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Autore: charls    09/06/2013    3 recensioni
Questa è l'unica vita che abbiamo ed è una cosa grande, terribile, breve e infinita e nessuno di noi ne esce vivo.
IT'S LARRY, BABE.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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23 settembre 2012


Louis sentiva il suono di quella fastidiosa  macchina, ancora non riusciva a credere a tutto quello che era successo in quell’arco di tempo, si chiedeva in continuazione che cosa avesse fatto di male la sua anima per essere sgretolata in mille pezzi.
« Signor Tomlison, non sappiamo se il ragazzo riuscirà a passare la notte.» disse l’uomo di fronte a lui, guardandolo con compassione. Il moro appoggiò la testa sul freddo vetro che divideva il corridoio dalla stanza, erano due mesi che andava avanti con questa storia, il suo viso ne era la prova vivente, le sue profonde occhiaie, io suoi occhi sempre troppo gonfi e rossi. Fece un lungo sospiro, dopo tutte le terapie, dopo tutti gli interventi, si sentiva una persona inutile. Possibile che non fossero serviti a niente?
« D-Dove posso portarlo? Se qui non avete gli attrezzi idonei per la sua guarigione, trasferitelo in qualsiasi altre parte. I soldi non sono un problema.» la sua voce era un mix di agitazione e preoccupazione, avrebbe voluto ridurre in cenere qualsiasi cosa si trovasse davanti ai suoi occhi in quel maledetto ospedale.
« Si calmi, deve capire che se anche lo porterà da un’altra parte le sue condizioni non cambieranno. Purtroppo, il cancro non è una malattia sempre curabile, soprattutto se sono partite le metastasi. Deve cercare di godersi quest’ultimi momenti il più possibile, so che è difficile farsene una ragione, ma Harry è stato un combattente, ha avuto il coraggio di lottare e di non far trasparire mai il suo dolore fisico, solo ed unicamente per lei.» non poteva dirgli quelle cose, lui non l’avrebbe mai lasciato, non in questo modo. Coprì con le mani il proprio viso e cominciò a ripetersi che quello era solo un brutto sogno, che tra poco si sarebbe svegliato nel suo letto insieme a suo marito.
 « Ho sentito abbastanza, vado da lui.» sussurrò prima di dileguarsi e andare in quella maledetta stanza.
Era allungato nel lettino, una mano poggiata nel petto e l’altra distesa, la maschera per aiutarlo nella respirazione che gli copriva il viso e gli occhi chiusi, sembrava sereno anche in quelle condizioni.
Il moro cominciò ad avanzare, si accomodò nella solita sedia dove passava le notti insonni per restare sempre vigile.
« Non te ne andare, io ho ancora bisogno di te.»  con la voce incrinata, sussurrò vicino al suo orecchio. C’era qualcosa che nella vita durasse per sempre? L’amicizia? L’amore? Il proprio affetto familiare? I soldi? Gli oggetti materiali? Secondo Louis, tutto questo trovava sempre il baratro della fine, ma cominciava a chiedersi: il dolore, anche quello cessava di esistere dopo un po’? Il rimpianto di non avere più al proprio fianco la persona che ami, di non sentire più quel calore che ti trasmette, di non condividere più i suoi gesti giornalieri, di non sentire più la sua voce, anche questo si poteva sostituire?
Ma poi successe, Harry si tolse la maschera dalla bocca, si girò lentamente verso  Louis, erano occhi contro occhi, verde che si scontrava con il blu, dolore contro amore, paura contro coraggio, tutto era un’unica cosa.
« H-Harry, come stai?
» balbettò, mentre portò una delle sue mani a stringere quella del ragazzo disteso sul letto.
« Io benissimo. – sorrise - La domanda  è: Tu come stai?
» anche con un solo filo di voce, riusciva a dirti quelle cose, il moro voleva avere almeno la metà del suo spirito combattere.
« Sono solo stanco, ma per il resto tutto bene.» doveva fingere, non poteva dirgli dell’incessante dolore che aveva al petto, non voleva farlo preoccupare.
« Che pessimo attore.» cercava di scherzare e di farlo distrarre, come se quello tra la vita e la morte fosse stato lui.
« Sicuramente, per non farmici rimanere di merda, se ti chiedo se sono più bello calvo o con i ricci, tu giustamente, mi dirai che sono ancora più sexy così.» Louis sorrise tristamente, scuotendo la testa.
« Ti amo, per me saresti bellissimo anche se andassi in giro con una busta in testa.» strinse ancora più forte la sua mano, per rafforzare quello che aveva appena detto. Voleva fargli capire che senza di lui non andava da nessun parte, come una bussola senza la sua barca.
« Vieni qui e dammi un bacio.» posò le sue labbra a quelle secche del riccio, per un casto bacio.
Non voleva che fosse l’ultimo saluto, non poteva finire in questo modo, non dopo tutti i progetti  che avevano in mente di realizzare, non dopo tutte quelle promesse sussurrate.

