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Autore: Rebecca_Daniels    10/06/2013    5 recensioni
Serie di OS che racconteranno piccoli pezzi di vita di qualcuno che potresti benissimo essere tu...
Se state cercando un mondo in cui fuggire, questa potrebbe essere la chiave che vi serve...
Lots Of Love xx
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi le avrebbe detto ora che tutta quella rabbia, prima o poi, sarebbe passata??

Chi glielo avrebbe detto ora che era sola??

Assolutamente nessuno.

L'avevano abbandonata tutti: sua madre aveva avuto la brillante idea di ammalarsi di cancro e di lasciarla in balia del nulla in meni di quattro mesi; suo fratello se ne era andato di casa così tanto tempo prima, che faceva ormai fatica a ricordarsi come fosse un suo abbraccio; le sue amiche avevano deciso che fosse troppo difficile starle vicino in quel momento, preferendo mantenere delle espressioni di circostanza e facendo a meno di chiederle mai come stesse...

E poi c'era lui: quello che avrebbe dovuto essere suo padre, ma che Nikki vedeva solo come la fonte di tutta la sua rabbia, il fulcro di tutto quell'odio che la riempiva completamente.

Perché le era rimasto solo lui?

Perché tutti gli altri l'avevano abbandonata?

Ma soprattutto: sarebbe mai scomparso tutto quel rancore che provava?

Era di nuovo seduta su una panchina della stazione di King's Cross... Era ormai la quinta volta quella settimana e questo voleva dire solo una cosa: che la situazione le stava letteralmente sfuggendo di mano.

Andava a rifugiarsi lì ogni qualvolta sentisse che il punto di esplosione si stava avvicinando pericolosamente: si sedeva e osservava le persone...

Camminavano, correvano, sorridevano, ridevano, parlavano, urlavano... Vivevano.

Nikki, invece, aveva smesso di vivere nell'esatto momento in cui aveva scoperto che sua madre era malata e che nessuna cura l'avrebbe aiutata: erano semplicemente arrivati troppo tardi.

Così aveva cominciato ad essere arrabbiata, ad odiarsi per essere “arrivata tardi”, a provare rancore contro tutto e tutti, ed aveva lasciato che questo inghiottisse ogni cosa: amicizie, relazioni, passioni, sogni.

Tutto era stato gettato via da quei sentimenti sempre più forti e travolgenti, tanto che poi aveva completamente smesso di vivere. Ogni tanto aveva pensato pure che fosse arrivato il tempo di smettere anche di respirare, benché la sua anima avesse smesso già da tempo, ma ogni volta il volto di sua madre l'aveva bloccata... Non poteva darle anche quel dispiacere, era già “arrivata tardi”...

Quelle parole non la lasciavano mai un attimo in pace, imprimendosi a fuoco nella sua testa, come fossero un monito per ogni istante di vita che continuava a lasciarsi sfuggire dalle mani.

C'era parecchia gente quel giorno, in stazione...

Chissà perché?” si chiese Nikki, sentendo che occuparsi della vita degli altri la stava già facendo calmare.

Guardò il tabellone luminoso delle partenze e degli arrivi e vi scorse la data: 24 Dicembre.

Era la vigilia di Natale.

Il primo Natale senza sua madre.

Il primo Natale senza nessuno.

Distolse lo sguardo, irritandosi con sé stessa perché nemmeno quella lacrima, che aveva sentito raccogliersi all'angolo dell'occhio destro, riusciva a scendere e ad infrangersi sul pesante cappotto nero che aveva addosso.

Non riusciva nemmeno a ricordare quando fosse stata l'ultima volta che aveva indossato anche solo un accenno di colore... “Probabilmente troppo tempo fa...”si disse, mentre un'enorme valigia le calpestava entrambi i piedi...

N-Ahia!! Cazzo, che male!!

-Scusami! Non volevo!! Sono in ritardo e...

N- E allora sei legittimato a schiacciare i piedi alle persone con quella valigia che pesa quintali... Ma che c'hai dentro? Un cadavere?!

