Anime & Manga > Ranma
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Autore: MySoulIsRocknRoll    10/06/2013    3 recensioni
Ciao a tutti questa è la mia prima fan fiction, anzi a dire il vero è stata la prima volta che mi sono cimentata a scrivere una storia e mi sono divertita un sacco! :D
chiunque conosca la storia di Ranma e di Akane saprà che nessuno dei due rivelerebbe mai i propri sentimenti all'altro/a. In questa storia subentrerà un personaggio che seminerà zizzania tra i due, infatti è innamorato di Akane e per conquistarla userà i metodi più subdoli. Akane, invece lo voleva usare solo per far ingelosire Ranma.
Cosa ne dite? Mi raccomando recensite perchè mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni! :)
Grazie a tutti in anticipo,
MySoulIsRocknRoll
PS: dedico questa storia al mio fratellino e a chiunque avrà la pazienza di leggerla. ;)
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo dovevo fare ingelosire: si ma come? Ci avevo già provato diverse volte ma con risultati scarsi e situazioni imbarazzanti. Certo, non è che io fossi stata così convincente, ma stavolta dovevo fargliela pagare e poi sia Kuno che Ryoga non sono per niente credibili come miei presunti fidanzati rispetto ad un ragozza che Ranma non conosceva. Quindi prima di tutto dovevo trovarmi un ragazzo. Mentre pensavo, mi indirizzai sul sentiero di ritorno quando andai a scontrarmi con un ragazzo. Rimanemmo per un po’ a guardarci a vicenda. Era il ragazzo che avevo visto sul treno, doveva avere suppergiù la mia età, aveva degli occhi stupendi: erano azzurro mare. I capelli castano scuro  li portava legati in una coda che gli ricadeva sulla schiena. Era alto e robusto ma aveva una tale grazia quando si muoveva che poteva essere anche una ballerina classica vestita per carnevale, al contrario di me che quando m muovo sembro un’elefantessa in calore. Era proprio bello ed infondeva una tale sicurezza …
<< Scusami. >> Gli dissi già rossa in volto << Non ti avevo visto. >>
<< No scusami tu. Oggi ho la testa parecchio tra le nuvole. >> Mi rispose lui in tono calmo e gentile. Diede una veloce occhiata dietro le sue spalle e mi disse:
-Sei da sola? –
- Si. – Gli risposi io timidamente.
- Beh, allora che ne dici di prendere un gelato insieme? Offro io! – Mi disse lui indicandomi un chiosco dietro di lui.
- Volentieri. – Risposi io cacciando un sorriso a 32 denti (anche se forse però con la botta che avevo preso me ne era saltato via qualcuno).
Ci incamminammo verso il chioschetto. Il caldo era soffocante e un bel gelato ci voleva proprio. Presi il mio solito cono allo yogurt con sopra la cioccolata: mmmmm… il massimo! Lui invece prese un cono alla nocciola ed insieme ci accomodammo ad un tavolino all’aperto sotto un tendone. In quel momento si alzò un leggero venticello. C’era un gran viavai di gente. Guardai l’orologio erano le 4 di pomeriggio. Ero li da 2 ore.
-Mi sembra di averti già visto prima. Forse è stato in treno? – Disse lui facendomi risvegliare dai miei pensieri.
- Sì è probabile perché anche io ti ho notato. – Azzardai io – Sai somigli ad… una ragazza che conosco. – Facendoci caso era il ragazzo che avevo visto sul treno, quello che somigliava a Shampoo.
- Sono venuta al cimitero per mia madre. Sai l’ho persa 11 anni fa per una malattia. – Dissi mordendomi un labbro per trattenere l’emozione.
- Mi dispiace molto. - Disse lui ingoiando l’ultima cucchiaiata di gelato e alzandosi per andare a pagare. Mi alzai anche io e lo seguii senza aggiungere altro. Fu lui a rompere il silenzio, infatti mi chiese:
- Da dove vieni? –
- Sono di Tokyo. E tu? - chiesi imbarazzata.
- Io? Vengo dalla Cina però per un po’ sarò ospite qui a Tokyo da mia cugina … se vuoi ti accompagno a casa. – Mi disse.
- Grazie sei molto gentile – gli risposi mentre ci incamminavamo.
In treno rimanemmo quasi tutto il tempo in silenzio. Era bello e aveva modi che mi ricordavano il dottor Tofu. Forse posso far ingelosire Ranma con lui, anche se lui era troppo perfetto rispetto a quello zoticone.
All’uscita, la stazione era semi-deserta anche se erano solo le cinque. Dovevo assolutamente ritornare a casa se no papà e gli altri si sarebbero preoccupati. Mentre camminavo inciampai e finii per terra. Lui mi si avvicinò e mi prese tra le braccia, ci guardammo a lungo negli occhi. Sapevo cosa si aspettava ma forse era troppo timido per fare il primo passo, però era lì e aspettava. Presi coraggio e trattenni il respiro. Mi allungai e le mie labbra sfiorarono le sue fino a toccarle e per un attimo il mondo intorno a noi si fermò.
  
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