Le condizioni di Harry Styles, il giorno dopo, risultarono migliori da quelle del giorno precedente.

28 Agosto 2013


Louis Tomlinson da quasi un anno, usciva solo per andare nel suo studio, aveva mandato a quel paese qualsiasi cosa riguardasse amore, amicizia, affetto e divertimento.
Credeva di essere morto già da un pezzo, che la sua vita non avesse un preciso senso logico, secondo lui, nella sua vita, dopo la pioggia non c’era l’arcobaleno a portare via qualsiasi difficoltà che gli avevano scavato l’anima, ma c’era solo un incessante tempesta che distruggeva qualsiasi cosa incontrasse.
Sua madre gli ripeteva sempre che doveva andare avanti, la sua vita non poteva essere finita solo perché lui non c’era più a condividere le sue giornate, ma deviava sempre il discorso perché guai a chi nominasse ancora il suo nome, Harry doveva esistere solo nella sua mente e nel suo cuore, come poteva anche solo pensare di poter continuare senza il riccio? Sicuramente, il ragazzino non sarebbe stato contento se avesse trovato un’altra persona al suo fianco, perché questo significava dimenticare chi si aveva sempre amato.
Mentre cercava di sfamarsi con qualcosa, visto che le uniche volte che aveva cucinato era solo per far contento il suo Harry,  il capannello del suo, ormai vuoto, appartamento suonò.
Sbuffò, non voleva vedere nessuno, se fosse stato Zayn gli avrebbe tranquillamente sbattuto la porta in faccia, non aveva intenzione di sentire i suoi discorsi di merda, sul fatto che avesse solo ventisette anni e non poteva buttare la sua vita in un secchio dell’immondizia.
Avanzò lentamente, aprì annoiato ma non vide nessuno, pensò che fosse solo uno stupido scherzo di quei ragazzini che abitavano in quel condominio, ma prima che potesse richiudere la porta, fece caso ad un lettera posata sul pavimento freddo del corridoio.
Prese la busta tra le mani analizzandola, dietro c’era scritto il suo nome, chiuse velocemente la porta e si accomodò sul divano, l’aprì con cautela, sentiva una strana sensazione, il cuore non smetteva di battere all’impazzata, il respiro che piano piano si mozzava.

Caro Louis,
Non te l’aspettavi una mia lettera, giusto?
Sicuramente adesso sei con il fiato sospeso, vuoi un consiglio? Fai dei respiri profondi e conta fino a dieci, dai piccolo uomo puoi farcela!
Comunque, volevo solo dirti che cercherò di aiutarti, perché anche se non ci sono più, nessuno può impedirmi di starti accanto.
Immagino che ti sei rinchiuso dentro casa, che esci solo per andare dentro quell’ufficio, insomma…Tomlinson, vuoi fare l’uomo oppure il vecchio rompipalle della questione?
Adesso devi fare una bella cosa: Preparati, chiama quella banda di scemi dei nostri amici ed esci da quello schifo di appartamento, devi divertiti come un tempo, scherzare come un tempo!

E cerca anche di rimorchiare, usa quella dote nascosta che c’è in te, anche se sono sicuro che non ti servirà a niente, con quei occhioni blu che ti ritrovi riusciresti a conquistare anche solo con uno sguardo.
Hai bisogno di una sana scopata, LouLou.


PS. Ti amo.

