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Autore: LadyofShadow    25/12/2007    1 recensioni
Tre persona sanno la verità. Tre persone sanno che Lucius non è il vero padre di Draco. Ma quando la verità è troppo dolorosa, quando scopre un baratro di menzogne, segreti e rimpianti, forse è meglio che resti celata... quando la verità fa fare cose strane alle persone, cose priobite... forse la verità è che non è mai troppo tardi per cercare di tornare indietro. Questa fiction è dedicata ad Angi e Gius.
Genere: Triste, Malinconico, Dark, Sovrannaturale, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16 – Qualche passo avanti

Capitolo 16 – Qualche passo avanti

 

 

Draco P.O.V.

 

Alle cinque del giorno dopo, puntuale come un orologio svizzero, mi presentai davanti alla porta dell’ufficio di Andromeda Black. Alzai una mano per bussare. Una miriade di dubbi mi affollavano la mente. Sapeva chi ero? Sospettava? Voleva impedirmi di portare a termine quella che era ormai la mia missione? La mia mano si bloccò a mezz’aria.

Restai lì, come un idiota, fermo con la mano sollevata per quasi un minuto, prima che riuscissi a prendere una decisione. Per amor del vero, decisi di fare dietro front e tornare in biblioteca.

Non lo nascosi a me stesso, stavo scappando. Come un codardo.

Alla mia età è difficile cambiare le abitudini.

 

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Luna P.O.V.

 

-         Ancora qui? – domandai a Draco, sedendomi accanto a lui ad un tavolo della biblioteca.

-         Mi vedi – rispose, stanco. – Che ore sono? –

-         Quasi le sei e mezza. Trovato niente? –

-         Ho finito quei due tomi enormi – indicò due libroni posati sul tavolo, con alcuni segnalibri infilati dentro – Ma trattano argomenti molto generali e sono di poca utilità. Tu? –

-         Io ho “trovato” un permesso per scartabellare nella Sezione Proibita! – annunciai con un gran sorriso, mostrandolo con orgoglio a Draco – Firmato dal professor Lupin. Gli ho detto che voglio scoprire se i Ciaffrugli Collosi di cui mi ha parlato mio padre sono le stesse creature che nell’antichità si diceva mangiassero i neonati, il ché sarebbe davvero pericoloso perché a detta di mio padre stanno aumentando a dismisura, ci dev’essere una colonia da qualche parte e… - vedendo lo sguardo sempre più vacuo di Draco, che solo in nome della nostra neonata amicizia non mi stava mandando al gas, ridacchiai – …e Remus ha iniziato a guardarmi proprio come mi guardi tu in questo momento, e mi ha subito firmato il permesso augurandomi buon lavoro. –

-         Ehm. Scusa. – mormorò imbarazzato – Hai fatto un ottimo lavoro. –

 

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Draco P.O.V.

 

Aveva fatto davvero un ottimo lavoro. Luna mostrò a Mad Pince il permesso e la bibliotecaria la lasciò entrare. Dall’anno prima era stata innestata una porta che si apriva solo con le chiavi magiche della bibliotecaria, per evitare che qualche ragazzino idiota finisse in quella sezione per sbaglio. La porta, però, si apriva anche dall’interno senza bisogno di chiavi, per permettere agli studenti di uscire una volta trovato il libro che cercavano. Dieci minuti dopo, accertatomi che nessuno mi guardasse, raggiunsi la porta. Luna mi aprì, facendomi brevemente cenno di entrare. Ci inoltrammo non visti nella Sezione Proibita.

Questa sezione della biblioteca non è neanche lontanamente grande come una qualsiasi delle altre (anche se è dieci volte più pericolosa). Ci saranno a dir tanto trecento libri – anche se spessi come una scatola da scarpe –, vale a dire un solo corridoio fiancheggiato su ambo i lati da quattro file di scaffali. Dissi a Luna che poteva anche lasciarmi lì e che mi sarei arrangiato da solo, ma lei volle restare, almeno per un po’. Rimase fino alle sette e mezza, poi siccome era già ampiamente in ritardo per la cena, dovette scappare e andò via dicendo alla Pince che non aveva trovato il libro che cercava e chiedendole se poteva tornare dopo. La bibliotecaria lo vietò categoricamente, dal momento che la biblioteca avrebbe chiuso da lì a poco. Rimasi comunque nella Sezione Proibita, senza che nessuno si fosse accorto di me. Ero sprofondato nella lettura di un libro molto interessante che concerneva antichi oggetti di magia nera. Speravo di trovarci riferimenti all’Arco, da qualche parte tra quelle settecento pagine…

