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Autore: Yoan Seiyryu    10/06/2013    2 recensioni
[Ispirata all'episodio 1x07]
"Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa"
"Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica."
Breve storia ispirata alla puntata 1x07 in cui emerge la coppia Giuliano/Vanessa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giuliano Medici, Vanessa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Arda di dolcezza il core! '
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Lacrime di pioggia







Il cielo plumbeo aveva adombrato Firenze, come la campagna che la circondava con i suoi boschi verdi e le pianure rigogliose della primavera che era da poco inoltrata.
Non si smentiva mai, la stagione che portava con sé il colore ed il profumo dei fiori, accompagnata dalle poco timide piogge che duravano abbastanza da inumidire le calzature di fango, ma non perché diventasse un’abitudine.
Vanessa aveva appena alzato gli occhi verso il cielo, assaporando le prime gocce di pioggia che iniziarono a scivolarle sulle guance bianche.
Socchiuse gli occhi, lasciando che le palpebre ne fossero invase con gentilezza, come se stesse ricevendo una carezza.
Si stava dirigendo verso un piccolo laghetto ai margini del bosco dove spesso lei, Leonardo e Nico si rifugiavano per sperimentare le invenzioni del Maestro, quali le ali di Icaro, come amava chiamarle lei.
Si sentiva quasi come lui, così vicina a raggiungere il cielo e così pericolosamente vicina al sole da rischiare di rimanerne scottata per precipitare vorticosamente in una caduta senza fine.
Iniziò a correre verso il laghetto nel momento in cui la pioggia iniziò a farsi più fitta, i capelli che ondeggiavano al vento si intersecavano di gocce d’acqua che li inumidivano fino alla radice.
L’abito bianco e leggero che indossava si fece più vicino alla pelle, tanto da far risaltare parte delle forme morbide che custodiva con cura.
Sulla sponda del laghetto sostava una prima pietra quadrata accompagnata da diverse altre che andavano a creare una via per giungere alla costruzione di un tempietto rotondo posizionato al centro dello specchio d’acqua.
Proprio lì scorse la figura di Giuliano, appoggiato con la schiena ad una delle colonne, intento sfogliare il suo solito taccuino pieno di appunti.
Sorrise, mentre continuava a correre fino ad arrivare alla sponda del lago, iniziando a saltare sulle pietre che conducevano fino al tempietto.
La pioggia continuava a scivolare velocemente, picchiettando l’acqua come se fosse stato un dipinto che avrebbe rappresentato quel momento.
Giuliano udì i movimenti che la ragazza impiegava nel raggiungerlo, quindi si voltò per poter incontrare i suoi occhi tersi come il cielo d’estate.

-Vanessa! Per l’amor di Dio, la pioggia non vi ha risparmiata- disse con tono premuroso mentre l’accoglieva tra le braccia, non appena le afferrò la mano per aiutarla a superare l’ultima pietra e farla salire lì accanto a lui. Le accarezzò dolcemente il viso infreddolito, scostandole una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio.

-Risparmiata?- si strinse nelle spalle, abbassando appena il mento per poi guardarlo dal basso, assumendo un’espressione da bambina –Io credo tutto il contrario, è così bello camminare sotto la pioggia. E’ in grado di pulire qualunque macchia ci si ritrovi sulla pelle-.

Giuliano scosse il capo, il poeta era suo fratello, quello che scriveva versi ad una donna che non era nemmeno sua moglie. Lasciò la presa su di lei, per sciogliere il mantello dalla spalla e passarlo a lei perché si riscaldasse.
Vanessa lo sistemò meglio, grata per quel gesto così premuroso.

-Vi chiedo scusa per la mancanza di educazione della mia futura moglie, l’altro giorno- cambiò discorso, mentre la conduceva a sedersi ai lati tondi del tempietto.

Ascoltare quelle parole provocò un lieve sussulto in Vanessa, per un attimo aveva dimenticato che Giuliano avrebbe a breve sposato un’altra donna.
Eppure qualcosa in lei tentò di non ribellarsi, piuttosto preferiva rimanere l’oggetto di incontri occasionali.
Amava più se stessa. O, forse no?