Perché lo sguardo che quel ragazzo le diede in risposta a quella stupida battuta, la preoccupò parecchio? Forse per il fatto che le sue iridi verdi fossero diventate scure e profonde come un tunnel senza via d'uscita ed anche perché la stessero guardando con un'intenzione di pura cattiveria.

Parlo decisamente troppo!! Se ora mi fa fuori e finisco col fare compagnia al corpo a pezzettini che c'è li dentro, fa solo che bene...”, ma invece di estrarre un coltello o una pistola per porre fine alla sua inutile esistenza, il ragazzo si aprì in un sorriso semplicemente mozzafiato, per poi dirle:

-Al massimo dentro c'è il cadavere della mia vita sociale: sono tutti libri che dovrò studiare durante le vacanze per gli esami di fine semestre... Comunque, piacere: sono Harry!

Nikki rimase basita a fissare quella mano che il ragazzo-schiaccia-piedi, o meglio, che Harry, le stava porgendo.

Cosa doveva fare? Stringergliela, forse? “Oddio, non mi ricordo nemmeno più come si fa conoscenza con qualcuno...” e come se lui le avesse letto nel pensiero, le disse:

H-Dovresti stringerla e dirmi come ti chiami... Perché sono sicuro che muta non sei, dato che due secondi fa per poco non mi sbranavi...

Cazzo che figura terribile che sto facendo... Ecco: sono di nuovo arrivata tardi... Io non ce la farò mai a cogliere l'occasione...” e mentre pensava questo, lo sguardo di Nikki si rabbuiò e si rivolse alle fidate Vans, ovviamente nere, che aveva ai piedi.

H- O magari non hai semplicemente intenzione di fare conoscenza con un cretino che ti ha appena ucciso i piedi... Scusami ancora... Ciao...

N- Mi chiamo Nikki...

Non sapeva perché quelle parole le fossero uscite di bocca: le aveva spinte fuori senza pensarci.

H- Come scusa?

Il ragazzo, no, Harry si era voltato verso di lei, dopo aver fatto qualche passo per allontanarsi, e la stava guardando con quello che le sembrò un barlume di speranza negli occhi verdi.

N- Mi chiamo Nikki... E scusa per come ti ha risposto prima... Non sono molto brava con le relazioni interpersonali...

H- L'avevo notato... Di solito basta un sorriso per farmi perdonare qualsiasi cazzata combini... Quindi ora potresti anche stringermela la mano??

Gliela porse nuovamente perché lei potesse ricambiare la stretta: era così sicuro di sé stesso quel ragazzo, come se niente potesse minare la sua autostima, come s sapesse di essere sempre nel posto giusto al momento giusto...

Quando il palmo della mano di Nikki si appoggiò a quello di Harry, accadde qualcosa che nessuno dei due si sarebbe aspettato: una piccola scossa elettrostatica fece scostare immediatamente le mani ai due.

Si guardarono negli occhi, cercando di trovare in quelli dell'altro una spiegazione a quell'imbarazzante contatto.

N- Evidentemente non è destino che ci conosciamo...

H- Oppure siamo così tanto predestinati a conoscerci che, appena c'è stato il contatto, sono scoppiate scintille...

Eccoli lì, di nuovo. Quel sorriso da far impazzire chiunque fosse stato dotato di una buona vista e quella luce negli occhi che li faceva brillare in maniera ammaliante.

Come diamine fa a vedere sempre il lato positivo delle cose?? E ad avere sempre la battuta pronta??”.

H- A quanto pare non sei proprio una tipa che sprizza gioia da tutti i pori, vero? Fa niente... Ci penserò io a tirarti su di morale...

E si sedette vicino a lei, sistemando la pesante valigia a fianco della panchina. Appoggiò la schiena al muro, allungò le gambe fasciate in un paio di jeans attillati e chiuse gli occhi.

Che si fosse addormentato?

Ma che vuole questo dalla mia vita? Che significa che mi tirerà su di morale? Io non ho bisogno di qualcuno che mi faccia ridere... Io non rido più...” eppure la sua presenza vicino a lei, aveva portato una sorta di calma surreale al suo cuore, come se avesse nascosto qualsiasi traccia di odio o rancore... L'unica cosa che Nikki riusciva a vedere dentro di sé era un vuoto, ma un vuoto diverso dal solito... Sereno...