Ma che cosa aveva fatto suo marito durante il periodo di malattia? Non c’era alcuno dubbio, era proprio Harry Edward Styles.
Rilesse per la decima volta quella lettera, doveva per forza prendere in considerazione i suoi consigli, il guaio era che se anche le persone cercavano di spronarlo in qualsiasi modo, lui faceva sempre il contrario di quello che gli veniva richiesto, ma se a dirlo era il riccioletto, poteva cercare di provarci, insomma dannazione a lui.
Compose il numero di Liam e dopo due o tre squilli, il suo amico rispose.
«Stasera hai da fare? Perché stavo pensando di uscire e andare in qualche pub come ai vecchi tempi! Ti prego, dimmi che ci stai.» disse con voce convincente, anche se gli tremavano le mani per l’agitazione.
«Il cielo è sereno, il sole splende su tutta Londra, non sta per niente nevicando…hai bevuto qualcosa? Ma è ovvio che accetto, tutti quanti stavamo aspettando solo questo da te.» Louis sorrise sincero, anche se Liam dall’altra parte del telefono non poteva vederlo.
 Da quando che non sorrideva? Forse da troppo tempo.

Un settimana dopo


Louis indossava la maglia, evidentemente larga per le sue dimensioni, di Harry perché non voleva perdere il suo calore, il suo odore, voleva sentirlo stretto nelle sue braccia, in qualche modo cercava di placare la sua assenza.
Intanto, raccontava di quello che era successo ai suoi amici, che non distaccavano nemmeno per un secondo gli occhi da lui, Niall fece un leggero sorriso e Louis lo guardò interrogativo.
« Sapevo del suo piano. Ne riceverai almeno altre tre lettere, mi ha detto di dirtelo in caso tu avessi tirato in ballo questo discorso.»  non fece in tempo a rispondere che il suono del campanello lo precedette.
Non poteva essere la seconda lettera, non era ancora pronto a tutto ciò, aprì delicatamente la porta, portando subito il suo sguardo in basso e appena la vide, credette che il suo cuore potesse uscire dalla sua gabbia toracica.
Mostrò ai suoi compagni la busta, mentre non riusciva a smettere di tremare, cosa si sarebbe dovuto aspettare questa volta? Zayn gli fece un po’ di spazio sulla poltrona e dopo aver fatto lungo respiro, cominciò ad aprirla.

Caro Louis,
Spero che tu abbia preso in considerazione i consigli della mia prima lettera, perché se no verrò a cercarti nel sonno solo per prenderti a pizze!
E ti prego smettila di tremare, sai che non voglio che ti succeda qualcosa per causa mia. Sei sempre stato un insieme di ansie e paure, e quando sei agitato o imbarazzato non la smetti di parlare.
Come la prima volta che ci siamo incontrati, in mezzo a quella strada, sai mi ricordo ancora com’eri vestito, come potrei dimenticarlo, amore mio? Maglietta stretta a righe, pantaloni attillati e quelle specie di pantofole (no, non dirmi che sono delle scarpe, perché sono orribili) ai piedi, eri decisamente la cosa più bella che avessi mai visto.
Io, come al solito, facevo la mia corsetta mattutina e avevo la testa da tutt’altra parte, non guardavo un punto preciso  e come un coglione, ti sono venuto addosso.
Ma sai la cosa più strana di tutto ciò? Che invece di urlarmi contro di stare più attento, mi hai urlato con la tua voce squillante  - CIAO – e dopo mi hai chiesto dove diavolo fossi finito (mi devi spiegare come cazzo ci sei arrivato ad Holmes Chapel se a malapena sapevi guidare un furgoncino). Il fatto di non parlare, non è durato molto…anzi: dopo un po’, non riuscivo più a farti stare zitto! Ma eri così carino mentre cercavi di fare colpo su di me con William Blake e tutti i suoi grandi progetti. Non sapevo di cosa stessi parlando. E quando ha cominciato a piovere? Mi hai detto che non avevi mai provato l’euforia di dare un bacio sotto la pioggia, come succedeva  nelle scene di un film romantico e non so con quel coraggio posai le mie labbra sulle tue, ma ricordo la sensazione di completezza che provai nel momento in cui il bacio diventò non solo un tocco di labbra.
Dopo quasi un’intera giornata a parlare, mi hai salutato e quando mi resi conto che avevi ancora la mia giacca, urlai – Tu hai la mia giacca! – giuro, amore mio, la tua risposta è stata più romantica del discorso che fece Romeo sotto il balcone della sua amata Giulietta, - La terrò finché non ci incontreremo di nuovo, altrimenti rimarrà il più bel bacio che due sconosciuti si siano mai scambiati! – . In questo momento, mi sto trattenendo dal ridere, non voglio svegliarti, mi sentirei troppo in colpa.
Ti ho raccontato il nostro primo incontro solo per farti capire che devi continuare ad amare, Lou.

