò
cadere il compagno per terra come un sacco di patate.
-Non provocarmi mai più, non ti conviene.- Concluse uscendo
dal dormitorio e
sbattendo la porta alle sue spalle.
“Ti farò il culo un giorno, Malfoy. Non sei
nessuno, biondino.” Pensò.
*
* * *
-Ora
di pranzo-
-Che
schifo stare in Serpeverde- disse Drave mentre si
passava una mano sulla fronte.
-Dai
Drave, non dire così. Ricorda quello che diceva la
mamma: “Trova il meglio in tutto quello che hai.”
Evidentemente tu lo stai
ancora cercando questo “meglio”, aspetta un
po’ di tempo, magari lo troverai un
giorno. Fatti degli amici, come me.- gli rispose la sorella mentre
masticava
del pollo.
-Ah,
Faine. Magari fosse così facile. Sai come sono io.-
La
ragazzina, si sposto una ciocca di capelli neri dalla
fronte e fissò con i suoi occhi celesti quelli del fratello:
-Cambia.
So che è quasi impossibile, provaci.- e deglutì
il
terzo boccone di carne.
-Quasi.
Mica lo hai detto così per dire- continuò Drave
mentre inforchettava la pasta.
-Ah.
Certo. Magari pensaci un po’ su. Scusa, ma adesso devo
andare.- concluse Faine sbrigativa, non amava quel genere di discorsi.
Faine
aveva un anno in meno di Drave, quindi quattordici.
Era molto gentile e cortese. Sorrideva sempre, anche quando non le
andava molto
farlo e magari preferiva piangere.
Per un periodo era anche stata la ragazza di Draco Malfoy e lo
rimpiangeva
ancora. Era orgogliosa di averlo mollato. Invece lui, rimpiangeva di
essere
stato mollato.
Ma a dire la verità, profonda, molto profonda, anche a lei,
a lei… non le
fregava un emerito cazzo di lui. Lo trovava infantile, stupido
immaturo, …
Drave
la vide allontanarsi tenendo la mano ad una sua amica,
Grey.
-Grey,
tu credi nell’amore? Quello vero, intendo.- le chiese
mentre passeggiavano nei corridoi della scuola.
-Perché
esiste anche l’amore finto?- le rispose incredula
l’amica.
-E’
quello che tu vedi ogni giorno nelle coppiette che si
fingono di amare. Sai ci sono un sacco di single innamorati e un sacco
di
coppie che non si amano. L’amore vero è quello che
vive anche se non c’è.-
-Ah,
in che senso?-
-Quando
ami una persona, ma lei non contraccambia. Ecco.-
-Okay.
Allora è semplice, smetti di amarla. Alle persone
inizi a piacere solo quando a te non piacciono più.-
*
* * *
La
guardava da lontano.
Sembrava volesse evitare il suo sguardo.
“Mi
eviti anche? Ah. Luna, Luna.”
Si
sentiva come fra le nuvole. E lei era il suo angelo.
“Ti
prego salvami e amami e se non vuoi amarmi, uccidimi.
Salvami ed uccidimi.”
Lei
incrociava il suo sguardo e cercava di non soffermarsi
per non più di un millesimo di secondo.
Magari non voleva essere scoperta.
Invece a lui non importava, non gli importava se lei lo mandasse a quel
paese,
oppure se gli altri lo avessero visto e preso in giro.
“Ti
prego, guardami. Guardami. Se non ce la fai, provaci.
Non vedere solo quel maledetto muro che c’è tra
Grifondoro e Serpeverde. Non
pensare a questo. Guardami. Per favore.”
In
quel momento si alzò Silente che annunciò:
-Bene,
ragazzi. Ognuno nel suo dormitorio. Tra due ore
tornate alle vostre lezioni.
Più tardi Tassorosso e Corvonero parteciperanno alla partita
di Quiddich.-
Tutti
si alzarono per andare nei propri dormitori.
“Devo
fare qualcosa per farmi notare, una qualsiasi cosa.
Anche semplicemente soffiarmi il naso, o starnutire, voglio che lei mi
veda. Ma
cosa posso fare? Cercherò di mettermi dietro a lei. Ci devo
provare.”
E
così fece. Tra i mille e mille ragazzi che c’erano
cercò
di mettersi dietro a Luna.
Corse per arrivare. Ma qualche diciasettenne lo respinse dicendogli che
era uno
sporco “Serpeverde” e non poteva mettersi con i
Grifondoro.
Non
replicò. Con la testa bassa si recò al suo
dormitorio.
Da solo.
*
* * *
Dormitorio
femminile Serpeverde
-
Ti piace ancora?- chiese Grey.
-No.
Non chiedermelo nemmeno più. Sai che ormai Draco
è solo
un ricordo sfumato. Niente di importante. Era solo un esperimento. Si
può
definire in questo modo. Ecco.-
-
Ah. Va bene. Scusa se ho interferito.-
Faine
sospirò. Odiava parlare del passato e non le piaceva
nemmeno il futuro. Pensava sempre e solo al presente. Quello che
accadeva. Era
molto realista.
Accavallò
una gamba sull’ altra. E Grey si mise in ginocchio
sul suo letto.
-Che lezioni hai dopo?-
-Mi
sembra pozioni.-
Dormitorio
maschile Serpeverde
-Come
butta, “bro”?-
-Butta
bene. A te, Mayrenn?-
-Butta
e basta.-
-Cosa
è successo?-
-Ah,
amore.-
Ray
si mise una mano sulla fronte:
-Centra
per caso, Luna Lovegood?- chiese.