N- Ma tu non eri in ritardo e rischiavi di perdere il treno?

Harry, senza aprire gli occhi, le rispose molto tranquillamente:

H- A dire il vero era una balla... Avevo il treno un'ora fa, ma la tipa con cui dovevo fare il viaggio di ritorno mi ha piantato qui come un pero cotto... Ed il prossimo treno disponibile è tra due ore...

Di nuovo quel sorriso.

Poi le parole di lui assunsero un senso nella mente annebbiata da tanta bellezza di Nikki: le aveva mentito ed aveva una ragazza che l'aveva piantato in asso... Insomma era esattamente come tutti gli altri ragazzi sulla faccia della terra... Niente di più, niente di meno... Solo tanta sicurezza che sprigionava da ogni poro della pelle.

Nikki non disse niente: si alzò dalla panchina e si incamminò, velocemente, verso le sedie che si trovavano dalla parte opposta dell'enorme atrio della stazione.

Quando si fu seduta, sentì il rumore di due ruote di valigia che si trascinavano celermente lungo il pavimento lucido, finché non le vide comparire di fronte alle sue fidate Vans, che era tornata a fissare con tanta attenzione.

H- Ma che diamine fai?!

Ancora silenzio.

Non aveva più intenzioni di rivolgergli la parola: aveva già fatto abbastanza pestandole i piedi e raccontandole balle... Continuare pure a sentirlo parlare non era esattamente ciò di cui Nikki aveva bisogno.

Ma come già una volta, dall'inizio di quello strano incontro, Harry sembrò leggerle nel pensiero.

H- So che forse non mi vuoi sentir parlare... Ma non hai capito un cazzo di quello che ti ho detto! Quindi ora mi ascolterai, volente o nolente...

Non le diede nemmeno il tempo di lamentarsi e protestare, che ricominciò subito a parlare senza sosta.

H- Non intendevo dire che la “mia” tipa mi avesse molato qui da solo... Era una mia compagna di corso con cui dovevo fare il viaggio assieme... E non fare quella faccia scettica, ha litigato con suo moroso, è per questo che non è più partita... Mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che non veniva... Mi credi ora?

Perché diavolo dovrei credergli? Non lo conosco nemmeno... Non so chi sia, e non mi è ancora chiaro perché continui a rivolgermi la parola... Di solito, a questo punto, la gente si stufa e se ne va, lasciandomi sola...”.

N- Che vuoi dalla mia vita, tipo??

Sì, era stata volontariamente scortese. Sì, si ricordava il suo nome, ma non l'aveva usato apposta. Sì, quelle parole le erano uscite di bocca con una carica di risentimento e di odio che avrebbero fatto paura a chiunque.

Invece Harry si sedette di nuovo accanto a lei, ma onde evitare che lei scappasse ancora e che lui non se ne accorgesse, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si volò verso Nikki, con un sorrisetto rilassato dipinto sul volto.

H- Intanto mi chiamo Harry, ma tu puoi chiamarmi Hazza... Mi stai simpatica, quindi puoi... Secondo, ho due ore di attesa da riempire e tu, oltre che non avere niente da fare, mi sembri anche una persona interessante... Quindi pensavo di passarle parlando con te...

Perché diavolo ha quel sorriso?! Non potrebbe parlarmi senza puntare le sue lampadine verdi, dritte nei miei occhi?!”.

Non voleva parlare con quel ragazzo... Sapeva che se avesse cominciato, non si sarebbe più fermata... Quella non era decisamente una bella giornata ed era così tanto tempo che qualcuno non le rivolgeva la parola guardandola negli occhi, che temeva sinceramente di scoppiare. Sentire tutto quell'odio, quel rancore, quella rabbia, che solitamente la riempivano, fari sempre più pressanti alla base della gola come se fosse stata una pentola a pressione pronta ad esplodere...

H- Ho capito... Vorrà dire che farò un monologo per le prossime due ore... Non mi dispiace nemmeno così... Magari ogni tanto cerca di fare qualche cenno di assenso con la testa, giusto per dirmi se ti sei addormentata o se sei ancora viva... Te ne sarei grato...

N- Hai sempre la battuta pronta, te?