La mia costanza venne premiata a pagina 569. Il libro era molto antico, e trovai un nutrito trafiletto che riportava le parole di un libro ancora più antico. Parlava di una certa Porta di Pwyll. Seguiva una leggenda secondo cui questo Pwyll era il principe del Dyfed (che non so cosa fosse) che nel corso di una battuta di caccia aveva scacciato un branco di mastini bianchi che braccavano la sua preda. Sfortunatamente questi cani appartenevano al Dio Arawn, signore dell’oltretomba. Come punizione Pwyll dovette trascorrere un anno e un giorno negli inferi, durante i quali sconfisse il rivale del Dio Arawn, conquistando così la sua amicizia. Secondo la leggenda, poi, Pwyll fece ritorno alla Terra e bla bla bla, tutto il resto non mi interessava.

Saltai a piè pari alla descrizione della Porta: all’inizio solo una fenditura nel fianco di una collina, vi era stato poi costruito dentro un arco di pietra con incisioni arcane per evitare che la gente ci entrasse per sbaglio.

Il racconto si interrompeva così. In conclusione c’era scritto, sinteticamente: “questo è tutto quanto c’era sul vecchio trattato”, poi l’autore del libro “nuovo”, cioè quello che avevo in mano io, aggiungeva che da allora le cose erano molto cambiate, che da quando i maghi si erano ben organizzati fondando il Ministero e tutto, la collina con la porta per gli Inferi era stata distrutta e l’arco era stato trasportato senza smontarlo in un luogo sicuro, dove fosse sotto la supervisione del Ministero. Nonostante non si trovasse più al suo posto originario, l’Arco aveva continuato ad essere una porta per l’oltretomba perché… qui l’autore ipotizzava che una porta per l’Altro Mondo dovesse sempre restare aperta e che gli antichi Dei, adirati con i mortali che avevano chiuso la porta precedente, avessero fatto in modo che l’Arco ereditasse il ruolo di Passaggio per l’aldilà, e che non fosse più possibile distruggerlo. Seguiva una dozzina di righe in cui si riportavano i tentativi (infruttuosi) di distruggere la Porta di Pwyll.

Non parlava di nessuno che fosse mai riuscito a tornare indietro.

Nessuno, naturalmente, a parte lo stesso Pwyll.

 

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Harry P.O.V.

 

Finii di pulire la maledetta aula di pozioni che ormai era troppo tardi per salire a cena. Saranno state le nove e mezza. Andai nelle cucine a elemosinare un po’ di cibo e poi nella Sala Comune a fare i compiti. Verso le undici restai solo, tutti erano saliti a dormire, ma io ero ben lungi dal potermi concedere riposo. Avevo ancora tutta la vita di Agrippa da ripassare.

Non riuscivo a concentrarmi. Avevo in testa Sirius, la possibilità per quanto remota che Sirius potesse tornare in vita, e il senso di colpa che nasceva dalla consapevolezza che non stessi facendo niente di utile.

Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim” lessi sul libro di Storia della Magia “nacque a Colonia il 15 settembre millequattrocento…” la mia mente scartò verso il ragazzo misterioso che diceva di essere il figlio di Sirius, che ora era chissà dove a fare… cosa? Quasi certamente non i compiti di scuola come l’idiota qui presente. “Millequattrocentottantasei. Nel millecinquecentodieci scrisse la sua famosissima opera…” mi distrassi di nuovo, scaricando la mia frustrazione con un pugno sul tavolo. Mi morsi il labbro inferiore. Cosa dovevo fare? Non avrei saputo da che parte cominciare, per aiutare Sirius. In quel momento un picchiettio alla finestra mi riscosse dai miei pensieri tormentati. C’era una piccola civetta che bussava con il becco alla finestra, lottando contro il vento che spazzava le mura del castello. Mi affrettai ad andare ad aprire. Il piccolo animale entrò in silenzio, lanciandosi su una poltroncina vicino al fuoco, tremando e lisciandosi le piume arruffate. Aveva un biglietto legato a una zampa, un biglietto per me.

 

Vieni a mezzanotte in biblioteca, Sezione Proibita. Da solo. Mezzanotte. Credo di aver trovato qualcosa. Porta una pergamena e una penna per scrivere, il tuo mantello magico e qualcosa per creare un diversivo. Caccabombe o qualsiasi cosa. Usa la tua immaginazione.