-Non dovete chiedermi scusa, ho compiuto un gesto avventato, non avrei dovuto comportarmi in quel modo con una nobildonna- fece sprofondare il collo nel mantello, i capelli nascosti all’interno le inumidivano dolcemente la schiena che era voltata di tre quarti verso di lui.
Si sedettero entrambi l’uno accanto all’altra, in modo più discreto rispetto alla notte che avevano trascorso insieme.

-Ho già detto una volta che amo le donne sfrontate- sorrise a mezza bocca, prima di sollevarle il mento con l’indice per poterla guardare meglio negli occhi chiari.

-Questo non fa di me nulla più di quello che sono, Giuliano- rispose prima di chinare appena il capo di lato, per mostrargli un sorriso sghembo.

-Se solo lo voleste…- sussurrò Giuliano, guardandola quasi in un moto di speranza.
Ma Vanessa non era così sciocca, sapeva che lui non era spinto da alcuna passione che potesse mettere fine all’importanza della sua famiglia.
I Medici rappresentavano molto più di un nome, erano un esempio e come tali non potevano andare oltre e mostrarsi devoti alla cupidigia.
-Credevo ci fosse un motivo più profondo, vi siete concessa a me, non è così?- domandò chinando appena il viso in attesa di qualcosa che confermasse la sua ipotesi.

Lei, invece di offendersi e girare il capo dall’altra parte, sorrise come al suo solito mostrando la sua aria innocente che aveva dimostrato di poter abbandonare nel momento più opportuno.

-Se ho scelto di giacere con voi è perché siete promesso, Giuliano. Se foste stato un uomo libero non avrei ceduto alle vostre lusinghe- così facendo sciolse il mantello dalle spalle, i capelli rossi si erano intrecciati morbidamente e la fronte bianca era celata da alcune ciocche ribelli.

-Cosa intendete dire?- corrugò la fronte Giuliano, insospettito da quell’affermazione.

-Cosa sarebbe successo se ci fossimo innamorati? Un Medici con una plebea!- roteò gli occhi al cielo –Voi sareste diventato lo zimbello di Firenze ed io la suora deflorata che vi ha lanciato un maleficio-.

Non era forse abbastanza logico da poter comprendere quello che diceva?
Un Medici con una plebea.
Non una plebea qualunque, una che era stata una suora, su cui era passato Leonardo Da Vinci e solo secondariamente Giuliano. Una locandiera, una modella che si denudava per poter essere ritratta. Non era certo ciò che un nobile poteva ricercare in una moglie.
Camilla Pazzi invece era nata per essere tale, istruita ed educata perché diventasse la donna di un uomo importante.

-E non volete nemmeno provare a conquistarmi, Vanessa?- si strinse nelle spalle, prima di alzarsi in piedi e voltarle di poco le spalle, per poi arrivare davanti ad una delle colonne e appoggiarvisi con la schiena.

-Non avrei nessun buon motivo per farlo. Palazzo Medici è una prigione con morbide lenzuola, non fa al caso mio. Non potrei comportarmi nemmeno come Lucrezia Donati, che si intrufola in quella gabbia per sollazzare vostro fratello. Io sto bene qui, sono libera, nessuno mi dice cosa devo fare o non fare. Ho tutto ciò che desidero e poi…- sorrise piegando la schiena in avanti e appoggiando i gomiti sulle ginocchia –posso sempre accontentarmi dei nostri incontri occasionali-.

Giuliano storse leggermente il naso, osservando la pioggia che cadeva intorno al piccolo tempietto e che batteva leggera sull’acqua del lago, creando lievi increspature che si confondevano tra loro.
L’erba umida iniziava a profumare come ogni volta che veniva colpita dalle gocce d’acqua, creando un profumo delicato.

-Mi piacerebbe abbandonare tutto e vedere le cose come voi. Non avere sulle spalle il nome dei Medici e decidere cosa sia meglio per me- mugugnò con un certo fastidio.

