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Autore: Nice Doll    10/06/2013    1 recensioni
Ciao ragazzi, questa è la mia prima fanfiction..inizialmente doveva essere solamente una one-shot ma sembra essere piaciuta, perciò l'ho continuata! La storia parla principalmente di Caroline e Klaus e prende spunto da The vampire diaries, anche se molte delle cose che scrivo non appaiono nella serie..Beh che dire di più? Buona lettura! :) ps. Nella fanfiction Klaus è appena andato via da Mystic Falls.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sono passate tante settimane, forse mesi, dall’ultima che mi sono soffermata a pensare a tutte le cose che mi circondano.
Credevo di aver sistemato tutto, di poter finalmente tornare a sorridere ignorando la sofferenza che il mio cuore cela.
Ma ancora una volta, la vita mi ha resa incapace di affrontare tutti questi avvenimenti inaspettati.
Faccio fatica a ricordarmi l’ultima volta che mi sono sentita davvero felice.
Forse durante il giorno del diploma, quel giorno fatidico che ha cambiato molte delle nostre vite.
Risento ogni emozione vissuta in quelle ore, ogni brivido sulla pelle e sì, ne sono convinta: ero totalmente allegra.
Seppur solo durante gli inizi della giornata. Ora al contrario, tutto sembra essere grigio e spento, come il mio umore che cambia con il mal tempo. Ma più di tutto, con i temporali. I temporali.
Li vedo come portatori di tristezza, li avverto come se fossero gli uccelli del malaugurio. In questo momento ce n'è uno fuori, uno di quelli prepotenti, con dei fulmini che abbattono gli alberi e con un vento molto forte.
E io qui dentro, al caldo, mi sento vuota. Né triste né felice, semplicemente a metà strada. Una fastidiosissima via di mezzo tra una lacrima ed un sorriso. Perché, di questi tempi, ho finito le lacrime e con gli ultimi eventi non sono la persona più adatta per sorridere. Così, non piango ma non accenno ad un sorriso. Un ibrido, in un certo senso anch’io mi sento un ibrido adesso.
Non riesco a trovare una motivazione sufficientemente importante per la quale vivere. Non riesco a dare un senso a niente.


Ed eccomi qui, eccoci qui. L’ultimo mio traguardo da “umana”.
Io, Elena, Bonnie, Stefan e Matt. Insieme, come pochi anni fa, che adesso a ripensarci, sembra essere passato un secolo.
Siamo così diversi.
La più diversa sono io, non sono più la pozzanghera di un tempo. La mia vita è cambiata. E beh, come si dice?
Se la tua vita ti appare diversa, magari sei tu che non sei più la stessa.
Devo ammettere che ne ero spaventata, all’inizio. E’ più che normale considerando che mi ritrovo a vivere una vita che non volevo.
Una vita che non ho scelto, ma che qualcun altro ha scelto per me. Anche se..non è sempre così?
Nessuno decide di vivere, però tutti possiamo decidere come vivere.
Questo pensiero mi è stato trasmesso da Stefan. Nonostante odiassi l’idea di poter ferire gli altri, ho capito, grazie a lui, che non conta che io sia un vampiro o meno, l’importante è non dimenticare chi sono senza le zanne.
Tutto sommato per questo, mi piace la mia nuova vita. E’ imprevedibile. (?)
Scuoto la testa in segno di disapprovazione, gesto dettato da quella parte di me che mi ostino a reprimere. Però, ha ragione. Non è imprevedibile, no, non lo è più. Ormai anche l’essere una vampira è diventato abbastanza monotono.
Non c’è più quel soffio di vento che smuoveva le cose, quella leggera brezza appena percettibile, ma che, comunque, riusciva a cambiare tutto, quel sorriso sadico che faceva accelerare qualsiasi battito e faceva aumentare la preoccupazione, perché a questo punto si sa, quel sorriso per quanto ammaliante non prometteva mai niente di buono. Il tuo sorriso, ovviamente.
– Care sei pronta? –
la mia Petrova preferita, con tanto di emozioni, mi sta aspettando assieme agli altri, tutti pronti a dire addio, chi per la prima e chi per l’ennesima volta, alla vita da liceali. E anch’io lo sono, sono pronta.
– Sì, scendo subito! –
Dico leggermente emozionata ma più che altro radiosa, mentre scendo le scale. E’ così che mi sento, solare.
Bello fare allusioni riguardo l’unica cosa, la quale mi è dispiaciuto dover rinunciare. Il sole.
E’ fastidioso a volte, essere vincolati. Meno male che con me ho questo, orrendo e completamente privo di gusto, anello.
– Facciamo una foto? –
sorride anche Matt, poverino. L’unico umano in mezzo a tutti questi esseri soprannaturali per di più lui ha perso molte persone care negli ultimi anni. Nonostante l’affetto con cui il quarterback ha formulato la richiesta di immortalare questo momento, tutti gli altri si sono dimostrati contrari. Tranne Bonnie, che ha abbassato lo sguardo un po’ malinconica. Forse so perché.
Che sciocchi! Non riescono a capire che per loro due sarà impossibile ripetere la scuola che stiamo per lasciare?
Per loro questo sarà un addio definitivo.