PS: porta anche dei panini e del caffè. Temo che sarà una cosa lunga, almeno per me.

 

Una cosa lunga, per lui? E io? Credeva che non volessi restare?! Volevo dare tutto il mio aiuto alla ricerca per salvare Sirius!

E poi gli serviva… un diversivo? Voleva fare qualcosa che violasse le regole, supposi. Qualcosa che facesse molto rumore. Salii di corsa in camera, chiedendomi di sfuggita che cosa avesse in mente, e presi su il Mantello e una mezza dozzina di petardi magici comprati da Tiri Vispi Weasley.

Guardai l’orologio. Erano appena le undici e venticinque! Impossibile aspettare altri trantacinque minuti!! Rilessi la lettera, camminando avanti e indietro per la Sala Comune vuota. Mezzanotte. Voleva che andassi lì a mezzanotte. Perché non prima…?

“Un attimo. Aspetta solo un attimo… lui prende una pozione per modificare il suo aspetto, una pozione che, parole sue, dura 24 ore. Forse prima di mezzanotte l’effetto non sarebbe ancora scaduto e quindi… lo vedrei nel suo vero, cioè finto, aspetto!!”

Infrognai il mantello e i petardi nella borsa di scuola, accidenti che peso! La svuotai di tutti i libri e poi mi catapultai giù dalle scale. Dal momento che l’adorata Hermione aveva requisito la mia Mappa del Malandrino, nascondendola nel dormitorio femminile a cui non avevo accesso, non avevo altro modo per scoprire la vera identità del mio misterioso collaboratore se non vederlo direttamente in faccia.

Passai al volo dalle cucine, trovando pochi elfi domestici ancora in piedi, che furono ben felici di rifornirmi (di nuovo) di cibo e bevande. Poi di corsa all’appuntamento. Speravo di arrivare in anticipo.

Arrivai alla porta della biblioteca a mezzanotte meno cinque. Ci avevo messo un po’ perché anche con il mantello, senza la mappa dovevo essere molto cauto e tendere l’orecchio al minimo accenno di presenze sulla mia strada. Aprii la porta con un semplice Alohomora. Non sarebbe stato altrettanto facile con la Sezione Proibita. Lui era già dentro? Come aveva fatto ad entrare?

Mi richiusi il pesante portone alle spalle. Attraversai la biblioteca silenziosa, sobbalzando al rumore dei miei stessi passi che echeggiavano nei cunicoli, complici le alte volte a crociera. Buffo come di notte la biblioteca sembri un labirinto foderato di libri, sempre uguale. Mette quasi soggezione.

Mi sarei perso, perché quelle svolte paiono tutte identiche, se non fosse stato per la pesante porta che era stata posta a barricare la Sezione Proibita. Era serrata, non c’era modo di entrare. Non si apriva neanche con l’Alohomora. Maledizione! Arrivare in anticipo non era servito a niente!

A mezzanotte spaccata, sentii qualcuno armeggiare con la porta dall’altra parte. La pesante porta si aprì cigolando. Attraverso un sottile spiraglio fece capolino il viso del ragazzo misterioso. L’avevo visto soltanto una volta e avevo quasi dimenticato quanto assomigliasse a Sirius da giovane. Non era proprio uguale, ma a sapere che era suo figlio la loro somiglianza saltava subito all’occhio.

Si guardò intorno, cercandomi con lo sguardo. Mi sfilai il mantello rivelandomi a lui. Non sobbalzò, fece solo un cenno di assenso con il capo. I suoi gesti e il suo sguardo rivelavano una sorta di freddezza metodica.

-         Sei solo? – bisbigliò, aprendo di più la porta per lasciarmi entrare.

-         Si – sussurrai anch’io, come se qualcuno avesse potuto sentirci in quell’enorme biblioteca vuota.

-         Bene, entra. – mi fece un rapido cenno con il capo. Metteva a disagio tanto era… furtivo. – Credo di aver trovato qualcosa. –

-         Fa vedere! – ingiunsi subito, scivolando dentro e chiudendomi la porta alle spalle.

-         Si, si, un attimo. Prima di tutto, hai i miei panini? – mi porse una mano.

-         Ah… certo. Ti ho preso anche del succo di zucca. – gli porsi la mia borsa e lui la afferrò famelico, prendendo a rovistare come un morto di fame. Neanche l’ombra di un grazie. – Non sei sceso a cena? – indagai, ma inutilmente; neanche io ero a cena, quindi non sarei stato in grado di riconoscerlo da quel piccolo dettaglio.