-Questa è una bugia, Giuliano. Voi amate essere ciò che siete, amate portare il nome dei Medici, non rifugiatevi dietro una maschera che non vi appartiene. Io ero una bugia rinchiusa in un convento, la mia verità era racchiusa in coloro che mi hanno salvata- tornò a raddrizzarsi con la schiena, prima di alzarsi anche lei in piedi.

-Se sposerò Camilla Pazzi sarà anche questa una bugia- sussurrò evitando di guardarla e perdendo nuovamente lo sguardo sul laghetto che rifletteva il grigiore del cielo.
Come riusciva ad entrare così bene nei suoi pensieri? Vanessa sapeva molto più sul suo conto che non lui stesso.
-Io devo neutralizzare quella famiglia- aggiunse stringendo forte il pugno della mano.

-Cos’altro vi frena?- lei si avvicinò per poterlo guardare negli occhi.

-La morte di Becchi. Sono quasi certo che loro rientrino in questa storia, devo trovare il modo per venire fuori da tutta questa situazione- aggiunse incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi ora con la spalla alla colonna.

-Allora riabilitate il suo nome per sapere che grande uomo vive tra loro- rispose Vanessa, prima di rivolgergli un sorriso terso e chinarsi a raccogliere qualche sassolino sopraggiunto ai piedi del tempietto.


Vanessa aveva compreso fino in fondo che Giuliano non era restio a prendere in moglie Camilla per amor suo, ma perché credeva coinvolta la sua famiglia nel possibile omicidio di Becchi.
Certo, Giuliano non era ciò che voleva dare a credere. Lui non era il tipo d’uomo che si lasciava conquistare facilmente dall’amore di una donna e lei, al tempo stesso, non desiderava nessuno che potesse portarle via la libertà.
Teneva a Giuliano, questo era certo, ma non ambiva ad una vicinanza assidua come quella che sussiste in una vita matrimoniale.
Le sarebbe bastato poco, incontrarlo di tanto in tanto, quando i suoi impegni di marito gli permettevano di lasciare la sua casa.
Così, Giuliano sembrava sempre più colpito da quella figura cristallina che era Vanessa. Lei era come un temporale primaverile, il suo sorriso da bambina poteva trasformarsi in uno sguardo adulto e ragionevole.
Non era come tutte le altre amanti che aveva avuto, così desiderose di lui, così decise a tenerlo legato al loro cuore e alle loro gambe.
No, Vanessa era una donna compiuta, amava liberamente chi era in grado di darle il proprio amore senza creare alcun compromesso.


-Se è stata causa loro, la pagheranno per ciò che hanno fatto- digrignò i denti, come se avesse voluto tirar fuori le zanne.

Vanessa sorrise, iniziando a lanciare sullo specchio d’acqua i sassolini che aveva racimolato uno ad uno, che andarono a confondersi con il rumore della pioggia.

-Piuttosto, siete riuscito a trovare qualche informazione utile sugli appunti di Dragonetti?- domandò continuando ad intrattenersi in quel nuovo gioco.

Giuliano scosse il capo, tirando fuori il taccuino dove aveva segnato le cose più importanti.
-No, non ancora. C’è qualcosa che mi sfugge, è come se avessi la risposta davanti agli occhi ma non riuscissi a leggerla-.
Iniziò a sfogliare le pagine fino a fermarsi davanti ad una in particolare.
-Sono stati usati i segni zodiacali per indicare le persone di un certo rango, ma nessuno si è mosso in maniera sospetta. Gentile Becchi è la bilancia, rappresentala giustizia, eppure qui non è segnato alcuno spostamento. Tranne…- corrugò appena la fronte –gemelli. Dovrebbe corrispondere a Lucrezia Donati, se non ricordo male Bertino aveva stilato una lista della corrispondenza tra i simboli e coloro che ne erano rappresentati-.