Ma mai avrei immaginato che tali pensieri si sarebbero rivelati così vicini a quel che in realtà, i loro occhi nascondevano. Mai avrei saputo prepararmi a sentire segreti tanto grandi, che non credevo fosse possibile portare dentro.
Ecco che la mia natura torna a galla, le emozioni che pensavo aver perso insieme a loro, non sono scomparse.
Diversamente dai miei affetti, purtroppo.
Una lacrima mi scende silenziosa, inarrestabile come la sofferenza che mi pervade seguita da una catena di ricordi.


- Si, per me è ok! Facciamoci questa foto in toga, SARA’ UN RICORDO RESISTENTE AL TEMPO, E QUANDO LA GUARDEREMO NEGLI ANNI CI RICORDEREMO DELL’AMICIZIA CHE CI UNIVA, E CHE SARA’ RIMASTA IMMUTATA, INDUBBIAMENTE. QUESTA SARA’ UNA FOTO INDELEBILE! UNA FOTOGRAFIA INDISSOLUBILE. –
Affermo con un sorriso talmente ampio da far vedere tutti i denti e forse urlando un pochino,
lanciando un’occhiataccia a quella ex coppia di vampiri davanti a me.
- Sta calma Barbie, sei stata cristallina. Hai reso evidente che ti piacciono le parole che iniziano con la "i". Ma ti prego non scaldarti tanto, faremo qualsiasi cosa deciderai di imporci. Siamo tutti burattini nelle tue mani. Sei tu a comandare i fili. Faremo questa foto se ci tieni così tanto. Ma ti scongiuro non chiamare il tuo Ken, tremiamo già nel sentire il tuo tono. –
Damon. Il solito fastidiosissimo Damon. Si crede anche divertente?
– Damon, eccoti. In effetti mi ero accorta che mancava qualcosa..aspetta cos’era? Ah ecco. Si stava fin troppo bene prima che tu arrivassi. Vorrei ricordarti che non sei mai il benvenuto. Comunque sì, hai ragione adoro le parole con la "i" per esempio, idiota.–
Dico sogghignando abbastanza.
Ma lui non si lascia intimidire dal mio, ormai reso noto, fastidio nel vederlo presente in un momento così importante.
– Mi stai forse dicendo che avresti preferito qualcun altro? Magari..che ne so, un tipetto con i capelli biondo cenere e gli occhi verdastri…mhh..un ibrido del genere o giù di lì? –
Spiazzata da quell'ovvia descrizione..troppo, sin troppo superficiale. Ha dimenticato di menzionare i suoi adorabili zigomi leggermente sporgenti, le sue labbra pronunciate e rosse, più del sangue..così dannatamente invitanti, quel suo accenno di barba e la definizione dei suoi occhi lascia parecchio a desiderare.
Non sono verdastri, sono magnetici. E il colore cambia spesso, proprio come la sua personalità. La tonalità delle sue iridi balza da un azzurro ad un blu fino ad arrivare alle diverse gradazioni del verde, esattamente come lui.
Chissà da cosa dipende il colore, chissà da cosa dipende il suo umore.
Credi di poter descrivere i suoi occhi, ma non puoi.
Così come non puoi affermare di conoscere la colorazione dei suoi occhi, non puoi dire di conoscere lui.
Puoi solo dire che i suoi occhi sono cangianti, anche se non sai cos'è a determinarne il colore. Puoi dire che è un sadico, ma non puoi sapere perché e le sofferenze che ha dovuto affrontare per diventare così.
Oppure lui è sempre stato così, ma tu non lo sai con certezza. Tu non puoi saperlo.
Perché lui è come il tempo, è sempre pronto a cambiare. Al massimo puoi cercare di prevederlo, di prevedere le sue variazioni, ma mai puoi essere sicuro che accadrà quel che hai previsto.
E non pensare di controllarlo, non pensare, nemmeno per una volta di averlo in pugno. Perché il tempo fa come vuole. Si diverte nel metterti in difficoltà mentre lui ha già elaborato mentalmente un piano preciso, e se questo, dovesse in rari casi fallire, ne avrà già un altro pronto e poi un altro e un altro ancora.
E poi non so, nessuno sa. Perché nessuno è mai riuscito ad impedire un suo volere più di una volta.
Lui è come il clima mite che c’è in primavera. Lui è come le temperature di marzo, lui è come il caldo d’inverno e il freddo d’estate, verrebbe da pensare che è una cosa impossibile, ma lui può. Lui può tutto perché è improvviso ed inaspettato. Lui è pieno di sfumature, lui è così. E tu non hai valutazione in capitolo, non puoi cambiarlo, devi semplicemente accettarlo.
Come quando piove e apri un ombrello.
Come quando lui uccide la madre del tuo ragazzo e chiudi un occhio.
So che tra queste due cose ci passa un abisso, ma è quello che ho fatto io. E lo rifarei, mille e mille volte. Nonostante mi abbia lasciata sola in più occasioni, nonostante mi ha causato più sofferenze che piaceri...
perché io ho capito una cosa, Damon: che alla fine non è tanto importante etichettare ogni cosa quanto sapere bene di cosa si tratta.
Non è necessariamente d’obbligo che lui sia perfetto, perché nessuno lo è. Ho imparato ad accettarlo per com’è, per i difetti soprattutto. Ho imparato a tenere sinceramente a quell’ibrido dalle labbra rosso sangue.
Mi scappa un mezzo sorriso che prontamente blocco per provare a ricordare le ultime parole di Damon, sono quasi certa che fosse una domanda..ma lui non me ne da il tempo.
– Che c’è Barbie? Non ti piace sentire la verità oppure c’è dell’altro? O..se vuoi..potresti sempre spiegarci cos’era quel sorriso appena visibile che poco fa ha attraversato il tuo volto? –
Ma guarda che razza di stronzo!
– Non era niente, stavo solo pensando alla foto che dobbiamo fare e a quanto sarebbe bello vederti con un paletto nel cuore! –
Sono costretta a fermarmi dopo uno sguardo sbriciolante rivoltomi da Elena, ma Damon sa difendersi da solo.
– A quanto pare avevo ragione, non ti piace sentire la verità. –
Irittata e visibilmente confusa mi avvio verso l’auto che ci porterà alla consegna dei diplomi. Non ho sentito neppure il bisogno di rispondergli, sta volta. Ho lasciato che le sue parole mi scivolassero addosso, senza residui.
E in un istante tutto cambia diventando lieve ed io, con uno sguardo leggero come una una farlalla, mi blocco un istante girandomi sorridente verso di loro, che al contrario, sembrano preoccupati per una mia possibile reazione aggressiva…che però io sapevo non ci sarebbe stata.
– Andiamo dai, non vedo l’ora di poter lanciare in aria questa specie di cappello, mi sta rovinando la piega! –
Mi rivolgo a loro con tutto l’entusiasmo che si è fatto spazio in me, prendendo il sopravvento su ogni altro sentimento.
E loro convinti della mia sincera allegria mettono da parte quelle espressioni difensive e tormentate per lasciarsi travolgere da quell’aria frizzante che c’è oggi. Per abbandonarsi all’essere felici.