Non poteva farci nulla: quel dannato ragazzo sollecitava terribilmente la sua voglia di parlare, di sfogarsi su e con qualcuno.

H- Wow!! Vacci piano con le parole, che potresti sconvolgermi!! Comunque sì, ho sempre la battuta pronta per tirare su di morale quelle come te...

N- Quelle come me?!

Nikki lo stava fissando con gli occhi sgranati, togliendo lo sguardo dalle sue scarpe, per la prima volta da quando l'aveva rincorsa.

Che tipo sarei io?! Sentiamo un po' che cos'ha da dire Mr Sono Sempre Nel Posto Giusto Al Momento Giusto...”.

H- Quelle depresse che non sorridono a nessuno e che per parlare con uno sconosciuto, a dir poco carino, ci mettono almeno venti minuti...

Nikki stava per dirgli che non doveva minimamente permettersi anche solo di pensare una cosa del genere, ma Harry continuò imperterrito.

H- Quelle che pensano che il mondo sia tutto sbagliato solo perché a loro, qualcosa è andato storto... Quelle che pensano di poter giudicare chiunque con un solo sguardo, senza mai dare nemmeno una possibilità...

La ragazze fece per alzarsi da quelle sedie e lasciare il bel sconosciuto ad insultare il vuoto e non lei, ma Harry la bloccò prendendole un braccio e facendola sedere di nuovo, con un leggero strattone. Nikki era sconvolta.

H- Quelle che hanno smesso di vivere per qualche cosa di cui si sono date la colpa e su cui, probabilmente, non avevano alcun potere decisionale...

Come ha fatto?! Come ha capito qual'è il problema?”.

Harry le prese una mano tra le sue, lasciando che il suo calore potesse anche solo intiepidire le mani congelate al freddo, e non solo, della ragazza.

H- Quelle che non si sentono mai nel posto giusto al momento giusto...

No. Non poteva essere. Non poteva aver veramente detto quelle parole.

Nikki non ce la fece più e sentì una prima lacrima rigarle lentamente la guancia, per poi infrangersi sulle loro mani intrecciate...

A quella ne seguirono presto altre.

Stava piangendo.

Da quant'era che non piangeva più, così?? Nemmeno se lo ricordava...

Come aveva fatto quel ragazzo sconosciuto, fino a venti minuti prima, a capire tutto di lei?

H- Nikki sei come un libro aperto...

No, non lo era mai stata un “libro aperto”. Per nessuno, se non per sua madre.

Nessuno l'aveva mai capita come lei, nessuno in quell'orribile mondo che continuava a vivere nonostante lei non ci fosse più, l'aveva mai conosciuta quanto lei. Almeno fino a quel momento.

N- Come hai fatto?

Non riusciva a guardarlo negli occhi, continuava a tenere lo sguardo posato su quelle mani intrecciate che sembravano brillare per le lacrime che lentamente vi cadevano sopra.

Era da così tanto tempo che non sentiva il calore di un corpo anche solo sfiorarla, che non aveva più nemmeno idea di quanto potesse essere dolce ed ipnotizzante.

Sua mamma aveva sempre le mani bollenti.

H- Prima hai guardato il tabellone delle partenze e quando hai visto che giorno fosse, ti sei rattristata... Se una persona fa una faccia del genere il giorno della Viglia di Natale, vuol dire che è una festa che non le piace particolarmente e, di solito, è perché le manca qualcuno...

N- Ottima deduzione Watson...

Non le riusciva di non essere cattiva... Nemmeno con quel ragazzo sbucato fuori dal nulla che l'aveva capita al volo, fino nei profondi recessi del suo cuore colmo d'odio. Eppure quelle mani calde, a contatto con le sue, la facevano sentire meno “fredda”...

H- Sei pure ironica ora... Mi piaci sempre di più, Nikki...

No!! Questo è troppo... Non ce la faccio!!”.

Nikki strappò le sue mani da quel contatto e tentò di fare quello che ormai era diventata un'abitudine in quelle situazioni di pericolo: scappare.

Sentiva i suoi piedi muoversi da soli, indipendentemente dalla sua volontà e il suo cuore perdere ogni traccia di calore che era riuscita ad acquistare stando vicino a Harry...