-
Un po’. Forse si.-
Ray
McGranitt. Presunto figlio della McGranitt, portatore
solo del medesimo cognome. Sfacciato, presuntuoso, egoista,
disponibile,
amichevole e generoso. Unico Amico di Drave.
Un ragazzo dai capelli rasati, tranne per una fastidiosissima cresta
bionda che
porta come un gallo sulla sua testa vuota. Occhi verdi e penetranti.
Abbastanza
basso, ma portante di un corpo troppo atletico.
-Non
so cosa dirti. Buttati. Buttati e basta. Prendila,
sbattila al muro e baciala e rivelale tutto il tuo amore.- Gli disse
stringendosi il cuore.
-Fosse
facile così. Sai lei non mi calcola. E non lo farebbe
nemmeno se io fossi l’ultimo ragazzo di questa terra.-
-Mh.-
Dormitorio
femminile Grifondoro
-Ti
piace, eh?-
-Hermione,
per favore.-
-Dai
lo hai visto? Stravede per te.-
Luna
si sistemò per l’ennesima volta quel maledetto
ciuffo
dietro all’orecchio.
-Ma
sinceramente, non mi sembrano i discorsi consapevoli che
tu sai fare frequentemente.-
-Ma stai zitta, non sai nemmeno cosa hai detto tu. Dai, dai, almeno un
po’ ti
piace?-
La
ragazza divenne leggermente rossa e si morse
delicatamente il labbro inferiore in modo da non farsi male.
-Senti,
è un bravo ragazzo. Ma non so il perché. Non
c’è
quella “scintilla” che mi invia, in un certo senso
io non la ricevo.-
-Solo
perché è in Serpeverde. Tu costruisci questi muri
che
nemmeno riesci a vedere solo perché vuoi cercare queste
differenze tra di noi,
che non troverai mai. Ammettilo, lo ami.-
-La
parola “amore” è troppo difficile,
complicata e
incasinata. L’amore è un po’ come un
sacco che ti schiaccia, come un
compressore che ti comprime…-
-Ma
tu sottovaluti l’idea che lo ami. Ammettilo. Non devi
vergognarti. L’amore è come un’ ala,
pronta a farti volare.-
Luna
si alzò. Piangeva. Non sapeva nemmeno lei il
perché e
le venivano i conati di vomito.
“Se
l’amore mi fa stare così male, io non voglio
amare.” Pensò
mentre correva verso il bagno a testa bassa.
*
* * *
Continuava
a correre.
“Merda,
se vomito qui mi faccio la figura della scema, come
al solito.” Teneva la testa bassa e non vedeva nemmeno tanto
bene davanti.
Infatti,
dopo un po’ si schiantò contro un corpo.
Alzò di
poco lo sguardo, e, lo vide.
“Sono
fottuta. Sarò verde in faccia. Perché proprio
adesso.
Dio mi odia.”
Si strinse nelle spalle e si voltò dall’altra
parte.
Deglutì velocemente quel liquido amarissimo.
Drave
le toccò un orecchio.
-Ti
senti male. Dobbiamo andare in infermeria.- esclamò.
-Non
ti preoccupare. Sto meglio.- Non voleva far discorso in
quelle condizioni. Concluse sbrigativa, ancora per una volta.
-Ah.
Se vai di fretta da qualche parte ti posso accompagnare.-
Disse sorridendo.
Luna
abbassò lo sguardo un po’ rossa, chiuse gli occhi.
I due erano da soli. Gli altri erano tutti nei dormitori.
Il ragazzo sospirò. Non poteva fare altro. Anzi, si. Poteva.
Ma soprattutto:
Doveva.
Le
prese il mento e lo sollevò sino a farlo a toccare al
suo. Le brillavano gli occhi.
“Lo
sta per fare davvero.”
Successivamente
solo fuochi d’artificio.
Le prese i fianchi e a baciò di nuovo. Lei gli mise le mani
sul viso.
Iniziarono a giocare
con le loro lingue.
Era
bastato un momento solo.
-Ti
amo.- le sussurrò Drave.
Lei
non disse niente e gli prese la mano.
Insieme
si recarono al dormitorio di Serpeverde. Non c’era
nessuno. Erano ormai iniziate le lezioni. Ma loro erano sempre stati
presenti.
Se mancavano una volta ai professori non importava dato che erano stati
degli
ottimi studenti.
Si
sedettero sul letto di Drave. Continuarono a baciarsi.
Finché non si fecero trasportare dalle onde
dell’amore e lo fecero, come
avevano da sempre voluto entrambi.
-Ti
amo.- gli sussurrò Luna.
Finalmente
aveva rotto quel muro trasparente che aveva
creato solo per imbarazzo, per vergogna.
Ma
adesso non le importava. Lo amava, questa era l’unica
cosa importante che contava e lui amava lei.
Provavano
la stessa magia. Quella magia superiore a tutte le
altre, quella che solo con l’aiuto di un’altra
persona riesci a creare.
Certo,
perché l’unione fa la forza.
Spazio autore
Bene. Ecco, volevo proprio fare una one-shot su Harry Potter. Non volevo aggiungere niente di che. Spero che... vi sia piaciuta, anche se è un po'..come dire.. un casino.
Per il resto non ho nulla
da aggiungere. Ciau a tutti <3 <3