Avrei dovuto capirlo, che era tutto un trucco. La felicità è una trappola.
Un inganno col fine di rivelarsi, sì, ma solamente quando ormai sei troppo vulnerabile per difenderti a dovere.
Una finzione che si beffa di te e del tuo cuore rimasto scoperto da ogni protezione, per fare posto alla gioia che c’era poco prima.
Una bugia che ti lascia privo di tutte le cose belle che ti circondavano, prima.
Una menzogna che ti strappa improvvisamente dalle certezze che ti rendevano contento della vita che vivi.
Ho imparato a non essere felice, perché l’essere felici comporta sempre una doppia, se non tripla, sofferenza futura.


Note dell'autrice: Ciao gente, ho molte cose da dirvi e spero di riassumere tutto brevemente perché sicuramente non vi va di leggere queste note.
Vorrei, in primo luogo, scusarmi con voi perché nel capitolo precedente sono stata un po' scontrosa..è stato un periodaccio!
E anche perché la settimana scorsa non ho aggiornato, mi dispiace ma non sono riuscita a scrivere..
Comunque ho scritto un capitolo così lungo (anche se non sembra è molto più lungo rispetto ai precedenti) per provare a farmi perdonare e so che non ho alcuna pretesa né tanto meno diritto di dirvelo, ma se vi va potete recensire perché mi fa piacere rispondervi e soprattutto leggere le vostre impressioni.
Ora, passando al capitolo..avrete capito che le scritte in corsivo si riferiscono al giorno del diploma e che è successo qualcosa di cui parlerò nel prossimo capitolo.
Spero che sia stato abbastanza chiaro e scorrevole e che non vi abbia annoiato! Infine, grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e tra le preferite.
Ah un'ultima cosa, (prometto che è sul serio l'ultima) dedico questo capitolo a lovesuks_ c:
Si lo so che avevo detto che ti avrei dedicato una fanfiction però spero che anche questo vada bene, non ho un motivo particolare per aver scelto proprio questo...
Adesso vi saluto un bacio a tutti! c:
  
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