Più si allontanava, più sentiva che ogni speranza per lei di veder sparire tutto quel rancore , stava svanendo velocemente dal suo destino e pesanti lacrime ripresero a rigarle il volto...

L'aria gelida di Londra la colpì senza pietà, mozzandole il respiro.

Perché la sua vita era andata a rotoli in un solo anno? Perché le sembrava di non essere più destinata a sorridere di nuovo? Perché diamine era arrivata troppo tardi e non aveva salvato sua mamma?

H- Nikki!!

Non poteva essere lui. “Ora sento pure le voci... Fantastico! Sono diventata completamente pazza!!”.

H- Nikki, cazzo!! Fermati!!

I suoi piedi si fermarono di botto in mezzo al marciapiede che fiancheggiava la stazione di King's Cross: non rispondevano più ai comandi del suo cervello, ma a quelli del suo cuore.

H- Cazzo, sei scema?! Vuoi farmi morire?! Io non sono un tipo atletico, potevo rimetterci la vita correndo per strada con meno tre, come temperatura!!

Nikki alzò la testa di scatto e puntò i suoi occhi nocciola, velati da un pesante strato di lacrime, dritti in quelli del ragazzo che aveva di fronte: una piccola goccia di sudore gli imperlava la fronte, le guance erano tutte rosse per lo sforzo e le sue labbra carnose emanavano piccole nuvolette di fumo profumato di menta.

Le sue iridi del colore della salvia la guardavano sconvolte, ma come a darle un silenzioso messaggio: io sono qui che aspetto solo te.

Nikki non sapeva come poteva leggere nello sguardo di uno sconosciuto una cose del genere, ma in quel momento il suo cuore, la sua anima e tutto quello che era dentro di lei, si stava ribellando e chiedeva disperatamente di credere a quell'invito e di cedergli senza condizioni.

Nikki si buttò, quasi di peso, sul petto appena muscoloso di Harry, che ancora si muoveva freneticamente per la corsa di poco prima, ed affondò la testa nella sciarpa, udendo il suo cuore battere all'impazzata.

Due braccia forti e sicure la circondarono immediatamente, facendola perdere non solo in quell'abbraccio per tanto tempo atteso, ma anche in tutto quel dolore, quella tristezza, quella solitudine che per mesi aveva tenuta nascosta, persino a sé stessa.

Le mani di Harry continuavano ad accarezzarle la testa e la schiena, mentre i singhiozzi sconvolgevano il fragile corpo di Nikki.

Poi sentì due labbra posarsi dolcemente sui suoi capelli e sussurrarle a fior di pelle:

H- Tutto andrà bene...

Sarebbe stato veramente così?

Perché se glielo diceva lui, le sembrava così semplice crederci?

Quel sussurro si trasformò in un leggero bacio sulla testa che fece perdere ogni traccia di gelo dal cuore di Nikki, come se un incendio fosse divampato dentro di lei, provocato da quel contatto così inaspettato eppure tanto voluto...

Ma sapeva che sarebbe durato poco, non appena lui l'avesse conosciuta veramente, e no, non poteva permettersi di sentirsi di nuovo nel posto sbagliato al momento sbagliato...

Non l'avrebbe sopportato...

Quindi è meglio se me ne vado subito...” pensò Nikki, mentre allontanava quelle braccia dal suo corpo e quella bocca dalla sua testa.

Non poteva guardarlo negli occhi, perché sapeva che si sarebbe subito rilanciata su quel corpo caldo, che emanava sicurezza e pace, sentimenti che non aveva più conosciuto da quando sua madre aveva deciso di lasciarla da sola.

Era lì, in piedi, davanti a lui, con la testa bassa, le lacrime che ancora scorrevano sul suo viso e le mani chiuse a pugno.

Eccoli lì, di nuovo, quell'odio e quel rancore che l'avevano fatta diventare un involucro vuoto e senza speranza.

N- Non posso... Non ce la faccio...

Nikki le aveva sussurrate quelle parole di resa, ma Harry le aveva sentite perfettamente ed erano arrivate dritte al suo cuore.