 


PS. Ti amo, Louis e so che anche tu mi ami. Non hai bisogno delle mie cose per ricordarti di me, non hai bisogno di conservarle come prova del fatto che sono esistito e che esisto ancora nella tua mente. Non hai bisogno di mettere le mie magliette per sentire il mio abbraccio. Io sono già lì….e ti tengo sempre stretto.

Ricevette una pacca d’affetto dal suo amico affianco a lui, aveva gli occhi puntanti ancora sull’ultime righe, solo Harry sapeva tutte quelle cose, solo Harry poteva sapere che dopo la sua assenza non avrebbe mai tolto nulla da quell’appartamento che gli riguardasse, solo Harry poteva anche con una lettera farlo ritornare indietro nel tempo, come se potesse rivivere tutte quelle sensazioni in un solo momento. Louis Tomlinson poteva ancora donare amore, lo sentiva il battito accelerato del suo cuore, era come se si fosse innamorato per la seconda volta della stessa persona, Harry, voleva fargli capire che la sua affermazione sul fatto che fosse morto dentro era solo una grande stronzata.

Due settimane dopo


Louis era appena tornato verso le due di notte nel suo appartamento, aveva ancora in mente il bacio di Zayn, non era ancora pronto ad affrontare un’altra storia.
Perché non voleva quel ragazzo al suo fianco, per carità era dannatamente bello ma non come lui. Sentiva come un rifiuto dalla sua anima, che gli continuava a dire che lo dimenticherai.
Posò le chiavi sul tavolo del salotto, corse su per le scale per andare nella sua camera, si buttò su un letto troppo freddo e troppo grande per essere condiviso solo da una persona.
Si alzò e cominciò a rovistare nell’armadio di Harry, che non aveva ancora il coraggio di svuotare e prese uno dei suoi giacchetti preferiti, ma in una delle sue tasche scivolò qualcosa, così lo appoggiò e quando si rese conto di cosa si trattasse, inghiottì più volte.

Caro Louis,
Se stai leggendo questa lettera, sii orgoglioso di me perché sono la persona più intelligente che tu abbia mai incontrato, sapevo che saresti andato a prendere quel giacchetto, dopo tutte le volte che mi hai strillato – Harry, se indossi quel giacchetto dovrò richiuderti dentro la nostra stanza per sempre – rispondi con sincerità, l’avresti fatto veramente? Amo la tua possessività, ti rende ancora più sexy di quello che già sei.
Non riesco più a guardati mentre fai le notti insonni per me, non capisco perché tu non mi lasci andare al mio destino.
Non mi preoccupa il fatto di dover morire, ma quello che ti succederà dopo la mia scomparsa, perché ho paura che tu non possa andare avanti per la tua strada, Louis cazzo, non sei morto tu ma sono morto io!
Non puoi scambiare la parti, anche perché non te lo lascerei mai fare e non provare a farti passare per la testa il suicido, perché non ti accoglierò a braccia aperte, ma con una mazza di ferro in mano per ucciderti anche nel mondo dei morti.
Vedi, non mi preoccupo del fatto che non ti ricorderai di me, ma mi preoccupo di quel ragazzo sulla strada che tu continui a dimenticare.
Voglio che tu sappia che se proverai a rinnamorarti, io farò il tifo per te, caro amore mio.


PS. Ti amo.

«C’è una cosa che ti è sfuggita Harry, gli altri non saranno mai te.» sussurrò con voce spezzata, un lacrima solcò il suo viso fino a posarsi sul foglio.

