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Autore: mikilily    10/06/2013    5 recensioni
Ninhi è una giovane ragazza, che durante il giorno frequenta la facoltà di letteratura in una piccola città che si affaccia nel grande oceano, al calar del sole, però, deve tornare a casa giù negli abissi inesplorata del mare o rimarrà per sempre una ragazza. Sì, Ninhi è una sirena, ma non una qualunque, lei è la figlia del re.
Se vi ho incuriosito leggete pure e fatemi sapere, per ora, questa è solo una O.S. , ma non si sa mai.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ninhi camminava lungo il sentiero che dalla facoltà portava alla spiaggia, la strada era deserta, nessuno in inverno si azzardava a passare da lì, per paura che le onde potessero bagnarli.
L’odore dell’acqua era un richiamo ancestrale per la giovane donna dai lunghi capelli castani dai riflessi ramati, le dita bianche delle mani tremarono un attimo, gli occhi grandi e scuri brillarono, il cuore batté veloce nel petto scarno della bella ragazza: il mare le faceva sempre quell’effetto, lo amava.
 Sorrise immaginandosi immersa tra quella fresca acqua; presto si sarebbe buttata, finalmente sarebbe ritornata a sguazzare nel suo ambiente, presto sarebbe tornata a casa.
Doveva muoversi però, non aveva tempo da perdere: il sole stava tramontando e l’incantesimo che ogni mattina la trasformava in una giovane si sarebbe dissolto fino alla prossima alba.
“ Ogni sera, devi ritornare nel mare Ninhi o rimarrai per sempre una fanciulla” la voce di suo padre echeggiò nelle orecchie, un brivido le corse lungo la schiena. Il re del mare, Ghort suo padre, le aveva concesso una grande opportunità: avrebbe studiato tra gli umani, appreso la loro arte, studiato la loro scienza, imparato la loro storia, studiato la loro lingua ma ogni sera, al tramonto, sarebbe dovuta ritornare a casa, lì nel fondo del mare.
Ninhi non chiedeva di meglio: la terra ferma di giorno e il suo amato mare la notte. Non avrebbe rinunciato a nulla né ai suoi amici , né alla sua famiglia: era felice.
Si spogliò velocemente nascondendo gli abiti nella piccola insenatura, poi si avviò a passo veloce sulla banchigia. La sabbia umida solleticò la pianta dei piedi, si morse il labbro socchiudendo gli occhi, finalmente era arrivata; prese l’ultima boccata d’aria per quella giornata e infine, si buttò.
L’acqua era gelida tanto da mozzarle il fiato, il cuore batté forte:

che cosa stava succedendo? Perché non riusciva a trasformarsi?

Sbatté le gambe in modo frenetico, annaspò.

No, non poteva essere.
Non poteva finire così, il sole non era ancora tramontato: era ancora in tempo.

- Sei pazza?! - l’urlo di un giovane la ridestò, sgranò gli occhi incredula vedendolo a un palmo dal suo viso.
Era paralizzata, spaventata, preoccupata che da un momento all’altro lui, scoprisse il suo segreto.
- Potevi morire - disse ancora il ragazzo, Ninhi lo guardò stupita – forse era proprio questo che volevi fare - aggiunse coprendola con una coperta.
Il sole tramontò lentamente sulla baia, scomparendo oltre l’orizzonte; la coperta che il giovane, Luca così si chiamava, le aveva dato la proteggeva dal freddo pungente della notte; il fuoco, che aveva acceso poco distante dalla grande roccia a forma di elefante, illuminava il viso di Ninhi, ma questo non sembrava importarle: la sua vita era finita, almeno una parte di essa.
 L’incantesimo si era spezzato: Ninhi non sarebbe più stata una sirena e benché cercasse di darsi una spiegazione per questo, non ci riusciva.
- Posso sapere almeno come ti chiami?- domandò il giovane sedendosi poco distante da lei.
Sobbalzò preoccupata dalla situazione; quello al suo fianco era un umano e suo padre, il grande re Ghort, le aveva sempre detto che di loro non si doveva fidare: erano pericolosi.
- Tranquilla! non ti faccio nulla – disse tristemente Luca, spostandosi da lei per non darle noia.
Aveva ragione suo padre: erano tutti pericolosi? Si chiese Ninhi, o Luca era diverso?
- Se vuoi puoi chiamare i tuoi genitori, un’amica o magari - aggiunse con tono triste – il tuo fidanzato -
Ninhi sollevò lo sguardo osservando il giovane davanti a se: i capelli neri di Luca brillavano alla luce del fuoco, il suo volto era coperto da una leggera barbetta, gli occhi, neri come la notte, erano espressivi e mostravano alla ragazza la malinconia che affliggeva il suo salvatore.
- Non ho nessuno – ammise interrompendo il silenzio che era calato su di loro – non ho nemmeno un tetto sotto cui dormire – finì.
- Se vuoi - disse Luca – puoi venire da me. Ho una stanza degli ospiti, anche se, la mia casa è piccolissima –
Ninhi prese aria e alla fine annuì.
- Se non disturbo - rispose.
Luca le sorrise immediatamente, poi si sollevò da terra porgendole la mano, lei l’afferrò.

 Era bello pensò Ninhi.
Molto bello, ma era un umano e doveva stare attenta.
Sì, doveva stare attenta, anche se dentro di sé sapeva che quel ragazzo non le avrebbe mai fatto del male.


   
 
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