Non capiva come quella ragazza stesse facendo diventare una delle giornate più brutte dell'anno, una delle migliori.

Erano passati quattro anno da quando aveva visto spegnersi la luce negli occhi di suo padre: un incidente, a causa della neve.

La Viglia di Natale.

Ci aveva messo tantissimo per non pensare più che fosse stata colpa sua, che se non avesse voluto a tutti i costi quel maledetto apparecchio per registrare canzoni, suo padre non si sarebbe mai messo alla guida, con una bufera di neve che imperversava dovunque.

Gli ci erano voluti i suoi ultimi tre anni di vita per tornare a sentirsi bene con sé stesso e per non odiarsi... Così, quando l'aveva vista seduta lì, su quella panchina, aveva rivisto sé stesso, con quegli occhi persi nel vuoto e pieni di puro rancore.

Aveva capito subito tutto di lei, non sapeva nemmeno lui come spiegarselo: semplicemente sapeva che cosa le fosse successo, come si sentisse e di che cosa avesse bisogno.

Il suo treno e quell'ebete della sua amica avrebbero aspettato: lui doveva salvare quella ragazza da sé stessa.

Ed ora se la trovava lì davanti, con quella testa bassa ed i pugni serrati, pronti a prendere a botte il mondo intero.

Ma forse, non l'avrebbero fatto con lui...

H- Sì, ce la farai... E' il momento giusto ed io sono qui per questo...

Era il momento giusto per cosa?

E lui era veramente la persona di cui lei aveva bisogno?

Non aveva importanza: Nikki voleva semplicemente tornare tra quelle braccia e riprovare quella sensazione di calore, ancora una volta.

Voleva sapere di poter essere ancora viva.

N- E' morta di cancro... In quattro mesi... Io non sono arrivata in tempo... le sue mani erano così calde...

Le parole uscivano senza fatica dalla sua bocca, o meglio, dal suo cuore: direttamente da quell'ammasso di rancore e risentimento che era rimasto dentro di lei.

Era sua madre...” pensò Harry e non poté trattenersi dal racchiudere quei due pugni arrabbiati dentro i palmi delle sue mani.

Li sentì irrigidirsi e poi, lentamente, impercettibilmente, rilassarsi sempre i più...

Le dita di Nikki si intrecciarono a quelle di Harry e finalmente, alzò la testa per perdersi in quegli occhi...

Sì, in quegli occhi che le avevano fatto capire che forse c'era una speranza anche per lei, che forse c'era un sorriso ad attenderla dietro l'angolo.

Quando Harry la vide puntare quelle iridi inquiete sul suo viso, sentì una vampata diffondersi per tutto il suo corpo e un sorriso stamparglisi sul volto, creando le sue solite fossette: quella ragazza era terribilmente bella.

Non riuscì a trattenersi: abbandonò le mani di Nikki e, prendendole all'improvviso il viso fra le sue dita grandi ed affusolate, lo avvicinò al suo e posò le sue labbra infuocate su quelle gelide di lei.

Sono viva...” fu l'unico pensiero che Nikki riuscì a percepire nella sua testa, mentre una scarica di calore si diffondeva lungo la spina dorsale, le gambe, le braccia, sciogliendo ogni singolo ghiacciolo di odio, di rancore, di rabbia...

Dopo un tempo che le era parso infinito, Nikki aveva la netta sensazione che essere lì, tra le braccia di quel ragazzo, con le sue labbra sopra le sue, e il suo cuore a contatto con quello di lei, volesse dire essere al posto giusto, nel momento giusto...




Hi ladies!! =)

Sono di nuovo qui per cominciare questa serie di OS che avranno come protagonisti quei meravigliosi cinque idioti che ora sono in America *sigh*

Detto questo, spero che vi piacciano e che mi diciate le vostre opinioni, ci terrei tantissimo ^^ Preciso che non saranno tutte così “tristi”, ma avranno tematiche varie ed eventuali =P

Bene, incrociando le dita affinché questo Harry- supereroe metropolitano di ragazze in crisi esistenziale, vi sia piaciuto, ora vi saluto.... =D

P.S. Penso che ne pubblicherò una settimana ;)

Thanks =)

Lots Of Love <3


  
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