Tre settimane dopo


Bussò alla porta di casa Styles, era venuto a trovare Anne, da quando c’era stato il funerale, si erano solamente contatti tramite email o messaggi telefonici.
Il viale era abbastanza accogliente, la veranda era occupata solo da una sedia a dondolo, tutto in quel posto era qualcosa di magico, tutto in quel posto sapeva di Harry.
La porta si aprì, facendo intravedere una donna di mezza età, che appena vide il giovane gli saltò addosso riempendolo di baci.
«Louis, era ora che ti facessi vivo! Pensavo che mi avessi dimenticato, insomma lo sai che tu non disturbi mai.» sorrise, e Louis credette di morire in quell’instante, quel sorriso gli ricordava troppo la persona che amava con tutto se stesso.
«Ma come potrei dimenticarti? Sono stato solo impegnato con il lavoro, appena ho trovato del tempo libero, sono subito corso da te.» erano tutte stronzate, l’unico motivo per cui non andava a trovarla, era perché preferiva chiudersi dentro casa e non aver a che fare con nessuno.
Entrarono dentro, Anne lo fece sedere nel tavolo della cucina e cominciò a preparare del thè per tutti e due.
«Mi ha chiamato tua madre, - era nella merda più totale – e mi ha parlo del più e del meno… - si schiarì la voce - come stai, Louis?» cominciò ad agitarsi, non sapeva in che posizione mettersi, menomale che non poteva vederlo, perché era indaffarata con le tazzette.
« Anne, sarò sincero, sto cercando di andare avanti con la mia vita, ma ogni volta mi sembra sempre di ritornare nel punto di partenza. Ogni volta che chiudo gli occhi, vedo tuo figlio, in ogni semplice azione che faccio, c’è sempre tuo figlio ad occupare la mia mente. E-e adeso che sono qui, ti guardo e non riesco a smettere di non pensare che i tuoi occhi riflettano Harry.» abbassò lo sguardo, non riusciva a guardare quegli occhi che avevano spogliato i suoi sentimenti.
«Terza lettera, Louis.» presa la sua mano e gli fece stringere la busta, poi gli posò un bacio sulla fronte.
«Va a leggerla di fuori, ti aspetto qui.» Louis la strinse forte, prima di farle un sorrise riconoscente. Aprì la porta e dopo essere uscito fuori, guardò l’ultima lettera che avrebbe letto.
Erano dei saluti quello che per caso gli aveva scritto Harry? Gli girava la testa per tutte le domande che si era posto, così mentre il vento solleticava i suoi capelli, l’aprì.

Caro Louis,
Non ho molto tempo….non intendo letteralmente, voglio dire che sei uscito a comprare il gelato e tornerai a casa presto. Ma ho la sensazione che questa sia la mia ultima lettera, perché mi è rimasta soltanto una cosa da dirti: non è di vivere di ricordi o di comprare una lampada, riuscirai ad andare avanti benissimo senza il mio aiuto.
E’ per dirti quanto tu mi hai toccato profondamente, come tu mi hai cambiato.
Hai fatto di me un uomo, amandomi Louis. E per questo ti sarò eternamente grato….letteralmente!
Se puoi promettimi una cosa, promettimi che ogni volta che sarai triste, o insicuro, o che perderai completamente la fede, cercherai di vederti attraverso i miei occhi.
Ti ringrazio di avermi dato l’onore di essere tuo marito. Sono un uomo senza rimpianti, quanto sono fortunato!
Tu sei stato la mia vita Louis, ma io sono solo un capitolo della tua. Ce ne saranno altri, te lo prometto.
E allora ecco il mio consiglio, il più importante: non avere paura di innamorarti ancora. Apri il tuo cuore e va dove lui ti porta.
Cerca quel segnale per sentire che lui ti cambierà la vita.
E ricorda: mira alla luna, se la manchi sarai sempre tra le stelle.

PS. Ti amerò per sempre.

Chiuse la lettera, percepiva che qualcosa in quel preciso istante lo stesse salutando, Harry.
ricevette una carezza calda sulla guancia, e un brivido gli percosse la schiena, comprese che era giunto il momento di lasciarlo andare.
Scrivendogli quelle lettere voleva fargli capire quattro concetti fondamentali: Coraggio, forza di amare, ritrovare se stessi e lasciar andare.



Sono venuta a rompervi le palle con una nuova one-shot, 
ma questa volta riguarda Harry e Louis, amo quella coppia e credo fermamente in loro. 
Ho scritto questa storia perché mi sentivo in dovere di farlo, volevo precisare, che le lettere e soprattutto l'ultima, 
non state inventate da me, ma dall'autrice da cui ho preso spunto per la storia. 
Volevo dedicare questa storia ad una persona speciale, @cheerfulharry cioè Maria, sono quasi due mesi che la conosco, 
ma mi sono veramente tanto legata a lei, spero di non averla delusa in qualche modo. 
Se la leggete, potete lasciarmi almeno una recensione? Non potete capire quanto ci tenga ad una vostra opinione. 
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