-Non credo che Lucrezia Donati sia da leggere tra i possibili sospettati, sappiamo tutti che le sue uscite notturne derivano dall’incontrare vostro fratello- Vanessa scrollò le spalle, lanciando un’occhiata rapida al taccuino di Giuliano.

-Eppure qualcosa non torna- scorse velocemente gli spostamenti dei Gemelli –in questi giorni Lucrezia Donati è andata a Siena, a trovare sua zia. Gli stessi giorni in cui, poco dopo, Roma è venuta a conoscenza dei nostri piani- sussurrò Giuliano, riflettendo attentamente.

Vanessa gettò gli ultimi sassolini in acqua, pulendosi le mani sull’abito ancora inumidito che continuava ad aderirle al corpo.
-Credete davvero che abbiano potuto usare una donna come spia? Sarebbe irreligioso!- esclamò irritata e quasi spazientita.

-Lo sarebbe in ogni caso, ma preferisco andare fino in fondo in questa storia- chiuse il taccuino velocemente, riponendolo in una tasca.
-Devo partire per Siena ed accertarmi che Lucrezia Donati si trovi lì-.

Vanessa sgranò gli occhi, incerta di quello che sarebbe potuto accadere da lì a poco.

-Giuliano, sabato i Pazzi saranno ospitati a Villa Medici a Fiesole, lo ricordate?- gli disse, come se avesse voluto proteggerlo da chissà quale pericolo. Lucrezia Donati era una donna, non poteva fargli del male, inoltre non credeva davvero che potesse essere lei la spia che stava cercando.

-Tornerò in tempo, se Camilla Pazzi attenderà qualche istante in più non sarà un problema- disse mentre andava a recuperare il suo mantello per poterlo riposizionare sulla spalla.

-Allora io verrò con voi- affermò risoluta Vanessa, portando le mani ai fianchi per accentuare ancora di più quella decisione.

-Non se ne parla!- si affrettò a rispondere lui –E’ un viaggio insicuro e se la mia intuizione è giusta, potremmo finire nei guai. Gli occhi di Roma sono ovunque e sono pronti a non risparmiare nessuno-.

-Non mi importa, ho deciso che vi accompagnerò. Ne approfitterò per vedere Siena, sono certa che riuscirò ad affrontare il viaggio senza alcun problema. Non accetto un no come risposta!- lo avvertì puntandogli il dito contro.

Poi gli afferrò la mano e lo sospinse all’esterno del tempietto, iniziando ad intraprendere la via delle pietre segnate sull’acqua del lago, tornando ad essere impietosamente sfiorati dalle lacrime di pioggia.
Giuliano non desiderava in alcun modo metterla in pericolo, ma lei voleva accompagnarlo in quella breve missione, non aveva mai potuto affrontare nulla di così entusiasmante.
Leonardo l’aveva fatta volare grazie all’ausilio di ali create appositamente per quello scopo, con Giuliano invece bastava la sua semplice compagnia. 







/// Nda: 

Eccomiii con un altro capitolo. Come avrete notato, una parte delle sequenze di dialogo si rifanno spudoratamente alla puntata 1x07, ma ho preferite inserirle in questo contensto. 
Mi son presa la libertà di far partire Vanessa (anche se va fuori IC, non credo che lo farebbe mai) con Giuliano, diciamo che mi piacerebbe vederli più insieme, viste le poche scene della serie. Perchè quindi non concedere loro questo breve spazio di libertà?
Manca poco alla fine della fanfiction, ho deciso di renderla corta e prendere pochi estratti tra loro, mi piaceva vederli interagire leggermente di più. 

Vorrei ringraziare Eagleflea, senza di lei probabilmente non l'avrei nemmeno scritta questa ff;
Chemichal Lady, che continua a seguirmi assiduamente; 
Lilyhachi, che anche in questa storia mi ha lasciato la sua recensione che apprezzo sempre tantissimo;  
e tutti coloro che mi seguono, insieme alle lettrici che hanno inserito la storia nelle seguite: Dance, Poska, Varda e VickyD.
   
 
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