Nonostante ciò, fece subito marcia indietro, diventando molto più guardingo.

-         Si, sono stato a cena, ma ho mangiato poco e in fretta perché volevo infilarmi qui dentro prima che la biblioteca chiudesse. – lo disse in tono così da balla improvvisata che non gli credetti nemmeno per un secondo.

Avrei potuto chiedere a Hermione se aveva notato qualche assenza a tavola, ma poi ricordai che lei non aveva la minima intenzione di aiutarmi a scoprire chi fosse. Avrei potuto chiederlo a Ron? No, no, lui a cena si concentra solo sul cibo. Sospirai, arrendendomi all’idea di aver perso questa ch’anse.

Mangiò in fretta i due panini all’arrosto che gli avevo procurato, poi mi guidò verso un angolo del corridoio dove aveva impilato una mezza dozzina di libri.

-         Ecco qui. Questo è il migliore. – sollevò un libro assolutamente anonimo, grosso, polveroso e usurato come gli altri. – “Antichi Strumenti di Magia Proibita”. È quello su cui ho trovato l’unica descrizione dell’Arco che… - la sua voce si abbassò progressivamente fino a diventare un bisbiglio. D’altronde non c’era bisogno di specificare. Sapevamo entrambi perché stavamo cercando informazioni su quell’Arco.

-         Ehm… bene. Vediamo. – mi sedetti a terra e incrociai le gambe, prendendo il libro. Il ragazzo mi bloccò la mano.

-         Sei matto? Aprilo molto lentamente! Se il libro percepisce che sei brutale con lui potrebbe cercare di… di… beh, non sarebbe piacevole. –

-         Prego? Stiamo parlando di un libro? –

-         Un libro di Magia Nera. Abbastanza antico. È normale che cerchi di auto-preservarsi, no? –

Chiusi la copertina che stavo lentamente sollevando.

-         Com’è che sai tante cose sui libri di Magia Nera? – scattai all’improvviso, insospettito dalla sua aria di superiorità. Il suo atteggiamento faceva vibrare una nota famigliare nel mio intuito, ma non avrei saputo dire cosa l’avesse scatenata.

-         Lo so perché oggi pomeriggio ho provato ad aprire quel libro senza la dovuta cautela – rispose piccato – e sono quasi soffocato a causa di una strana nuvola di polvere che sembrava avercela con me. –

Accettai la sua spiegazione con qualche borbottio.

 

Era il momento di metterci al lavoro. Mi rese partecipe delle informazioni che aveva raccolto. Sinceramente, speravo in qualcosina di più.

-         Senti un po’, ho passato il pomeriggio e la serata qui a scartabellare. Ti dico che non c’è nient’altro! – mormorò spazientito, spostandosi una ciocca ribelle dal viso quasi con violenza. – Ma conosco un modo per trovare altre informazioni potenzialmente utili. –

-         E cioè? –

Barcollò, solo per un momento, come se stesse riflettendo su come darmi una notizia delicata.

-         Ecco, mi… mi serve il tuo aiuto. Ma dovrai fare quello che ti dico senza fare domande e senza ribattere. –

Riflettei sulla sua richiesta. Non mi sembrava per niente ragionevole.

-         Cioè, in pratica mi stai chiedendo obbedienza incondizionata – tradussi, assottigliando gli occhi – in cambio di… cosa? Un “forse troverò qualcosa” e senza fornirmi uno straccio di spiegazione? –

Silenzio. Poi respirò a fondo, per calmarsi o forse per schiarirsi le idee.

-         Beh… quello che sto per chiederti di fare avrà delle conseguenze, ma mi permetterà di fare una cosa che… che mi porterà a… a… alle informazioni che cerco, anzi, che cerchiamo. – sottolineò, recuperando sulla precedente insicurezza. – Hai detto che volevi aiutarmi, no? Che volevi avere una parte in tutta questa storia. Ed è proprio quello che ti sto proponendo! –

-         Ok. Non sono per niente soddisfatto delle tue spiegazioni del cavolo. Ma sta bene. Che cos’è che dovrei fare? –

-         Ecco. Ehm. Questa è la parte più difficile. – si passò una mano dietro la nuca, imbarazzato. – Ti andrebbe di passare alla storia come martire? –

 

Dieci minuti dopo eravamo entrambi nel corridoio dei sotterranei su cui si aprivano le porte dell’aula di pozioni e degli… ehrg… alloggi di Piton. Con annessa dispensa privata, come aveva giustamente puntualizzato il mio… amico? …Socio? …Complice. Si, complice rende bene l’idea.

-         Hai capito bene cosa devi fare? – bisbigliò, nervoso ora che era giunto il momento cruciale.

-         Si. – nonostante il nervosismo e la totale certezza di stare per cacciarmi nel più grosso guaio della mia carriera, ero sottilmente elettrizzato. – Sotto sotto, ho sempre sperato in una buona occasione per fare questo. –

Gli porsi il mio mantello. Dopo un’esitazione quasi impercettibile se lo infilò. Sparì alla mia vista, ma io sentii il leggero rumore dei suoi passi che si allontanava verso la porta delle stanze dell’odioso professore. Un basso fischio, il segnale che aspettavo. Con la bacchetta diedi fuoco alla miccia dei fuochi d’artificio. Di lì a pochi secondi si sarebbe scatenato l’inferno.

 

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Draco P.O.V.

 

Come far filare liscio un buon piano? Numero uno, serve un coordinazione e tempismo. Numero due, serve un diversivo. Numero tre, serve un piccoletto che mangi un sacco di merda. Nel mio caso, ero stato incredibilmente fortunato.

 

Mentre Potter faceva crollare le pareti a suon di botti, mi nascosi ben bene vicino alla porta di Piton. Dopo neanche cinque secondi – più di quanto avessi previsto, il vecchio Sev sta invecchiando – Piton uscì come una nube in tempesta dalla porta, sbattendola contro il muro (ma non si sentì nemmeno a causa dei petardi). Guardandolo incombere nelle sue vesti nere da pipstrello, mi chiesi di sfuggita se dormisse con quei vestiti, se fosse riuscito a vestirsi in un secondo o se non dormisse affatto. Ma non c’era tempo per simili sciocchezze.

Mi affrettai ad infilarmi dentro la stanza da cui era uscito. Il suo studio, con una porta che dava sulla sua stanza e un’altra che portava alla dispensa privata. Ero già stato lì, quindi sapevo dove teneva la chiave.

 

Quaranta secondi più tardi uscivo, perfettamente in tempo sulla tabella di marcia, con un voluminoso ma invisibile fagotto sottobraccio. Piton stava ancora sgridando Potter, che fedele ai piani si era fatto “beccare per sbaglio”, mica trovare proprio sul posto, sarebbe stato sospetto. Ghignai alla crudeltà estremamente creativa che Piton stava sfoderando nel decidere la punizione di Potter. Due mesi di punizione, più un’udienza privata dalla McGranitt, che se la conosco non sarebbe stata affatto più clemente.

 

L’ingresso di Serpeverde non si trovava molto lontano dal luogo del misfatto. Quando i miei compagni di Casa si precipitarono fuori per vedere cosa stesse succedendo, approfittai della confusione per scivolare di soppiatto nella nostra Sala Comune. La missione era perfettamente riuscita! Ora dovevo solo fare in modo di restituire a Potter il suo mantello, preparare la Pozione con gli ingredienti rubati a Piton e… prepararmi ad andare fino in fondo con il mio piano. Per quanto schifoso, fastidioso e doloroso potesse essere.

 

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Harry P.O.V.

 

Due mesi di punizione! Due mesi!!! Cielo, riuscivo a non sputare in faccia a Piton solo facendomi forza con il pensiero che stavo agendo per salvare Sirius. E non potevo permettermi di indugiare nel dubbio che avrebbe potuto essere tutto inutile. Come aveva detto Hermione, dovevamo almeno provarci. Per il bene di Sirius e della mia salute emotiva.

 

La McGranitt non fu affatto contenta di venire svegliata all’una di notte. Specie per sentirsi dire che il maturo e responsabile ragazzo a cui era affidato il destino del mondo aveva fatto esplodere mezza cassa di fuochi d’artificio nei sotterranei, svegliando metà dei Serpeverde e un acidissimo professore di Pozioni, che aveva già avuto la cura di sottrarre 150 punti a Grifondoro. La McGranitt ne tolse altri 100, per non sfigurare. E poi chiese di essere lasciata sola con me.

Non poteva venirne nulla di buono. L’ unica sottile speranza a cui mi aggrappavo con tutte le mie forze era che non volesse togliermi il Quidditch per non penalizzare troppo la squadra.

 

 

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Non so da quando tempo non aggiornavo. Mi scuso! Io per prima so quanto è odioso aspettare tanto ma… sono davvero orribile. Cercherò di far meglio in futuro, specie ora che ho dato una trama definita a questa storia.

 

  
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